L'editoriale Azzurro
domenica 19 maggio 2019 - 09:46
di Massimo Barbero
Un anno fa di questi tempi, subito dopo la retrocessione, scrivevo: “…dobbiamo ora cercare a tutti i costi di rimanere comunque aggrappati almeno alla speranza di tornare in serie B. Come non abbiamo saputo fare all’inizio degli anni ottanta quando il caso Troilo ha segnato la fine di un’era e risalire la china dal pantano della C2 è diventata un’impresa improba… Se continuiamo a stare lì, nella parte sinistra della classifica e possibilmente nelle primissime posizioni… prima o poi… ce la faremo di nuovo”.
Non pretendevo un Novara subito vincente, ma almeno un Novara competitivo. Purtroppo non è stato così e dunque considero la stagione appena conclusa certamente deludente.Al di là del “pantano nono posto”, dal quale non ci siamo praticamente più schiodati, c’è un aspetto, in particolare che mi preoccupa, soprattutto in prospettiva.
Non ho mai compreso quale fosse l’obiettivo stagionale fissato, né tantomeno la strada scelta per provare a raggiungerlo.
Mi spiego meglio. L’Entella voleva a tutti i costi tornare subito in serie B e l’ha dimostrato con gli acquisti estivi e soprattutto con i rinforzi invernali. L’Alessandria, invece, ha mirato innanzitutto a ridurre drasticamente i costi allestendo una rosa di giovani in prestito e giocatori emergenti. In mezzo a loro gli esempi possono essere infiniti: dalla Pro Vercelli che ha cercato di schierare una squadra comunque competitiva senza particolari sforzi con i giocatori di proprietà e qualche buona idea, ad altre realtà che, con più o meno fortuna a seconda dei casi, hanno tentato di proseguire il percorso di crescita già cominciato nelle scorse stagioni (Carrarese, Piacenza e Siena), al Pisa che a gennaio si è reso conto che valeva la pena di provarci con maggiore convinzione, all’Arezzo che è andato al di là di ogni aspettativa.
E il Novara? E’ rimasto a metà del guado, dando oltretutto la sensazione di cambiare più volte rotta in corsa. Qual era l’obiettivo? Se prendi gente dell’età e dell’esperienza di Cacia, Perrulli, Bianchi e degli stessi Buba e Pablo devi costruire attorno a loro una squadra in grado di vincere subito perché difficilmente gli stessi uomini potranno garantire un trend in crescendo col passare delle stagioni.
Se invece vuoi davvero lanciare i tuoi giovani, devi assicurare loro il necessario spazio in rosa, senza inutili aggiunte ed ovviamente senza troppe aspettative… Ed un allenatore come Sannino non pare l’ideale per garantire ai ragazzi ulteriori possibilità e la necessaria fiducia, oltretutto in un momento complicato della stagione.
Della scelta di Chiosa capitano e del “balletto” con Sansone abbiamo già scritto in pieno inverno e non vale la pena ripetersi…
Partendo da queste basi, è difficile anche dare una valutazione sull’operato degli allenatori. Se a Viali era stato chiesto di vincere il campionato o di lottare per farlo… ha certamente fallito. Se invece ci aspettava da lui l’inizio di un percorso di crescita e di valorizzazione degli uomini a disposizione non ha assolutamente deluso, tutt’altro. Dopo un avvio travagliato, da dicembre in poi la squadra ha cominciato a mostrare un gioco ed una propria identità che ha ritrovato puntualmente nei play off, in coincidenza con il ritorno del mister che l’aveva assemblata.
Viali ha dato fiducia a Bove, Fonseca e Nardi, mandandoli in campo al momento opportuno ed ha rilanciato, dopo una stagione disgraziata, Ronaldo, Sciaudone (ne ha beneficiato soprattutto il Cosenza) ed anche Maniero (che ha fatto vedere le cose migliori in Coppa a Novara e nelle prime settimane a Cosenza, subito dopo il mese trascorso a Novarello).
Lo stesso discorso lo si può riproporre con Sannino. Se era stato chiamato per preparare una squadra “da battaglia” per i play off, il suo esonero ad una settimana dalla trasferta di Siena, al termine di una gara sostanzialmente inutile per noi, risulta assurdo. Se invece gli era stato chiesto innanzitutto di migliorare la classifica e di valorizzare il parco giocatori a disposizione, la sua cacciata, visto l’andamento delle 10 gare della sua gestione, appare addirittura tardiva.
Sono state certamente sbagliate diverse scelte, ma prima ancora è mancata una strategia che le accompagnasse. O quantomeno non è stato possibile percepirla all’esterno.E’ fuorviante però anche sostenere che a Novarello in questi anni sia sempre stato così.
Non è vero! Senza scomodare le stagioni vincenti, il primo Novara dell’attuale proprietà (quello con Borgo ancora al timone) una strategia chiara l’aveva: inserire ogni anno 3-4 elementi di valore, dall’età giusta e dal costo sostenibile, per diventare di anno in anno sempre più competitivi, senza mai smarrire gli equilibri e la propria identità. E lo stesso era anche per il tanto vituperato Novara del triennio in B con Teti che puntava a rimanere in rotta di galleggiamento, sul piano tecnico ed economico, scovando e lanciando giovani da vendere in caso di offerta rilevante.
Ci sono risultate fatali le scelte (non facili e quasi tutte non felici) degli attaccanti destinati a sostituire il terzetto magico Evacuo-Galabinov-Gonzalez, ma la rotta da percorrere era delineata e comprensibile.Dovrà essere così anche al momento di impostare la prossima stagione.
E’ inutile ora parlare di uomini ed aspettative prima di conoscere programmi, strategie ed obiettivi.L’importante è non buttare sempre tutto via per il semplice gusto di farlo. A Terni due anni fa avevano Liverani che li aveva salvati con una rincorsa incredibile… Non l’hanno confermato e nello stesso lasso tempo in cui lo stesso Liverani ha vinto 2 campionati di fila a Lecce, Bandecchi e C hanno cambiato 6 allenatori e quasi altrettanti direttori sportivi.
Col risultato di arrivare ultimi in B ed undicesimi in C.Invece qualche volta si può ripartire anche da dove si è terminato errori compresi (e per questo mi dispiace davvero moltissimo che non ci sia più il Grande “Charlie” Ludi che, per enorme senso di responsabilità, si è negato anche una meritatissima prova d’appello). Un ottavo posto in C non può essere considerato un risultato strabiliante per un Piacenza abituato a ben altre categorie nel recente passato…
Eppure i biancorossi sono ripartiti con lo stesso tecnico e lo stesso direttore sportivo, aggiungendo qualche innesto azzeccato ed arrivando a 90’ minuti da quella promozione in B che auguro all’amico Matteassi di conseguire comunque nei play off…
I fischi e le contestazioni “via social” che tanto avevano fatto arrabbiare, e non sempre a torto, mister Franzini dopo qualche risultato deludente nel corso di questo campionato, si erano trasformati magicamente di colpo, un paio di settimane fa, nella spinta degli 8.000 entusiasti del “Garilli”…
Tante parole, ma in fondo è “solo” questione di risultati…
Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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