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mercoledė 13 giugno 2018 - 17:34
17° puntata: 5 dicembre 2011 Lazio-Novara 3-0

Riprende questa settimana il racconto della nostra stagione in serie A.Ho indugiato un po’… perché la ferita della retrocessione è ancora aperta ed il ricordo di momenti comunque esaltanti non basta, per ora, nemmeno a lenire il grande dispiacere sportivo che ci accomuna.Però adesso è giusto ricominciare… Per non disperdere un pezzo della nostra storia recente. Per alimentare sempre la speranza di rivivere presto certe sensazioni. E per ricordare a dovere un grande Amico come Jean Paul Bonomi che lunedì scorso avrebbe compiuto 45 anni…

Da qualche stagione a questa parte il differimento al lunedì sera delle gare di campionato delle squadre impegnate il giovedì nelle trasferte di Europa League è ormai una consuetudine.Fino al 2011 non era così ed all’uscita di un dettagliato elenco di anticipi e posticipi programmati sino a metà dicembre… i tifosi azzurri si erano affrettati a prenotare l’aereo per volare a Roma ad assistere allo storico Lazio-Novara in calendario domenica 4 dicembre 2011 alle canoniche ore 15.La “doccia gelata” era arrivata un mesetto prima. Era un lunedì pomeriggio e Lotito aveva cominciato a polemizzare perché gli impegni con Vaslui (in Romani) e Novara (in casa) erano fissati a soli 3 giorni di distanza.

Ho parlato con un amico di Roma… La Lazio presenterà una richiesta di spostare la partita con il Novara che però ha pochissime speranze di essere accolta in Lega…” aveva provato a tranquillizzarci Jean Paul con il suo solito fare, perentorio e rassicurante.
Ed invece… Lotito dixit… verso le 19 di quella stessa sera… la decisione era già ufficiale… Lazio-Novara si sarebbe giocata di lunedì alle 20.30 con buona pace di chi (noi compresi) aveva già prenotato il volo…

Beh dai possiamo salvare almeno…” aveva abbozzato al telefono Paolo Molina in un vano slancio di ottimismo… “No, Paolo, non salviamo proprio nulla… dobbiamo ricomprarci andata e ritorno…” l’avevo stoppato con il mio solito freddo pragmatismo.

Ovviamente malgrado il surplus di spesa… non avevamo nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di desistere. E chi si sarebbe mai perso una partita di campionato del Novara all’Olimpico?
Mi era tornato alla mente uno scambio di battute di qualche anno prima al “Bar Novara” tra Riccardo Mastagni ed il supertifoso Ghigo.
Io alla domenica non posso venire allo stadio… perché vivo a Roma” aveva detto il neo dirigente azzurro. “Presidente, portaci in A… così un paio di partite all’Olimpico le puoi vedere anche tu…” aveva risposto con la solita prontezza il “semprepresente” Ghigo.

Ci siamo! Eccoci, io e Paolo, ben prima del mezzogiorno di lunedì… alla Stazione Centrale di Milano in attesa di Jean Paul che “fredda” subito papà Mario Molina al telefono con un “nelle prossime 3 partite il Novara farà 0 punti”.

Sembra un pronostico catastrofico… invece è puro realismo perché affronteremo in rapida sequenza Lazio (in trasferta), Napoli (in casa) e Juventus (in trasferta). Noi invece siamo animati da un ottimismo finanche eccessivo… retaggio delle due vittorie ravvicinate contro Parma e Catania (al “Massimino” in Coppa) che ci hanno fatto credere di nuovo di “valere la serie A”.

Il “Frecciarossa” ci porta a destinazione in circa 3 ore… ed io ripenso a quando un paio di anni prima, mentre ero diretto al Tribunale per i Minorenni di Bologna, avevo chiacchierato con un vicino di posto  che mi aveva detto: “Ma chi viaggia più in macchina? Il treno è il presente… e soprattutto il futuro…” Io, sommessamente, gli avevo raccontato della mia grande passione domenicale… e gli avevo fatto notare come fosse difficile raggiungere Crema o Portogruaro con i mezzi pubblici….

Ora i tempi sono cambiati e possiamo andare anche in trasferta a vedere il Novara con il “Frecciarossa”!

