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giovedì 12 luglio 2018 - 20:44
21° puntata: 8 gennaio 2012 Novara-Fiorentina 0-3

E’ il momento più buio del nostro campionato di serie A. L’imbocco del “buco nero” nel quale sprofondano le residue speranze di prolungare il sogno. Le prime ombre, a dire il vero, si manifestano ben prima di Capodanno quando anche il Novara entra di colpo nella brutta vicenda del “calcioscommesse” a seguito della “confessione” di Gervasoni che chiama in causa alcuni nostri giocatori (e soprattutto ex giocatori) per il famigerato match di Coppa con il Chievo.

L’indomani durante l’amichevole contro il Galliate al “Piola” c’è un’atmosfera particolare. C’è tanta gente, in gran parte proveniente da Galliate, ma si ha come la sensazione che la festa stia per finire di colpo.

In Tribuna Stampa però Massimo De Salvo è determinato e convincente nel ribadire l’estraneità della società azzurra (almeno della società) a questa brutta storia. Il suo messaggio è più o meno questo: “Mi fido dei miei giocatori che mi hanno confermato di non aver fatto nulla. Mi fido di loro, ma se dovesse essere dimostrato il contrario… io devo pensare innanzitutto a difendere il Novara. E lo farò fino in fondo”.

Nei fatti la società non sta a guardare e per una volta si butta nel mercato di gennaio con una celerità assoluta. Arriva subito Caracciolo ed anche Mascara sembra vicinissimo per un tandem d’attacco sulla carta molto competitivo. Sin dall’amichevole con il Galliate è apparso poi in campo un ex nazionale danese, inizialmente dato in prova. Si chiama Jensen ed a me sembra terribilmente fuori forma e comunque non fenomenale dal punto di vista tecnico. “La sua qualità migliore è che sa rendere semplici anche le cose più difficili” dice, quasi compiaciuto, il dg “tuttofare” Luca Faccioli ed i fatti gli daranno presto ragione.

Messo com’è, la cosa più complicata sembrerebbe proprio riuscire ad ottenere un contratto nella A italiana ed invece il buon Jensen, fedele al precetto faccioliano, in pochi giorni riesce a strappare un biennale rendendo semplice quello che appariva quasi impossibile.

Dal Napoli oltre a Mascara potrebbe trasferirsi anche Rinaudo, un difensore che ha alle spalle una discreta carriera prima del grave infortunio che l’ha fermato nella Juventus.

Sta di fatto che i nomi dei nuovi arrivi ci restituiscono un po’ di ottimismo in vista della ripresa del campionato. La serie A però ricomincia con un’autentica “mazzata” per noi. Alle 18 del sabato il Siena travolge (4-0) una Lazio sin troppo arrendevole. Lotito siede in tribuna accanto a qualcuno dei Mezzaroma e sembra quasi non dispiacersi più di tanto della brutta figura.

Malignità a parte, la quota salvezza si allontana (6 punti) prima di un match casalingo “da vincere a tutti i costi” contro la Fiorentina. La goleada serale dell’Inter contro il Parma (con gol di Faraoni nel finale) non basta a risollevarci il morale.

L’8 gennaio 2012 è una domenica di sole nemmeno troppo fredda. Dopo un giretto in campagna mi rilasso guardando un pezzo della riproposizione dello Slalom Gigante dei Mondiali di St Moritz del 1974, quello in cui Thoeni sprofondò al quarto posto dopo una grande prima manche. Un frammento di storia che ci rimanda a stili, tute da sci e prosa del telecronista dell’epoca (Alfredo Pigna). Nel mentre, su un terreno ghiacciato si gioca un’amichevole tra assessori ed impiegati comunali di Novara e Firenze nella quale si segnala l’assenza dei sindaci Ballarè e Renzi.Lascio l’auto in garage in Via Magnani Ricotti e mi dirigo a piedi verso lo stadio visto che dopo “la camminata” non abbiamo mai perso in questo campionato. Stavolta ho anche il computer dietro perché dovrò scrivere dalla “sala lavoro” del “Piola” prima di rientrare a casa, probabilmente ancora a piedi.

Pranziamo tutti assieme al “Triathlon”. Oggi con noi c’è anche “Depa”, l’uomo dei grandi appuntamenti, di solito la sua presenza a tavola è garanzia di vittoria. Ci rallegriamo al gol dell’Udinese e ci deprimiamo al pareggio del Cesena. Poi prendiamo la via dello stadio, sempre a piedi, come in corteo. C’è anche l’avvocato Tom Costa (appena investito del delicatissimo caso Faranna) ed esultiamo al raddoppio friulano che indirizza la partita mentre Jean Paul ammonisce: “per salvarsi non basta lasciarci alle spalle due squadre” (attualmente Cesena e Lecce).

