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martedė 03 settembre 2019 - 14:10
42° e ultima puntata : 13 maggio 2012 Milan-Novara 2-1

La settimana che precede l’ultima giornata del campionato di serie A 2011-12 è rovinata dalla notizia dei deferimenti per la vicenda “calcioscommesse” che purtroppo segnerà l’estate di noi cuori azzurri.

E’ un momento “così così” per lo sport novarese. Mentre il calcio si appresta a chiudere la propria avventura in serie A, l’Asystel annuncia una fusione con Villa Cortese che getta nello sconforto gli appassionati.

Neanche l’hockey può gustarsi l’impresa della promozione in A1. Le prime nubi si addensano sul futuro mentre si fatica a trovare posto al “Dal Lago” per giocare la platonica finale con il Thiene. Dopo un lungo tira e molla… si trova il compromesso di scendere in pista alle 16 del sabato. Uno spettacolo per pochi intimi reso più amaro dalla vittoria vicentina dopo il “golden gol” nei supplementari.

San Siro sembra rappresentare la degna conclusione di un ciclo cominciato con l’esodo del 13 gennaio 2010 e che va ora a spegnersi in questo 13 maggio 2012. Malgrado la partita non conti nulla… ci affidiamo comunque alla scaramanzia. Si parte in tre, io Paolo e Danny sulla stessa “Panda” che ci ha portato all’impresa nella tana dell’Inter a febbraio.

Arriviamo con un buon anticipo, convinti di poter azzannare il buffet che a gennaio ha reso un po’ meno sofferta la gelida serata di Coppa trascinatasi fino ai supplementari. Qualcosa da mangiare c’è, ma senza l’abbondanza delle notturne.

Si spalancano le porte di un ascensore ed appare Carlo Pellegatti, ossequiato da tutti i filomilanisti accanto a noi. La voce dei trionfi rossoneri invece si rivolge subito a me (“ Ho appena parlato benissimo del Novara nel corso di un collegamento per Mediaset”) rendendomi orgoglioso di un contatto nato quattro anni prima al “Breda” di Sesto San Giovanni per il tramite del comune amico “Ciccio” Evola.

E’ un pomeriggio malinconico anche per tutti i milanisti. Perché lo scudetto è già passato sulle maglie della Juve. E soprattutto perché sarà l’ultima volta per tanti campionissimi rossoneri.

La nostra tribuna stampa, quella al secondo anello, è piena di simpatici infiltrati, giunti solo per immortalare l’evento.Mi rendo conto che sarà una domenica infernale quando mi accorgo che il segnale “Vodafone” è debolissimo. E’ un problema diffuso, è incredibile non trovare a San Siro una connessione internet adeguata, ma questo accade nello stadio che ospiterà la Finale di Champions 2016.

A Tesser è rimasto un solo portiere a disposizione: Jimmy Fontana, appena colpito dal più assurdo dei deferimenti. In panchina va il giovanissimo Logofatu con due “Primavera” al suo fianco: Branca e Maggio.

Si parte alle 15 in punto mentre le partite che assegnano salvezza e zona Champions andranno in scena in prima serata. Il Novara sembra avere più stimoli e voglia di giocare. Nel Milan si fa subito male Boateng e così entra Flamini, quasi un segno del destino. Jeda segna, ma l’assistente ha la bandiera alzata. Il gol “buono” arriva comunque al 20’ quando Garcia raccoglie una conclusione “sporca” di Gemiti, controlla e fa secco Amelia. Caracciolo in un paio di occasioni va vicinissimo ad un altro gol nella porta dove ha seccato l’Inter.

Poi serve Rigoni che manda fuori di un soffio con una conclusione a girare. Il tempo però si chiude con un’occasionissima per Aquilani che spedisce a lato ad un passo dalla porta di Fontana che si mette a litigare con Ibra.Si arriva all’intervallo in vantaggio con la classifica che vede il Novara risalito a soli 4 punti dal Genoa (che però deve ancora giocare) e dunque a soli 4 punti dalla zona salvezza. Mannaggia, se il campionato durasse ancora un paio di mesi… Se finisse così il Novara sarebbe l’unica squadra in tutta la stagione capace di battere a San Siro sia Inter che Milan. Finora non c’è riuscito nessuno.Ma sin dall’uscita degli spogliatoi la truppa di Allegri pare trasformata, determinata a chiudere con una vittoria un campionato comunque carico di rimpianti e recriminazioni. Lo capiamo da una punizione di Seedorf di poco a lato e soprattutto da una staffilata di Ibra che Fontana riesce a deviare in corner. Jimmy esulta come per un gol segnato, scaricando tutta l’adrenalina di giornate non semplici.

