L'editoriale Azzurro
domenica 26 luglio 2020 - 12:00
di Massimo Barbero
Davvero difficile da interpretare la “ratio” delle nuove norme varate dall’Assemblea della Lega Pro che prevedono, tra l’altro, liste calciatori professionisti composte di un massimo di 22 elementi (giovani compresi). Per dare maggior spazio ai giovani si castra la possibilità delle società di mettere un vincolo a questi giovani con conseguenze a catena facilmente immaginabili.
Si tolgono incentivi e motivazioni ai club che vogliono investire nel vivaio (come ha fatto il Novara per oltre un decennio).
Eppoi perché cambiare ogni volta le regole, quest’anno tra l’altro a fine luglio? Un mercato già povero di capitali e di idee rischia di risultare completamente paralizzato perché chi ha operato come la società azzurra garantendosi un anno fa una lunga lista di ragazzi del 1998 di proprietà per un investimento mirato nel tempo quando le norme lo incoraggiavano… ora deve ricominciare tutto daccapo….
Logica suggerirebbe di vendere prima di comprare. Ma vendere a chi? Non è difficile immaginare una sessione estiva di trattative caratterizzata da soli scambi, con liquidità quasi azzerata.
Alla fine i play off hanno sancito il verdetto sportivamente più giusto. La Reggiana è la squadra che, almeno in semifinale e finale, ha mostrato il calcio migliore. Le dietrologie che volevano il Bari promosso ad ogni costo sono state sconfitte dalla legge del campo che ha premiato chi si è espresso al meglio nelle sfide decisive.
La promozione della squadra di Alvini accresce i meriti della truppa di Banchieri che è arrivata fin dove era possibile arrivare ed anche contro l’avversario più forte ha lottato al massimo delle proprie possibilità mantenendo il risultato incerto sino al 95’.
Vien da chiedersi che cosa avrebbe combinato la truppa azzurra se il campionato non fosse stato troncato a tre quarti del cammino e se non ci fosse stato in mezzo il cambio societario a troncare equilibri e prospettive.
Difficile pensare a qualcosa di meglio di una semifinale play off in un lotto di pretendenti tanto accreditato. Per fare il salto di qualità nella regular season forse sarebbero serviti una punta centrale, un esterno d’attacco in grado di fare la differenza (Cisco discreto in campionato, ma non ha fatto meglio di Peralta e Piscitella) ed un regista all’altezza del titolare Buzzegoli (Strechie non lo possiamo giudicare perché non è mai sceso in campo).
Con innesti mirati nella sessione invernale il secondo posto non sarebbe stato un obiettivo fuori dalla portata di questo Novara.
O almeno del Novara che si era visto fino al giorno del magico 4-0 sul Siena.
Nel bilancio di fine stagione non possiamo che ringraziare ancora Moreno Zebi che ha scelto una serie di ragazzi che sono andati al di là di ogni aspettativa. La rosa allestita la scorsa estate rimane un piccolo capolavoro se parametrata ai costi, alle esigenze societarie ed alla necessità di motivare coloro che avevano deluso nell’annata targata Viali-Sannino.
Ed al ds che lavorerà per il Cesena, accomuno Roberto Nespoli, sempre in prima linea, dall’inizio alla fine della stagione.E’ stata la dimostrazione che si può far calcio tenendo un occhio al budget.
E che i tifosi novaresi, se si parla loro chiaramente, sono in grado di seguire, applaudire ed apprezzare anche una squadra non costruita con ambizioni da primato.Una boccata d’ossigeno dopo un triennio molto complicato (ci metto anche la stagione Boscaglia dove pure l’obiettivo era stato sostanzialmente raggiunto) che accentua il rammarico per quella B persa quando era mancata soprattutto un po’ di naturale semplicità nel rapporto tra la dirigenza, la squadra e la piazza.
Per quanto riguarda il Novara 2020-21 invece… è tutto un rincorrersi di voci di ogni genere.
Dunque attendiamo gli eventi.
L’unica certezza è l’iscrizione al campionato 2020-21. E di questi tempi non è poco… Forza Novara sempre!!!
Ps: chiudo con un grazie al dottor Francese per l’impegno e la professionalità mostrate in un decennio al seguito degli azzurri.
Massimo Barbero
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