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lunedì 08 febbraio 2016 - 11:14
4 marzo 2015: Como-Novara 1-0

Questo è un amarcord tutto particolare perché non è passato nemmeno un anno da quel tremendo mercoledì sera al “Sinigaglia”. Ma tutto sommato già di storia si tratta perché rappresenta un capitolo del cammino del Novara Calcio che vogliamo considerare chiuso per sempre.

Le prime voci di un Novara inadempiente e presto deferito mi erano arrivate ad inizio settembre. Ma onestamente, ancora scioccato dalla vicenda della mancata riammissione, le avevo relegate in un angolo secondario della mia mente. La telefonata (di un amico) che mi aveva davvero spaventato era giunta due mesi dopo, guarda caso subito dopo il 4-0 rifilato al Como al “Piola” che ci aveva fatto immaginare una permanenza in Lega Pro ancora molto breve. Da quel momento non passava sera che, prima di spegnere il computer, non consultassi il sito della Figc nel timore di leggere che…

Con l’inizio del 2015 pareva però che qualsiasi pericolo fosse davvero alle spalle. Perché mai avrebbero dovuto metterci tutto quel tempo per deferirci? Le voci erano arrivate anche altrove. In alcune piazze colleghi scrivevano o parlavano di un Novara protetto dalla Federcalcio (lo so, sembra una barzelletta, ma è così). Sta di fatto che mi ero immerso ormai solo e soltanto nell’esaltante corsa a tre Novara-Alessandria-Pavia.

Le grandi rivali viaggiavano appaiate ormai da alcuni turni, dal giorno dell’incredibile 3-3 del “Fortunati” che aveva permesso ai grigi di riagganciare il duo di testa. Il sabato precedente avevamo rifilato un bel 2-1 a domicilio al Bassano illudendoci di aver ormai estromesso dalla corsa al primato la squadra di Rosso già a -7. La domenica però erano giunte solo delusioni perché Pavia ed Alessandria, in quest’ordine cronologico, avevano vinto, seppure a fatica, i rispettivi impegni interni, riformando così il terzetto di testa.

Mercoledì 4 marzo era in programma un turno infrasettimanale imprevisto. Imprevisto perché da calendario era stato fissato per il 25 marzo quando però era stata programmata anche una partita della Nazionale di Lega Pro (complimenti vivissimi all’organizzazione!). E così era stato anticipato l’intero turno in cartellone 21 giorni dopo con il risultato di costringere alcune squadre a giocare 3 gare consecutive in trasferta (oppure 3 gare consecutive in casa). Sta di fatto che il Novara dopo l’impresa di Bassano era chiamato ad un’altra sfida esterna di indubbia difficoltà. E Pavia ed Alessandria, in quest’ordine cronologico, giocavano ancora in casa contro Lumezzane e Torres. Avevo mandato un in bocca al lupo a Giulia addetta stampa dei sardi ricevendo un meritato “grazie, ma lo so che il tuo è un in bocca al lupo interessato”. Sul Lumezzane non nutrivamo grandi speranze malgrado il 3-1 rifilatoci al “Piola”. Al “Moccagatta” 20 giorni prima la squadra di Braghin non era mai stata in partita.

Il mio mercoledì pomeriggio di tensione comincia con un caffè beneaugurante al Bar della simpaticissima Manuela Roma. Beneaugurante perché l’avevo bevuto da lei prima di andare a Bassano il sabato prima e non potevo esimermi dal fare il bis in vista della trasferta di Como…

Alle 15 è in programma Pavia-Lumezzane (incredibilmente anticipata per ragioni di ordine pubblico) ma onestamente non credo in un regalo dei bresciani. Per tutto il primo tempo guardo distrattamente la diretta “live” di “Tuttolegapro”. Ad inizio ripresa vedendo che il punteggio è ancora sullo 0-0 il cuore comincia a battere forte, sempre più forte. Adesso una speranziella ce l’ho anche se Maspero (chi era costui?) ha gli uomini per risolvere la partita in qualsiasi momento. Soprattutto nel finale come spesso è accaduto in passato.

