Il 25 luglio di un anno fa, nella prima amichevole, Toscano era stato obbligato a proporre un Novara in maschera. Non erano ancora arrivati Tozzo, Martinelli, Freddi, Bergamelli, Garufo, Garofalo, Miglietta, lo stesso Bianchi. Non c’erano ovviamente nemmeno Buzzegoli ed i 3 innesti di gennaio. Eppure già nelle primissime “sgambate” contro le formazioni di categoria inferiore si era manifestato quello che sarebbe rimasto l’unico limite di una cavalcata trionfale: la difficoltà a fare gioco, a creare pericoli contro squadre schierate e chiuse, sulla carta inferiori. Non a caso non eravamo andati oltre lo 0-0 contro il Chieri e ci eravamo fermati al golletto segnato su punizione da Gustavo nella sfida contro la compagine giunta dal Qatar. Avevamo dilagato soltanto al “Piola” contro i greci che ci avevano aggredito sin dai primi minuti consentendoci di colpirli in contropiede.Baroni sta cercando di praticare un’altra strada. Lo si è capito sin dai primi allenamenti e l’’amichevole con il Borgomanero l’ha confermato: niente lanci lunghi, palla a terra e scambi in velocità per liberare al tiro gli attaccanti e permettere gli inserimenti dei centrocampisti. Ora non solo non esiste una soluzione perfetta, ma nemmeno ce n’è una che in assoluto sia migliore delle altre.
Certo, quando hai un gioco… di solito è più semplice arrivare a dei risultati, ma l’equazione non è così immediata. Da ragazzo ricordo appassionanti dibattiti: meglio il Milan di Sacchi o l’Inter del Trap? Si poteva stare a discutere per delle ore senza arrivare mai ad una risposta pacifica per tutti. Entrambe erano in grado di sbaragliare qualsiasi avversario quand’erano al top della condizione e con l’organico al completo. I nerazzurri risultavano decisamente meno spettacolari, ma più concreti. I rossoneri alla lunga finivano costretti a pagare dazio ad un gioco affascinante, efficace, ma dispendioso.Tutto questo per dire che ieri abbiamo visto un Novara molto simile negli uomini, ma diversissimo nell’interpretazione rispetto a quello che avevamo lasciato a Teramo più di due mesi fa. Ed allora mi abbandono a delle sensazioni, probabilmente ingannevoli, come lo sono di regola le sensazioni di luglio.Il modo di lavorare di Baroni mi piace. L’ho seguito con attenzione durante una partitella: fermava continuamente il gioco per dare indicazioni, senza isterismi di sorta, applaudendo i propri giocatori ed assieme incoraggiandoli a fare meglio. Il suo calcio traccia un filo logico fatto di scambi in velocità, di raddoppi, di un continuo interagire tra i reparti. L’importante è che la squadra lo segua in questo percorso non semplice, ma non ho dubbi che sia così. Abbiamo un organico composto quasi esclusivamente da reduci dell’ingloriosa retrocessione del 2013-14 e da giovani che la B al massimo l’hanno solo assaggiata finora. Non credo che manchino gli stimoli, anzi… tutt’altro
I primi dubbi sono legati alla retroguardia dove dobbiamo inserire indubbiamente almeno un centrale di valore. Possiamo permetterci una difesa a 4 con due esterni abituati a spingere costantemente come Dickmann e Garofalo? In mezzo al campo abbiamo gli uomini contati, ma… Signori è sicuramente un innesto che dà garanzie; Faragò si è presentato in ritiro in condizioni eccellenti e sa che per lui questa (la quarta con i grandi) dev’essere la stagione della definitiva consacrazione; Pesce mi è parso determinato e carico per affrontare la nuova avventura. Interessante l’esperimento di piazzare Schiavi davanti alla difesa. Nico ha qualità tecniche da vendere, carisma e personalità. Baroni sta provando ad insegnargli un ruolo che potrebbe aprirgli la strada per una carriera a buoni livelli.Davanti Evacuo è in condizioni decisamente migliori rispetto all’estate scorsa. Sarebbe un grosso peccato dover rinunciare ad un giocatore del genere che può risultare determinante anche e soprattutto nei frangenti difficili. Non a caso l’anno scorso ha messo a segno i due gol esterni più pesanti (Sudtirol e Mantova) proprio subentrando dalla panchina. Inorridisco quando sento i primi mugugni perché Pablo parte da troppo indietro…
Giocando con questo modulo è inevitabile che gli attaccanti debbano sacrificarsi in fase di ripiegamento. O volete permettere alle punte di stare fisse davanti, disinteressandosi del resto della manovra, come avveniva in alcune disgraziate trasferte dell’inizio della passata stagione? Gonzalez è un giocatore straordinario quando può agire negli spazi, sfruttare la sua progressione, libero da marcature assillanti. Così facendo si spreme indubbiamente molto, ma riesce ad essere imprevedibile ed imprendibile. Certo dev’essere sorretto dalla condizione migliore (quella che nell’ultimo campionato di B non aveva) ma questa è una base imprescindibile per tutti. Credo che questo nuovo modo di giocare possa esaltare anche le caratteristiche di Corazza che ha margini di progresso ancora importanti. Ho visto tanta grinta e movimenti interessanti da parte di Lukanovic, mentre mi aspettavo qualcosa di più da Manconi e soprattutto da Rodriguez. Ma siamo al 26 luglio e certe prestazioni dipendono anche da come vengono assorbiti i carichi di lavoro.
Cosa manca adesso?
Sulla carta almeno una punta centrale di spessore, un paio di centrocampisti (uno titolarissimo l’altro un po’ meno), un difensore centrale. E probabilmente anche un laterale (in grado di ricoprire sia la fascia destra che quella sinistra) con caratteristiche più difensive. Ho scritto sulla carta… perché prima di parlare di entrate bisogna anche pensare alle uscite… per ragioni di budget e di regolamento.
Com’era composta la nostra rosa l’anno che siamo saliti in serie A?
Portieri: Ujkani, Fontana e Strukelj. Laterali destri: Morganella Gheller e Coubronne. Centrali difensivi: Lisuzzo, Ludi, Centurioni e Cossentino. Laterali sinistri: Gemiti e G. Gigliotti. Centrocampisti: Marianini (Shala), Porcari (Evola) e Rigoni (Drascek). Trequartisti: Motta e Scavone. Attaccanti: Bertani, Gonzalez, Ventola, Rubino e E. Gigliotti.A gennaio partirono Cossentino, Evola, Ventola e E. Gigliotti, giunsero Parola e Pinardi e tornarono Juliano e Lanteri. Dunque in teoria avevamo almeno un rincalzo per ogni elemento, ma alcuni uomini non scesero mai in campo o quasi. In questi casi bisogna anche avere una bella dose di fortuna perché bastano 3-4 infortuni di quelli capitati ad inizio 2014 per rompere il giocattolo in maniera quasi irrimediabile. Ma è impossibile ed impensabile avere un organico con troppe alternative di livello. Ed alla lunga controproducente.
Dunque lasciamo lavorare tranquillamente Teti e Baroni, contenti di avere vissuto una domenica serena, tra fumogeni ed entusiasmo. Per almeno un pomeriggio ci siamo disintossicati dal fastidioso gas di scarico proveniente da un pur lontano motore… Diesel… che si è incartato proprio ad un metro dal traguardo…
Forza Novara sempre!!!
Ps: complimenti a Massimo De Salvo per la risposta, doverosa ed impeccabile, al Rosso che non figura nemmeno nell’organigramma del Bassano… Non serve aggiungere altro.
Massimo Barbero