Rieccomi in cabina, accanto all’inseparabile Paolo Molina. Stavolta sono la prima voce. In casa da prima voce quest’anno non ho mai perso. Ma oggi bisogna vincere perché un altro pareggio non ci darebbe comunque grande ossigeno prima di un mese di gennaio “di ferro”.La Fiorentina è avanti appena 6 punti in classifica. In trasferta finora ha raccolto pochino e dopo la sosta natalizia ha venduto Gilardino al Genoa.

Insomma, sembra un avversario battibile. In realtà è proprio questo il vero problema: non ci rendiamo conto dell’effettiva differenza di valori. I viola non staranno attraversando un grande momento, ma hanno giocatori dal talento di Montolivo, Ljajic e Jovetic che da soli possono vincere la partita in qualsiasi momento. Delio Rossi, subentrato a novembre a Mihailovic, la prepara proprio così. Parte con un 3-5-2 apparentemente prudente per annullare il Novara e colpire con qualche accelerazione micidiale. Tesser invece schiera il solito 4-3-1-2 molto offensivo con Rigoni interno, Mazzarani trequartista e due punte apparentemente complementari come Meggiorini e Caracciolo. Per l’Airone è l’esordio in maglia azzurra. Un esordio che rischia di saltare perché l’ex del Genoa si blocca durante il riscaldamento. Rubino si prepara, ma non occorre cambiare perché l’allarme rientra nel giro di pochi minuti.Nelle battute iniziali la Fiorentina ci lascia l’illusione di fare la partita. E’ una supremazia estremamente sterile la nostra, malgrado i movimenti di Caracciolo ci diano la sensazione di avere finalmente un’arma in più là davanti. Il “bresciano” è terribilmente solo perché Meggiorini, dopo un liscio iniziale, va completamente fuori giri. Sembra svogliato, come se mentalmente avesse già chiuso la sua parentesi in azzurro e non veda ormai l’ora di fare le valigie. Nel primo quarto d’ora di timida pressione pungiamo solo con un colpo di testa di Paci che termina a lato.La Fiorentina passa quando non è scoccato nemmeno il 20’. Reclamiamo invano un fallo a metà campo, c’è un buco centrale, s’infila come una saetta Jovetic.

Centurioni si precipita a chiudere, ma il movimento del giovane montenegrino è fulmineo e Matteo commette un chiaro fallo in piena area di rigore. E’ il primo rigore contro di noi in tutto il campionato di A ed Ujkani ci dà l’illusione di riuscire a pararlo. Samir si butta dalla parte giusta, sfiora la palla, forse la tocca, ma la sfera calciata da Jovetic s’insacca comunque nell’angolino alla sua destra.Siamo sotto in casa. Come contro Parma e Palermo quando saremmo poi riusciti a segnare due gol nella ripresa. Ma stavolta è diverso. Sembra un confronto impari tra due formazioni di categorie differenti. Il Novara si danna l’anima, spinge, si scopre. Però riesce a rendersi pericoloso solo con un tiraccio di Mazzarani. La Fiorentina sta lì chiusa, non concede nulla. Con Behrami e Salifu sempre addosso al nostro uomo più pericoloso, ovviamente Rigoni. I viola invece appena escono dal guscio fanno male.

E raddoppiano ancor prima del 40’. C’ è un versante in cui siamo costantemente in difficoltà: sulla fascia destra Morganella è in perenne ritardo su Vargas che gode di libertà illimitata. Se fosse il Vargas di qualche stagione prima ci farebbe a pezzi. Adesso è un giocatore lento, appesantito, ma tanto basta. Su quella corsia s’inserisce Montolivo, Ujkani gli corre incontro come a volerne limitare il raggio d’azione, ma resta terribilmente a metà strada. Per il giocatore che in estate passerà al Milan dopo un buon Campionato Europeo è un gioco da ragazzi azzeccare il pallonetto per il 2-0 che chiude virtualmente i conti. Sfogo la mia rabbia tirando un colpo terribile al vetro della cabina e rovino definitivamente un orologio a cui tenevo tantissimo. E’ un orologio di modesto valore, dal cinturino di pelle ormai consumato dagli anni. Ma era il mio compagno fedele di tutte le mie domeniche allo stadio almeno da una ventina d’anni.  Almeno da quella volta a Siena in cui Danesi aveva fatto un gol alla Montolivo ed io avevo fatto saltare il cinturino per mostrare ai signori della tribuna dove il nonno metteva l’ombrello. Allora ero riuscito a rimettere in piedi orologio ed accessori. Ora non c’è più nulla da fare. Si chiude un’epoca.  Nel finale di tempo Meggiorini avrebbe la palla per riaprire i giochi, ma anziché tirare cerca un’improbabile assist per Caracciolo scatenando le ire di Danny Faranna. Il secondo tempo dura infatti appena cinque minuti. Tanti ne passano dal tiro di Rigoni che termina di poco a lato al 3-0 di Jovetic, al volo, su assist di Ljajic dalla destra. Il “Piola” incassa. Ed applaude a scena aperta l’attaccante ospite che sembra destinato ad una carriera da fuoriclasse. E fischia a scena aperta un Novara che pare già fuori dai giochi. I 40 minuti che restano non hanno davvero più storia. Entrano Pinardi e Rubino a ridare almeno un po’ di dignità ad una squadra che dà più volte la sensazione di poter segnare almeno del gol della bandiera, ma che in area viola appare smarrita e sfiduciata. Il terzo ingresso è quello di Granoche per risparmiare Caracciolo, reduce da un infortunio. Il nuovo arrivo esce comunque tra gli applausi.

