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lunedė 01 maggio 2017 - 08:27
di Massimo Barbero

Ci sono due modi di giocare una partita come quella di ieri, autentico spartiacque del nostro finale di campionato. O vai in campo convinto di poter portare a casa i tre punti e prendi d’assalto chi di sta di fronte. O tiri la classica riga nel tentativo di incamerare il punticino che avrebbe voluto dire (Vicenza permettendo) salvezza matematica. D’accordo, ci sono anche gli avversari. Ma, con tutto il rispetto, il Brescia di ieri non mi è parso cotanta “corazzata” in grado da rendere impraticabile almeno una delle due strade ipotizzate. Quello che mi fa davvero incazzare (e, badate bene, le parolacce le uso di rado nei miei “editoriali” su Forzanovara) è che siamo andati a due velocità diverse: quand’eravamo in parità abbiamo giocato a ritmi da sfida di fine stagione, quand’eravamo sotto invece abbiamo ritrovato di colpo la rabbia (non la lucidità e nemmeno la brillantezza, ma almeno la rabbia sì) che avremmo dovuto avere nel corso di tutti i 90 minuti. L’abbiamo rimontata una volta, due… ed a momenti anche a tre volte… in quell’incredibile mischia (con probabile fallo da rigore su Dickmann) in pieno recupero.

Credetemi, faccio davvero fatica a giudicare questa partita, cosìccome mi sono trovato in difficoltà nello stilare le pagelle a caldo. Perché ho visto due incontri diversi. Il primo, scivolato via a ritmi da scampagnata, è terminato nell’esatto istante in cui Coly ha segnato il suo primo gol (quello di testa) e ci siamo resi conto che il Brescia faceva sul serio, che aveva tutta l’intenzione di andare a risorpassare in classifica il Trapani che aveva appena vinto. Da quel momento è cominciata un’altra gara con il Novara spaventato dalle conseguenze della possibile terza sconfitta in poco più di una settimana e finalmente convinto nell’andare a rimontare. Ma talmente leggero e presuntuoso da farsi infilare ancora quando, dopo il 2-2 di Chiosa, almeno il peggio sembrava scongiurato.

I numeri sono impietosi. Delle ultime 10 gare ne abbiamo vinta 1 soltanto (a Frosinone… quando meno te l’aspetti). Nel solo mese di aprile abbiamo perso 3 volte in casa, 2 delle quali nei minuti finali, appena dopo aver riagguantato il pareggio. Contro Verona e Brescia abbiamo preso gol quando stavamo ancora esultando per la rete appena segnata. Nelle 7 partite giocate ad aprile siamo stati sconfitti 5 volte. Ed ancora sempre ad aprile abbiamo sempre incassato almeno 2 gol per partita (con la sola eccezione del match interno con il Perugia) Era bello e dolce sognare i play off, ma la realtà è un’altra e sarebbe stata tale anche se, per qualche motivo, avessimo battuto il Brescia. Da metà marzo in poi abbiamo gradatamente perso per strada fame ed umiltà sfoggiate nell’ultima parte dell’inverno e sono riemersi tutti i limiti di una rosa che non è mediocre (tantomeno dopo le correzioni di gennaio) ma che non può mai permettersi di abbassare i ritmi, nemmeno per un istante.

Scusatemi, ma non riesco a parlare di singoli, tattiche, uomini e schemi dopo una beffa come quella maturata stavolta. Ieri hanno perso tutti coloro che sono andati in campo, Boscaglia compreso. Perché che lo spirito non fosse quello giusto lo si era capito sin dalle battute iniziali. Da fuori ci illudevamo fosse il dazio da pagare per un punticino salvezza, magari brutto da vedere, ma estremamente salutare per le nostre coronarie. Ed invece stavamo semplicemente giocando male, senza giustificazioni di sorta, molli come una squadra in vacanza, senza che la classifica ci permettesse di esserlo (né  a guardarla dall’alto, né a guardarla dal basso).

