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martedì 03 dicembre 2019 - 10:40
19 ottobre 2008: Pro Patria-Novara 0-1

Chi avesse avuto la sventura di leggere il mio ultimo “editoriale” post Pianese ha già capito che dimenticare le luci accese in macchina è una mia poco lusinghiera specialità.

In questo senso un piccolo filo conduttore unisce l’amarissimo 1-1 dell’ultima gara casalinga e questa giornata che sto per raccontarvi, invece tra le più esaltanti al seguito del Novara.

Quella volta la luce (interna) della mia macchina l’avevo lasciata accesa nel garage di casa, al termine di una lunga conversazione telefonica con l’amico Lollo sulle radiocronache del campionato dell’Asystel che stava per cominciare.

Tanto era bastato per mettere in allarme il nonno paterno e conseguentemente il papà. Alla prima richiesta “ scendi a spegnere…” avevo risposto con “ un attimo”. Alla seconda richiesta, molto meno paziente da parte di mio padre (che aveva dovuto lasciare a metà una pizza ancora calda) avevo risposto in maniera molto meno paziente suscitando le ovvie ire genitoriali.

Mi stavo dedicando in maniera un po’ maniacale a mettere a posto l’attrezzatura, a riordinare i fili, a controllare che fosse tutto in ordine per la radiocronaca dell’indomani.

Un rito, di due-tre minuti circa, che compivo da solo in camera ogni sabato pomeriggio e che non avrei interrotto per nulla al mondo, per paura di lasciare qualcosa di fondamentale a metà, incompiuto.

Mi bastava quello per addormentarmi sereno, in attesa che la partita domenicale segnasse, nel bene o nel male, il mio umore.

Per la professione che faccio sono molto poco tollerante con mi chiede di fare qualcosa con urgenza. Perché per gli altri tutto è sempre urgente, qualsiasi cosa andrebbe fatta all’istante, senza esitare, abbandonando tutto il resto.

Quella volta però con una rispostaccia avevo rovinato in anticipo il giorno del mio compleanno numero 36. L’indomani ci sarebbe stata certamente ancora aria pesante in casa, almeno fino all’ora di Pro Patria-Novara. E così fu. Anche la cena della sera prima con le mie amiche (non ricordo se ci fosse o meno anche Luca, di sicuro c’era Elena che presto si sarebbe fidanzata con un bustocco…) risultò meno allegra del solito, sapevo di averla combinata grossa.

La solita sconfitta della Juve a Napoli, dopo l’illusorio vantaggio di Amauri, non aiutava a migliorare il mio umore, né, tantomeno, quello di mio padre.

Peraltro quel Pro Patria-Novara il giorno del mio compleanno rappresentava da tempo un piccolo incubo. Perché i tigrotti, con una rosa tutta rinnovata ed una dirigenza indecifrabile, erano partiti fortissimo in campionato.

Da ripescati, dopo la beffa della retrocessione all’ultimo minuto dei play out in casa con il Verona, avevano vinto le prime 6 partite nelle quali la nostra squadra aveva già lasciato 9 punti per strada. Il distacco si era un po’ ridotto solo la domenica prima: noi 2-1 alla Reggiana con un gran primo tempo, loro sconfitti a Cremona.

Sta di fatto che la mattina della sfida la tensione in casa è altissima. Mi sento talmente in colpa che ho quasi l’impressione che persino il boxer Kira, con il suo musone fintamente imbronciato, mi guardi storto, come a dirmi: “ Ma cos’hai combinato?”.

Finalmente arriva l’ora di partire. Con me ci sono Enea Marchesini che predisporrà i pezzi per Tribuna e mio padre, ancora un po’ seccato. Nei miei ricordi il campionato 2008-09, malgrado l’epilogo poco felice, rimane l’ultimo di divertimento puro.

Non avevo articoli da scrivere almeno in trasferta, potevo dedicarmi soltanto alla radio, la mia grande passione. Una vera e propria pacchia, quasi una vacanza durata all’incirca quattro stagioni.

Sapevo però che non sarebbe stata una vacanza nell’allora ristretta Tribuna Stampa dello “Speroni” (dal 2014 ho trovato spazi molto più ampi e confortevoli) dove di solito la mia voce si mischiava a quella di tanti altri colleghi che parteggiavano ovviamente per la squadra di casa.

Nel 2002, era Di Chiara, avevo vissuto una sorta di piccolo incubo, in mezzo a giornalisti battibeccanti, novaresi compresi. La mia radiocronaca era stata un disastro… perché parlare tra due persone che urlano è quanto di peggio ci si possa augurare durante una diretta. L’indomani sul “muro” me ne avevano scritte di tutti i colori e probabilmente non a torto nella prospettiva di chi ascoltava sul divano di casa.

Quando mi ero recato a Busto da solo invece avevo invece ricevuto un’accoglienza più simpatica, quasi gentile, specialmente in concomitanza con le numerose sconfitte azzurre patite nell’ultimo decennio.