Ma il pari rossonero è nell’aria ed arriva per merito di Flamini che segna su assist di Cassano. Mannaggia, ma solo contro di noi fa gol questo??? Guardo il cronometro che segna appena il 10’ e capisco che resistere fino alla fine non sarà semplice perché adesso si vede in campo qualcosa di simile al vero Milan.Ci infiammiamo per una discesa di Rigoni con rasoterra a lato mentre Tesser corre ai ripari con l’ingresso di Radovanovic per Caracciolo.

Le restanti sostituzioni di Allegri sono praticamente obbligate. Non può non concedere un’ultima passerella ad Inzaghi e Nesta che siedono in panchina. Pippo entra a metà tempo con l’entusiasmo di sempre. Il solito Aquilani non sfrutta un suo assist al volo. Il turno di Nesta invece arriva soltanto a 8’ dalla fine sul punteggio ancora di 1-1. Non faccio tempo a dire al microfono di Paolo che il centrale esploso nella Lazio andrà a fare il regista arretrato in mezzo al campo che Seedorf lancia in porta Inzaghi. Fontana gli va in contro, ma Pippo lo aggira e con una lucidità che non sempre ha avuto in carriera insacca comodamente sotto la Sud in delirio.I milanisti hanno visto quello che desideravano vedere.

Tesser inserisce Ludi per premiarlo degli sforzi fatti nei lunghi mesi lontano dal campo eppoi fa debuttare il giovane Maggio. E’ proprio l’attaccante scovato nello Stoccarda (che sparirà presto dalle scene) a sfiorare il clamoroso 2-2.

E’ la fine. E’ finita, è proprio finita.

Mentre mi siedo da solo in sala stampa in attesa degli allenatori vengo travolto da una grande malinconia per un Capodanno ormai agli sgoccioli. Tra pochi mesi compirò 40 anni. Si chiude per me un decennio pieno solo di cose belle e di tante emozioni e promozioni azzurre. Avevo festeggiato i trenta sognando i gol di Egbedi. Dopo i quaranta non sarà più la stessa cosa. Ci sarà ancora il Novara, ma non ci potranno essere solo giorni spensierati. Tutt’altro.Mentre sono preso dai miei pensieri sento gente gridare “Gooooooollllll!!!” “ Che succede? Che avete? Ha pareggiato il Cesena?” chiedo riferendomi alla clamorosa bufala in diretta di Suma durante il testa a testa Milan-Juve.

In realtà i colleghi esultano per lo scudetto del City di Mancini e Balotelli con due gol nei minuti di recupero.

Arriva l’sms dell’amico rossonero Nico Pulizzi che ha preferito una passeggiata in campagna con l’affezionatissima Thelma ad una partita ormai inutile. Ora, appreso il risultato, mi ricorda che è finita 2-1 con gol di Flamini ed Inzaghi proprio come in quel mercoledì di Coppa. Uno spunto con cui apro il pezzo per il “Corriere di Novara”.

Allegri diserta la conferenza stampa (con scarso rispetto per i presenti e per l’avversario) ed allora le attenzioni sono tutte per Tesser che in tv dichiara: “con questa proprietà il Novara tornerà presto in serie A e ci resterà per diverso tempo…”.

In sala stampa il tecnico di Montebelluna ribadisce le proprie intenzioni: “per me ci sono tutte le condizioni per rimanere e mi piacerebbe farlo. In questi giorni non c’è stato ancora tempo di incontrare la società, ma lo farò a breve”.

Gli chiedo se oltre che per Inzaghi, Gattuso e Nesta, sia stata l’ultima gara anche per Centurioni ed il Komandante, prima di rispondere, rotea un po’ il capo come fa sempre quando la domanda non gli piace particolarmente.

