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lunedė 21 agosto 2017 - 09:30
13^puntata: Lecce-Novara 1-1

Dopo l’1-1 con il Siena la speranza principale a cui aggrapparci era che almeno il Lecce fosse davvero più scarso di noi. Una convinzione ulteriormente alimentata dalla sconfitta dei salentini nel posticipo di Palermo del giovedì sera, ma raffreddata dalle referenze del sempre prudente papà Molina che aveva visionato i giallorossi nel corso di uno dei suoi tanti viaggi in Sicilia: “attenti che non sono mica così deboli…”.

Sta di fatto che quella di Lecce è la prima vera trasferta di serie A da dilatare in un week end intero, come ai bei tempi. La location è particolarmente allettante e permette a Jean Paul Bonomi di sbizzarrirsi da par suo.

La compagnia però si divide, ancora una volta. Al sabato partiamo io, Paolo e Jean Paul con Danny che ci accompagna a Malpensa guidando l’auto del Bonomi. Ci raggiungerà in Salento soltanto la domenica assieme a Marco Foti, dopo aver pernottato a Pettenasco per la gioia di Emanuele e Susanna.

E’ una due giorni ricca di cose da raccontare. Il primo episodio non è esattamente simpatico. A Malpensa c’è più coda del solito perché molta gente parte per il ponte di Ognissanti. Jean Paul non ha troppa voglia di aspettare e s’infila da sgamato viaggiatore. Provo ad imitarlo anch’io… quantomeno per non rimanere da solo… e puntualmente vengo beccato da un signore che giustamente m’infligge una meritata romanzina. Arriva anche Paolo ad infierire dicendo: “E pensi che è pure Avvocato…”.

Al che me la cavo, dopo le doverose scuse, con una battuta (“mi dia almeno le attenuanti generiche….”) che riporta il sereno con il nostro interlocutore che sorride divertito.Il secondo momento di tensione coincide con l’arrivo a Brindisi. C’è da affittare l’auto con tanto di carta di credito (non prepagata) da dare in garanzia. Paolo alla vigilia era stato chiaro “Per una volta preferirei non essere io a metterla…” e Jean Paul, come in altre occasioni, l’aveva tranquillizzato “ci penso io!”. Al momento del ritiro però la consegna al Bonomi è bloccata dalla compagnia che ha un contenzioso aperto (risalente alla finale di Champions dell’Inter) con il nostro amico…

Dunque bisogna intestare il contratto di noleggio a qualcun altro… Io non ho ancora la carta di credito (la farò a Natale soprattutto per ragioni calcistiche) ed allora il prescelto, come in tutte le precedenti occasioni, è… Paolo Molina che perde la consueta calma tirando nella fessura a mo di fresbee la carta verso la malcapitata impiegata che replica: “E che c’entro io???”.

A ripensarlo oggi è un momento davvero comico. Anche perché poi la tensione si scioglie in pochissimi minuti e si torna a ridere ed a scherzare come se nulla fosse ancor prima di arrivare a destinazione. Lecce è una città affascinante, arricchita da una clima ancora accogliente anche in pieno autunno e dal vantaggio di essere circondata da tantissimi luoghi altrettanto meritevoli. Stavolta il centro è gremito da novaresi che si sono concessi il week end in Puglia in occasione dell’evento calcistico. Andiamo a cenare molto presto, quasi in orari piemontesi. Il locale (nei dintorni di Lecce) è deserto e ci servono velocemente proprio per lasciare il tavolo ad altri clienti. Rientriamo in albergo che non sono neanche le 10 e Paolo si rintana in camera a vedere il finale di Inter-Juve. Anch’io e Jean Paul facciamo la stessa cosa, ma accompagnando la visione del match con una birra nel locale strapieno di tifosi bianconeri che troviamo appena sotto. La squadra di Conte è in vantaggio per 2-1 e tremo all’idea di un esultanza smodata di Jpb (tiepido tifoso interista) in caso di pareggio nerazzurro. Non so come la prenderebbero gli altri avventori. Per fortuna il risultato non cambia e dopo una veloce passeggiata ci buttiamo sotto le coperte a sognare un successo azzurro.La domenica mattina Paolo si sveglia presto, ma rinuncia alla corsetta che aveva in programma di fare. C’è ancora tanto tempo per girare Lecce in attesa che ci raggiungano Daniele Faranna e Marco Foti.

Si indugia oltremisura al momento di scegliere il locale per pranzo con Jean Paul che fa un po’ i capricci. Lo rinfranca il fatto che sia disponibile la “Coca Zero” che ordinava ovunque suscitando la nostra prevenuta ilarità.Il “Via del Mare” ci accoglie in maniera abbastanza dimessa. Ci sono poco più di 6 mila spettatori sugli spalti per quella che sembra già una sfida da ultima spiaggia per la panchina di Di Francesco. A rileggerla adesso la formazione del Lecce non è esattamente da buttare. Oltre a Cuadrado c’è gente come Mesbah e Bertolacci che presto finirà al Milan. Senza dimenticare un centrale abituato alla serie A quale Carrozzieri, il Campione del Mondo Oddo, due promesse che resteranno tali come Strasser e Giandonato, l’ex juventino Olivera. Il centravanti è Corvia ancora nel pieno della carriera.

