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martedė 11 giugno 2019 - 10:50
30° puntata: 4 marzo 2012 Bologna-Novara 1-0

Il mio Bologna-Novara comincia idealmente verso l’ora di pranzo di giovedì 1 marzo quando su Sky vedo scorrere la notizia dell’ultima ora “Morto Lucio Dalla”.

Ci vuol poco per capire che Bologna-Novara non sarà una gara come tutte le altre visto il profondo legame tra la città emiliana, la squadra rossoblù ed il popolarissimo cantautore. Domenica 4 marzo oltretutto è la data prescelta (ovviamente non a caso) per i funerali che richiameranno, è scontato, tantissima gente. La partita viene così posticipata: dalle previste 15 alle 18.30, l’ora dell’aperitivo.

E il Novara? La sconfitta di Catania ha lasciato il segno cancellando (forse) le ultime speranze di salvezza e spazzando via quel granello di fiducia costruito con 3 risultati positivi di fila, 3 partite senza gol al passivo. Massimo De Salvo prova a scuotere i suoi con una visita a sorpresa all’allenamento del venerdì mattina, ma l’ottimismo delle settimane precedenti sembra già un lontano ricordo.

Il Bologna è reduce da una battuta d’arresto interna con l’Udinese che lo fa credere formazione “abbordabile”. Ma al “Dall’Ara” stavolta i padroni di casa giocheranno in 12, c’è qualcuno dal Cielo che li spinge e li porterà a moltiplicare le energie.

Il sabato sera mi gusto un’ottima “paniscia” alla “Soms” di Via Perazzi con gli amici di sempre che esultano per l’inattesa rimonta subita dalla Juve contro il Chievo firmata da un certo Dramè. Lo scudetto sembra nuovamente nelle mani del Milan.

Respingiamo fermamente la richiesta di Danny Faranna di fare un salto ai funerali di Lucio Dalla e partiamo verso Bologna subito dopo l’ora di pranzo della domenica. Arriveremo in città quando tutti saranno in Chiesa o comunque assorti in un momento di lutto collettivo.

Raggiungiamo la zona stadio con largo anticipo e ci piazziamo in una specie di circolo molto grande a bere una coca mentre si stanno giocando le partite del pomeriggio. Il Siena vince ancora e vola ad un ideale +12 da noi. Il Lecce si fa raggiungere nel finale dal Genoa, ma poco cambia per la nostra classifica. Incrociamo Faccioli che è un po’ il dg “ombra” di questo Novara: capita spesso di incontrarlo in queste trasferte in luoghi impensabili: su un volo low cost o in un circolo appunto…

Entriamo al “Dall’Ara” con un anticipo mostruoso mentre i giocatori del Bologna, ancora in tuta, stanno svolgendo il primo sopralluogo sul campo. “Marchino” richiama l’attenzione di Di Vaio e Diamanti che, come se nulla fosse, gli donano ricche banconote che avevano arrotolato in tasca.

La tribuna sotto di noi si riempie col passare dei minuti. Al presidente Accornero dico con una punta di amarezza “Se vinciamo ritorniamo a meno 9 dalla zona salvezza…”. C’è una bella signora che mi sembra proprio l’avvocatessa che ha lo studio davanti al mio… Ma no, non può essere lei… perché mai dovrebbe seguire il Novara a Bologna? Invece è proprio lei, potenza della serie A che richiama allo stadio anche persone insospettabili.

Con noi invece c’è un “vecchio cuore azzurro” come Fabrizio Gigo che non ha voluto perdersi una trasferta dai mille significati. Paolo tenta la solita “captatio benevolentiae” rivolgendosi ad un signore di mezz’età seduto accanto alla consorte. Lui sorride e canticchiando accompagna le canzoni di Lucio Dalla diffuse dall’altoparlante. Mammano che ci si avvicina alle 18.30 calano le tenebre e l’atmosfera si fa sempre più solenne e suggestiva aspettando il toccante momento dell’ingresso delle squadre in campo. “Piazza Grande” e “Le tue ali Bologna” rendono l’atmosfera struggente, indimenticabile.