Dopo una passeggiata nel cuore di Roma, mentre il cielo ci regala un po’ di pioggia, il trio si divide… Paolo va a salutare una sua vecchia amica appena sposata… mentre io e Jean Paul saliamo nell’ufficio di un suo collega lazialissimo… A

lla lunga finisco col rimanere un po’ preso in mezzo tra le due mini-compagnie ed a rimetterci… è il mio stomaco… Non c’è un posto che possa nemmeno lontanamente soddisfare le aspettative gastronomiche di JPB… e così la mia cena si limita ad un paio di stuzzichini… in un mini-aperitivo in zona. Con Paolo (che invece ha mangiato qualcosa) raggiungiamo l’Olimpico su di un taxi guidato da un tifoso della Reggina che ovviamente ci rinfaccia il capolavoro di Rigoni che aveva spezzato a giugno il sogno amaranto. Io comincio un collegamento con una radio di Napoli che tratta dell’imminente posticipo… Ho l’onore di rappresentare il Novara… mentre come interlocutore laziale c’è addirittura Pino Wilson, capitano della Lazio dello scudetto 1974… Volete mettere?Arriviamo all’Olimpico con buon anticipo… ma qui comincia l’Odissea. Per fare un favore all’amico Fabrizio Patrucco (non ancora fotografo ufficiale del Novara) ho ceduto a lui il mio accredito radio… chiedendo di entrare come inviato del “Corriere di Novara”. Non ci sarebbe nessun problema se non fosse che… tra il botteghino degli accrediti per la carta stampata e quello degli accrediti per radio e tv… c’è circa un chilometro di distanza. Un chilometro da percorrere a piedi… con l’ansia crescente determinata dal tempo che passa… e dal fatto di non avere punti di riferimento in uno stadio grande e per me ovviamente sconosciuto.Arrivo in postazione… con non più di 15 minuti di anticipo… già stanco e svuotato. La partita? Quasi non c’è… perché la Lazio sembra davvero di un altro pianeta. Le due squadre si affrontano con un 4-3-1-2 speculare, ma la qualità degli interpreti è giocoforza molto diversa. Basta confrontare il tridente azzurro (Mazzarani-Granoche-Rubino) con quello di Reja (Hernanes-Klose-Rocchi) a cui Tesser oppone la coppia Centurioni-Ludi nata nell’era Bellotto. A sinistra non c’è nemmeno lo squalificato Gemiti, sostituito da un Garcia che riscatta almeno sul piano temperamentale il brutto primo tempo della gara con il Siena.Sin dal fischio d’inizio la Lazio batte una serie infinita di calci d’angolo mentre i rossi (i nostri) indietreggiano paurosamente a ridosso della propria area di rigore. Pensare di poterla fare franca è solo un’illusione da tifoso. Sull’ennesimo corner Ujkani (al rientro in campionato) abbozza l’uscita, ma si fa precedere dall’imperioso stacco di Biava. Già Biava, quello che giocava nell’Albinese (poi Albinoleffe) e nella Biellese. Ed in porta c’è Marchetti, ex Pro Vercelli… che esulta come un pazzo… forse per lui è davvero un derby.

A metà tempo segna anche Rocchi, ancora di testa, lui è un ex Pro Patria e Saronno. Il Novara si ridesta solo nel finale di tempo quando Rigoni pennella una bella palla per Granoche che incorna troppo debolmente.La solita telefonata con Pdl dell’intervallo stavolta è carica di rassegnazione da ambo le parti, come mai era capitato in questo pur sofferto campionato.  Ad inizio ripresa riprende l’assalto biancoceleste. Klose scarta anche Ujkani eppoi si mangia un gol ormai fatto sotto la Curva Nord di casa. L’ingresso di Pesce permette a Rigoni di avere maggiore spazio per affondare. La gara resta virtualmente aperta sino ad una ventina di minuti dal termine quando ancora Rocchi fa il 3-0 dopo aver impostato e finalizzato l’azione. E pensare che “radiomercato” lo dava come primo acquisto di gennaio per il Novara. “Se voleva convincerci circa le sue qualità… direi che ha raggiunto in pieno l’obiettivo…” abbozzo a Paolo in diretta radio… per sdrammatizzare.

L’Olimpico vorrebbe il gol del neo entrato Cissè che invece colpisce solo un clamoroso palo. Sull’altro fronte anche i neo entrati Giorgi e Jeda vanno vicini al punto della bandiera.

I 25 mila laziali fanno festa per una vittoria sin troppo facile mentre risuona l’inno “Vola un’Aquila nel cielo…” cantato a squarciagola anche da qualcuno in tribuna stampa.

I giornalisti romani… insistono nel chiedere a Tesser… “Ma perché ha messo Ujkani?” ravvisando responsabilità del portiere kosovaro (che ha giocato con una mascherina) sul primo gol dei padroni di casa. Il Komandante difende sempre i suoi a spada tratta e fa così anche stavolta, ma a voler leggere tra le righe la sua risposta… suona come un qualcosa del genere: “Il recupero di Samir è troppo importante per noi… prima o poi dovevamo rischiarlo per fargli riprendere, un po’ alla volta, confidenza con il campo”.

