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sabato 27 settembre 2014 - 22:23
di Massimo Barbero

Domenica 24 novembre 2002 il Novara capolista si presenta al “Fortunati” di Pavia con 5 punti di vantaggio. Nella prima mezzora gli ospiti giocano decisamente meglio della truppa di Torresani e capitalizzano la supremazia con la rete del vantaggio ad opera di Brizzi. La trappola però è dietro l’angolo. Nordi provoca ripetutamente il nostro Cioffi che non ci pensa due volte a rispondere da par suo. Risultato? Cartellino giallo per entrambi con la differenza però che il nostro centrale è già ammonito e ci lascia in 10 prima della fine del primo tempo. Come se non bastasse… in pieno recupero arriva anche il pareggio dello stesso Nordi dopo una carica più che sospetta. Ricordo bene quell’intervallo di inferno in una tribuna piena di tensione che schiumava rabbia nei confronti del Novara. Più che una partita di calcio sembrava una corrida nel fango e l’imbattuta formazione azzurra il “toro da matare” con la complicità dell’arbitro. Tutti ormai erano convinti che in 11 contro 10 il Pavia avrebbe fatto un sol boccone di noi. 

Ed invece nel secondo tempo la truppa di Foschi riuscì a chiudere ogni spazio ai padroni di casa, meritando ampiamente un 1-1 che sembrava la conferma più autorevole di un Novara superiore al Pavia (a 12 anni di distanza continuo a credere che lo fosse davvero…)

Soltanto il solito amarcord? Non proprio… ho ripensato più volte a quella partita per dare il giusto peso al 4-0 maturato dopo il “rosso” a Malomo. Ci sono delle analogie. Nella mezzora iniziale della sfida di ieri, sullo 0-0, ho rivisto nelle giocate del Pavia la stessa tranquillità di manovra che mostrava il Novara di Foschi in quel pomeriggio di autunno. E, per contro, nei nostri giocatori ho ravvisato la medesima “ansia da risultato” che attanagliava allora Nordi e compagni. Le differenze sono tutte dopo l’espulsione. Anche in inferiorità numerica il Novara di Brizzi e compagni mantenne il pieno controllo della situazione. Cosa che non ha fatto stavolta il Pavia, immolato sull’altare del credo calcistico di Maspero che ha scelto una tattica “avanti tutta” già ad inizio ripresa, quando pure c’erano degli equilibri da rispettare. E malgrado nel finale di tempo Soncin e compagni avessero dato la sensazione di essere rimasti in partita anche in 10 uomini, rendendosi più volte pericolosi.

Gli “anta” mi hanno insegnato ad essere equilibrato, almeno nelle disamine post gara. Il Novara non era una squadra da mezza classifica sette giorni fa e non è diventato una corazzata invincibile adesso. Ogni partita fa storia a sé e spesso gli episodi sono determinanti. Con il sacrosanto rosso a Favalli già nel finale del primo tempo anche la partita con la Cremonese avrebbe avuto un epilogo diverso. E senza l’espulsione di Malomo ieri avremmo fatto certamente maggiore fatica contro un Pavia tecnicamente di buon livello, almeno dalla cintola in su.

Dunque qual è il vero Novara? Quello incapace di battere le pur volenterose Cremonese e Pro Patria? Oppure quello che ieri ha fatto vedere di essere da categoria superiore per lunghi tratti della contesa? Come sempre la verità sta nel mezzo. A Toscano è stata affidata una rosa molto competitiva con diversi elementi che giocherebbero titolari in parecchie formazioni di B. In attacco abbiamo una disponibilità di uomini che forse non ha eguali nel girone A della Lega Pro. La scelta di Tozzo (apparentemente uno degli azzardi maggiori della campagna acquisti) mi sta convincendo, di partita in partita, sempre di più. Garofalo sta dimostrando di essere un lusso per la categoria ed anche Miglietta, almeno fin quando la condizione lo sorregge, è un elemento imprescindibile, in attesa di Buzzegoli. E sulle ceneri della passata stagione sta nascendo un gruppo vero, formato da giocatori seri e motivati che, nel bene o nel male, condividono la stessa avventura, dentro e fuori dal campo.

