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martedė 04 giugno 2019 - 23:25
29° puntata: 26 febbraio 2012 Catania-Novara 3-1

Il campionato del Novara sembra riaprirsi di colpo mercoledì 22 febbraio quando, nel recupero infrasettimanale, il Siena viene sconfitto in casa dal Catania. I bianconeri, prima squadra virtualmente salva, ci precedono di appena 6 punti in classifica con uno scontro diretto ancora da giocare (in Toscana).

Per alimentare delle reali speranze però dovremmo uscire con qualcosa dalle due trasferte consecutive di Catania e Bologna, sperando nel frattempo di non perdere troppo terreno dalla truppa di Sannino, attesa da due impegni interni “abbordabili”.

Parto alla volta di Catania da solo, per la prima volta da solo. Non mi capitava in pratica dai tempi di Notaristefano di non avere compagni di radio con me (ma allora quasi sempre viaggiavo con Enea Marchesini di Tribuna). Gli altri 3 della combriccola sono stati scoraggiati dai risultati azzurri e/o dalle lamentele della moglie e/o da entrambe le cose.

Passo il sabato cercando invano Ugo per la consegna dell’attrezzatura che mi arriva solo verso le 7 quando mi sto recando dall’amico Bicio per una cena veloce prima della sfida scudetto Milan-Juve. E’ il famigerato Milan-Juve del clamoroso gol non visto di Muntari e l’indomani mattina l’aeroporto di Malpensa è pieno di catanesi che rientrano a casa con sciarpe bianco/rossonere dopo essersi recati a San Siro.

Anche se sono passati sono 7 anni certi discorsi sembrano appartenere ad un’era ormai preistorica (“Mi han detto che era gol…”). Oggi con smartphone, tablet e gol line technology si sa tutto e si vede tutto in tempo reale… e tanta prudenza non avrebbe più ragione di esistere.

Per paura di non trovare il parcheggio… io invece sono arrivato a Malpensa con anticipo esagerato… Il “Gruppo Favergiotti” si presenta ad imbarco ormai aperto quando ormai avevo perso le speranze di imbattermi in qualche volto amico. Con loro c’è l’oggi compianto dottor Claudio Sguazzini, sempre presente ad ogni trasferta, fino alla sua improvvisa scomparsa nel giugno 2013.

All’arrivo a Catania mi faccio prendere dalla fretta… e mi infilo su di un taxi evitando di cercare un pullman. Jean Paul mi ha prenotato un “Best Western” vicino allo stadio “Massimino” dove non accolgono troppo bene il mio anticipo. Devo attendere nella hall che mi preparino la stanza. Poi posso gustarmi la prima manche, davvero sontuosa, di Max Blardone nel gigante di Crans Montana.All’uscita faccio un sopralluogo per cercare lo stadio.

E’ vicinissimo. Ed allora posso godermi una passeggiata in direzione mare. Fa caldo, molto caldo, l’inverno di soli 7 giorni prima è ormai definitivamente alle spalle. Monitoro un bar davanti all’Hotel dove mangiare. Mi rassicura la scritta: “primi e secondi anche a mezzogiorno”. Lo so, è domenica, non mi devo aspettare più di tanto… ma almeno un panino sì… Invece alla mia domanda “posso mangiare qualcosa…?” vedo solo dello sgomento negli occhi di chi mi sta di fronte, come se nessuno avesse mai fatto una richiesta del genere.

Me la cavo con una crepe alla nutella, ma il peggio arriva quand’è il momento di pagare… Nessuno sa quanto debba pagare, bisognerebbe aspettare il titolare che è andato a messa. Dopo 4-5 minuti di imbarazzo “patteggio” una cifra e posso finalmente andarmene. Non oso chiedere un caffè che prendo invece in un bar qualche metro più avanti. Quando mi dicono “60 centesimi” da buon nordico penso “figuriamoci lo scontrino…”.

Invece lo scontrino arriva puntuale, sbattendomi in faccia i soliti luoghi comuni.Allo stadio l’accoglienza dei colleghi è molto benevola: “Benvenuto a Catania Massimo!”. Rimangono perplessi solo quando vedono arrivare Marchino (l’allora inseparabile “tuttofare” di Rigoni) che mi saluta altrettanto calorosamente. Lo stadio è pieno, gremito, vociante.

L’atmosfera è molto diversa rispetto al “Barbera” che ho sempre trovato freddo e distaccato, anche in serie A.Marchino continua a sbracciarsi chiedendomi una formazione che non ho e che proprio non arriva. C’è poco campo ed anche l’attrezzatura radio non funziona. A distrarmi un po’ ci pensa Pdl che mi telefona per annunciarmi la vittoria di Blardone nel Gigante di Crans Montana.

La fatidica “distinta” mi viene consegnata solo all’ultimo e non riesco proprio a capire con che diavolo di modulo giocherà il Novara. Mi aiuta un collega siciliano a fianco che ha appena visto Sky dove tutti sanno sempre tutto prima.

