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lunedė 17 febbraio 2020 - 10:01
di Massimo Barbero

Questa sconfitta è figlia anche di quello che (non) è successo il 31 gennaio. Se si voleva rinforzare e completare la squadra la priorità non era certo quella di andare a cercare un portiere o un altro esterno d’attacco.

A questo Novara sarebbe servito soprattutto un attaccante dalle caratteristiche di Felice Evacuo da buttare dentro in partite come quella di ieri. Quando l’atteggiamento ultradifensivo degli avversari e le misure del campo rendono gli spazi ridottissimi ed i rimpalli in mischia determinano il risultato finale.

94’ di spinta quasi costante da parte dei nostri sono sfociati così in pochissime situazioni pericolose, quasi tutte nate dagli inserimenti di Bianchi, l’azzurro che meglio ha saputo interpretare una partita difficile da sbloccare eppoi difficilissima da raddrizzare.

Chi segna nel calcio ha sempre ragione e dunque complimenti all’Albinoleffe che forse ha riavuto quello che non era riuscita a prendersi a settembre al “Piola” quando nel finale aveva sprecato due-tre occasioni per raggiungere un pareggio che sarebbe stato oggettivamente meritato.

Il primo tempo stavolta è onestamente ingiudicabile perché sin dal calcio d’inizio si è giocato con la spada di Damocle di uno stop inevitabile in quanto le luci del “Città di Gorgonzola” non volevano proprio sapere di riaccendersi.

La recente esperienza di Lecco (sigh) evidentemente è servita al Novara che ha gestito al meglio l’assurdo stop, inaccettabile per una gara di una categoria professionistica, presentandosi alla ripresa del gioco carico e pronto a comandare le operazioni.

La partita l’hanno sempre fatta gli azzurri. Specialmente nella ripresa quando, purtroppo, i padroni di casa (si fa per dire…) ci hanno punito al secondo affondo (il primo era stato il frutto di un’iniziativa personale di Sibilli) di un tempo condotto quasi esclusivamente badando a non prenderle.

Barbieri faceva l’ala e Petrungaro il terzino a conferma del diverso atteggiamento tattico delle due squadre.

Purtroppo alla lunga abbiamo pagato a caro prezzo proprio la generosità del nostro “under” (scarsamente protetto da chi gli stava davanti) la cui doppia incertezza è risultata fatale nell’azione del gol partitaIl pallone è crudele.

Siamo passati in un paio di minuti dal possibile 0-1 (doppio salvataggio nei pressi della linea di porta con in mezzo un probabile rigore su Schiavi) alla mazzata dell’1-0 segnato da un Cori in posizione sospetta. Nel finale però l’Albinoleffe ha legittimato la vittoria, sprecando altre due-tre opportunità molto ghiotte in contropiede.

Agli azzurri imputo soprattutto una scarsa lucidità nel capitalizzare le tantissime palle giocate nella trequarti campo avversaria. Inutile andare ad intasare ulteriormente un’area già affollatissima come ad esempio pretendeva di fare, con ostinazione, il subentrato Piscitella.

I pochi pericoli creati sono nati allorchè siamo riusciti a guadagnare il fondocampo, allargando un po’ il gioco. Proprio come era successo in occasione dell’episodio che aveva deciso l’andata quando l’intelligenza calcistica di Buzzegoli aveva smarcato Piscitella con inserimento decisivo di Barbieri sul secondo palo.

La sconfitta farà inevitabilmente riemergere i teorici ad oltranza del cambio modulo. Per carità, ogni opinione calcistica qualche fondamento di ragione ce l’ha, a maggior ragione dopo un risultato negativo.

Però, ad esempio, per poter giocare col trequartista avremmo dovuto comprarne uno a gennaio. La stessa cosa dicasi per un attacco a due punte. L’assenza di Nardi rendeva inattuabile anche l’alternativa più semplice di un 4-4-2, scolastico, ma equilibrato.

A Banchieri imputo solo di non aver cambiato i due esterni d’attacco contemporaneamente. Una scelta che ci avrebbe permesso di fruire poi di una finestra in più per altre sostituzioni (ad esempio per togliere Schiavi già ammonito o lo stesso Barbieri, poi effettivamente cambiato a partita compromessa).

A dispetto di un equilibrio nelle cifre (stessi punti e stesso risultato tra andata e ritorno) dal doppio confronto con Zaffaroni (cercato da Ludi per la panchina azzurra nell’estate 2018) il tecnico scovato nella nostra “cantera” ne esce però complessivamente vincitore.

Noi andiamo in campo sempre per fare gioco, per impostare partite d’attacco, in casa ed in trasferta, senza remore nel dare spazio ai giovani del vivaio nonappena se ne presenta l’occasione. L’Albinoleffe bada esclusivamente a non prenderle, nella speranza di capitalizzare qualche opportunità favorevole.

Onestamente con l’attuale posizione di classifica non sarebbe logico né appagante scendere in campo con l’obiettivo in testa dello 0-0. Di certo si può e deve dare di più per far girare gli episodi dalla nostra parte come accadeva nella primissima fase del campionato. Nel derby dobbiamo tirare fuori tutta quella fame di vittorie che col passare delle settimane sembra pericolosamente affievolita.

L’impegno non è mai mancato, per carità. Ma se i successi non arrivano (solo 6 punti nelle prime 7 gare del ritorno contro i 14 dell’andata) vuol dire che non siamo abbastanza scaltri, attenti e concreti per indirizzare nella maniera voluta i particolari che molto spesso fanno la differenza.

Se rimpiangere il passato serve a poco, è altrettanto vero che dagli errori commessi bisogna sempre imparare qualcosa. La fretta con cui è stato liquidato Zebi è già costata parecchio alla nostra squadra (non tanto in termini di calciomercato, quanto nell’ottica di una gestione quotidiana degli eventi).

Sono rimasto così un po’ perplesso quando ho letto la notizia (non confermata dalla società azzurra) dell’ingresso una nuova figura che rischia di sovrapporsi a Borghetti in un attività di scouting che in questi anni è stata condotta in maniera eccellente dal Responsabile del nostro settore giovanile e dai suoi collaboratori.

Da diversi anni il vivaio è il fiore all’occhiello del Novara Calcio e non proseguire il percorso intrapreso suonerebbe come un segnale di discontinuità, almeno all’apparenza, non incoraggiante.

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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