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Meteore Azzurre: Marco Fabrizi
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martedė 28 ottobre 2014 - 14:38
di Massimo Barbero

Questa rubrica nasce da un assist (involontario) dell’avvocato Costa, al secolo Tommaso. Conversando di Novara, tra un’udienza e l’altra, salta fuori la domanda di chi nell’85-86 era troppo piccolo per soffrire la domenica in Viale Kennedy: “Ma tu ricordi un attaccante di nome Fabrizi?”.  
E così nelle settimane prive di precedenti memorabili… andremo a rievocare qualche azzurro del passato inevitabilmente finito nel dimenticatoio. E lo faremo scegliendo proprio chi, circondato da grandi aspettative al suo arrivo, non ha reso esattamente in misura pari alle attese. Nessuno si senta offeso. Il magico mondo del pallone è anche questo… la carriera di ogni calciatore passa attraverso tanti alti e bassi e qualche “stecca”… 

Nell’estate 1985 il Novara di Nicolazzi rinuncia (per una stagione soltanto) ad una delle poche certezze dei campionati precedenti: ai gol di Fabio Scienza. Il “puffo ossolano” parte destinazione Ancona. Nell’affare i dorici ci girano un portiere di nome Santucci che finirà presto in panchina, rimpiazzato dal ben più valido De Giorgi.

Senza Scienza “Peo” Maroso rimane privo del suo più valido punto di riferimento offensivo. L’attacco è da rifare: non ci sono più nemmeno Maffioletti (alle prese con dei problemi personali) nè il deludente Grossi. Tutto ricade sulle spalle del giovane De Riggi, giunto dalla Primavera della Juventus. Ben presto ci si accorge che è un Novara “spuntato” perché né il bianconero Scola, né il veneto Veschetti sono veri e propri attaccanti di ruolo. In precampionato i giovani Cerutti e Stansù  mascherano un po’ le evidenti carenze offensive. 

Ma in C2 non si può bluffare. La squadra gioca discretamente, ma nelle prime 4 partite segna 1 solo gol (con De Riggi). Per comprare qualcuno bisogna aspettare la sesta giornata, ovvero la riapertura del mercato di ottobre. Sfumato Formoso, si punta senza mezzi termini su Marco Fabrizi, attaccante scuola Milan che il Trento ha appena ceduto alla Salernitana dove non trova spazio. Il nome di Fabrizi convince anche i più critici. Ha 24 anni e nel campionato precedente ha segnato 14 reti (una in più di Scienza) nelle file dei gialloblu, sorprendentemente saliti in C1 dopo un memorabile spareggio con l’Ospitaletto deciso ai calci di rigori. Due anni prima altra promozione con la maglia della Nocerina. A Novara, pur senza segnare, ha creato scompiglio con la maglia numero 7 addosso in occasione di uno 0-0 pieno di fischi e mugugni. 

Fabrizi debutta in Viale Kennedy in un’amichevole in notturna contro l’Inter decisa (1-0) da un gol di Mandorlini. Scrive Renato Ambiel su “La Stampa”: “Ha dimostrato di possedere uno spiccato senso del gol e di badare sempre al concreto. Per il suo modo di muoversi e il tipo di gioco ricorda vagamente Damiani…” (il celebre Oscar, detto “Flipper” ndr).

L’attaccante rincara la dose davanti ai taccuini: “Con l’Inter non avete visto il vero Fabrizi: si trattava di un’amichevole e poi devo ancora ambientarmi e conoscere i compagni…”.

Il “vero” Fabrizi incominciamo a scoprirlo all’esordio in campionato: sconfitta per 2-0 ad Ospitaletto ed esonero di Maroso. Nemmeno con Danova arrivano i gol: le due partite casalinghe con Omegna e Pordenone, malgrado l’innesto di Fabrizi, terminano senza reti. L’attaccante romano rompe il ghiaccio su rigore la domenica successiva a Montebelluna, ma l’ex Ernestino Ramella firma il “castigo” del definitivo 3-2 per i trevigiani.

