L'editoriale Azzurro
domenica 17 maggio 2020 - 09:16
di Massimo Barbero
Ieri mi sono imposto di stare due ore fermo sul divano a guardare le prime 5 partite di Bundesliga per provare a farmi un’idea se ha un senso il calcio post Covid 19. Faccio ancora fatica a dare una risposta perché a me comunque che segnasse il Borussia Dortmund o il Werder Brema me ne sarebbe importato poco pure in condizioni normali e dunque non riesco a cogliere la differenza di adrenalina.
Bisognerebbe sentire un appassionato tedesco per capirci qualcosa. Non un curvaiolo, ma un tifoso da divano che il calcio lo guardava davanti alla tv anche prima (vero destinatario del prodotto) per comprendere che effetto gli ha fatto uno spettacolo del genere. Dal punto di vista meramente tecnico ho colto una freddezza nell’atteggiamento dei giocatori in campo che via via è andato scemando con l’andare dei minuti. E’ come se ci avessero messo un po’ a capire cosa stesse succedendo, ma alla lunga il loro calcio fosse tornato quasi quello di sempre. Di realmente differente c’erano soprattutto i gol e tutto quello che li circonda: abbracci, esultanze, corse verso i tifosi. Di certo governo e federazione tedesca meritano grandi complimenti. Avevano in mente un progetto e l’hanno realizzato con appena un paio di settimane di ritardo sulle più ottimistiche previsioni iniziali.
Altrettanto apprezzabile la chiarezza con cui altri paesi europei hanno già dichiarato chiusa la stagione calcistica. In entrambi casi è stata fatta una scelta precisa, coerente e netta.Da noi invece regna da almeno un mese e mezzo una confusione incredibile ed una serie di rimpalli insopportabili. Il protocollo che prevede degli oneri insostenibili (con la ciliegina di un’assurda responsabilità dei medici) è una pericolosa non decisione. Sembra quasi un modo per dire al calcio: “ io ti autorizzo a cominciare, ma ti metto nelle condizioni di non cominciare e se proprio vuoi cominciare lo stesso… ti metto nelle condizioni di dover interrompere tutto da un momento all’altro facendo una pessima figura anche di fronte all’opinione pubblica”. Onestamente non è il massimo.
Ma negli ultimi giorni anche le società di A ci hanno messo del loro cambiando idea un po’ troppo spesso e sconfessando in qualche caso anche le linee guida proposte dagli stessi club. Estremamente chiara invece è la presa posizione degli ultras di una bella fetta d’Europa espressa nel comunicato (a firma anche dei Nuares) che è stato pubblicato anche in homepage.
Non voglio sovrappormi al loro pensiero, voglio solo stimolare un sereno scambio di opinioni. Se fossimo già convinti che il virus scomparirà (per sempre) in estate o al massimo poco dopo… cominciare a giocare tra un mese per finire il campionato a tutti i costi sarebbe pura follia. Purtroppo si teme una seconda ondata di contagi già in autunno e comunque si vivrà anche allora con l’ansia di questo rischio.
Ed allora le cose sono due: o ci rassegniamo a non avere più un campionato di calcio da qui a molto tempo o bisogna trovare delle soluzioni per limitare i danni. Perché calcio (sport) vuol dire anche posti di lavoro (non ci sono solo i calciatori milionari, ci sono anche calciatori ventenni al minimo contrattuale e tanta gente che ha uno stipendio da mille euro al mese) e per ogni attività che garantisce dei posti di lavoro va cercata nei limiti del possibile una soluzione sostenibile per non sprofondare nel baratro. Il diritto di voltarsi dall’altra parte, di non seguire più uno spettacolo che si ritiene di scarso appeal e di dubbia etica ovviamente è sacrosanto, ma deve rimanere una scelta individuale.
La settimana entrante ha in agenda un appuntamento importante: il Consiglio Federale nel quale si dovrebbe discutere anche di nuovo format dei campionati. Ghirelli fa finta di nulla, ma Gravina questa idea in testa ce l’ha. Le norme consentiranno alla Figc di fare e disfare a proprio piacimento (ma accadeva la stessa cosa all’epoca del Commissario Fabbricini) al riparo da ricorsi di ogni genere. E’ una partita “chiave” anche per il futuro azzurro. Rimanere aggrappati ad un calcio professionistico che probabilmente ripartirà nonappena ce ne saranno le condizioni è fondamentale. Classifica, media punti, blasone, strutture, solidità societaria… qualsiasi criterio verrà utilizzato è valido ed opinabile al tempo stesso. E può dar luogo a scelte differenti che con ogni probabilità non potranno essere sindacate al di fuori dell’area dei meri discorsi da Bar (quanto ci mancano i Bar!) o da social/forum.
Chiudo con un pensiero positivo: vedere patron Rullo in buone condizioni e comunque determinato ad una ripresa dell’attività mi ha fatto molto piacere dal punto di vista umano ed ha rappresentato un bel messaggio per la collettività. Bisogna sempre combattere e sperare per il meglio…
Grazie Pres…
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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