L'editoriale Azzurro
lunedì 13 luglio 2020 - 23:10
di Massimo Barbero
Sbraga zoppicante rincorre un pallone sulla fascia. Lo difende e prova addirittura uno scatto che ci permette di guadagnare i secondi che ci dividono dal fischio finale.
Il ricordo di quest’immagine rimarrà l’emblema del Novara 2019-2020. Una squadra capace di esaltare proprio dove la precedente aveva deluso: sotto l’aspetto della convinzione, delle motivazioni, della personalità.
Sarebbe però riduttivo scrivere soltanto di cuore ed orgoglio. Il Novara ha vinto a Carpi mettendo in grande difficoltà per almeno un’ora la terza classificata del girone che ritenevamo dal tasso tecnico più elevato. Abbiamo sofferto nei dieci minuti iniziali quando sembrava che il pressing dei biancorossi fosse asfissiante.
Poi, dopo la carambola del vantaggio, si è vista un’altra partita. I padroni di casa hanno avuto due grosse opportunità per pareggiare, ma il Novara prima dell’intervallo ha creato almeno altre quattro situazioni pericolose colpendo un palo ed una traversa.
Evidentissima la supremazia dei nostri sulle palle inattive. Nelle due aree la prendevamo sempre noi. E nella ripresa, prima di consegnarci all’ultimo assalto della formazione di Riolfo, abbiamo avuto diverse situazioni che avrebbero potuto (dovuto) portare al colpo del kappao non sfruttate per un pizzico di leggerezza (in particolare del veloce Cisco) al momento dell’ultimo affondo.Soltanto gli infortuni in difesa (di Bove prima di Sbraga poi) non ci hanno permesso di gestire il finale di partita con maggiore tranquillità.
Il rammarico più grande è per le loro condizioni. Sbraga ha già vissuto una situazione del genere. E’ arrivato alla finale play off di due anni fa con il Cosenza logoro, senza poter dare il solito contributo.
La storia rischia di ripetersi. E’ destino che Andrea non possa godersi appieno le reti segnate (quella di ieri sembrava realizzata da un centravanti di razza).
Ad Arezzo un rigore quantomeno generoso gli rovinò la serata.Nel borsino di questi play off crescono in maniera esponenziale le quotazioni di Tommaso Bianchi, autentico dominatore in ogni parte del campo. Il suo salvataggio sulla linea vale un gol segnato.
E non va dimenticato l’apporto di Lorenzo Pinzauti che litiga spesso con le porte avversarie (quel pallone dopo il palo andava ribadito in rete ad ogni costo) ma sta diventando un uomo preziosissimo per non dare punti di riferimento agli avversari.
Peccato per l’uscita di Filippo Nardi (risparmiato da un possibile secondo giallo) che fino a quel momento era stato una spina nel fianco per i centrocampisti di casa.
Se il passaggio del turno con l’Albinoleffe era stato archiviato come la mera dote di un vantaggio in termini di algoritmo difeso con qualche sofferenza iniziale di troppo.
Se la vittoria di Meda sembrava anche la conseguenza della lunga desuetudine agonistica dei padroni di casa, adesso il Novara non si può più nascondere.
Al tavolo delle quattro grandi gli azzurri ci sono finiti per meriti attuali, le altre (per il momento) per quanto avevano saputo realizzare durante la regular season.
Sarebbe da perdenti oggi ripetere che la squadra di Banchieri ha già vinto il proprio campionato.
Un pensiero del genere è l’anticamera di un’eliminazione quasi certa. Ed allora non aggiungiamo altro.
Lasciamo che la flotta azzurra navighi libera verso altri mari, verso nuovi porti…
Per il momento non resta da scrivere che il solito… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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