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lunedì 27 gennaio 2020 - 00:11
di Massimo Barbero

L’esultanza di un componente della panchina del Pontedera al triplice fischio finale, a dispetto della rimonta appena incassata, è il miglior complimento possibile per la partita giocata dal Novara.

La seconda della classe se l’è vista brutta. Nella prima mezzora quando è stata salvata dal bravo Sarri e dalle traverse. Ed ancora dopo l’1-1 di Schiavi quando Bianchi e Pablo hanno sprecato due occasioni colossali per un ribaltone clamoroso.

In mezzo, dallo 0-1 di Semprini al pari dal dischetto, il Novara ha messo in mostra tutta la propria fragilità del periodo. Fragilità difensiva innanzitutto perché nonappena gli avversari mettono il naso nella nostra area andiamo in cortocircuito, come prima non ci accadeva. Poi è diventata fragilità collettiva perché andare sotto in un momento del genere (e dopo un inizio partita dominato) sarebbe potuto diventare un problema ai confini dell’insormontabile per quasi tutte le squadre del mondo.Per fortuna, almeno stavolta, ne siamo usciti interi.

Per fortuna, quando ormai non ci speravamo è arrivata la prima rimonta del campionato. Se no adesso vedremmo tutto nero e ci accorgeremmo soltanto del bicchiere mezzo vuoto.Invece questo Novara è vivo. E’ una squadra in buone condizioni atletiche e non ha smarrito la propensione al gioco che aveva sfoggiato fino a prima di Natale.

Nel frattempo però è venuta meno qualche certezza. Colpa di queste 4 giornate senza vittorie innanzitutto. Eppoi colpa di questo “maledetto” mercato invernale che molto spesso può tramutarsi in una pericolosa “spada di Damocle” per le squadre che sono nella nostra posizione di classifica, ovvero tra color che sono sospesi tra un campionato tranquillo e delle concrete ambizioni.

Questo mese di gennaio mi ricorda un po’ quello dell’era Baroni che chiudemmo addirittura senza punti rovinando, almeno in parte, un dicembre entusiasmante. Tra voci di possibili rinforzi, offerte irrinunciabili ai nostri giocatori, arrivi in cerca di collocazione, perdemmo di colpo le nostre certezze. Nonostante la partenza di Poli (eppoi l’infortunio di Faraoni) fu sufficiente resettare tutto e ripiazzare Corazza sulla sinistra, là dove avevamo sperimentato Lanzafame e Nadarevic, per tornare a disputare un ritorno almeno dignitoso, con qualche soddisfazione e troppi rimpianti, fino all’esaltante notte di Bari.

Torniamo al presente per analizzare cose buone e meno buone della partita con il Pontedera. Nella mezzora iniziale abbiamo messo in grossa difficoltà una squadra che di solito riesce benissimo a bloccare gli avversari, a cullarsi in confronti con poche emozioni, per poi piazzare di colpo la zampata decisiva. Nardi ha creato spesso superiorità numerica, Collodel si è confermato puntualissimo negli inserimenti, lo svariare di Peralta e Gonzalez non ha dato punti di riferimento alla difesa di casa. Ci sono mancati sono un po’ di mira, un pizzico di fortuna (vedi le due traverse a portiere battuto) e in maniera particolare il Bortolussi di dicembre.Dopo lo 0-1 di Semprini è cominciata un’altra partita, estremamente complicata per noi, soprattutto dal punto di vista psicologico.

Abbiamo faticato a riprenderci nei dieci minuti finali del primo tempo e soprattutto nelle battute iniziali della ripresa quando sembravamo letteralmente bloccati.Il triplo cambio ci ha riportato in corsa, permettendoci almeno di riprendere subito il pallino del gioco, senza concedere altre opportunità alle velleità offensive ospiti. Là davanti però abbiamo creato poco. Risultavamo spesso prevedibili con gli esterni braccati dai laterali della difesa a cinque di Maraia e con Piana a svettare su ogni pallone aereo scodellato in area.

La situazione è nuovamente cambiata solo nell’ultimo quarto d’ora, dopo l’ingresso di Pinzauti che ha aperto nuovi spazi. Da quel momento il Pontedera è andato letteralmente nel pallone, gli ospiti hanno dato la sensazione di non riuscire a reggere il confronto nemmeno dal punto di vista fisico. Poco prima del rigore ricordo una sgroppata di Piscitella con annesso rimpallo ad un passo dalla linea di porta, un tiro di Pablo corretto in corner ed un’incornata a lato di Bianchi da posizione invitantissima.

Il pari è arrivato quando l’undici avversario, dunque, stava dando evidenti segni di cedimento dopo un lungo periodo in cui era risultato quasi perfetto in fase di contenimento.Lo so che non si può giocare in 12… Ma al posto di Banchieri alla fine avrei provato la carta di un Capanni libero di svariare alle spalle di Pablo. Forse e sottolineo forse, una sorta di trequartista avanzato avrebbe potuto mettere in difficoltà un avversario abilissimo a presidiare le corsie esterne.Dalla partita con il Pontedera attendevamo delle risposte.

La più chiara è questo Novara non è una squadra in crisi. Certo non siamo più brillanti ed implacabili come nelle migliori esibizioni di dicembre, ma nel complesso abbiamo davvero sbagliato una sola prestazione, quella di Lecco. Il secondo verdetto, qualora ci fossero dei dubbi, è che Banchieri ha ancora pienamente in mano la situazione. Le due sconfitte e qualche polemica non hanno intaccato la qualità della manovra della sua squadra e lo spirito che porta i suoi a cercare fino alla fine il massimo risultato in ogni occasione.

Certo la mancanza della vittoria si sente (quasi un mese e mezzo di digiuno, ma in fondo sole 4 gare) e comincia a pesare anche in campo quando le cose si mettono male.Come migliorare questo Novara? Sicuramente lo si può fare con un attaccante centrale dalle caratteristiche diverse da Pinzauti. Non serve un grosso nome, meglio un ragazzo motivato, pronto a partire nelle gerarchie alle spalle di Bortolussi per poi giocarsi il posto e ritagliarsi qualche chance in partite come questa, quando la palla non vuol saperne di entrare.

Nel frattempo Banchieri a Novarello dovrà lavorare soprattutto sulla difesa, per far ritrovare equilibri e tranquillità al reparto. I 9 gol incassati nel solo mese di gennaio, in prospettiva, preoccupano molto di più degli innumerevoli gol falliti negli ultimi tempi…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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