Ci aspettavamo il solito 5-3-2 degli ultimi risultati positivi… ed invece il “Mondo” ha sparigliato le carte con una formazione stranissima: è un 4-4-1-1 con Rigoni rifinitore e soprattutto Gemiti (a destra) e Mascara (a sinistra) insolite ali. Morganella viene spedito in panchina, Gabriel Silva (il migliore nella gara precedente) addirittura in tribuna.

Chi all’epoca si era scandalizzato per il repentino esonero del “Mondo” dovrebbe avere il buon gusto di andarsi a rileggere questa formazione…

Il mio collegamento (via cellulare) comincia in maniera estremamente sofferta perché la mitica speaker Stefania Sberna urla come un’indemoniata i nomi dei giocatori di casa non permettendomi di sentire quando il paziente Ugo mi dà la linea.

Sul campo va persin peggio. Il Novara non regge l’urto di un Catania dirompente, galvanizzato da un pubblico caldissimo,. Ve la immaginate una partita con il “Papu” Gomez che punta un Dellafiore appena recuperato dall’ennesimo guaio muscolare? Catania-Novara è così, una sfida assolutamente impari.Mi rianimo solo quando sul tabellone compare la notizia del Palermo in vantaggio a Siena. E’ questione di poco, ancor prima dell’intervallo i bianconeri ribaltano il punteggio facendoci sentire di nuovo con più di un piede in B.

Anche perché alla mezzora i padroni di casa passano in vantaggio a coronamento di una supremazia apparsa sin da subito evidente, al di là del non elevato numero di palle gol costruite: l’azione del vantaggio è da videogioco, per la facilità con cui viene realizzata e finalizzata: apertura sulla sinistra, uomo libero che tocca in mezzo al centro dove Barrientos infila senza difficoltà Ujkani.

Il Novara è un pugile stordito che si riaffaccia in avanti solo nei secondi finali di tempo quando Rigoni si costruisce caparbiamente, ma non finalizza, un paio di sortite pericolose.In avvio di ripresa è ancora la compagine di Montella a partire fortissimo. I padroni di casa creano almeno tre pericoli nei primi 2’ di gioco. Ujkani sventa in corner una staffilata del “Papu”, ma sull’angolo successivo pennellato da Lodi nulla può sul micidiale sinistro al volo di Marchese, lasciato libero di coordinarsi e calciare come il manuale del calcio impone.

Sul 2-0 Mondonico cambia finalmente qualcosa inserendo Morganella e Mazzarani al posto di Radovanovic e di Mascara, ex stranamente fischiato. Mazzarani sembra in grado di riaprire la partita, ma il suo diagonale si stampa sul palo a Carrizo ormai battuto. E sul rovesciamento di fronte il “Papu” Gomez fa 3-0 al termine di una serpentina chiusa con un rasoterra che stavolta non pare irresistibile.Qui comincia un’altra partita. Mondonico inserisce Rubino che di voglia di lottare ne ha sempre in abbondanza.

Sull’altro fronte i giocatori etnei peccano di egoismo sottoporta. In modo particolare i neoentrati Ebagua e Ricchiuti che vorrebbero castigare il Novara, avversario di tante sfide in categorie inferiori.Così sono anche i nostri vanno più volte vicini al gol della bandiera. Mazzarani segna su assist di Rubino, ma il primo assistente ha la bandierina alzata.

Poi Carrizo neutralizza con un pizzico di fortuna il tentativo di Rigoni. Infine Marco offre a Lele la palla del comodo 3-1.

Le interviste invece sono tutt’altro che comode perché devo fare tutto da solo: darmi la linea, togliermela eppoi memorizzare quello che ho appena sentito per trasformarlo subito in articolo. In un momento di “impasse” faccio intervenire addirittura l’immancabile fotografo Fabrizio Patrucco.

Mondonico prova a spiegare le sue scelte: “Ho riproposto Gemiti sulla destra per cercare di limitare Gomez che su quel versante ci dava parecchie preoccupazioni. Confidavo che Beppe avrebbe aiutato Dellafiore in fase di contenimento. Silva non aveva nessun problema fisico. E’ finito in tribuna semplicemente perché in questo momento ho tante alternative. Ed ho scelto di avere Morganella tra le riserve perché era l’unica possibile soluzione in corsa come esterno destro”.

Il buon finale dei suoi (quando però il Catania aveva comprensibilmente mollato) lo ha portato a scegliere una chiave di lettura “comoda”, al rovescio, del tipo: “avevo preparato la gara proprio per disputare un gran secondo tempo. Se fossimo arrivati sullo 0-0 all’intervallo nella ripresa avremmo potuto persino piazzare il colpaccio…”.

Non mi convince. Come non mi convince la scelta di non effettuare la consueta rifinitura del sabato malgrado la partenza anticipata per la Sicilia decisa della società. “Dopo essere arrivati da Milano avevamo svolto un bel lavoro venerdì. E così ho deciso di far riposare i ragazzi sabato”. Per poi chiudere con il solito pizzico di ironia: “Chissà, forse anche questa decisione ha influito sul risultato finale. ma francamente sono convinto del contrario...”.