Di Vaio sale a deporre un mazzo di fiori in tribuna d’onore nella poltroncina lasciata vuota da Lucio Dalla, accanto all’amico Gianni Morandi, ovviamente in lacrime. Danny vorrebbe andare ad abbracciare Morandi per portargli il conforto della tifoseria novarese, ma i suoi buoni propositi vengono vanificati dall’inflessibilità dello steward che non lo fa nemmeno avvicinare.

Si gioca! Il Bologna non è più la squadra smarrita che ai primi di ottobre Pioli aveva ereditato dall’acerbo Bisoli. Ora è una formazione solida, con tanta qualità davanti, che parte subito all’attacco per cogliere tre punti di vitale importanza per avvicinarsi alla quota salvezza. Mondonico ripropone il 5-3-2 inspiegabilmente abbandonato a Catania, scegliendo una formazione abbastanza logica. Sorprende solo la rinuncia a Mascara che parte dalla panchina per fare posto a Jeda che gioca in coppia con Caracciolo. Il Novara si schiera con una maglia bianca accompagnata da insoliti pantaloncini neri che ricordano… un’altra squadra piemontese, tradizionalmente nostra rivale.Si gioca ad una porta sola, quella di Ujkani ovviamente, quella lontana dal nostro punto di osservazione visto che siamo vicinissimi alla Curva “Andrea Costa” intitolata ora a Giacomo Bulgarelli.

Samir gioca una delle sue migliori partite in azzurro e già al 13’ deve superarsi per deviare una gran botta di Rubin. Cinque minuti dopo il Bologna ha l’occasione più grossa per passare: Diamanti ruba il tempo a Garcia che lo tocca quel tanto che basta per far cadere a terra il fantasista della Nazionale di Prandelli. E’ rigore, ma Ujkani che il mercoledì precedente ha sventato due penalties in Albania-Georgia respinge anche la conclusione di Di Vaio, con la mano di richiamo, dopo essere rimasto in piedi fino all’ultimo. Le sofferenze per noi non sono certo finite. La formazione di casa continua a premere e Diamanti sfiora il palo dalla distanza.

Soltanto nel finale di tempo gli azzurri (i bianchi) si riaffacciano in avanti con una conclusione velleitaria di Radovanovic ed una sortita di Jeda che però non riesce a raggiungere Caracciolo.

Al rientro degli spogliatoi ecco in campo Paci al posto di Lisuzzo, già ammonito. Per metà seconda frazione il Novara soffre decisamente meno e comincia anche a mettere il naso fuori con una certa pericolosità. Rigoni soffia palla a Raggi in piena area rossoblù, ma non è lesto nel servire Caracciolo e così Gillet intercetta la sfera.

I cambi del “Mondo” cambiano la partita. In peggio però. Entra Rubino a formare con Caracciolo un improbabile coppia di contropiedisti. Il “baffo” capisce l’errore e sostituisce subito l’Airone con Porcari rinunciando così di fatto a qualsiasi velleità offensiva. Un atteggiamento poco comprensibile per una squadra “obbligata” a giocare sempre per vincere per tenere accesa la fiammella della speranza.

Il Novara finisce con lo schiacciarsi all’indietro consegnandosi, quasi inerme, all’assalto rabbioso del Bologna che ad inizio ripresa un pizzico di paura l’aveva avuta. All’Airone saltano i nervi e l’attaccante di proprietà del Genoa si fa espellere dalla panchina nel parapiglia conseguenza di un fallo di Paci.

L’offensiva emiliana adesso è senza sosta. Garcia nega a Di Vaio l’1-0 che sembrava ormai inevitabile, poi Diamanti spedisce sull’esterno la rete dando l’illusione del gol.