Dopo l’1-2 con la Pievigina il Novara è addirittura in zona retrocessione. Rialziamo la testa battendo il grande Mantova (1-0 con gol di “raviolone” Zardi, ma Attilio Barlassina sul “Corriere di Novara” boccia comunque Fabrizi con un 5,5: “Ha avuto una grossa opportunità per chiudere la gara, ma si è fatto anticipare da Brocchi. Per il resto ha cercato vanamente il tiro dal limite”. Si vince anche a Busto (vittoria esterna dopo 13 mesi!) ma Fabrizi spreca una clamorosa occasione sullo 0-0. In occasione della sconfitta di Lodi (3-1 per il Fanfulla) Giuseppe Cortese su “Tribuna” è lapidario: “Fabrizi assolutamente nullo in attacco”.

Per ammirare una doppietta di Fabrizi bisogna attendere l’amichevole postnatalizia con la Sunese che milita in Prima Categoria. L’anno comincia con un sonante 3-0 al Leffe di Beppe Signori, ma per Fabrizi non c’è gloria: “La squadra però si è espressa decisamente male, del tutto spuntata in un Fabrizi in chiara crisi” (Giuseppe Cortese – Tribuna).

I primi segnali di risveglio arrivano in occasione dell’1-1 contro l’Orceana di Maifredi “Ha sulla coscienza due favorevoli occasioni sciupate sullo 0-0, ma per lo meno è stato più vivo rispetto alle ultime esibizioni” (Attilio Barlassina – Corriere di Novara). Nulla rispetto a quello che accade la domenica dopo quando travolgiamo (4-0) in casa il Mestre di Reja. Fabrizi segna ad un passo dalla porta, eppoi diventa travolgente. Provoca un rigore (che trasforma per la sua “vera” doppietta personale) e l’espulsione di un difensore arancione. Pare di rivedere il “peperino” che seminava il panico nelle difese avversarie ammirato ai tempi del Trento: “Il gol era ormai diventato un incubo e ora che mi sono sbloccato spero proprio di continuare su questa strada…”.

Chiudiamo il girone d’andata con soli 17 punti (1 per partita) a 6 lunghezze dalla vetta, ma con un Fabrizi così… i tifosi sognano la “remuntada”... La “doccia gelata” arriva sette giorni più tardi al “Tenni” di Treviso dove matura una sconfitta per 3-2 che spegne sul nascere qualsiasi illusione di alta classifica. 

Il ritorno prosegue senza squilli. Sono tanti gli 0-0 e troppi i gol falliti da Fabrizi. Dopo il nulla di fatto in Laguna Attilio Barlassina scrive dell’attaccante: “Buona gara, con spunti personali di rilievo; gli manca solo il gol (e per una punta non è poco…)”. La squadra di Danova segna davvero con il contagocce: dopo la rete di De Riggi nel fango al Pergocrema del 2 febbraio bisogna aspettare sino al 29 marzo per vedere un’altra marcatura azzurra. La realizza Veschetti contro il Montebelluna. L’astinenza in trasferta si protrae sino al 20 aprile: rigore di Balacich a Mantova che vale l’1-1.  Fabrizi prova a dare una spiegazione circa il suo digiuno: “dipende non solo dal mio periodo sfortunato, ma anche dalle esigenze delle squadra; c’è bisogno che mi sacrifichi in copertura e io lo faccio volentieri, anche se poi capita che io non sia più lucido in zona-gol…”. Un giovanissimo Nicola Binda, dopo uno 0-0 ad Omegna infierisce sul Nostro “assolutamente inconcludente, non ha mai cercato la via del gol. Ma era davvero lui il centravanti del Trento lo scorso anno?” Nel derby con la Pro Vercelli ci si mette anche Passaretta che nega due gol che sembravano fatti.

Il successo di Leffe della terzultima giornata ci regala la salvezza matematica. Fabrizi saluta i 421 paganti dell’ultima gara in casa con l’Orceana (vedi foto) con una prestazione anonima: “ha fatto vedere poco, qualche sgroppata e poco più” (Attilio Barlassina). 

Il suo score finale è di 29 presenze e 3 gol. Il “Panini” riporta 4 reti, assegnandogli anche il punto della bandiera di Lodi firmato in realtà (stando agli inviati dell’epoca) da Paladin. A fine stagione è in comproprietà tra Salernitana e Novara che non hanno nessuna intenzione di confermarlo. Parte per la Sicilia, direzione Giarre: 30 partite ed 1 sola rete. E sparisce confondendosi nel sempre più fitto album dei ricordi di ciascuno di noi…

Massimo Barbero


 

 

 

 

 

 

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