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martedė 06 settembre 2016 - 17:49
di Massimo Barbero

Come si può vincere un campionato ingaggiando un centrale che ha collezionato solo 21 partite nel Forlì? Novara, sempre a caccia di grandi nomi anche in C2, storce un po’ il naso quando sulla pista da hockey di Viale Buonarroti Gozio presenta il ventiseienne difensore romano che ha alle spalle un’onesta carriera, spesa quasi interamente tra Teramo e Barletta.

Difficile, forse impossibile, coglierlo in quella calda sera del luglio 1995, ma in azzurro è appena arrivato un altro giocatore con il temperamento del vincente. Proprio quello che serviva per scalare quella C1 che dopo 14 anni di tentativi falliti era diventata un muro quasi invalicabile.

Ce ne accorgiamo nel pomeriggio del 17 settembre quando il Novara ospita in casa il Cittadella. Dopo lo 0-0 interno con la Solbiatese all’esordio, non si può fallire un’altra partita interna. Inzaghino segna subito e sfiora ripetutamente il raddoppio. Le cose però precipitano per noi al quarto d’ora della ripresa. Subito dopo il pareggio di Serioli in contropiede (per un buco di Granzotto) restiamo in dieci per l’espulsione del centrale Venturi che protesta troppo vivacemente con l’assistente. Ferrario, che certamente catenacciaro non è, si trova comunque costretto a sostituire l’attaccante di riferimento (Inzaghi) per ripristinare la difesa a quattro, ordinando l’ingresso di Scotti. Paolo soffre con i suoi compagni, va a chiudere, tamponare. Quando il Cittadella sembra essersi abituato all’idea del pareggio l’ex del Forlì si sgancia in area avversaria e su cross di Turato dalla destra segna un gol da centravanti vero a soli 4 minuti dalla fine. Il suo colpo di testa in tuffo sotto la Nord restituisce il sorriso al popolo azzurro per una vittoria che vale doppio.

In sala stampa Scotti scherza: “Non mi sono nemmeno accorto di come l’ho fatto. Mi sono buttato, ho preso il pallone, poi i compagni mi hanno travolto. Visto che segno un gol all’anno… per questo campionato siamo a posto…”. Si confermerà di parola visto che la prodezza che stende il Cittadella rimarrà il suo unico centro in maglia azzurra. Anni dopo, ripensando a quel pomeriggio di fine estate, rivelerà: “Ero inc… nero perché il mister mi aveva lasciato in panchina. E così quando sono entrato…”. “Ciapina” non lo terrà mai più fuori squadra. E nemmeno Frosio. Scotti diventa presto titolare inamovibile del Novara che riesce a risalire la china… dal terribile “-11” di febbraio nei confronti del Lumezzane… fino all’agognata C1, conquistata virtualmente nel pomeriggio da leggenda di Tempio Pausania, ancora in dieci nel finale per l’espulsione di Casabianca.

In estate una crisi societaria imprevista e poco comprensibile sfalda tutto o quasi. Non la coppia centrale Scotti-Casabianca che rimane il pilastro di una squadra che lotta fino alla fine con tutte le proprie forze. Dopo la partenza dicembrina degli ultimi big (Coti, Pellegrini, Turato e Guatteo) Paolone si sente ancora di più investito del ruolo di leader di un gruppo che vuole fortissimamente portare alla salvezza. Lascia spazio al compianto Ossari soltanto nelle occasioni in cui deve fermarsi per le squalifiche che diventano quasi inevitabile conseguenza di un cammino lungo e tortuoso. La sua espulsione nel finale a Brescello, mentre sta per scatenarsi il diluvio, sembra quasi la resa annunciata a play out ormai inevitabili. Ma non ad una retrocessione che rappresenta invece la più crudele delle beffe per un Novara che a Pistoia lotta su ogni pallone fino al ’94. Con i compagni tutti in avanti a cercare il gol salvezza il centrale romano ferma gli attaccanti arancioni in ogni modo per tenere accesa la fiammella della speranza azzurra fino al triplice fischio finale quando Cau colpisce il palo in diagonale.

Dopo Novara Scotti non perde il vizio di vincere campionati: uno a Terni con Del Neri in panchina; addirittura due consecutivi a Trieste (dalla C2 alla B) in un biennio che si conclude con l’incredibile finale play off di Lucca. Nel mezzo Gozio aveva tentato di riportarlo a Novara per ricominciare una bella storia troncata troppo presto. Anche la serie cadetta si rivela solo una breve parentesi per il gruppo alabardato che se l’era conquistata sul campo. Scotti riprende a vincere nell’incredibile Arezzo di Mario Somma che, dopo aver riacciuffato la C1 grazie ad un ripescaggio a fine agosto, conquista la B con tre giornate d’anticipo. L’ultima occasione per arricchire il proprio palmares capita a Salerno. I granata ripartono dalla C1 a campionato iniziato grazie alla possibilità offerta loro dal “Lodo Petrucci”. Con Cuoghi in panchina scalano la classifica. Sino all’illusione di una finale play off che sfuma a “Marassi” per un rimpallo al limite dell’area di rigore a 5 minuti dalla fine del doppio confronto.

Cala così con un’amara sconfitta il sipario sulla carriera di un vincente per natura. Scotti intraprende una carriera da procuratore inizialmente proprio in società con Coti e Borgobello, compagni nell’incredibile avventura azzurra. Vent’anni dopo Novara non ha dimenticato i protagonisti di quella squadra capace di interrompere un digiuno che durava addirittura dal 1970…

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone.

Massimo Barbero

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