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domenica 02 aprile 2017 - 06:07
di Massimo Barbero

I migliori momenti del Novara 2016-17 sono coincisi indubbiamente con il periodo di forma più brillante dei nostri attaccanti. Siamo andati in difficoltà a settembre ed ottobre quando Galabinov era la brutta copia del giocatore attuale (e persino di quello pur discontinuo della passata stagione). Per contro abbiamo inanellato 4 vittorie di fila (a cui aggiungerei le belle prestazioni casalinghe con Pisa e Cittadella) allorchè il modulo inaugurato a fine gennaio trovava finalmente uno sbocco proficuo in quanto Sansone, Macheda ed Andrey riuscivano davvero ad essere determinanti dalla tre-quarti in su. La partita con lo Spezia ha rappresentato il top del rendimento offerto dalla nuova coppia d’attacco che, per almeno un’ora, aveva mandato fuorigiri la difesa ospite.

Adesso la situazione è diversa. Sansone e Macheda (ieri però impiegato per pochi minuti) non riescono più ad essere determinanti e Galabinov da solo non basta a mascherare i nostri problemi. Perché Kupisz non risulta quasi mai incisivo sulla fascia destra, Casarini e Cinelli, per caratteristiche naturali, sono più interditori che costruttori di gioco ed Orlandi sta accusando più di una battuta a vuoto. 

Al posto di Boscaglia io ieri avrei schierato una formazione leggermente diversa. Con Dickmann sulla destra per supportare con un altro uomo attento anche alla fase difensiva (ma comunque potenzialmente micidiale anche negli inserimenti) il solito tridente d’attacco Sansone-Macheda-Galabinov. Resto convinto che alla distanza Federico ed Andrey avrebbero potuto avere la meglio sul pacchetto centrale rossoverde (pur adesso rinforzato da un Diakitè esuberante dal punto di vista fisico per almeno un’ora). Il tecnico di Gela l’ha pensata diversamente (ed alla vigilia i suoi progetti potevano certamente avere un senso logico alla luce di quello che si era visto a Bari). La sua idea di calcio è forse naufragata perché la squadra, dopo un inizio promettente, ha smesso di allargare il gioco con razionalità: Calderoni ha potuto spingere solo a corrente alternata e Kupisz è risultato ancora inconcludente nei propri affondi. Orlandi si è smarrito ben prima del solito mancando nel consueto lavoro di raccordo tra centrocampo ed attacco. Così Sansone era costretto ad indietreggiare per andare a cercarsi palloni giocabili con il risultato di lasciare Galabinov (determinato sin dall’avvio di partita) in balia dei due centrali ospiti e di qualche fischio sin troppo severo del Baroni sbagliato. Come se non bastasse… i nostri difensori (Mantovani e Chiosa in primis) hanno commesso una serie di errori in fase di palleggio davvero insoliti… che hanno finito con il dare coraggio ad una Ternana che non aveva mai vinto in trasferta in questo campionato.

Nel primo tempo il Novara ha attaccato quasi costantemente, ma è stata la squadra di Liverani a creare le due occasioni migliori: Palombi ha “ciccato” un pallone d’oro in piena area eppoi Petriccione ha sparato debolmente addosso a Da Costa. In mezzo abbiamo vissuto qualche altra situazione rischiosa vanificata dalla posizione irregolare degli attaccanti umbri.

Eppure il finale di tempo faceva comunque ben sperare. Nell’ultimo quarto d’ora la nostra squadra era andata in crescendo, allargando finalmente il gioco in maniera continua e convinta, costringendo così gli ospiti a concederci una lunga serie di calci d’angolo. Non avevamo fatto vedere cose trascendentali (né costruito una vera palla gol degna di questo nome) ma si aveva la sensazione che alla lunga avremmo potuto mettere alle corde la resistenza di una Ternana che stava dando il proprio massimo nel tentativo di limitare un avversario oggettivamente più forte.

Invece la ripresa è cominciata con un’altra lunga sequenza di errori da una parte e dall’altra. Ci siamo fatti infilare in una ripartenza con la nostra difesa estremamente statica, incapace di liberare anche dopo il primo salvataggio di Da Costa sulla conclusione ravvicinata di Petriccione. E’ bastato inserire Adorjan per vedere finalmente un giocatore vivace tra le linee, in grado di svolgere in maniera efficace il compito che Orlandi sino a quel momento aveva solo abbozzato. Peccato che il magiaro, per alcuni minuti, abbia predicato nel deserto nel contesto di una squadra slegata, con troppi uomini fermi ed intenzionati a risolvere la gara con una giocata personale.

La Ternana ci ha ridato coraggio cominciando ad indietreggiare pericolosamente. Il doppio cambio operato da Boscaglia poco dopo il 25’ è valso la scossa sperata: Dickmann è apparso l’uomo “cattivo” negli inserimenti che ci mancava, Galabinov ha fatto un gran lavoro anche come esterno d’attacco (non a caso l’1-1 è nato da una palla ben difesa dal bulgaro) Sansone è risultato finalmente pericoloso una volta confinato sull’out sinistro, senza avere più la necessità di andarsi a cercare palloni svariando per tutto il campo. Per una decina di minuti, a cavallo del pareggio di Calderoni, la truppa di Liverani non ci ha capito nulla. Sull’1-1 ed in una tale situazione di classifica (tranquilla) e di supremazia contingente sul campo onestamente sarebbe stato un peccato non tentare il tutto per tutto per provare a vincerla, anche a costo di rischiare di perderla.