Sulla prestazione invece niente alibi: “E’ stata pessima,  la peggiore nel corso di questo campionato. Avevo scelto di mandare in campo due attaccanti dal fisico possente nella speranza di riuscire a tenere palla ed allentare la pressione degli avversari. Invece nei primi minuti non azzeccavamo due passaggi di fila… e così la Lazio poteva ripartire dopo pochi secondi. Abbiamo avvertito troppo la tensione e ciò non dovrebbe accadere. Quando si affronta una squadra così forte bisognerebbe invece scendere in campo sereni, a giocarsela senza remore”.

Dalle sue parole traspare anche un filo di preoccupazione: “Questi ragazzi cominciano ad accusare anche la stanchezza. E’ un po’ che tirano la carretta. Ed al momento non ho molte alternative…”.Nei commenti a microfono spento Jean Paul infierisce sul nostro tecnico con cui non ha un rapporto idilliaco almeno da quel Novara-Reggina: “Oggi il Novara ha giocato esattamente come a Bergamo. Eppure dopo la sconfitta con l’Atalanta aveva cercato una serie di alibi…”.

Ci consoliamo con un tramezzino al bar dell’Albergo nel quale io e Paolo pernottiamo ad un passo da Fiumicino. Sullo sfondo Euronews che manda in sovraimpressione i risultati dei posticipi dei principali campionati, compreso Lazio-Novara 3-0.

Che differenza rispetto a due anni prima… quando il lunedì mattina incontravi gente ancora convinta che il Novara avesse pareggiato a Pagani perché il Televideo non aveva mai corretto lo 0-0 iniziale…

C’è il tempo di buttar giù un mesto editoriale che comincia così: “Questa volta niente alibi, né attenuanti. La Lazio ha gestito a proprio piacimento la gara contro un Novara che non è mai entrato in partita. Non era ancora successo nel corso di questo campionato nel quale finora ce l’eravamo giocata con tutte. Nemmeno ad Udine quando lo 0-3 era stato più il frutto di situazioni rocambolesche che non lo specchio di un dominio assoluto come quello che abbiamo visto ieri sera…”.La giornata di martedì si annuncia ancora molto lunga ed impegnativa.

Ho in testa solo un grande obiettivo… il pranzo… ma l’offerta di Fiumicino non può soddisfare il mio appetito. L’attesa è lunga, molto lunga. Incontriamo la comitiva “Parrigon” parecchio delusa e polemica. Il tempo della “luna di miele” con la società e la squadra azzurra… è finito da un pezzo…  Poi incrociamo un professore di rientro a Milano che con aria da intellettuale di sinistra un po’ distaccato infierisce: “Siete andati a Roma solo per una partita di calcio del Novara? Ma siete matti? Non sapete che tutte le gare di A e B sono truccate…”. Poi con il passare dei minuti si scioglie e ci racconta dei suoi viaggi al Sud per seguire la Juve Stabia, squadra di un suo grande amico…. Ci parla  dei giocatori delle “vespe” (neopromosse in B) con dovizia di particolari da vero calciofilo. Ad un certo punto sobbalziamo un po’ tutti. L’annuncio dell’aereo per Milano è improvvisamente sparito dal gate. Momenti di panico collettivo… mentre io penso “Beh almeno così mi salto la cena dei Fedelissimi”  ricordando con terrore la sfilata di politici e uomini noti dell’anno prima….

Era stata più una passerella che una festa di tifosi…. Con Giovanni Morani implacabile nel rimbrottarmi ad ogni tentativo di mangiare un boccone: “Ti sei dimenticato di citare Tizio!!! Cazzo, non abbiamo salutato Caio…”.Invece è solo un falso allarme… hanno semplicemente cambiato il gate di partenza del volo per Milano che raggiungiamo in fretta e furia.

A Malpensa non c’è ancora mio padre a prenderci… bloccato da un incidente (altrui) per strada. Non faccio tempo ad arrivare in ufficio… che mi piomba addosso un perito… chiamato per l’ennesima perdita in cantina…Non è proprio giornata... Mi ritempro solo guardando in tv Blardone che mostra i primi segnali di risveglio al via di quella che sarà una grande stagione. E soprattutto incrociando alla cena dei “Fedelissimi” il “gemello” Fabrizio Gigo, preziosa spalla di una serata non semplice da gestire. Quando chiamiamo a parlare Tesser… negli occhi e nello sguardante del Komandante… colgo però i segnali di una possibile grande reazione d’orgoglio contro il Napoli. Dai Novara, non tutto è ancora perduto…

Massimo Barbero

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