La mia esperienza mi aveva suggerito di cercare subito una sorta di “captatio benevolentiae” rivolgendomi con un cortese “ Ciao… (nome di battesimo del collega che preferisco omettere) , come stai?” nei confronti del giornalista più acceso tifoso che conoscessi. Subito era partito lo sfottò: “ Come sto? E come vuoi che stia? Sono sei punti avanti a te e mi chiedi come sto…”.

Un piccolo tormentone che coinvolgeva chiunque gli capitasse a tiro: “Ne vuoi sapere una bella? Il novarese mi ha chiesto come sto… Sono sei punti avanti a lui, come posso stare…?”.

Se il buongiorno si vede dal mattino sarà un pomeriggio durissimo…Contro la capolista Notaristefano ripropone il coraggioso 4-3-3 delle ultime settimane con Brichetto tra i pali, Gheller, Centurioni, Ludi e Tombesi in difesa, Evola e Porcari a correre anche per Gallo in mezzo al campo, Rubino punta centrale con a fianco Bertani e Sinigaglia.La Pro Patria schiera giocatori che fino a due mesi prima per noi erano quasi degli sconosciuti, ma che oggi rappresentano autentici spauracchi. A parte Anania che già nel campionato precedente ci ha parato di tutto. Per fortuna non c’è Fofana, il più prolifico, rigori a parte, di quel memorabile campionato dei “tigrotti”. I pericoli maggiori dovrebbero arrivare dal duo sudamericano Correa-Toledo. C’è anche uno Zappacosta in formazione, ma non è quello che il Chelsea ha prestato alla Roma ad agosto.

L’allenatore è l’ex giocatore granata e futuro tecnico granata Lerda e ripetere per radio “ avanza la squadra di Lerda” fa sempre un certo effetto.

Non è solo la Tribuna Stampa ad essere rovente, tutto lo “Speroni” è caldo e vociante come non mai. Anche il settore ospiti però è bello gremito, con circa 500 novaresi al seguito.La Pro Patria comincia ad attaccare verso la porta che dà sugli spogliatoi.

E’ il quarto d’ora quando Music ci prova da fuori, Brichetto devia in corner. Sull’angolo successivo Toledo alza da buona posizione dando la sensazione che da questo momento sarà un assedio.

Invece il Novara in maglia rossa (da tener presente per la scaramanzia) si riporta in avanti e crea i maggiori pericoli della seconda parte di primo tempo. Evola con un rasoterra smarca Sinigaglia che si allunga la sfera e prova un tocco che non sorprende Anania. Più importante l’occasione che capita sui piedi di Porcari che prova ad aggirare il portiere di casa, ma finisce con l’impantanarsi a fronte dell’ovvio recupero dei difensori “tigrotti”. Nell’azione Pisani ha lisciato il pallone ed è letteralmente in bambola. Prima del finale di tempo abbatte Bertani che gli era scappato via e si becca il secondo giallo che ci vale un tempo da giocare in superiorità numerica. Il clima è incandescente, Mosciaro stramazza a terra senza apparente motivo e si prende i rimbrotti di Ludi. Tanto basta per scatenare una rissa in campo che prosegue fino all’imbocco degli spogliatoi.

Anche in Tribuna Stampa si inveisce a gran voce contro Charlie, ritenuto il responsabile di cotanto parapiglia. Si dà per scontata la sua espulsione.Francesca Giusti è estremamente preziosa perché è l’unico tramite per sapere quali provvedimenti abbia preso l’arbitro Paparazzo di Catanzaro che forse adesso pensa di essere stato catapultato in un derby del sud. La telefonata con Mattia Venturini chiarisce tutto: sono stati espulsi Gheller da una parte, Melara dall’altra ed ovviamente Sergio Borgo. Si riprenderà in 10 (noi) contro 9 (loro).Notaristefano è costretto a sostituire anche Bertani che pare abbia letteralmente perso la testa di fronte alle provocazioni avversarie e difficilmente riuscirebbe a finire la gara.

Entra Morganti per un più equilibrato 4-3-2, ma noi abbiamo lasciato negli spogliatoi il nostro attaccante più pericoloso. Lerda invece tiene prudentemente fuori Mosciaro che potrebbe non avere vita facile nella ripresa di fronte a Ludi e Centurioni.Il secondo tempo è decisamente meno bello. La Pro Patria si rannicchia all’indietro per non lasciare spazi al Novara che di suo non se la sente di rischiare il tutto per tutto contro un avversario comunque fortissimo in contropiede. E’ “Ciccio” Evola a creare i maggiori pericoli. Dapprima con un assist bucato da Sinigaglia, poi addirittura con una palombella “alla Del Piero” che sfiora l’incrocio. Notaristefano prova ad allargare il gioco per affondare sulla sinistra dove entrano Maggiolini e Chiappara. Toledo, già ammonito, abbatte proprio Tiziano, ma Paparazzo non se la sente di lasciare la squadra di casa in otto uomini.Lo 0-0 non è granchè, ma perdere contro un avversario così a lungo in inferiorità numerica suonerebbe come una beffa insopportabile.

