L'editoriale Azzurro
domenica 15 marzo 2020 - 09:48
di Massimo Barbero
La notizia del ricovero in Ospedale di patron Rullo (ancora Auguri di cuore Presidente) più di ogni altra cosa, ci ha fatto prendere coscienza di colpo di quanto la bruttissima realtà che stiamo vivendo fosse maledettamente vicina anche a noi.
Nell’istante in cui è uscito quel comunicato del Novara Calcio l’editoriale che avevo scritto solo qualche ora prima non aveva già più senso… superato dal succedersi degli eventi e dei provvedimenti che rendevano altamente improbabile che il campionato potesse davvero riprendere con il derby.
Fatta questa introduzione, non vi voglio angustiare oltre. Il compito del cronista sportivo rimane quello di parlare di cose leggere, per quanto possibile.
Ed allora vi dico chi è per me il grande vincitore di questa stagione azzurra, al momento forzatamente troncata a quasi tre-quarti del cammino. Si chiama Simone Banchieri.
Lo so, non tutti saranno d’accordo, qualche critica al mister non è mancata nel corso delle 26 giornate di campionato disputate ed in particolare del breve scorcio del girone di ritorno giocato.Ma non è questo il punto. Banchieri ne esce vincitore sotto un altro aspetto, ben più ampio.
Il tecnico azzurro era arrivato al Novara Calcio in punta di piedi. RivoliCollegno, Rivara, San Mauro, Canavese e Pro Patria Berretti, Novese, Derthona, Caratese, Legnano e scusate se ho dimenticato qualcosa… rappresentavano i suoi trascorsi quando ha accettato di allenare la nostra Under 16. La famiglia De Salvo ed il sempre vigile Borghetti però non l’avevano scelto per caso.
Avevano certamente ben presente il cammino che era riuscito a compiere con la Folgore Caratese in D due stagioni prima.Dite la verità, chi avrebbe immaginato nell’estate 2017 al momento del suo arrivo che, soltanto due anni dopo, quel Banchieri sarebbe diventato l’allenatore della prima squadra del Novara Calcio? Certo, nella scelta hanno influito anche le mutate prospettive societarie. Però il mister è stato tremendamente determinato nell’inseguire e nell’andare a prendersi il suo sogno.
Sin da quando, sei o sette anni fa, aveva scelto di lasciare un posto di lavoro sicuro per dedicarsi a tempo pieno alla carriera da allenatore, con i rischi del caso. Ed a Novarello si è fatto strada con la forza dei numeri e dei risultati. Con la nostra prima squadra in B ha condotto l’Under 16 ai quarti di finale nazionali, a sfidare quella Juve che aveva battuto in campionato.
Dopo la retrocessione ha rifiutato altre offerte pur di rimanere a dare il proprio contributo alla rinascita azzurra. Alle incertezze di un campionato ancora “sperimentale” quale l’Under 16 Lega Pro (a cui vanno aggiunte le incognite legate all’inizio della passata stagione) ha risposto plasmando una squadra imbattibile che ha dominato la scena sia nella regular season che nei play off.
E c’è una piccola cosa di mister Banchieri che mi ha sempre fatto piacere: avendo il suo contatto whatsapp ormai da quasi due anni e mezzo ho verificato come nel suo “stato” abbia piazzato lo scudo crociato del logo del Novara Calcio. L’ha fatto anche nei giorni bui, dopo la retrocessione con l’Entella o nell’estate del pandemonio per decidere le squadre da ripescare.
E’ sempre stato il suo modo per esprimere l’orgoglio di allenare gli azzurri. Un senso di appartenenza che è riuscito certamente a trasmettere anche ai ragazzi delle giovanili eppoi ai professionisti della prima squadra. In questi giorni invece, come molti, ha fissato la nostra Cupola illuminata con il tricolore, come l’abbiamo vista qualche sera fa, all’inizio della grande emergenza.
Mi è rimasto impresso quello che il Mister ci aveva detto ad Arezzo davanti ad un caffè poco prima della partita dello scorso novembre: “Avete presente quel “fedelissimo” che c’era a Momo e che mi ha raccontato la tessera del Novara da più di 50 anni?
Ecco io vorrei essere così, rimanere fedele come lui agli stessi colori…”. E’ di fondamentale importanza avere, nel vivaio ancor più che in prima squadra, tecnici che non si sentano di passaggio a Novarello.Banchieri il suo sogno l’ha realizzato e solo un virus bastardo che sta mettendo in ginocchio mezzo mondo è riuscito (per ora) a strapparglielo di mano. Il suo Novara, nel complesso, ha vinto, convinto e divertito molto più spesso di quelli allenati da tecnici, sulla carta, maggiormente quotati quali Corini, Di Carlo, Viali e Sannino.
Quasi tutti i reduci dalla passata stagione hanno reso nell’attuale di più di quanto non fossero riusciti a fare con i suoi predecessori.Ma non mi interessa qui spingermi in giudizi tecnici che so che non incontrerebbero mai l’unanimità dei consensi.
Di Banchieri oggi voglio prendermi innanzitutto la positività, l’ostinata convinzione di potercela fare magari partendo dalle retrovie, l’ottimismo sfoggiato ad ogni intervista, prima e dopo la gara. La fiducia in sé stessi e nelle capacità dei propri uomini è da sola un gol segnato a qualsiasi avversario, anche al più impegnativo.Sono qualità che dobbiamo sfoderare tutti in questi frangenti.
Ne abbiamo tanto bisogno in questo momento e, purtroppo, non per motivi calcistici.
Al solito Forza Novara sempre… aggiungo stavolta un in bocca al lupo di vero cuore all’Italia intera ed un Grazie a chi lavora giorno e notte nei nostri Ospedali per salvare vite altrui a costo di mettere talvolta a rischio la propria.
Massimo Barbero
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