Il cortese signore sotto la nostra postazione diventa un rabbioso ultrà che inveisce contro di noi ad ogni azione sfumata, ad ogni perdita di tempo. E che ci esulta puntualmente in faccia a 8’ dal termine quando il neoentrato Acquafresca (ancora lui, quello che al Fantacalcio non mi segnava mai…) spedisce in porta in pallone dopo un doppio palo di Di Vaio e Ramirez che faceva pensare che la nostra porta fosse ormai stregata per i felsinei.

Forse Acquafresca segna in fuorigioco, ma che importa! Tutto lo stadio brinda ad un 1-0 da dedicare a Lucio Dalla tra la commozione dell’Italia intera in un momento che buca lo schermo proprio all’ora di cena. Eppure il Novara potrebbe rovinare la “festa” allo scadere quando gli azzurri si ributtano in avanti, finalmente liberati dalle proprie inutili paure: sulla torre di Rubino Rigoni non inquadra di un soffio lo specchio della porta.

Il signore bolognese di mezz’età intanto è già tornato sorridente e cordiale e ci tende la mano salutandoci: “alla prossima”. Al che Danny gli risponde con una sana dose di autoironia: “Ci vediamo tra 55 anni…” E lui: “Perché dovrebbe passare tutto questo tempo prima di rivedervi ancora qui?”

E’ tardi, sono ormai le 20.30 e ci sono i pezzi da scrivere. Io mi fermo in sala stampa mentre Danny e Paolo vanno in “zona mista” per le interviste in diretta radio. In sala stampa il Novara proprio non esiste, non viene considerato. Me ne accorgo quando vedo l’affascinante Sabrina Orlandi intervistare il leggendario Civolani. Non si parla della partita appena conclusa, ma solo della prossima sfida con la Juve di Antonio Conte, da fermare a tutti i costi. Me ne accorgo quando l’unica domanda che un collega bolognese rivolge a Mondonico è la seguente: “Mister, quale canzone di Lucio Dalla stava canticchiando quando siete entrati in campo?”.

Spiace dirlo oggi, ma è stato anche il “Mondo” a ridurre il Novara ad una mera comparsa. Con quella scelta del pregara di mandare i suoi a far visita alla camera ardente che, nella nobiltà del gesto, fa un po’ il paio con la mancata rifinitura della settimana prima a Catania. Con quelle dichiarazioni del pregara un po’ forzate “Dalla farebbe il tifo per noi perché siamo i più deboli…”.

In zona mista invece va in scena una grande pagina di giornalismo. Danny si rivolge a Mondonico senza mezze misure: “Mister oggi non ho proprio capito le sue mosse, le sue scelte, i suoi cambi…”. Il tecnico di Rivolta d’Adda stavolta dà una memorabile lezione di serietà e semplicità e si mette a spiegare tutto, virgola per virgola, senza alterarsi nemmeno per un’istante. Non è da tutti.

Garcia riceve i complimenti dei colleghi bolognesi che ricordavano l’espulsione con la maglia del Palermo dell’anno prima “sei migliorato molto”. Lui ringrazia, ma ribatte: “oggi però il rigore non c’era”. Anche il “Mondo” non le manda a dire: “Rigoni ha subito un fallo simile a quello fischiato a Diamanti. Solo che Marco è rimasto in piedi per cercare di fare gol…”. Pioli non usa giri di parole: “il Novara non ha mai tirato in porta…”.

Difficile dargli torto.Lo pensa anche Centurioni che non sembra molto convinto dell’atteggiamento tattico utilizzato: “Obiettivamente abbiamo fatto poco per vincere… Con 17 punti all’attivo anche i pareggi servirebbero a poco”. Poi ritorna il Matteo di sempre: “Non entro nel merito delle scelte dell’allenatore. Le accetto e basta”.

