L'editoriale Azzurro
domenica 16 agosto 2020 - 10:18
di Massimo Barbero
Chi ha giocato i play off riparte da una posizione di indubbio vantaggio rispetto a chi è fermo da fine febbraio.
Perchè può contare su riscontri di natura tecnica molto più “freschi” ed attuali.
Le 4 gare di giugno e luglio rappresentano una base solidissima per valutare e migliorare il Novara che si è spinto sino alla semifinale del “Mapei”. Nel borsino degli azzurri, ad esempio, sono cresciute molto le quotazioni di Lanni rispetto alle 3 sole apparizioni di febbraio del portiere prelevato dall’Ascoli.
Nel contempo le sfide post season ci hanno confermato che occorre aumentare qualità ed alternative della batteria di attaccanti a disposizione di Banchieri (a prescindere dal ritorno a Teramo di Pinzauti).
In mediana Buzzegoli ha ancora tanto, tantissimo da dare. Ma non si può pensare di spremerlo troppo in una stagione comunque compressa, caratterizzata da una serie di turni infrasettimanali che per tempistica ci rimanderanno agli impegni ravvicinati del tribolatissimo campionato 2018-2019.Per i ragazzi del 1998/1999 siamo arrivati ad un punto di svolta.
A 22-23 anni è il momento di fare il salto di qualità in termini di responsabilità, spazi e prospettive. Dunque o si punta decisamente su di loro o è giusto trovare una sistemazione agli elementi cresciuti nella “cantera” nella speranza magari di ritrovarli ancora più convinti e determinanti tra dodici mesi.
Mi pare che la strategia della società azzurra sia chiara. In queste quattro settimane i tecnici hanno potuto lavorare senza affanni andando alla ricerca di qualche colpo da piazzare per far crescere il valore dell’organico che già di per sé sarebbe pronto per un campionato di C da parte sinistra della classifica.
A breve arriveranno le prime novità ufficiali, sicuramente in tempo per la partenza per il ritiro di Chatillon che scatterà sabato prossimo.
Intanto i verdetti di questa strana “Champions” che si sta disputando a Lisbona confermano quello che ci ha insegnato questo contradditorio biennio del Novara Calcio.
Non sempre i capitali hanno la meglio sui progetti e sulle idee. L’Atalanta è arrivata ad un passo dall’eliminare il Psg e comunque può vantare l’orgoglio di essere la rappresentante italiana che si è spinta più in avanti, a dispetto delle ironie iniziali.
Il Manchester City nel finale ha ceduto di schianto di fronte ad un Lione che era quotato pochissimo al momento dei sorteggi per gli ottavi di finale tanto da far tirare un sospiro di sollievo ad Agnelli e c di fronte ad un’urna che appariva benevola.La stessa Juve ha avuto troppa fretta in questi anni.
L’ingaggio di CR7 ha “obbligato” i bianconeri ad iscriversi al novero delle pretendenti più accreditate alla Champions League. Ma un giocatore da solo, un campionissimo leggermente in fase calante per ovvie ragioni di anagrafe, non basta a fare la differenza se alla base non c’è una valida programmazione, se non ci sono delle linee chiare ad ispirare le scelte.
La Juve di Conte e la prima Juve di Allegri erano forse meno competitive in attacco, ma avevano sostanza, solidità ed organizzazione in difesa ed in mezzo al campo (ricordate la mediana Vidal, Pirlo, Pogba e Marchisio?).
Bonucci e compagni sono andati all’assalto del trofeo più prestigioso con in campo Dybala ed Higuain che un anno fa di questi tempi parevano sul piede di partenza ed ogni giorno erano al centro di trattative di mercato. Sarri è stato gratificato da un contratto onerosissimo, ma non dalla fiducia che si converrebbe ad un allenatore chiamato ad aprire un ciclo importante e possibilmente vincente.
Lo conferma un esonero scattato a poche ore dall’eliminazione europea.
In fondo la promozione di Pirlo ci riporta alla sorpresa che a giugno 2019 aveva accompagnato la notizia dell’incarico di allenatore della prima squadra azzurra a Simone Banchieri, fresco reduce da uno scudetto conquistato a Russi. I fatti hanno dimostrato che Banchieri ha saputo ottenere dagli stessi giocatori risultati migliori rispetto a tecnici dal curriculum decisamente più in vista.
Quando le cose funzionano basta lasciarle scorrere perché toccare qualcosa può compromettere delicati equilibri.
Il tunnel del Novara è cominciato a Perugia, poco più di due anni fa, con quel gol sbagliato da Puscas che avrebbe probabilmente cambiato l’epilogo della stagione. Ora in quel tunnel, ancor più a sorpresa, è finita proprio la squadra umbra. Che sia un segnale per sperare una risalita azzurra meno lontana di quanto potesse apparire soltanto un anno fa di questi tempi…?
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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