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di Gianfranco Capra

Non sono classifiche. Sono scelte personali, dopo una normale meditazione, dettate anche dall’esperienza di averle viste all’opera (non tutte).

SILVIO PIOLA-BRUNO PESAOLA

Giocarono insieme per due campionati, precisamente quelli del ‪1950-51‬ e del ‪1951-52‬, naturalmente in serie “A”. Piola si era abituato “male”, avendo come ala sinistra specialista nei cross il campione del mondo e suo amico da una vita, Piero Ferraris II. Poi il “Peo” aveva detto basta (era del 1912) e si era preoccupato dell’albergo di famiglia.L’inizio del campionato ‪1950-51‬ fu abbastanza sofferto. Palesemente mancava un’ala sinistra, ruolo ricoperto a volte da Alberico a volte da Renica. Ma la squadra azzurra zoppicava.

Finchè Piola ebbe uno dei suoi “lampi di genio”, intuizioni. Sapeva che a Roma soffriva Bruno Pesaola, un argentino piccolo ma veloce e insidioso. Pesaola si era gravemente infortunato (perone) e la Roma, in grave difficoltà, non l’aveva confermato.Da parte sua, Pesaola faticava a guarire, e stava preparando le valigie per tornare in Argentina, a Buenos Aires. Classe 1925, ancora giovane per arrendersi. Piola gli inviò un telegramma: “Petisso, vieni a Novara. Guarisci bene, ti alleni con noi, e poi vediamo…..”.

Petisso era il soprannome di Pesaola, che vuole dire “uccellino”. Arrivò in città a settembre 1950, prese a frequentare la nostra squadra, ballava bene il tango al circolo dei “Mutilati”. Incontrò addirittura l’amore della sua vita, una bellissima ragazza, Ornella Olivieri, appena eletta Miss Novara.In un paio di mesi completò la sua guarigione, fu assunto dal Novara (la Roma aveva un “debito” d’onore con la società azzurra, dopo la discussa partita del 21 maggio 1950, scippata al Novara e regalata alla Roma dall’arbitro fiorentino Pera), s’allenò intensamente con gli azzurri in via Alcarotti.

Bruno Pesaola, scudiero fidatissimo di Piola, debuttò con la maglia azzurra il 5 novembre del 1950, in un movimentato Novara-Torino 3-2.Fra i granata, “orfani” di Superga, giocavano gli ex azzurri Carapellese e Ploeger, il futuro azzurro Rosen, l’argentino Santos e tanti altri bravi elementi. Segnarono in quella partita, entusiasmante, Santos nel primo, e poi nella ripresa Piola, Renica e proprio Pesaola che festeggiò mel migliore dei modi il suo ritorno al calcio giocato. Accorciò le distanze Frizzi.Fu una giornata trionfale per il “Petisso”, ammirato dalla tribuna dalla sua fidanzata Ornella.

Nelle due stagioni al Novara, Pesaola giocò 64 partite e mise a bersaglio 16 gol, ma soprattutto fornì a Piola “assist” perfetti che consentirono al “cannoniere” di segnare 19 gol nel primo campionato e 17 gol nel secondo. Piola concluderà la carriera nel Novara con un bottino personale di 86 gol, ritrovando a 40 anni la maglia della Nazionale.Pesaola si impose all’attenzione di tutti, e fu ceduto molto vantaggiosamente (33 milioni nel 1952) al Napoli.

Si sposò, passò la “luna di miele” all’hotel Britannique con vista sul golfo di Napoli , e poi diventò l’idolo dei partenopei. Anzi, diventò anche italiano a tutti gli effetti, vestendo un’altra maglia azzurra nelle sfortunate eliminatorie per I mondiali del 1958 (dove l’Italia fu eliminata dall’Irlanda del Nord dopo una burrascosa partita).

Lui giocò soltanto in Portogallo.Pesaola è morto a 90 anni dopo una straordinaria carriera al Napoli (240 partite, 27 gol).

Poi fu allenatore di molte squadre prestigiose come Napoli, Fiorentina (scudetto nel 1968), Bologna, Panathinaikos Atene.

E’ sepolto a Sanremo con la moglie Ornella.

Gianfranco Capra

Prossima puntata: ROMANO-RIZZOTTI; seguirà la coppia GONZALEZ-BERTANI .

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