Riaffiorano i fantasmi di un anno prima quando il campionato era cominciato con l’inatteso gol partita di Gasparello nei minuti conclusivi di una sfida nella quale persino il nulla di fatto ci sarebbe stato stretto. Ed in effetti anche stavolta la Pro Patria va vicina al colpaccio con Braccini che trova una deviazione che sta per propiziare la più amara delle autoreti.Il pericolo scuote il Novara che si riaffaccia in avanti con convinzione. Un anno prima Anania aveva levato dalla porta un colpo di testa di Rubino che sembrava già in fondo al sacco mentre Lorenzo De Mani che stava scattando in campo ad esultare.

La scena si ripete al 43’ e la porta della Pro Patria sembra davvero stregata.Ed invece, quasi allo scadere del tempo regolamentare, succede: “Chiappara la mette in mezzo… Rubinoooooo… Goool di Rubinoooo….”

Ripeto sei volte, sei “Rubinooooo” per poi passare ad un interminabile “Ha segnato Rubinooooo!!!” replicato all’infinito, fin quando è Enea a riportarmi alla ragione “ Adesso basta, smettila!”.

In effetti il ruolo del radiocronista che lavora in trasferta è molto delicato. Bisogna aver sempre il massimo rispetto per il pubblico di casa, specialmente quando la rete decisiva arriva così in extremis.

Ma il mio ruolo è anche quello di trasmettere emozioni. Ed adesso c’è una fetta di Novara sportiva che esulta attaccata alla radio, aggrappata alla mia voce. Nei giorni successivi mi capiterà di incontrare in giro persone che mi indicheranno come quello che urlava alla radio “ Gol di Rubino!!!”.

Una soddisfazione enorme, quasi ineguagliabile!Già, ma bisogna far passare questi 4’ di recupero. La Pro Patria però è scoraggiata e non corriamo veri rischi. Anzi ad un certo punto Evola s’invola verso la porta avversaria, ma poi saggiamente preferisce allargarsi verso la bandierina a proteggere uno 0-1 che vale tantissimo.

Incrocio mio padre finalmente sorridente in Tribuna in mezzo al pubblico di casa che mi rassicura “Tutto ok”. Un po’ di tensione nasce solo all’ingresso degli spogliatoi dove c’è una “maschera” che tratta Francesca Giusti con un po’ di gratuita supponenza maschile: “Ehi bellina, stai calmina” prendendosi una doverosa rispostaccia.

Notaristefano non esalta la vittoria. Anzi, condanna il comportamento dei suoi che sono caduti nella trappola delle provocazioni rischiando di rovinare la partita. “ Non abbiamo offerto un bello spettacolo – dice – ho persino dovuto sostituire un giocatore perché era troppo nervoso. Non deve succedere”.

Al rientro a casa però la festa per il mio compleanno può cominciare davvero, finalmente piena.Dopo cena mi metto a scrivere l’Opinione da mandare a Carlo Magretti che comincia così:

Il primo, personalissimo, grazie è per i giocatori azzurri. Non mi era mai capitato di vedere una vittoria del Novara nel giorno del mio compleanno… L’ultimo successo nella (per me) fatidica data del 19 ottobre… risaliva al 1975… 2-1 a Ferrara…ero troppo piccolo per capire e gioire. Oggi quando ho visto la palla in rete al novantesimo… di colpo sono tornato bambino e sono letteralmente impazzito di gioia… Istanti che mi hanno ricordato un altro gol incassato da Anania contro il Novara proprio allo scadere… quello di Palombo contro la Pro Vercelli nel marzo 2002….Il secondo grazie è per l’amico Paolo Molina… che in settimana mi ha tempestato di sms con statistiche… non vinciamo a Busto da dieci anni… in C1 non abbiamo raccolto quasi nulla allo “Speroni”… Rubino non ha mai segnato contro la Pro Patria… negli ultimi campionati ci ha sempre detto male… il tutto per dire… molto sottovoce… le serie negative non possono durare in eterno… che sia davvero la volta buona….?

Quando finisco di scrivere l’Inter è già in vantaggio per 4-0 a Roma contro i giallorossi ed il posticipo non ha più grandi motivi di interesse. Nella mia testa di tifoso sognatore.. il Novara di Notaristefano potrà riproporre la cavalcata della squadra di Mourinho, ma ovviamente è solo un’illusione.

La realtà è rappresentata dalla “Prealpina” che acquisto l’indomani prima di andare in studio, per rivivere anche in chiave bustocca un match memorabile. L’edicolante però sbaglia completamente l’approccio: “Oh, anche lei è lombardo? Io sono di Pavia…”.

Massimo Barbero

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