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lunedė 04 maggio 2020 - 17:38
di Gianni Negri

RICEVIAMO UN ALTRO PREZIOSO CONTRIBUTO DALL'AMICO GIANNI NEGRI CHE CI RACCONTA DI QUANDO ALCUNI PROTAGONISTI DEL GRANDE TORINO FECERO CAPOLINO A GRAVELLONA LOMELLINA PER UNA GRANDE GIORNATA DI SPORT

Oggi è il 04 Maggio ed è una stupenda giornata di sole e dal Santuario della Madonna di San Zeno si godrà sicuramente di una veduta da incanto sulla catena delle Alpi ma “quel” 04 Maggio tutto il Nord d’Italia era immerso in nubi scure e minacciose, ovunque vi erano temporali e vento.

Anche sulla strada che da Vigevano porta a Gravellona c’era una vera e propria tempesta d’acqua e le ragazze (le nostre mamme per intenderci) che tornavano da una lunga giornata di lavoro nei calzaturifici vigevanesi faticavano a pedalare contro vento ed a ripararsi dalla pioggia coi loro ombrelli resi sbilenchi dalla furia degli elementi.

Alla fine di tanti sforzi, inzuppate di pioggia, esse giunsero finalmente in Piazza Delucca dove come ogni sera i loro murùs le attendevano per accompagnarle fino alla soglia di casa ma quella sera intuirono immediatamente dai volti e dal mesto silenzio dei giovanotti che c’era qualcosa di grave nell’aria; molti di loro avevano gli occhi gonfi di lacrime, qualcuno di essi aveva l’ombrello chiuso ed era completamente fradicio mischiando le lacrime alla pioggia.

Le ragazze frenarono quasi di colpo, tutte scesero dalle rispettive biciclette e si avvicinarono ai ragazzi a passo lento, timorose di apprendere l’accaduto quando uno di essi abbracciando la propria fidanzata e stringendosela al petto gridò: “E’ caduto l’aereo del Torino, cù pòvri fieu là a’ in mort tucc!”.

Si ritrovarono tutti stretti a piangere sotto la pioggia battente, incuranti del freddo che penetrava sempre più nelle loro ossa e soprattutto nei loro cuori; se ne stavano impietriti in Piazza, davanti al Monumento ai Caduti e ciò che stavano vivendo sembrava loro un grande incubo.

I volti ed i nomi di ogni giocatore del Torino ripassarono davanti ai loro occhi e risuonarono nelle loro orecchie, Bacigalupo, Ballarin,Maroso,Menti,Ossola,Castigliano,Grezar,Loik,Gabetto,Mazzola,Rigamonti tutti d’un fiato, tutti insieme di nuovo, per sempre, coi loro nomi recitati come una lirica, indimenticabili.

I componenti di quello che sarebbe passato alla storia come “Il Grande Torino”, la squadra più forte al mondo nella propria epoca, quei giovani uomini che solamente otto mesi prima avevano calcato il nostro amato campo della Rumanae per una partita amichevole in occasione della Festa Patronale di Gravellona non c’erano più, li aveva rapiti un boato assordante là sulla collina di Superga, ai piedi della Basilica dove ora riposano per sempre; stavano tornando da una partita amichevole giocata a Lisbona per aiutare economicamente il capitano del Benfica che doveva smettere di giocare e doveva sbarcare il lunario perché all’epoca anche i più grandi calciatori non guadagnavano certamente di più che un impiegato.

Nel portafogli di Valerio Bacigalupo, al quale il nostro Giuseppe Barbavara segnò un goal nell’amichevole del 1948, i pompieri trovarono la foto di Lucidio “Cochi” Sentimenti, il portiere della Juventus.

Quella foto era insieme a quelle dei genitori e del fratello di Bacigalupo, le foto delle persone a lui più care. Cose di altri tempi che però ci fanno capire lo spessore dei protagonisti.

Ho voluto raccontarvi questa storia perché quei giovani di Gravellona che piangevano in Piazza a Gravellona amavano quei grandi campioni che rappresentarono la capacità di riscossa di un popolo uscito distrutto da una guerra, anche se la propria squadra del cuore era un’altra.

Mia mamma, che mi raccontò quell’episodio, in occasione del 04 Maggio 2010, poco prima di morire, vedendo in televisione il servizio commemorativo del Grande Torino esclamò ancora con gli occhi lucidi: “Cù pòvri fieu là!”.

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