Verso le 16.20 esco dallo studio per dirigermi al “Mc Donald’s” dove mi aspetta Silvia. Arriva la prima telefonata dell’ineguagliabile Paolo Favergiotti, in apprensione per il risultato del Pavia. Danny sale a Romentino e porta la notizia dell’espulsione di Cesarini che ci fa credere davvero in un piccolo miracolo valgobbino… Guido in ansia per un quarto d’ora abbondante, poi arriva la notizia del fischio finale: Pavia-Lumezzane 0-0. E’ un momento di euforia collettiva in auto. Telefoniamo al sempre pessimista Pietro per tirarlo su di morale. Puntualmente richiama il buon Favergiotti. Danny si sbilancia: “Visto il risultato di Pavia firmerei persino per un nostro pareggio stasera con vittoria dell’Alessandria…”. Ormai la mia unica preoccupazione è trovare la strada giusta per Como. Un mesetto prima, per andare a vedere l’Ambri Piotta, avevo sperimentato l’appena inaugurata “Pedemontana” e voglio imboccarla nella direzione giusta per sbucare fuori a Lomazzo ed evitare il probabile casino milanese di un normale mercoledì sera lavorativo.

Non c’è tempo per rilassarsi in corsie praticamente deserte che Danny si collega nuovamente su “Tuttolegapro”. Vorrebbe capire perché è stato espulso Cesarini e da questo dedurre quante giornate di squalifica prenderà l’asso pavese. D’un tratto accanto a me vedo però Danny sbiancare. Vorrebbe dire qualcosa, ma per interminabili secondi le parole ed i suoni non gli escono nemmeno dalla bocca. Fino alla frase “E’ arrivato il deferimento…” che gela tutti in macchina.

Recuperata la calma si mette a leggere il comunicato e mi accorgo che la situazione è peggiore di quanto avessi temuto in autunno. Le mensilità contestate (per il momento) sono 4 e dunque sembrano 4 i punti di penalizzazione che rischiamo, nella peggiore delle ipotesi. Telefono subito al “Corriere di Novara” spezzando anche lì, nella redazione sportiva, la serenità di un pomeriggio abbastanza tranquillo prima di una serata di lavoro intenso. Poi non rispondo più al cellulare, “Corriere” ovviamente escluso. Nel giro di qualche minuto la ferale notizia piomba sul “muro” di “Forzanovara” e cancella ogni pensiero sulla partita della sera a Como. Danny molla la presa: “Cosa andiamo a fare a Bolzano venerdì prossimo?”. In qualche maniera raggiungo lo stadio, attento a non perdere la concentrazione alla guida.

Siamo piombati in un incubo. Me ne accorgo quando, ben prima delle 18, parcheggio l’auto dietro al settore ospiti dove ci sono solo tifosi del Novara. Si mischiano le facce di chi sa e di chi non sa ancora ed inizialmente pensa (spera) in uno scherzo di cattivo gusto dell’amico buontempone. Per una mezzora buona le notizie invece continuano a peggiorare e Danny ordina una camomilla salutare per i suoi nervi. Si parla anche di una dichiarazione falsificata che potrebbe costarci carissima (in realtà è solo la dichiarazione “attestante dati contabili non veridici” poi punita con un’ammenda). Affolliamo un bar con le nostre preoccupazioni poco comprensibili a chi non vive il microcosmo azzurro. Il Lago sembra maledettamente triste oggi. Mi richiama l’avvocato Di Cintio che mi invita a pensare positivo: “Quello che conta è solo vincere stasera…”. Ha ragione lui, ma è difficile da spiegare a chi si sente spogliato delle proprie certezze (sportive). Mi rallegro soltanto vedendo il leggendario Paolino che riabbraccio dopo tanto tempo con grande piacere. Vicino all’auto c’è anche uno storico contestatore di Massimo De Salvo che mi rinfaccia la difesa ad oltranza del presidente azzurro in più di 8 anni di “editoriali”.

Ci incamminiamo verso lo stadio e comincia un’assurda battaglia per ritirare i nostri accrediti. Ci sono due sportelli, distanti pochi metri in linea d’aria ma divisi da uno sbarramento invalicabile. Li gestiscono mamma e figlia che ci rimandano puntualmente l’una dall’altra. Facciamo avanti indietro diverse volte, carichi di computer e valigette, finchè perdo davvero la pazienza e sbotto. Vorrei telefonare a Ginevra gentilissima addetta stampa del Como ed invece per sbaglio chiamo la sua collega della Pro Patria…

Deve ancora cominciare tutto e sono già stanco morto. E’ difficile convincere Danny ad abbandonare dubbi e domande per salire in cabina a fare le proprie mansioni di radiocronista. L’ottimismo di Marco Foti in questo frangente è una salutare boccata di benessere per tutti noi.