Tre settimane fa con la Pro Vercelli non avevamo mai mollato gli ormeggi, spaventati dall’idea di un’altra beffa come quella dell’andata ed in effetti le “bianche casacche”, rigore a parte, non avevano mai creato una sola azione in grado di far pensare al colpaccio. Stavolta ci abbiamo provato e ci è andata male. Il rammarico però non è tanto per quella “stilettata” di Palombi quando almeno il peggio sembrava scongiurato. Il rimpianto più grande è per non aver approcciato da Novara la partita sin dall’inizio. Sarebbe bastata una prestazione appena sopra la sufficienza (e non infarcita dai consueti omaggi agli ospiti) per battere un avversario che aveva giocoforza la fragilità di ogni fanalino di coda.

Dal 2008 ad oggi la Ternana ci ha rifilato almeno un paio di “suonate” clamorose al “Liberati”. Negli ultimi due campionati però abbiamo elargito una serie di regali alla formazione umbra per i quali meriteremmo almeno un encomio quali “benefattori” di una squadra che senza gli immancabili 6 punti garantiti ogni anno dal Novara farebbe molta fatica a conservare il proprio posto in serie B (e quelli della stagione in corso potrebbero pure non bastare!). Anche in una partita mal giocata come quella di ieri… gli azzurri hanno dimostrato di avere qualcosa di più dell’avversario… Ma nel calcio si sa che chi la butta dentro ha sempre ragione e recriminare su un risultato “sfortunato” è esercizio davvero stucchevole a posteriori. Piuttosto le “Fere” nel contesto di una gestione tecnica quantomeno confusa e discutibile (anche se è sempre difficile giudicare a distanza) hanno sfoggiato almeno un paio di giovani interessanti quali Petriccione ed il laziale Palombi. Vien da pensare che se a gennaio, anziché dedicarsi al mercato delle “figurine”, avessero prestato più attenzione al materiale tecnico in casa (ed ai correttivi da apportare non per forza roboanti) ora probabilmente la loro classifica sarebbe meno compromessa di quanto non dicano i 32 punti attuali. 

Non dobbiamo fare un dramma di questa sconfitta, ma prenderla per quello che è. Ovvero lo scivolone quasi fisiologico al termine di due mesi in cui il Novara aveva reso persino al di sopra delle proprie possibilità e qualche volta si era salvato con un pizzico di fortuna. Ho ben in mente le nubi nere che si addensavano sul nostro capo in Sicilia… a San Gaudenzio… dopo la brutta battuta d’arresto di Trapani e logorati dalle quotidiane incertezze di mercato… Se quel giorno un oracolo ci avesse detto che saremmo stati ben 10 giornate senza perdere… ci saremmo messi a ballare sotto la pioggia… lungo le strade deserte ed inondate d’acqua di San Vito Lo Capo… Dunque oggi è giusto essere delusi, ma senza esagerare. 

L’importante è (qualunque cosa accada a Ferrara) non pensare di potersi permettere di tirare i remi in barca sin da ora, a quasi due mesi (9 giornate) dalla fine della regular season. Sarebbe pericolosissimo in un campionato in cui praticamente tutte le squadre hanno un obiettivo ed il calendario non ci farà certo degli sconti nelle prossime settimane (le prime tre della classifica da affrontare in rapida sequenza!). Si rischierebbe di buttar via tutto quanto di buono questa squadra ha saputo fare da febbraio in poi e sarebbe un vero peccato anche in prospettiva futura. 

Personalmente provo invece grande dispiacere per l’infortunio di Corazza (come per quello di Pacini di una decina di giorni fa). La nostra stagione più difficile e delicata dell’era De Salvo, per svariate ragioni, rimane quella del ritorno in Lega Pro… ed aver vinto subito quel campionato ha rappresentato un’ipoteca su un futuro ancora radioso per il nostro Novara. I protagonisti di quella annata vissuta in costante salita per me rimangono degli eroi e Simone è certamente uno di quelli. Per quei gol determinanti a Feralpi, Renate, Lumezzane… e chi più ne ha più ne metta… senza i quali forse oggi affronteremmo la Giana Erminio (non l’ho scritta a caso!) e non Spal e Verona… Il nostro numero 11 è stato determinante anche nella passata stagione, quella del ritorno a casa, quale giocatore in grado di garantire gli equilibri in campo come nessun’altro esterno sinistro della rosa. A fine ottobre ed adesso ha pagato un conto troppo salato alla sua innegabile generosità e di questo me ne dispiace molto.

Sarò un romantico… ma se fossi il presidente De Salvo domani lo convocherei in ufficio per proporgli il rinnovo del contratto per un altro anno per dargli il tempo di recuperare nel migliore dei modi, senza affanni e preoccupazioni aggiuntive… A gennaio 2018 le proposte per lui certamente non mancherebbero. In casa azzurra Ludi, che ha vissuto di recente un dramma simile, forse può capire meglio di chiunque altro cosa possa provare un calciatore in certi momenti…

E’ stato un sabato amaro, ma tra due giorni si gioca ancora... e l’occasione di un riscatto anche clamoroso è dietro l’angolo. Nella buona come nella cattiva sorte… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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