Tra gli ospiti entra Kharja, un nome che un paio di anni dopo sarà l’oggetto di un’impossibile trattativa di mercato, all’indomani dell’infortunio di Buzzegoli.Comincia la prima vera contestazione del dopo Borgo-Notaristefano.

Nel mirino c’è Pederzoli: “Ma che acquisti fa? Ma che acquisti fa? Siamo in serie A…” intona la curva.Il momento peggiore per il ds che sostituito Sensibile arriva quando deve attraversare il campo. In rettilineo la gente è inferocita e De Salvo sbotta: “Venite domani a Novarello che vi regalo la società…”. Pochi minuti dopo in sala stampa l’amministratore delegato smorza i toni: “Non fateci troppo caso… è una frase buttata lì per la rabbia del momento… Sono un passionale e quando toccano un mio collaboratore, a caldo, reagisco così. Contestate me piuttosto. Non mi piace quando viene puntato un capro espiatorio. Oggi abbiamo giocato male e siamo tutti colpevoli, alla stessa maniera”.

Il massimo dirigente azzurro peraltro non risparmia critiche ai suoi: “Ho visto una squadra sulle gambe. C’era voglia di fare, ma non riuscivamo a mettere in pratica le buone intenzioni. E’ stata una prestazione davvero brutta. La classifica preoccupa, ma è presto per parlare di zona salvezza “spaccata”. Il campionato è ancora molto lungo…”.Tesser non cerca alibi: “E’ stata la peggior prestazione da quando sono a Novara. Non c’eravamo dal punto di vista fisico e sentendo che le gambe non rispondevano molti giocatori sono andati in affanno. Siamo indifendibili. Non c’era mai capitato in casa di non riuscire a reagire una volta in svantaggio. E’ la prima volta che manchiamo anche sul piano caratteriale. Non è il momento di parlare. Adesso vorrei solo rimettermi al lavoro per recuperare il terreno perduto. I discorsi in campo tra noi li faremo alla ripresa degli allenamenti”.

Le tenebre che calano sul “Piola” ci lasciano il sapore di una festa ormai finita, di una B già inevitabile. Mi infastidiscono le parole di un collega fiorentino che critica il nostro stadio. Eppure il Novara Calcio meriterebbe grande rispetto per quello che ha saputo fare. Non è da tutti vincere due campionati di fila, passare dalla C alla A e mettere a norma lo stadio in tempo utile per la prima gara ufficiale della nuova stagione. A Firenze si ricordassero della promozione a tavolino regalata alla Florentia Viola senza giocare! La B a 24 squadre (poi a 22) fu un favore a Preziosi e Dellavalle…Quando si raffreddano i bollenti spiriti… capisco che non è più il tempo di passeggiate eroiche. E chiedo al gentilissimo Attilio Barlassina un passaggio verso il centro città per tornare a casa il prima possibile.

Si sparge persino la voce di un possibile esonero di Tesser, ma dopo un chiarimento con società e ds quest’ipotesi rientra. Anche se da fuori si ha la sensazione che la fiducia nei confronti del Komandante da questo momento sia limitata da pericolosi paletti.Dopo la cena e con il pensiero di dover tornare a lavorare a tempo pieno l’indomani (perché le vacanze natalizie sono finite del tutto) butto giù un Editoriale che rimane uno dei più cupi di sempre: “Stasera il mio tradizionale ottimismo è davvero ai minimi storici. Abbiamo affrontato in casa le due squadre dal peggior rendimento esterno raccogliendo 1 punto su 6. Abbiamo incassato 5 reti da due squadre che sino a quel momento avevano segnato 1 gol in due nelle precedenti trasferte di mezzo campionato. Ce n’è in abbondanza per sprofondare in poltrona, rassegnati a cupi presagi. La prestazione odierna è ingiudicabile nella sua pochezza. Abbiamo rivitalizzato una Fiorentina che ha giocato al piccolo trotto contro un Novara fragilissimo in difesa, lento e prevedibile in attacco. Quando disponi della qualità dei viola puoi sperare di vincere qualche partita per 3-0 anche esprimendosi in punta di piedi. Se invece sei il Novara… devi sempre dare il massimo dal punto di vista dell’agonismo e dell’intensità per reggere il confronto.  Se, come oggi, non sei in grado di farlo (non so dire se per ragioni di testa o di gambe) rischi figuracce memorabili come quella di questo pomeriggio”.

Massimo Barbero

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