Poi interviene una giornalista giapponese che gli domanda perché non abbia portato nemmeno in panchina Morimoto ed allora, dopo un anno a pazientare, anche il buon Attilio risponde secco: “in panchina al suo posto c’era Rubino. Non so se lei ha presente cosa rappresenti Rubino per la storia del Novara…”.

Il presidente Accornero rivela una battuta in tribuna del saggio Ariedo Braida: “mi ha detto che per noi il difficile comincia adesso. Perché assestarsi su certi livelli è sempre più complicato che risalire…”.

Vero, verissimo, purtroppo.

Matteo Centurioni non ha ancora preso la grande decisione, ma si capisce che il vento tira da una certa parte: “giocare è bello e mi verrebbe voglia di continuare ancora a lungo. Ma devo pensare anche al mio futuro e valutare ogni opportunità che mi dovesse capitare. C’è già un discorso aperto con la società per allenare una delle formazioni giovanili…”.

Garcia spiega un’esultanza tutta particolare per il suo primo gol in serie A: “era dedicata ad un mio caro amico in Argentina che in questo momento non sta troppo bene. Il mio primo pensiero è stato per lui…”.

Finisco di scrivere in sala lavoro. Davanti a me ci sono Daniele Faranna e… Franco Ordine! Capite cos’è la serie A… ti fa sembrare una cosa normale anche vedere Daniele Faranna e Franco Ordine che lavorano gomito a gomito.

Fuori dallo stadio scattiamo l’ultima foto con San Siro alle spalle, oggi diremmo l’ultimo selfie, chiedendoci se e quando ci torneremo (ovviamente a vedere il Novara).

Ceno a casa, con un piccolo magone nel cuore ancora da smaltire. Eppoi mi metto a scrivere l’Editoriale nel quale rivendico il mio ennesimo “en plein” personale:

Dopo 30 anni esatti di militanza quasi ininterrotta da tifoso azzurro… sono riuscito a vedermi per intero un campionato di serie A del mio Novara. Tutto dal vivo, dal primo minuto all’ultimo. Alla faccia dei posticipi e degli spostamenti dei vari Beretta (il presidente), Lotito, Cellino e… chi più ne ha più ne metta… Alla faccia dei sarcasmi altrui, dei veleni, delle accuse di Palazzi e della scelleratezza degli scommettitori… Un grazie alle testate che mi hanno dato fiducia… ed agli amici di spesso interminabili, ma sempre piacevoli viaggi… E’ appena finito tutto, ma già si pregusta il momento di ricominciare…”Io un’idea precisa per ripartire ce l’avrei, ma presto si capirà che, al di là di un rinnovo contrattuale di facciata, a Novarello hanno intenzioni ben diverse:“ Credo che in questa primavera fatta di ansie, incertezze, delusioni, inquietudini e speranze il Novara abbia tremendamente bisogno della conferma immediata di Attilio Tesser. La sua presenza renderà più facile il lavoro del giovane ed emergente Giaretta. E noi abbiamo assoluta necessità del volto del condottiero di Montebelluna per continuare a credere in un calcio fatto di valori umani, ancor prima di uomini e di schemi. Non è stata una stagione facile per Tesser, chiamato a confrontarsi con l’esame serie A, ancora una volta, con una rosa forse non del tutto adeguata alla missione salvezza. Ha avuto momenti obiettivamente difficili, ma è riemerso dai problemi a testa alta, con un finale di campionato (20 punti nel ritorno) all’altezza della missione che gli era stata affidata a marzo, dopo la resa di Bologna. Nella buona e nella cattiva sorte non ha mai tradito nemmeno per un istante sé stesso, fedele ai suoi principi che ci avevano portato a due promozioni consecutive. Questa esperienza l’ha certamente rafforzato (idem dicasi per diversi giocatori) ed è pronto per nuove avventure. Il ciclo del primo grande Novara di Tesser è finito probabilmente oggi nella Scala del calcio. Ma ci sono tutti i presupposti per costruirne un altro, magari su basi ancor più solide… Noi non smetteremo di urlare Forza Novara sempre!”.Non sarà così e da quella maledetta notte di Ascoli a fine ottobre 2012 la panchina azzurra ha avuto solo occupanti di passaggio, più o meno amati e più o meno vincenti, ma comunque sempre solo di passaggio.“

La nostra serie A” finisce qui.

Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggermi almeno qualche volta.

Alla prossima!!!

Massimo Barbero

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