Tesser si affida alla “vecchia guardia”. Rispetto alla squadra promossa in A ci sono appena 4 volti nuovi: Paci a far coppia con Centurioni, Mazzarani di nuovo trequartista dopo l’infortunio di Bergamo che aveva fatto temere un’operazione al ginocchio, nonché Meggiorini e l’ex Jeda là davanti. L’arbitro Romeo a me ricorda la soffertissima promozione con l’Alto Adige (Sudtirol) dopo 120’ di afa.Il Novara in maglia bianca parte bene dando l’impressione di poter mettere in seria difficoltà un Lecce già contestato dal proprio pubblico. Il portiere Benassi deve uscire per fermare Meggiorini lanciato da un passaggio errato di Mesbah. Poi è Mazzarani a rendersi pericoloso con due inserimenti centrali non concretizzati dai compagni. La squadra di casa si rende minacciosa solo con un calcio di punizione a girare di Olivera che sfiora il montante. Sino al 31’ quando matura, inatteso, il vantaggio giallorosso: Strasser detta l’azione, poi aspetta l’assist che gli viene pennellato da Cuadrado dalla destra e di testa firma l’1-0. Una doppia beffa perché il milanista era stato a lungo in predicato di vestire l’azzurro del Novara nel corso dell’ultima campagna acquisti estiva.Siamo ancora sotto però stavolta in nostri non accusano minimamente il colpo, anzi. Si ributtano in avanti con ancora maggiore convinzione schiacciando il Lecce a ridosso della propria area.

E’ il 39’ quando Meggiorini gela il “Via del Mare” pareggiando con una rovesciata davvero spettacolare. La gioia è di breve durata perché il primo assistente (che di cognome fa Rubino…) ha la bandiera alzata. Io e Paolo, come sempre, non ci sbilanciamo nel giudizio… Fin quando io non riesco a scorgere un replay da un monitor che sta qualche metro più sotto e dico: “Ahi ahi ahi Paolo… ci risiamo!”. L’immagine non lascia dubbi: il gol era regolare proprio come quello di Granoche a Bergamo. Stavolta però non c’è il tempo per recriminare perché subito dopo Rigoni fa girare la testa in area a Mesbah che lo stende platealmente. Rigore netto che Marco trasforma spiazzando Benassi con la consueta tranquillità.Si va al riposo sull’1-1 decisamente rinfrancati ed ottimisti. Il Novara nelle ultime settimane è sempre andato in crescendo nella ripresa… E stavolta il Lecce (che ha già perso Esposito per infortunio) pagherà inevitabilmente dazio per il giorno in meno di riposo (ha giocato giovedì sera). Convinzioni che esterno nella consueta telefonata con Pdl che dalla redazione mi conferma che il gol di Meggiorini era buono.

Invece ricomincia un’altra partita, diversissima da come l’avevamo immaginata. Lo spavento iniziale arriva già al 2’ con Corvia che si presenta liberissimo in area costringendo Fontana al primo salvataggio della serie. Sul corner successivo il gigante Carrozzieri non inquadra la porta di testa. Il Novara avrebbe gli spazi per ripartire, ma adesso agli azzurri mancano coraggio e lucidità. Meggiorini si libera bene per poi calciare malamente oltre la traversa.I nostri si fanno prendere dalla paura quando anche Paci si infortuna. E’ il terzo centrale kappao dopo gli incidenti che hanno bloccato Lisuzzo e Ludi. Entra Dellafiore, Tesser capisce che bisogna portare a casa la pelle e pensa a rinforzare il centrocampo Radovanovic e Giorgi. Finiamo con un inedito 4-4-1-1 con Rigoni a supportare il solo Jeda sprecando un paio di contropiedi al momento dell’ultimo passaggio. Le squadre si allungano per la stanchezza del triplo impegno settimanale e Di Francesco inserisce Muriel che negli spazi può essere devastante. Ad un centro punto entra anche Pasquato che ci ha purgato con la maglia del Modena nel campionato precedente.

Il Novara si aggrappa alla vecchia guardia. Centurioni è l’ultimo baluardo là dietro anche perché Dellafiore inspiegabilmente si allarga sulla destra. Fontana è straordinario nel cogliere in anticipo tutte le situazioni e nell’uscire per sventare sul nascere le azioni giallorosse. Forse non potrebbe nulla sull’ultimo colpo di testa di Olivera ben imbeccato da un cross pennellato da Oddo però, per nostra fortuna, la sfera si spegne a lato.E’ calata persino un po’ di oscurità al momento del triplice fischio finale di Romeo. In tribuna il vostro cronista trema per la tensione (e non certo per il freddo) accumulata nell’ultimo frangente di gara. Gli ululati del “Via del Mare” nei confronti di Di Francesco ci fanno credere che la sua avventura sulla panchina del Lecce sia ormai al capolinea.In sala stampa cerco di sfogarmi polemizzando per il gol annullato a Meggiorini, ma i colleghi locali non mi cagano di striscio. E’ un po’ come se noi dovessimo pareggiare in casa una gara di campionato con il Borgosesia (in effetti è accaduto in passato) …onestamente non ci importerebbe nulla di quello che pensa o dice l’avversario… saremmo semplicemente delusi per la prestazione del Novara. E’ così accade anche per i giornalisti di Lecce che si sentono superiori rispetto alla nostra realtà, forti di un trentennio quasi ininterrotto di A e B.