Qualcosa non funziona più. Si vede Mascara allontanarsi da solo dagli spogliatoi e qualcuno pensa ad un “caso”. Invece l’attaccante aveva chiesto da giorni un permesso per poterlo fare.

Ad articoli spediti anche noi tre in macchina discutiamo animatamente su quello che è appena successo. Le posizioni sono distinte. Io, tesseriano convinto, sono fortemente critico nei confronti di Mondonico. Danny sfoga tutta l’adrenalina accumulata. Paolo invece è di tutt’altra idea… Quando la esprime a “Secchia Ovest” salutando i numerosi tifosi azzurri parecchio delusi con un “Beh, stavolta ce la siamo giocata. All’andata invece…” l’espressione di Guido 63 & C si fa tesa e particolarmente contrariata.

Io li tranquillizzo dicendo: “Stiamo discutendo anche noi in macchina di questo…”.

Torniamo tardi, piuttosto tardi.

E l’indomani sfogo la mia delusione nell’ Editoriale:
Quattro mesi e mezzo dopo Novara e Bologna non sono più le squadre che si affrontarono lo scorso 16 ottobre in Viale Kennedy. Allora i rossoblu erano una formazione piena di complessi che affidava tutte le proprie fortune ad una tattica ostruzionistica al limite del lecito ed alle invenzioni dei propri talentuosi giocatori d’attacco. Gli azzurri, per contro, cercavano il risultato attraverso il gioco, convinti di poter imporre, almeno in casa, anche in A la sinfonia calcistica che aveva incantato tutti nella serie cadetta. Il loro limite maggiore era quello di non aver adottato adeguate contromisure per contenere la forza di avversari decisamente di altro livello rispetto a quelli affrontati nelle stagioni precedenti. Quel giorno, per un tempo, il Novara triturò il Bologna sul piano del gioco…”Stavolta ovviamente è avvenuto l’esatto contrario e non mancano le critiche nei confronti dell’allenatore:“Catenaccio e contropiede, come ripetevamo festanti dopo l’impresa di San Siro. Sono nato calcisticamente parlando (come spettatore, s’intende…) nell’era in cui imperava il credo trapattoniano e queste parole non mi spaventano di certo. Anzi, il contrario. Però per fare il contropiede bisogna avere anche gli uomini giusti. Ecco, questo è il maggior rimprovero che muovo a Mondonico dopo la partita ieri. Dopo l’uscita di Caracciolo e Jeda (e la rinuncia a Mascara) non avevamo più elementi per impostare delle vere e proprie ripartenze”.Meglio il “Mondo” o Tesser? Il quesito, di lì a poco, si rivelerà tutt’altro che platonico.“A fine gara si è accesa (anche nella nostra auto di inviati-tifosi) una disputa tanto sentita quanto amara… Meglio (o meno peggio) le sconfitte dell’era Tesser o quelle dell’era Mondonico? Al di là dello stucchevole quesito… l’unica certezza è che da qualsiasi parte la si voglia tirare… la coperta si rivela sempre troppo corta… Personalmente, nell’attuale posizione di classifica, preferisco sconfitte come quella di Palermo (dopo aver creato tre occasioni nitide nella prima mezzora) a rinunce totali al gioco come quella vista ieri, ma è solo un opinione personale e prendetela come tale…”.

Dopo questa trasferta di Bologna mi rimane addosso soprattutto una grande stanchezza. Fisica e mentale. Fatico a stare sveglio durante il corso di Procedura Penale del pomeriggio. Fatico a reggere il monologo di Lisuzzo nell’intervista serale per “Novara Calcio Magazine”. Se ne accorge anche il “Sindaco.

Di questo passo sarà dura, molto dura, arrivare a metà maggio…

Ps: Tanti Auguri a Jean Paul Bonomi, compagno di tante trasferte in quella memorabile stagione di serie A, che oggi, 11 giugno 2019 avrebbe compiuto 46 anni. Ci manchi Jpb!!!

Massimo Barbero

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