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domenica 15 luglio 2018 - 15:00
di Massimo Barbero

Atalanta, Genoa, Internazionale, Juventus, Lazio, Milan, Roma, Sampdoria, Udinese, Brescia, Hellas Verona… Il Novara Calcio divide con queste sole 11 società italiane un piccolo (grande) motivo di orgoglio: il fatto di non essere mai fallito in 110 anni di storia e, nel contempo, di non aver comunque mai giocato al di sotto della serie C. Non ci sono altre squadre italiane che possano dire altrettanto o almeno non me ne risultano.

Ovviamente, sparsi per l’Italia, possiamo trovare diversi esempi di gestione virtuosa di realtà medio-piccole che però hanno conosciuto solo parentesi (più o meno lunghe) nel professionismo. Noi invece ci siamo sempre stati. Un posticino, magari sul fondo della C2, l’abbiamo comunque conservato anche nei momenti più tormentati. Il Cuore Azzurro non ha mai smesso di battere e, per fortuna, batte tuttora.Come vedete, siamo in ottima compagnia. Insieme a noi ci sono realtà di ben altro spessore quali le 3 “strisciate”, le 2 squadre delle Capitale (in grossa difficoltà gestionale a metà dello scorso decennio), le 2 formazioni di Genova. Eppoi le rappresentanti di città come Bergamo, Brescia, Udine e Verona, specchio di realtà economiche quasi sempre floride e di un identificazione con la propria squadra di calcio che purtroppo da noi rimane un’utopia. Tra i club che prenderanno parte al prossimo campionato di C siamo i soli a poter rivendicare la nobiltà di una storia ininterrotta di solo professionismo.E’ il nostro “scudettino”. A cui brindare (per carità, in maniera discreta) e con cui consolarsi in un week end in cui altrove si consumano le solite “battaglie dell’assurdo” tra fideiussioni non regolari, ricapitalizzazioni impossibili e finanziatori fantasma con improbabili fondi esteri. Tra le tante notizie che ho letto in questi giorni ce n’è una che mi ha fatto sobbalzare, pubblicata dalla Gazzetta dello Sport.

A fine aprile Abodi in persona (!) si sarebbe attivato per favorire il passaggio di proprietà del Bari dal fidato Giancaspro (?) ad un fondo americano… Sullo sfondo Paparesta che ciclicamente ricompare per poi chiamarsi fuori quand’è il momento di cacciare i soldi… Da anni va in scena questo “teatrino” tra i soliti personaggi che puntualmente si scambiano ruoli e copioni per una scena che sta diventando sempre più stucchevole.Certo, quasi tutti i tifosi azzurri, oggi avrebbero preferito un posto in B nella prossima stagione, ottenuto in qualsiasi maniera, al summenzionato “scudettino”. Ma la continuità ultracentenaria del Novara Calcio rappresenta un risultato non trascurabile in una città che ha lasciato sparire l’Hockey Novara senza colpo ferire… cosìccome altre realtà sportive di primo piano, vedi il basket di vertice. Dal giorno del Centenario in poi abbiamo vissuto un decennio ricco di momenti sportivamente esaltanti. Ed è bello constatare che la grande scalata sia avvenuta senza mai tradire una lunga storia fatta di sobrietà ed equilibrio gestionale. Altrove il “miracolo sportivo” ha portato invece a repentini crolli. Ripenso a Mantova, Treviso, alla Pistoiese degli anni ottanta, a piccole realtà come Castel di Sangro, Portogruaro o Gallipoli.Lo “scudettino” della continuità è un patrimonio da difendere, anche nei prossimi anni, possibilmente decenni. Non sarà esaltante come un gol all’incrocio dei pali o, meglio, una promozione sul campo, ma rimane qualche cosa da raccontare con orgoglio, almeno sottovoce, in un calcio sempre più tormentato e dunque meno credibile.In C ci torniamo con la faccia pulita. Perché nessuno non ci ha mai regalato nulla ed abbiamo sempre pagato per intero le nostre colpe ed i nostri errori, talvolta perfino con gli interessi. Ripenso alle lontane vicende del 1962 e del 1979 ed alla fresca beffa di due ripescaggi negati da norme che cambiano ad ogni stagione (nel 2014 e nel 2014 Vicenza e Brescia furono ripescate malgrado penalizzazioni per irregolarità amministrative scontate nel campionato appena concluso).Eppure a Bassano ancora oggi ogni tanto qualcuno scrive di una B nel 2015 conquistata sul campo, ma negata ai giallorossi dalle sentenze dei tribunali… Non sapevo che Pietribiasi fosse un Giudice, ero convinto fosse un centravanti incapace di segnare ad un passo dalla porta (libera) il gol promozione…