Con i protagonisti dello storico doppio salto ci chiediamo se è davvero già tutto finito. Sentiamo Rigoni: “Guardiamo avanti, alla partita con il Bologna. Dobbiamo affrontarla come fosse la prima di tante finali.

La graduatoria è brutta, ovviamente lo sappiamo, ma non dobbiamo farci condizionare. Lotteremo fino alla fine per difendere quello che ci siamo guadagnati l’anno scorso”.Capitan Rubino racconta invece le emozioni, negative, vissute in panchina alle notizie diffuse dal tabellone luminoso che annunciava i gol di Siena e Lecce: “In quel momento mi fumava la testa…

E’ chiaro che questi successi pesano sul nostro morale. Però dobbiamo guardare oltre. Non possiamo permetterci di mollare. Non fa parte delle caratteristiche di questo Novara. Smaltita la delusione, riprenderemo a lavorare con la stessa intensità”Mi metto a scrivere allo stadio e scopro la pericolosa concorrenza delle testate “on line”.

Quando chiedo a qualche collega di girarmi una breve battuta di Montella… in tanti fanno finta di nulla temendo che io possa diffondere la dichiarazione del mister di casa più velocemente di loro.

Non mi aspetta il volo di rientro la sera. Avrei rischiato di perderlo, avendo tante cose da fare o comunque di farmi travolgere dall’ansia come a Palermo e così ho preferito pernottare a Catania.Comincio a preoccuparmi per la cena e chiedo invano un tavolino ad una pizzeria da asporto. Hanno perso un cliente (seppur occasionale).

Allora decido di fare le cose per bene: cena a base di pesce in posto consigliato dalla receptionist dell’hotel. Comincio con una pasta ai frutti di mare eppoi mi butto su un fritto misto. Nel bel mezzo del secondo chiama Jean Paul Bonomi per chiedermi se può citare nell’articolo quello che ho detto per radio (e cioè che alla fine il Novara giocava senza nessun rinforzo di gennaio in campo).

Lì per lì mi era sembrata una telefonata strana, che bisogno c’era di chiedermi un permesso dalla risposta (affermativa) scontata? La verità l’ho scoperta solo al rientro a Novara: lui e Molina avevano scommesso se fossi andato a cena o meno (non so chi avesse scommesso che cosa) e Jpb voleva sapere in anticipo chi avrebbe vinto.

Rinfrancato dal pesce mi metto a scrivere l’editoriale in camera mentre “Radio Rai” mi racconta i tre posticipi serali:

Oggi la sofferenza è stata doppia. Ad ogni gol del Catania corrispondeva, quasi per incanto, un gol (incassato) del Palermo… Lo stadio “Massimino” esultava due volte e noi ci sentivamo doppiamente vicini ad un baratro sempre più probabile.Probabilmente questo Catania è la squadra più attrezzata, unita e determinata tra quelle che abbiamo affrontato sinora nell’era Mondonico. Una sconfitta al “Cibali” di per sé ci può anche stare, ma… Non voglio partecipare al comodo gioco dell’“ah, se avesse giocato Tizio…”.

Dico solo che fossi stato nel pur saggio mister azzurro avrei toccato meno possibile (almeno oggi che non avevamo troppe defezioni…) lo schieramento su cui avevamo costruito le piccole certezze dell’ultimo mese”.Di notte mi sveglio disturbato da un vento forte, fortissimo. “Come faremo a decollare?” penso. Ed allora accendo la tv giusto in tempo per guardami la replica della seconda manche del Gigante di Crans Montana che ha visto trionfare Blardone.Le sorprese non sono ancora finite.

L’indomani in aeroporto vado a cercare la “Gazzetta” per fare i calcoli del Fantacalcio e sento uno che urla come un matto in biglietteria. La voce mi è famigliare. E’ il “socio” Rizzotti che attende invano l’accredito dello stipendio per acquistare il ticket per il volo di ritorno. Guardo il portafoglio ed ho giusto il contante che basta per arrivare alla fatidica cifra… Quanto mi è costata questa “Gazzetta”!!! (Ma il “socio” mi rimborserà fino all’ultimo centesimo nel giro di una settimana). Ah la “Gazzetta”…

Scopro che al mio avversario del “Fantacalcio” è entrato Rubino dalla panchina… e che per colpa del gol di Lele ho perso…All’arrivo a Novara mi precipito al Bar dell’Antonia sotto lo studio… ma il caffè mi va di traverso perché c’è il marito dell’edicolante (che di solito non mi rivolge mai la parola) che oggi mi stressa per tutto il tempo sul Novara che fa pietà…

Ad un certo punto sbotto: “Pensate al vostro Pavia…”.

In realtà è solo la rancorosa rivincita di un interista a cui abbiamo appena tolto 6 punti su 6… Intanto anche quell’Edicola ha appena perso per sempre un cliente…

Massimo Barbero

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