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domenica 19 ottobre 2014 - 20:52
Consueto appuntamento a firma di Massimo Barbero

Ringrazio di cuore gli azzurri per questo splendido regalo di compleanno… Non mi capitava di passare un 19 ottobre così felice dal 2008… 1-0 di testa di Rubino a zittire lo “Speroni” di Busto Arsizio, proprio al 90’… E mister Toscano (con me) aveva più di qualcosa da farsi perdonare dopo le 5 pere che ci aveva rifilato giusto un anno fa…

Ma questa è stata soprattutto la vittoria del “Carlone”. E’ stato lui a spingere gli azzurri dall’alto. Chissà come dev’essersi arrabbiato alla fine per quel cartellino rosso a Faragò e per quel rigore che valeva solo per le statistiche: “Arbitro B…. e D….”. Ma no, nessuna cattiveria… Amoroso è soltanto incapace. E’ riuscito a riempire di cartellini il tabellino di una gara che si stava trascinando verso la fine in tutta tranquillità. Ha espulso Faragò per dare un “contentino” al pubblico di casa. Con il risultato di far tracimare una partita dai toni agonistici appena normali. Se si fosse andati avanti ancora per un paio di minuti sarebbe finita in rissa, con buona pace di tutti.

Il vivaio azzurro non tradisce mai. A Novarello Gattuso e c. hanno lavorato benissimo negli anni scorsi (e dai risultati della “Berretti” si direbbe che continuino a farlo). Dalla formazione del “Jack” arrivano ragazzi già pronti, calciatori veri. Quella è una vera palestra per professionisti autentici. O si esce già svezzati, oppure e meglio prendere in considerazione l’idea di vivere il calcio come un divertimento o poco più… Non bastano gli esempi recenti di Bruno Fernandes, Faragò, Manconi e Vicari… Ogni anno c’è gente che si mette le mani nei capelli se la prima o la seconda riserva è un ragazzo del nostro settore giovanile.

Ed invece Dickmann e Bianchi hanno portato qualcosa alla nostra squadra: entusiasmo, freschezza, temperamento. E quell’umile voglia di vincere che è indispensabile per fare risultato in Lega Pro. A Venezia il Novara mi è parso, molto più di altre volte, una squadra di C. Nell’accezione migliore del termine. Intendo dire che non ho visto una formazione che si specchiava su sé stessa come nel primo tempo di Sassari. E non certo per colpa di Miglietta o Garofalo che sono stati spesso (specialmente l’esterno) tra i migliori nelle prime 8 giornate. Il fatto è che stavolta classifica ed assenze hanno tolto a qualche “senatore” quel pizzico di presunzione che rimaneva, almeno a livello inconscio. Ho ammirato un undici dinamico, propositivo. Che spingeva tantissimo sulla destra con Dickmann. Ma che non rinunciava a colpire anche sulla sinistra dove, guarda caso, è arrivato il gol. Anche i centrocampisti hanno fatto la loro parte con inserimenti finalmente incisivi. Evacuo ha fatto impazzire i difensori di casa sin dai primi minuti. E strada facendo ha ridato coraggio anche a Corazza che è diventato pericolosissimo negli spazi. Il gol azzurro era nell’aria ben prima della deviazione di Felicione. Ed il raddoppio sarebbe stato sacrosanto ancor prima dell’intervallo. Il Venezia si è reso pericoloso solo su situazioni da palla inattiva. Dal punto di vista del gioco non c’è mai stata storia.

Nella ripresa la squadra di Dal Canto ha provato ad alzare il ritmo e noi ci siamo abbassati persino troppo. Anche perché i ragazzi hanno pagato alla distanza lo sforzo fisico dato dall’esuberante entusiasmo dei primi minuti. Però obiettivamente il Venezia non ha mai (dico mai) tirato in porta. Tozzo è stato eccellente nelle sue uscite che hanno scongiurato qualsiasi pericolo nella nostra area piccola. Ma, punizione dei primi minuti a parte, non ha mai dovuto compiere veri e propri interventi.

Tutto bene dunque? Oggi sì, ma non ricadiamo nell’errore del dopo Pavia. I campionati si vincono con la continuità di rendimento e non basta una bella partita per poter dire di averla finalmente acquisita. Eppoi la gara del “Penzo” ha confermato una costante di quest’inizio stagione. Ci esprimiamo al meglio con le squadre che fanno calcio, che vanno in campo per giocare, che ci affrontano quantomeno alla pari. Il Venezia era una presunta grande e come tale ha giocato. Andiamo in difficoltà (almeno in fase offensiva) con le avversarie che puntano solo ad annullarci, che ci sfidano con le armi della prudenza e dell’agonismo. Come ha fatto la Torres due settimane fa. Dovremo diventare bravi anche a leggere quelle gare. E possibilmente abili a vincerle anche con il gollettino che fa comunque la differenza.

L’unico neo di questa partita in Laguna è dato dal fatto di aver peccato un po’ di inesperienza nel finale. Il Venezia cercava sistematicamente il fallo (e riusciva a crearci qualche grattacapo solo su punizione) e l’arbitro non vedeva l’ora di riequilibrare il bilancio dei cartellini. In situazioni del genere bisogna limitarsi negli interventi. Il “rosso” di Faragò è distante da ogni logica calcistica, ma in quel frangente è opportuno anche avere la malizia di evitare qualsiasi scorrettezza sulla tre quarti contro un avversario ormai incapace di una vera e propria reazione.

Comunque speriamo che questa vittoria possa darci una spinta in più in vista della prossima gara casalinga da affrontare con un organico un po’ decimato. Ma senza la pressione del doverci riscattare a tutti i costi che avevano dopo Busto e Sassari.

A proposito mi sia consentita una citazione finale per i tifosi del Novara. Ed in particolare per quelli che vanno in trasferta. Ovunque. Con qualsiasi distanza e con ogni posizione di classifica. Gente che non ha mai mollato malgrado le delusioni di un anno e mezzo terribile nel quale siamo passati dal sogno Serie A all’incubo Serie C. Questa vittoria è per chi ha colorato d’azzurro anche il “Penzo” malgrado la classifica recitasse un amarissimo -10 dal Bassano alla vigilia. Questo successo è per chi ha riempito le ore più tragiche della famiglia Afferni con un affetto per il loro congiunto degno della passione che animava l’indimenticabile “Carlone”… 

Sono orgoglioso di essere un cuore azzurro… in qualsiasi situazione ed in ogni categoria… Grazie a tutti per questo splendido compleanno in Laguna e… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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