Arrivano le formazioni e c’è la sorpresa Bergamelli (non giocava da ottobre) al posto di un Martinelli acciaccato. Danny attacca il collegamento con un “Sapete ormai tutti quello che è successo oggi…” ed io lo interrompo per spiegare invece l’accaduto dicendo “non tutti vivono di pane e Novara come noi”. L’atmosfera è deprimente. Tira un vento fastidioso che l’ora serale rende ancora più gelido. Gli spalti sono praticamente deserti, fatta eccezione per il settore ospiti dove però c’è un’atmosfera strana, irreale. Soltanto al momento dell’ingresso delle squadre in campo il gruppo si compatta e si alza un bel “Novara-Novara!”.

E la partita? Sabatini cambia le carte in tavola riproponendo il 3-5-2 dell’era Colella per bloccare l’avversario. Toscano deve rinunciare agli squalificati Gavazzi, Pesce ed Evacuo nonchè all’infortunato Dickmann e tiene Martinelli (poi fermo a lungo) soltanto in panchina.

Si comincia al piccolo trotto. Anche la squadra azzurra pare aver avvertito la botta del deferimento. Il Novara attacca costantemente contro un avversario chiuso, ma non crea grossi pericoli. Danny fa la prima voce, io preparo l’articolo per il “Corriere di Novara” del giorno dopo, ma lavoro praticamente in trance. Gli azzurri si rendono pericolosi su una punizione di Garofalo dalla destra, sulla respinta di Crispino Freddi non inquadra la porta. Arriva la notizia del vantaggio della Torres, ma l’Alessandria pareggia subito. Alla mezzora il Novara regala il calcio d’angolo agli avversari che trovano il gol partita. Sul tiro di Fietta Giosa è talmente in fuorigioco da risultare avanti persino al portiere Tozzo, ma l’assistente Opromolla non si accorge di nulla e l’arbitro convalida. La reazione ospite è affidata ad un rabbioso tiro di Buzzegoli che Crispino respinge.

Nella ripresa il Novara attacca sotto la curva del Como e si imbatte negli ostinati fischi di Piccinini di Forlì che appena vede la palla nell’area lariana interrompe il gioco per il classico fallo di confusione. Mi ridesto dal mio amaro torpore per togliermi la cuffia ed urlare all’indirizzo del direttore di gara che sembra voler dire agli azzurri: “Siete deferiti… ma cosa volete?”.

Le palle gol più nitide capitano sui piedi di Bianchi, ma il buon Nicolò non riesce ad approfittarne. Toscano non ha grandi cambi da effettuare. Inserisce Della Rocca per passare ad un 3-4-3 che mette un po’ alle corde il Como. Gonzalez sulla destra ha un altro passo e pennella sul secondo palo per la testa di Corazza, ma Crispino fa il miracolo deviando in corner. Ci provano Buzzegoli su punizione e Vicari di testa però la porta lariana pare stregata. Corazza spreca ancora su assist del vivace Della Rocca. E quando Gonzalez rimedia il cartellino giallo che gli farà saltare Novara-Venezia capisco che è davvero giunto il momento di terminare il mio articolo per il “Corriere” che si apre così: “Il mercoledì nero del Novara si chiude con una sconfitta certamente immeritata…”.

In sala stampa arriva un Marco Foti visibilmente provato che attacca il discorso in questa maniera: “Non mi direte anche che l’Alessandria ha vinto…”. No, non glielo diciamo perché non è così. Al “Moccagatta” è finita 1-1. Saremmo ad un solo punto dal duo di testa, ma da questo momento in poi dovremo convivere a lungo con una classifica virtuale. La notizia più interessante è l’incontro organizzato da De Salvo per il pomeriggio successivo quando il Presidente spiegherà a stampa e tifosi la situazione.

Rientriamo verso casa con Danny che non ha più lo stomaco bloccato: “Adesso mi è venuta fame però…” Ci fermiamo all’Autogrill con il morale davvero sotto i tacchi. Si rincorrono voci ed indiscrezioni. C’è chi racconta di aver parlato con De Salvo, chi addirittura con Abodi. Imbocco ancora la “Pedemontana” tra gli improperi dei miei passeggeri. Invece è una scelta strategica perché la Como-Milano è chiusa in orario notturno per lavori ed arriviamo a casa prima di molti altri. C’è solo il tempo per una birretta al Bar Torino dai Tondina prima di abbassare le saracinesche su di un mercoledì da dimenticare…

Massimo Barbero

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