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sabato 05 gennaio 2019 - 21:15
di Massimo Barbero

Rispetto a quello che aveva saputo fare Teti nell’estate 2014 quest’anno Ludi non è riuscito a liberarsi per tempo degli uomini meno facilmente ripresentabili dopo le delusioni del passato campionato.

4 anni fa avevamo cominciato a scrollarci di dosso l’odore cattivo della retrocessione sbolognando presto altrove i vari Lazzari, Lepiller (il francese era in scadenza di contratto), Perticone (dopo un ultimo buco decisivo a Monza alla prima di campionato), Del Prete e Salviato, oltre alle due comparse greche.

Stavolta non è stato possibile fare la stessa cosa per una serie di ragioni. Innanzitutto perché le 3 cancellazioni in B (mai rimpiazzate da altrettanti ripescaggi) hanno reso numericamente più complicato il mercato in uscita. Poi in quanto i giocatori di proprietà “da piazzare” erano decisamente molti di più rispetto al 2014. E, per contro, gli eroi positivi a cui aggrapparsi per una ricostruzione immediata erano decisamente meno. Direi quasi nessuno…

Quattro anni fa, dopo aver ringraziato Marianini, Rigoni e Rubino per quello che avevano dato negli anni magici, avevamo ancora Buba, Pablo, Pesce, lo stesso Ludi (capitano purtroppo non giocatore) e due giovani già sicurezze quali Faragò e Vicari per ripartire dall’ossatura di una squadra vincente almeno nelle motivazioni. Nell’estate 2018 nulla di tutto questo perché i pochi “da salvare” dello scorso campionato (ricordate Moscati?) erano appetiti da club di categoria superiore e, per questo, difficilmente confermabili.

Charly è stato il primo a cogliere quest’aspetto ed a lavorare sin dalla notte “post 18 maggio” per riportare a Novara qualcosa del suo Novara, così distante dal Novara che dalla panchina aveva appena visto retrocedere dopo ben 10 sconfitte interne, senza poter frenare l’emorragia.Ecco, il grande rimpianto è proprio questo…

Non essere ripartiti comunque sin da agosto da Buba e Pablo per dare una svolta netta ai fantasmi di un passato recente che si è ripresentato puntuale agli occhi della gente alla prima stecca casalinga, alla prima espulsione di Chiosa e/o al primo pallone perso da Ronaldo.

Per non parlare dello scivoloso “caso Sansone” che forse andava gestito in maniera più netta (o dentro o fuori) sin dallo scorso 31 agosto.Nel giudicare l’operato del nostro ds non bisogna dimenticare quanto sia stato complicato il suo lavoro che ha svolto in gran parte con le mani legate e senza l’entusiasmo di una proprietà sempre più lontana dai destini sportivi azzurri.

Un mercato è fatto di idee, ma soprattutto di opportunità e possibilità di assecondarle.

Certo, qualche scelta non si è rivelata felice. Penso innanzitutto a Sbraga che sarebbe dovuto essere il perno della nostra difesa e che invece si è fermato dopo una manciata di partite nemmeno convincenti. Lo stesso Visconti è un professionista serio e generoso che spesso il 6 in pagella lo raggiunge, ma che non ha il passo e la qualità che dovrebbe avere l’esterno di una squadra di C che lotta per vincere il campionato. Il paragone con i cross del primo Garofalo, quasi un attaccante aggiunto per il Novara di Toscano, è eloquente. Per contro quella di portare a Novara Eusepi, a costi ridottissimi, si sta rivelando una mossa azzeccatissima. L’attaccante di proprietà del Pisa è una vera rivelazione per chi come me l’aveva conosciuto solo da avversario: per temperamento e caratteristiche è un vero e proprio centravanti di categoria

.Nel complesso credo che a questo Novara, più di ogni altra cosa, manchino un bel intenditore in mezzo al campo e tanti centimetri, in mediana ed in difesa. Centimetri che risulterebbero determinanti anche nelle palle inattive. In attacco come in difesa.

Forse qui sta la differenza principale tra una Pro Vercelli che ha vinto 5 gare per 1-0 ed un Novara che ne ha pareggiate un’infinità. Chiamatela virgola, ma non è un dettaglio. Aggiungeteci l’inserimento in squadra di giocatori capaci di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Da una parte ricordo il brasiliano Azzi ed i fratelli Gatto. Dall’altra abbiamo parzialmente rimediato in corsa a questa lacuna avanzando Schiavi e lanciando Nardi e lo stesso Manconi.

Un'altra riflessione va fatta sulla scelta dell’allenatore, diversissima da quella compiuta con Toscano quattro anni fa. Allora si era andati sul sicuro, su un tecnico che garantisse i risultati almeno in serie C. E che si è messo quasi subito a giocare per i risultati. Ottenendoli da metà ottobre in poi, anche a costo di far storcere il naso a chi in tribuna contestava sistematicamente la qualità della manovra azzurra.
Puntando su Viali invece Ludi ha preso una strada decisamente differente. Ha cercato un allenatore che andasse innanzitutto alla ricerca del gioco. Forse con il proposito di riconquistare il pubblico novarese (comprensibilmente disamorato dopo l’ultimo campionato di B) e al contempo convinto così di far crescere nella maniera migliore i tanti giovani in rosa.

La mossa finora si è rivelata azzeccata (a giudicare dal rendimento dei vari Bove, Fonseca e Nardi) solo per quanto riguarda il secondo aspetto. Perché quando hai in organico uomini dei trascorsi e dell’esperienza di Cinaglia, Sbraga, Chiosa, Visconti, Bianchi, Sciaudone, Ronaldo, Cattaneo, Cacia ed Eusepi… i risultati in serie C devi farli subito. Altrimenti finisci schiacciato dal peso delle responsabilità e delle aspettative ed anche esprimersi in maniera decente diventa una chimera come purtroppo è successo.

Fino a Novara-Gozzano questa squadra, fatta qualche isolata eccezione, non ci ha regalato né gioco né risultati pari al proprio potenziale. Da Chiavari in poi, con qualche ragazzo in più ed un po’ di pressione in meno, le cose sono migliorate sotto tutti gli aspetti. Tanto che adesso mi piacerebbe rivedere l’accoppiata Ludi-Viali al lavoro nel contesto di una stagione più “normale”.

Non dimentico quello che avevo scritto la sera dello 0-0 col Gozzano, ma la svolta invocata si è poi vista comunque, senza necessità di cambiare. Sin dalla difficile trasferta di Pontedera mi sono accorto che la squadra remava comunque dalla parte del mister. Ed i progressi di dicembre lo confermano.

Ricordo una telefonata di Sergio Borgo in un gelido sabato mattina di dicembre 2005 con qualche fiocco di neve per terra. Aveva iniziato più o meno così… “Questa stagione è un dito nel c… ma io devo già pensare alla prossima… Ho già chiamato Cusaro…”. Tenni dentro tutte le mie perplessità. Ma come??? Con una squadra penultima ed un Presidente (Resta ovviamente) ancora dimissionario come fa questo “pazzo” a pensare già al prossimo campionato?

Col tempo ho capito che nel calcio saper guardare oltre il proprio naso e magari al di là persino di una delusione/preoccupazione contingente… è il primo segreto per provare a costruire qualcosa di duraturo… E’ questo quello che è mancato, più ogni altra cosa, a Novarello nelle ultime tribolate stagioni.

L’idea della nostra rinascita deve cominciare ora, a prescindere da come finirà questo finora non certo esaltante campionato… Altrimenti sarà tutto più difficile, ancora comunque maledettamente difficile…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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