Ho visto giocare dal vivo Monza, Feralpi Salò, Alessandria, Cremonese, Pro Patria e Pavia e sono convinto che questo Novara sia superiore a tutte le avversarie incontrate. Abbiamo più qualità della truppa di Pea, pur encomiabile per l’applicazione e la dedizione tattica mostrata. Ed anche dell’Alessandria che peraltro propone un gioco offensivo e divertente. Il Pavia ha un attacco temibilissimo, alimentato da un Cesarini che presto sarà protagonista anche nella massima serie. Ma il Novara è superiore per equilibrio e valori complessivi. Per giocare “alla Maspero” occorrerebbero difensori più adatti di quelli schierati (anche per le assenze) al “Piola”.

Ed allora perché non siamo in testa alla classifica? Innanzitutto perché siamo il Bologna della categoria, la squadra da battere per trascorsi recenti, blasone ed ambizioni. Contro di noi tutti fanno la “partita dalla vita”. E gli arbitri spesso si atteggiano da protagonisti, specialmente nel nostro stadio, come ha fatto anche ieri sera nel primo quarto d’ora tale Illuzzi da Molfetta. Poi perché Toscano ha avuto poco tempo per lavorare davvero bene. Ha cominciato il ritiro con una rosa che era diversissima da quella attuale. La sua “mano” comincia a vedersi soltanto adesso, era inevitabile che fosse così. Se devo trovare una pecca al nostro organico… sta nella qualità dei nostri difensori. E non tanto nella fase di marcatura, ma al momento di impostare il gioco. Si vedono troppi errori in fase di palleggio che impoveriscono la nostra manovra e danno coraggio agli avversari. Nel complesso, secondo me, dobbiamo diventare più simili al Pavia… anche se può sembrare un paradosso scriverlo dopo un 4-0 sul groppone della società cara ai cinesi... Intendo dire che dobbiamo andare in campo senza troppi assilli. Siamo una squadra di valore, abbiamo un attacco con tante bocche da fuoco pericolose ed a preoccuparsi devono essere gli altri. Se in partita gli avversari dimostreranno di essere più bravi di noi ne prenderemo atto, ma al fischio di inizio dobbiamo affrontare chiunque consapevoli della nostra forza. Invece (specialmente con la Cremonese in casa) abbiamo buttato via dei punti anche per fasi di attesa troppo lunghe. E’ indispensabile fare un passettino in avanti pure dal punto di vista della mentalità. Sarà dura, durissima contro tutti, in casa e fuori, ma sul campo bisogna farsi sempre sentire (dal punto di vista tecnico, intendo) contro ogni avversario perché ne abbiamo le potenzialità. Ed anche l’ambiente deve cercare di allontanare il più possibile l’ansia da vittoria ad ogni costo che ci attanagliava negli interminabili anni della C2. Ieri ho incontrato tanti tifosi storici che prima della gara mi ripetevano: “se non si vince oggi guai…” Calma! Siamo a settembre! Le vere fughe cominciano, nella migliore delle ipotesi, a fine autunno…

Sono felicissimo per il gol segnato da Paolo Faragò. Nelle critiche che gli vengono rivolte (giustificate per il rendimento nelle scorse gare, ma esagerate in senso assoluto) ritrovo una bella fetta della diffidenza che accompagnava ogni anno Paolino Morganti… I due, oltre al nome, hanno parecchi tratti umani in comune: serietà, umiltà, capacità di sacrificio e dedizione alla causa. Il loro difetto principale è quello di essere… cresciuti in casa… e vittima dell’esterofilia che contagia noi calciofili di ogni latitudine… Giansante, Granata, Lussjen Corti, Nicoletto, Serao, Virga… sono solo alcuni degli esempi di laterali destri preferiti nelle gerarchie estive a Paolino nostro e puntualmente ricacciati in panchina dal difensore prodotto del vivaio nel corso della sua carriera tutta azzurra… Una domanda per intenditori: con Polenghi convalescente… chi fermò l’imprendibile Zecchin nell’afa di Bolzano nella finale play off 2003?

Oggi il cielo è decisamente più azzurro. Dopo tanto penare, dentro e fuori dal campo, avevamo proprio bisogno di una bella scorpacciata di gol… per ritrovare il piacere di urlare convinti… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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