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domenica 05 aprile 2020 - 18:51
di Massimo Barbero

In queste drammatiche settimane mi capita di torturare il tablet in cerca di notizie proprio come facevo nell’ ozio dell’estate del 2018, nei giorni della battaglia giudiziaria per i ripescaggi in B.

Proprio come allora non c’è mai una notizia o previsione positiva. Anzi ne trovi puntualmente una peggiore di quelle che già ti facevano soffrire in precedenza. A qualsiasi giorno, qualsiasi ora.

Non c’è un istante di tregua, né all’ora di cena né di domenica. Esattamente come Frattini era capace di sfornare un provvedimento cautelare a Ferragosto (nelle ore della tragedia del Ponte Morandi) o di anticipare le sue decisioni con un tweet il sabato sera… oggi trovi un Borrelli che all’indomani dell’inevitabile “scordatevi Pasquetta” aggiunge “e scordatevi pure il 1 maggio”.

Mi auguro che nessuno abbia la pessima idea di chiedergli a breve cosa faremo a Ferragosto perché la sua risposta già la intuiamo tutti…

Lo so, il paragone è stupido (e tale mi sento per averlo solo pensato) irriverente e certamente offensivo nei confronti di chi in questi giorni ha perso un proprio caro o vive un’ansia terribile per qualcuno ricoverato in Ospedale.

Ma è la vita che ti detta le priorità, di colpo, quando meno te l’aspetti.

Lasciando perdere per un attimo il calcio, chi da adolescente/ragazzo/a non si è mai sentito perduto, senza apparente via d’uscita, per un periodo che sembrava infinito per un semplice “no” di una coetanea/o?

E così oggi di fronte al dolore vero (purtroppo diffuso) ed alla preoccupazione quotidiana non riesco a vergognarmi per essere impazzito di gioia una sera a quasi 40 anni per un gol di Rigoni alla Reggina.

O di aver trascorso una notte quasi insonne a 45 anni dopo la condanna (sportiva) decretata da tal Crimi dell’Entella.

Torniamo al pallone, senza divagare ulteriormente. L’Assemblea di serie C ha dettato una linea chiara: “non si può pensare di riprendere a giocare e non avrebbe senso farlo, tantomeno in territori martoriati dalla sofferenza”.

Una posizione saggia, condivisibile, inevitabile.

Che però necessità di una via d’uscita da altri punti di vista oltre che di una ratifica da parte della Federazione. Che ne sarà degli stipendi di calciatori (che sono benestanti, ma nella gran parte dei casi non milionari come i loro colleghi di serie A) adempimenti fiscali ed altri oneri collegati?

E che ne sarà di classifiche troncate a circa due terzi di stagione?La mia idea era un’altra ed in questi giorni ha avuto qualche sostenitore decisamente più illustre del sottoscritto (mi pare in particolare il presidente del Frosinone, ma anche il popolarissimo Gianluca Rossi di Telelombardia).

Io sospenderei tutto, certamente sì.

Ma per riprendere a giocare come se il tempo non fosse mai trascorso nonappena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Non sappiamo quando sarà, non possiamo saperlo. Ma l’incertezza è tale, talmente drammatica che già mette in dubbio anche la regolare disputa della prossima stagione.

Potremmo trovarci con un campionato troncato a metà ed un altro che non si sa quando potrà iniziare e che potrebbe essere a sua volta interrotto da un momento all’altro da una nuova escalation di notizie negative o dalla semplice paura di rivivere un incubo del genere.

Con in mezzo cancellazioni a raffica di società non in grado di rispettare i propri impegni. E magari una coda di ricorsi in Tribunale a seguito di qualche idea “balzana” di promozioni o declassamenti non determinati da ragioni di carattere sportivo.

Con una proroga “sine die” le società invece avrebbero maggior respiro per completare gli adempimenti in un lasso di tempo più ampio, si spera caratterizzato da una ripresa almeno parziale delle proprie attività.

Nel frattempo i calciatori tornerebbero tutti dalle proprie famiglie, con le cautele del caso.

E, prima della ripresa, si aprirebbe una finestra di mercato intermedia per sistemare le rose, come se fossimo a gennaio.

E se lo spettro Covid 19 dovesse lasciarci molto prima di quanto temiamo non rischieremmo di avere uno spazio vuoto troppo ampio nell’annata ‪2020-21‬?

Almeno fosse così… metterei una firma grossa quanto un grattacielo pur di dover affrontare un problema del genere perché vorrebbe dire che avremmo sconfitto per tempo l’unico vero nemico comune.

A quel punto avremmo l’agio di metterci a tavolino per programmare stagioni e campionati successivi con la serenità ritrovata e qualcosa di intelligente e saggio verrebbe comunque fuori.

Lo scoglio maggiore resta di carattere economico. Ai calciatori verrebbe chiesto un sacrificio più o meno grande per salvare dei posti di lavoro in prospettiva. Senza un passo indietro da parte loro la C professionistica a 60 squadre rimarrà presto un lontano ricordo, con le conseguenze del caso.

Se l’Aic di Tommasi è davvero un’entità reale dovrebbe spingere affinchè i più bravi ed i più pagati costituiscano in fondo per aiutare i giovani ed i colleghi al minimo di stipendio.

Fuori luogo chiedere aiuti al Governo che in questo momento ha certamente altre priorità e sbagliato pensare che i diversi campionati possano viaggiare a velocità differenti.

Il virus purtroppo non fa sconti. Può colpire alla stessa maniera Udoh della Pianese come Dybala e sarebbe cosa riprovevole trattare i calciatori della massima serie come dei privilegiati anche dal punto di vista delle tutele sanitarie.

Ora mi prendo davvero una settimana di pausa per il rispetto della Pasqua e delle troppe vittime (novaresi e non) di questo periodo terribile.

Il sito continuerà ad essere attivo con qualche amarcord mio e dell’amico Gianfranco Capra e con eventuali notizie aggiornate dal grande Danny Faranna.

Un Abbraccio a tutti e comunque…

Forza Novara Sempre!!!

E soprattutto… Forza Rullo!!!

Massimo Barbero

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