Sia maledetta sta quota 50 punti che ci ha fatto rilassare prima del dovuto…  nella convinzione di aver raggiunto almeno il traguardo minore (ma poi minore mica tanto… perché il nostro futuro passa inevitabilmente da lì). Ma lo sapete che nel 2009-10 (l’ultimo campionato prima del nostro ritorno a casa) Triestina e Padova si sono sfidate nei play out dopo aver conquistato 51 punti? Nelle stagioni successive l’allargamento della zona play off ha determinato un abbassamento quasi automatico della quota salvezza (perché non ci sono quasi più squadre demotivate nelle ultime giornate) ma questo è un campionato tutto particolare. Perché a sgomitare per evitare i due posti play out (ed anche per scongiurare la retrocessione diretta) ci sono quattro formazioni decisamente in salute dopo il cambio di allenatore (il momento di forma del Trapani dura dal 21 gennaio, la Ternana ha appena rallentato dopo un bel filotto, Vicenza e Brescia hanno dimostrato di essere ben più in palla di noi in questo momento). Dunque non sono escluse sorprese che potrebbero essere spiacevolissime per chi sentiva già in spiaggia. Anche perché ad alzare per tutte la quota tranquillità ha contribuito proprio il Novara che ha perso con sconcertante regolarità nel girone di ritorno al cospetto delle formazioni ora a cavallo tra il sestultimo e terzultimo posto.

Lottare per non retrocedere per tutta la stagione (come è successo a noi tre stagioni fa) è logorante, ma alla lunga ti permette di crearti quasi una corazza che ti mette al riparo dalle sofferenze. Ti aggrappi ad ogni appiglio di speranza come quando ci eravamo convinti che il Varese fosse ormai in caduta libera. Ricordo un ritorno da Empoli (dopo l’ennesima sconfitta) quasi sollevati… perché Pavoletti e compagni non erano riusciti a staccarci nemmeno giocando in casa contro un Brescia già tranquillo. Invece ripiombare nella paura dopo che ti ritenevi ormai al riparo da cattive sorprese è terribile perché non hai meccanismi difensivi pronti ad arginare l’ansia. Ricordo bene la tensione provata in un Novara-Padova della prima stagione con De Salvo al timone allorchè eravamo stati travolti dalle classifiche avulse per il terrore di doverci poi giocare la salvezza a Busto. Ed ancora le inquietudini provate nel 2004 al ritorno proprio da una trasferta a Cesena che aprì la strada al “celebre” Novara-Prato. Al di là di come vanno a finire certe cose (sono ancora assolutamente convinto che questo campionato del Novara si concluderà bene) rimane una scia non positiva che è destinata a ripercuotersi anche nella stagione successiva. Insomma, nel bilancio finale di questa annata non potremo non tener conto di questa pesante flessione d’aprile (e speriamo solo d’aprile). Detto questo, lungi da me l’idea di far scattare degli allarmismi esagerati. Siamo ancora (ampiamente) padroni del nostro destino e non ci resta che andare a prenderci nelle prossime partite i punti (2 o 3) che ci mancano. Senza però aspettarci regali altrui o avversarie compiacenti. Continuare a ripeterci che siccome abbiamo tagliato quota 50 siamo comunque salvi… potrebbe essere davvero l’anticamera del suicidio sportivo. Forse sarà così, ma ora non possiamo saperlo e l’azzardo di stilare tabelle è un rischio che non possiamo permetterci. Salvi lo saremo solo se manterremo cinque squadre alle nostre spalle la sera del 18 maggio e per ora questa certezza non l’abbiamo.

A Cesena sarà durissima viste anche le assenze di Dickmann e soprattutto Casarini contro una squadra che ha appena impallinato Benevento e Cittadella. Se giocheremo come contro Vicenza e Brescia non credo avremo grandi speranze di fare risultato. Ma ogni partita ha la sua storia e speriamo che quella del “Manuzzi” sia decisamente diversa dalle ultime che abbiamo appena vissuto. Nei momenti più complicati della stagione questa squadra si è sempre ricompattata ritrovando unità d’intenti, energie e risultati talvolta insperati (vedi Verona o Frosinone). E’ bene mettersi in testa già sin d’ora che quello di sabato prossimo è un pomeriggio di fondamentale importanza per noi per non macchiare con paure impreviste (e per questo ancora più insopportabili) una stagione che sino a due settimane fa era ampiamente in linea con i programmi estivi.

Cari ragazzi che indossate la maglia azzurra… Dopo averci messo del vostro per rovinarci (al di là del maltempo) il giorno di relax del 25 aprile… avete fatto il bis alla vigilia della festa del 1 maggio… Tra poco più di un mese ci aspetta il piccolo ponte del 2 giugno… Per allora gradiremmo tutti quanti essere calcisticamente in vacanza già da un po’… Onestamente non mi pare di pretendere troppo… Poi… grazie ed arrivederci... a tutti coloro che, per svariate ragioni, hanno dimostrato sul campo di non sentirsi particolarmente motivati a guadagnarsi la riconferma…

Noi non smetteremo di esserci a gridare comunque… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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