Sul muro di “Forzanovara” monta la polemica nei confronti di Tesser troppo rinunciatario nella ripresa (alla luce delle sostituzioni). E’ una critica che verso fine campionato gli indirizzerà anche il ds Giaretta richiamando proprio la trasferta di Lecce nel dire: “Avremmo dovuto essere più coraggiosi in certe occasioni”. In realtà il Komandante spiega che l’infortunio di Paci gli ha impedito di inserire Morimoto. Eppoi che a cambi ultimati si è fatto male anche Dellafiore (che per questo agiva sull’out) costringendoci a chiudere praticamente in dieci. La difesa è ai minimi termini. “Spero di recuperare almeno Ludi…” dice Tesser pensando alla gara difficilissima con la Roma.Di Francesco condanna l’ingenuità di Mesbah che ha determinato il rigore propiziato e trasformato da Rigoni ed afferma: “Non la buttiamo dentro nemmeno con le mani… Eppoi la figura dell’asino la fa l’allenatore…”.In zona mista Pederzoli esclude interventi immediati sul mercato: “arriviamo a gennaio con quest’organico. Poi faremo le nostre valutazioni…”.

Mazzarani rimpiange un mancato passaggio di Rigoni in una delle ultime ripartenze: “se Marco l’avesse alzata mi sarei trovato solo davanti al portiere…”.Noi ci dirigiamo in auto verso Brindisi ovviamente ospitando Danny Faranna e Marco Foti che ripartiranno verso Bergamo. E’ una specie di passaggio di consegne tra Jean Paul e Marco che in auto discutono (di questioni calcistiche) di frequente ed in maniera talvolta anche un po’ accesa. Sono state create le basi per il passaggio di Foti a Radio Azzurra, ma già si intuisce che la convivenza con Bonomi sarebbe impossibile. Anche e soprattutto nel gruppo delle trasferte.

Sarebbe come giocare con Galabinov ed Evacuo in campo assieme. Possono funzionare per qualche minuto in coppia ed essere devastanti, non in pianta stabile.A Brindisi Danny fa leggere a Mazzarani la pagella che gli ha appena dedicato il “cuginone” Matteo Francesco Faranna. Il 6 fa pensare ad un commento lusinghiero invece il giudizio è pieno di critiche che infastidiscono un po’ il talento romano.Noi prendiamo un volo di linea, lo stesso del Novara. Al momento dell’imbarco dico a Jimmy Fontana: “che emozione! Non avevo mai viaggiato con una squadra di serie A…”.

Ad attenderci a Linate c’è il mio grande amico Bicio con la moglie Betty che si sono prestati molto gentilmente a venirci a prendere di domenica sera in un aeroporto non comodissimo da raggiungere da Novara. Jean Paul non manca di imporre le proprie strade (“gira di qui, no… svolta di là… mannoooo!”) anche a due persone che ha appena conosciuto.Arrivo a casa tardi, soltanto l’indomani scrivo un Editoriale che comincia così: “Tra due squadre che devono assolutamente vincere spesso il risultato più probabile è proprio il pareggio… Ce lo teniamo stretto perché questo passa il convento e salutiamo senza rimpianti un mese di ottobre pieno di infortuni, sfighe, contrarietà… Non abbiamo certo raccolto quanto avevamo sperato in queste ultime partite….
Ma quand’eravamo sul punto di affondare (dopo lo 0-1 di Calaiò e ieri dopo la rete di Strasser) siamo riusciti a rimanere a galla. Due pareggi in rimonta non fanno granchè classifica, ma sono un segnale di carattere e solidità, almeno in prospettiva”. Di fronte al pessimismo dilagante provo a scuotere un po’ tifosissimi e semplici appassionati: “Scusate, ma non è il momento di analisi razionali. Ragionando con la testa… il Novara dell’anno scorso non sarebbe mai potuto salire in serie A. E l’attuale non potrebbe certamente stare davanti nemmeno ad un Cesena che in estate ha speso tantissimo, ingaggiando un calciatore dalla quotazione milionaria come Mutu… Ma il calcio non è logica, né soltanto portafoglio. E fatto anche di cuore ed episodi. Dobbiamo aiutare questa squadra a ritrovare anche tra le mura amiche il cuore ed il coraggio delle passate, incancellabili, stagioni per ricominciare a correre e sognare anche in serie A. E gli episodi verranno. A dispetto di chi non ci considera da massima serie. A dispetto di assistenti che quando vedono un giocatore “normale” fare un capolavoro da fuoriclasse autentico alzano la bandierina… forse invidiosi per cotanta bravura… Riprovaci Riccardo… Forza Novara sempre!”

Massimo Barbero

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