Due curriculum importanti sul tavolo: il primo con 80 gol siglati in carriera, il secondo con un titolo nazionale e due coppe di Svizzera conquistate con lo Zurigo oltre che una medaglia d'argento al collo con la Svizzera negli europei under 21 in Danimarca (2011).
Stiamo parlando di Gianluca Sansone e Philippe Koch, i due neo-azzurri che sono stati ufficialmente presentati questo pomeriggio a Novarello agli organi d'informazione...
Ghiaccio rotto dall'attaccante arrivato a titolo definitivo dalla Sampdoria, dopo l'esperienza dell'anno scorso in prestito al Bari.
Un matrimonio ritardato di qualche mese, dopo il mancato arrivo in azzurro lo scorso gennaio “nella sessione invernale c’era una differenza contrattuale. Perché non ero ancora all’ultimo anno e sarei venuto in prestito; non si è fatto nulla e sono rimasto al Bari. Con il 1 luglio il discorso con la Sampdoria è cambiato e sono arrivato qui in una maniera differente, a titolo definitivo. Sicuramente il mio procuratore Jimmy Fontana mi ha aiutato nella decisione, mi ha parlato della società, dell’ambiente, delle strutture. Sono felicissimo di aver accettato questa proposta e smanioso di mettermi in gioco”.
Un “colpo” a sorpresa, quando tutto lasciava presagire a un suo approdo al parma in Lega Pro “non nascondo di essere stato vicino ad accettare la proposta ducale. Io però volevo rimanere in B e quando si è aperta la possibilità Novara non ci ho pensato due volte nell’accettare”.
Un curriculum importante il suo “beh l’anno di Sassuolo è stato sicuramente quello della svolta a livello tattico. Mi sono adattato a giocare come secondo attaccante, una mossa giusta per la mia carriera. A Torino, Samp, Bologna sono stato impiegato sempre come trequartista o seconda punta. Mi trovo bene a giocare in quelle posizioni del campo”.
Obiettivi precisi i suoi dopo un anno a luci/ombre a Bari “è stato un anno con alti e bassi, dove ho avuto delle difficoltà e dove non sono stato in grado di pagare con delle prestazione importanti la fiducia in me. Quest’anno sono convinto che sarà un anno di riscatti. Certo alla mia età sogno ancora di tornare in serie A. Come obiettivo di squadra abbiamo quello di centrare la salvezza il prima possibile così da poterci divertire e vedere dove riusciremo ad arrivare”.
Paragone con Pablo Gonzalez “non mi sento il sostituto di Gonzalez. Lui ha fatto tanto per questa squadra, è insostituibile. Deciderà il mister dove farmi giocare; io mi devo far trovare pronto”.
Prime impressioni in azzurro “sono contento di aver trovato dei compagni di squadra uniti, con tanta voglia di fare. Qui lavorano tutti con il sorriso e tutti vogliono partire subito bene per togliersi molte soddisfazioni durante l’anno”.
L’impatto con la preparazione di Boscaglia “gli allenamenti del mister sono duri ma importanti. Lavoro tecnico dettagliato e atletico. Lavoriamo duramente per star bene dopo”.
Conferenza in inglese per l’ex terzino dello Zurigo, tradotta egregiamente da Francesco Somma dell’ufficio stampa azzurro:
“impressioni positive dei miei primi giorni al Novara. Conosco David da più di 5 anni, mi ha sempre parlato bene della società e della città. Mi ha detto che qui ci sono grandi possibilità di crescita. Mi ha invogliato a venire qui. Grande merito anche del DS Teti che ha avuto un ruolo importante nella mia scelta. Mi ha seguito spesso durante la passata stagione, con lui ho avuto costante dialogo. Sono contentissimo di essere qui”.
Differenza tra l’Italia e la Svizzera “ho capito subito che qui la tattica è al primo posto. Anche gli allenamenti sono diversi tra i due Paesi. Mi affascina l’idea di conoscere un nuovo calcio e di avere anche la possibilità di imparare la lingua italiana. Negli ultimi anni il calcio svizzero è crsesciuto sono la qualità e la tecnica. Ha recuperato un po’ di gap con gli altri campionati europei, assottigliandosi".
Non sapendo la lingua, riesci a interagire con i compagni? “In rosa ci sono un po’ di ragazzi che parlando in inglese. Anche Boscaglia si fa capire e comunque ho in David il mio interprete”.
Un terzino di spinta o contenimento? “il compito principale di un terzino è quello di difendere, di sbagliare in meno possibile in fase di copertura. Non nego che mi piace spingere e andare il cross dal fondo”.
Tanti anni allo Zurigo, 220 presenze totalizzate, un titolo nazionale e due coppe di svizzera alzate al cielo: quanto è stato difficile lasciare quell’ambiente? “non è stato sicuramente facile. Un ambiente che mi ha amato, che mi ha permesso di maturare. Nella mia decisione non ha influito la retrocessione in challenge league ma la volontà di sperimentare un nuovo campionato”-
Daniele Faranna