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lunedì 29 gennaio 2018 - 10:40
a cura di Massimo Barbero

La partita di ieri è difficile da giudicare. Però a preoccuparci, ancor più del severissimo risultato finale (ed ancor prima di qualsiasi considerazione tattica) c’è la considerazione che sul campo, dopo un avvio promettente, il Parma è parso la squadra maggiormente affamata, arrabbiata, cattiva. Sembravano loro quelli a caccia dei punti salvezza.
Alla lunga il “compitino” che era nella testa degli uomini di Corini non poteva bastare ed il conto da pagare è stato stavolta salatissimo anche per via di una serie di episodi. In fondo il copione di Parma-Novara non è risultato molto diverso da quello dell’andata: palo di Ronaldo su punizione e vantaggio gialloblu su palla inattiva segnato in probabile fuorigioco. A settembre però eravamo rimasti aggrappati alla partita superando anche il momento di sbandamento successivo all’1-0 di Barillà.

Stavolta tutto si è chiuso dopo il rigore di Calaiò che ha procurato anche l’espulsione di Mantovani. Eppure non l’avevamo cominciata male. Con Ronaldo capace di far girare efficacemente la palla ed i nostri centrocampisti propositivi negli inserimenti. Dopo un quarto d’ora però il Parma ha cominciato a metterci pressione stroncando sul nascere il tentativo di quel palleggio che ad ottobre, alla lunga, aveva addormentato il Palermo. E la nostra difesa è andata in sofferenza di fronte ai movimenti di Calaiò e Siligardi che non davano ai nostri centrali punti di riferimento. Abbiamo cominciato a sbagliare troppo in fase di disimpegno, a perdere palloni anche banali. L’infortunio di Mantovani e la successiva incertezza (esce o non esce?) hanno accentuato le nostre paure. Montipò aveva compiuto un paio di interventi determinanti dandoci l’illusione di poter arrivare almeno all’intervallo senza danni. Ed invece abbiamo incassato quel gol. Strano, stranissimo, con Lorenzo forse un po’ colpevole nel rimanere impiantato lì, dopo un abbozzo di uscita. Ma forse impossibilitato ad intervenire proprio dalla presenza degli avversari in posizione di fuorigioco. I gialloblu che non segnavano ormai da 5 partite (considerate le frazioni di gara contro Ternana e Novara) hanno trovato due reti ravvicinate nel giro di pochi secondi. Strano il calcio… concedi a Faggiano un budget illimitato da spendere in attaccanti ed affini… eppoi ad interrompere il digiuno basta una strana carambola, con la sfera che finisce in porta, non si sa nemmeno spinta da chi.

Dopo il 2-0 non c’è più stata partita. Corini ha scelto giustamente la strada dell’equilibrio perché buttandosi all’assalto in dieci uomini rischiavamo solo di beccare una goleada memorabile (con conseguenze pericolose per ambiente e morale in vista dei prossimi impegni). Per tentare davvero di riaprirla però sarebbe servita una giocata individuale, uno spunto in grado di creare almeno la situazione per riequilibrare la parità numerica. Non ci abbiamo mai provato e forse nemmeno mai creduto. E purtroppo è arrivato anche il tris, ancora in probabile fuorigioco (ma anche questo contro il Parma è un aspetto che non ormai fa più notizia).Sognavamo un altro gol brasiliano nella porta doveva aveva fatto centro Iuliano ed invece Ronaldo ha colpito solo l’ennesimo palo.

L’unico ponte con il passato è purtroppo rappresentato da quel rigore sbagliato da Sansone che ricorda, da lontano, quello fallito da Rigoni nell’aprile 2012. Forse ci eravamo abituati bene negli ultimi anni. Ad un Novara capace di dettar legge e spesso di centrare risultati clamorosi proprio nella tana delle grandi. Ripenso a Crotone (grande e sfortunata partita), Cagliari, Pescara, Verona, Frosinone e Palermo… e mi viene un po’ di magone. Perché stavolta siamo stati sopraffatti. Sul piano del gioco, della grinta, del risultato. E sotto l’aspetto del giudizio arbitrale da parte di un Saia confuso, irritante e mal consigliato dai due assistenti balbettanti. Il clan dei “bananeros” che ritornano ciclicamente alla stanza dei bottoni non vede l’ora di riabbracciare la “favola Parma” con i suoi miliardi (pardon milioni di euro) che vanno e vengono. E noi gliela lasciamo godere volentieri… perché il calcio di provincia che ci ha fatto innamorare era decisamente un’altra cosa.Dalla nostra abbiamo ora ben altri problemi.

Il più urgente ed immediato si chiama Ascoli. Un brutto cliente da affrontare per un Novara privo di 3 giocatori squalificati. Onestamente avrei preferito affrontare la squadra di Cosmi due settimane fa quando da quelle parti girava l’illusione che tutti i guai fossero finiti con la vittoria di Brescia ed i tre innesti (immediati) di mercato. Piuttosto che adesso che Presidente e Cosmi hanno punito e schiaffeggiato la squadra (in senso figurato ovviamente…) dopo la figuraccia di Vercelli con un ritiro punitivo ad oltranza. Ma tant’è. La sfida di sabato prossimo mi ricorda quella che l’Azzurra Hockey ha appena vissuto e superato contro il fanalino di coda Seregno, avversario mai domo che ci ha fatto soffrire fino agli ultimi secondi di partita. Ci sono stati momenti difficili al “Palaverdi”, siamo stati sotto ad una decina di minuti dalla fine. Ma la truppa di Mario Ferrari non ha mai mollato perché aveva capito che quella era “la partita” da affrontare con la grinta giusta. Questo Novara-Ascoli per noi è “la partita” e dobbiamo viverla con più fame di un avversario che già sappiamo affamato ed incazzato.

L’unica bella notizia di un sabato calcistico amarissimo è rappresentata dal rientro di Chiosa che ci permetterà di ritrovare (quando riavremo Mantovani) una solidità difensiva garantita da un terzetto di interpreti puri, senza pericolosi adattamenti di ruolo che possono reggere per una partita, ma difficilmente valgono alla lunga. Il mercato finora ci ha regalato quella “profondità della rosa” tanto invocata nelle interviste stagionali del tecnico. Maracchi e Seck ci assicurano un paio di alternative in più alzando il livello di competitività interna nei rispettivi reparto. Speriamo che Puscas (nell’età giusta per esplodere) ed il ritorno di Sansone aumentino la pericolosità del nostro attacco, ora orfano anche delle accelerazioni, a volte determinanti nel girone d’andata, di Chajia e Da Cruz.Il vero salto di qualità però lo potremo fare solo se e quando individueremo in pianta stabile il nostro regista. Ronaldo? Orlandi? Casarini? Oppure un quarto elemento da pescare al mercato nei soli tre giorni che restano?

E’ questo l’ultimo nodo che resta da sciogliere prima del 31 gennaio per provare a disegnare una squadra che sappia scongiurarci quel ritorno di sofferenze che, più o meno tutti noi, paventiamo al momento. Il calcio è difficile da interpretare. Un anno fa gli equilibri inseguiti per tutto il girone d’andata erano arrivati solo all’indomani di una cessione che ritenevamo dolorosa quale quella di Nicolas Viola

L’importante è mostrare di avere le idee chiare ed agire di conseguenza… finchè siamo in tempo…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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