Riguardo alla linearità della condotta del presidente Stefano Rosso è sufficiente andare a rileggere un suo post di fine aprile quando aveva cominciato a circolare la notizia del suo interessamento per il Vicenza: Questa mattina mi son svegliato e ho scoperto dalla stampa locale che avevamo comperato un altra squadra di calcio!!! L’anno scorso avevamo comperato il Milan......quale sara la prossima?? I cosmos di NY??La verita e' che io e mio padre abbiamo voglia di passare tutto il weekend allo stadio. 😁". Da qualche settimana Rosso lavora con l’ex dg della Lega B Paolo Bedin ora tornato ufficialmente al “nuovo” Vicenza. Davvero una “coppia” niente male…Tornando a noi ed al nostro “scudettino” della continuità ultracentenaria, voglio dedicare questo piccolo (grande) traguardo a chi per il Novara Calcio ha lavorato e/o sofferto e/o continua a farlo per pura passione, senza mai chiedere nulla in cambio che non sia (o fosse) l’emozione legata alle maglie azzurre.Penso ad Aldo Stanglino che da lassù avrà potuto gustarsi la gioia del ritorno in A senza nessuno che gli rompesse le scatole almeno quella sera. O al mio amico Luciano Re, magazziniere negli anni in cui era difficile far fronte anche alle necessità più urgenti. Sergione Borgo l’ha fatto spesso impazzire… ma gli vuole un bene dell’anima testimoniato dalla dedica dopo la promozione in C1 del 2003 nell’afa terribile dei supplementari. E, per restare ad un uomo ancor oggi sulla breccia, a Dino Lo Curto che segue i giovani della Berretti (o Primavera) azzurra ormai da un ventennio.Tra i tifosi mi piace ricordare Ivo Zei che ogni anno, in qualsiasi categoria, correva ad abbonarsi per avere la prima tessera di tribuna… e non riusciva a darsi pace quando il privilegio veniva accordato a qualche autorità. E, tornando al presente, non posso non citare Alessandro Clementoni che anche nel sofferto campionato scorso si è sparato tutte le trasferte. Dieci anni fa ripeteva che saremmo tornati in A in breve tempo ed ha avuto ragione. Oggi sono convinto che il suo ottimismo sia rimasto quello di allora (e dei primi giorni dell’ultimo maggio)… una qualità da inculcare a dosi massicce a chi immagina e vede sempre il peggio…

E con Clementoni cito il semprepresente Giorgio, immancabile presenza ad ogni allenamento in estate o inverno che riesce a  trasmettere con la sua genuina simpatia a giocatori più o meno di passaggio il senso di quello che rappresenta la propria squadra di calcio per i tifosi novaresi, discreti ma profondamente innamorati. Ovviamente ho solo fatto qualche esempio a me più vicino e diretto, senza la benchè minima pretesa di completezza. Ce ne sarebbero tantissimi altri di personaggi meritevoli di una citazione ed ognuno di noi potrà eleggere la propria “hit parade personale” senza scontentare nessuno. Volevo solo fare qualche riferimento concreto di fedelissima (e spesso silenziosa) devozione alla causa azzurra, senza se e senza ma.  Ormai l’avrete capito, continuo a girare il più possibile alla larga dal Novara 2018-19. Mi spiace per il grande impegno di Ludi, di mister Viali e dei rispettivi staff. Per l’entusiasmo dei ragazzi all’esordio e per le motivazioni dei primi nuovi arrivi. Non è una questione di categoria, ovviamente. Il fascino del Novara Calcio l’ho scoperto quando eravamo in serie C2 e sono certo di poterlo ritrovare anche in questa serie C, comunque piena di piazze importanti e di rivali tradizionali. Ma al momento non posso identificarmi in un gruppo che ha ancora troppi “superstiti” della stagione chiusa a maggio.Intendiamoci, so accettare che lo sport sia fatto anche di sconfitte e persino di retrocessioni. Mi brucia invece la constatazione di non aver mai colto, dal 18 maggio in poi, una benchè minima assunzione di responsabilità, nemmeno indiretta, da parte di qualche giocatore del Novara dell’anno scorso.Per fare paragoni con il recente passato, ricordo quando “Buba” ci raccontò che Pablo si sentiva talmente addosso il peso della retrocessione del 2014 da voler provare a vincere le partite da solo una volta tornati in Lega Pro. In quei giorni Rigoni trasformava un contratto onerosissimo per la società in una diversa prospettiva per entrambi. Ed in Toscana Marianini rinunciava ad un impegno appena firmato con il Tuttocuoio perché aveva capito di non riuscire più a dare quello che il club si aspettava da lui. Lo stesso Rubino, protagonista di un paio di “scivolate” evitabili, sarebbe stato pronto a ributtarsi in trincea con la grinta di sempre nonappena il Novara l’avesse chiamato.

I “superstiti” della stagione finita a Varese si erano, quasi tutti, ripresentati a Novarello con carica e motivazioni per trasformare i fischi in applausi. Come in effetti sarebbero poi riusciti a fare, ben prima della sfida decisiva di Lumezzane. Altri tempi e forse altri uomini. Ma la nostra passione rimane la stessa. Attendiamo soltanto l’arrivo di qualcuno in grado di riaccenderla, il prima possibile… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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