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12 Giugno! Un Anno dopo.....
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Sarā davvero finita?
• di Massimo Barbero
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martedė 12 giugno 2012 - 08:18
Buon AnniversArio A tutti!

“Non andate a dormire, non smettete di festeggiare…”. Alle 16.59 di domenica ho inoltrato un sms con queste parole a Gianluca, mio grande amico di Lanciano che stava vivendo l’istante più bello della sua vita da tifoso, impazzito di gioia nella curva ospiti dello stadio del Trapani… Eh si, ad un anno esatto di distanza da quel 12 giugno… possiamo ben dire di avere imparato (ammesso che ce ne fosse ancora bisogno) quanto possano essere effimere le gioie sportive. La vittoria è quella cosa splendida che insegui per una vita, ma che dura un solo istante. Poi, quasi sempre, ricominciano i problemi, le difficoltà, i colpi di coda del destino… Diciamo la verità… mai avremmo immaginato che il nostro primo anno dopo quel 2-0 al Padova potesse essere così denso di sofferenze… Ci stava di poter retrocedere subito (e tutto sommato, almeno nel ritorno, ne siamo usciti anche dignitosamente). 
Mai però avremmo immaginato che l’immagine della nostra società potesse essere “sporcata” da vicende come quelle che ci vedono a processo in questi giorni (e verosimilmente ancora nel proseguo dell’estate). Il capocannoniere del nostro campionato più bello dell’ultimo mezzo secolo è almeno fino a stamattina in carcere, in custodia cautelare (scusate, ma non riesco proprio ad abituarmi a questo...) 
Aggiungiamoci (senza per questo mischiare il calcio con la vita) il dispiacere di avere perso per strada alcuni amici che erano con noi a festeggiare in quella indimenticabile notte di un anno fa… I destini opposti di Pro Vercelli e Varese ci hanno fatto capire, ancora una volta, quanto sia sottile il filo che lega un trionfo sportivo alla realtà. Azzardando un paragone tra la storia recente delle due società, dico che i biancorossi avrebbero legittimato una promozione storica ben più dei cugini bicciolani. Sono saliti in B esclusivamente grazie ai risultati ottenuti sul campo e nella serie cadetta hanno subito raggiunto, per due volte consecutive, i play off per la A, sempre venendo eliminati dopo sfide equilibratissime. Quest’anno hanno avuto la sfortuna di imbattersi in un “colosso” come la Samp (non si parte mai ad armi pari contro un avversario del genere) ma sono comunque arrivati a pochi centimetri dalla vittoria casalinga che sarebbe valsa, alla fine dei supplementari, la massima serie. Vercelli ha avuto una serie di innegabili circostanze favorevoli. 
Dopo la cancellazione del 2010 ha potuto aggrapparsi alla Pro Belvedere (retrocessa sul campo). E’ stata ripescata in prima divisione malgrado l’eliminazione in semifinale. Ha raggiunto i play off come quinta in un girone pieno di squadre penalizzate (vedi il Benevento). Nelle sfide decisive si è imbattuta in un Taranto pieno di problemi societari ed in un Carpi privato della propria “casa” per ragioni drammatiche. Però, al di là delle chiacchiere, sul campo Vercelli ha vinto e Varese no. Perché la squadra di Braghin si è fatta trovare in condizioni eccellenti nel momento decisivo. Ha saputo soffrire in casa con il Taranto per poi colpire quanto nessuno se l’aspettava più. E da quel momento è diventata l’assoluta padrona dei propri play off, rischiando pochissimo in Puglia e meritando ampiamente il passaggio del turno contro il Carpi. 
Per contro il Varese ha commesso l’errore di concedere alla Sampdoria il gol su palla inattiva a pochi minuti dalla fine della gara d’andata, quando aveva in tasca un preziosissimo 2-2, ottenuto con una doppia rimonta. Dunque la fortuna ci può (deve) mettere lo zampino, ma poi a vincere sono comunque sempre le squadre che lo meritano, che sanno cogliere l’attimo fuggente, al di là di mille discorsi. Il problema è che la vittoria è per sua natura effimera. Non fai tempo a godertela che tutto torna in discussione… Ma è comunque così bella da raggiungere… Ecco, è proprio questo il mio rammarico più grande in questo momento… Da tifoso mi piacerebbe poter già pregustare un 2012-13 carico di sfide ricche di fascino e rivalità. Lanciare sul campo la sfida ai cugini vercellesi giustamente esultanti ed ai varesini comunque orgogliosi della loro squadra. Programmare il confronto con tante piazze blasonate (Verona, Padova, ma anche Cesena e Lecce) e tante altre emergenti ed entusiaste. Ed invece al centro dei miei pensieri ci sono solo Palazzi, Gegic, Gervasoni, interrogatori in carcere ed affini… con un insopportabile mix di speranza, preoccupazione e (soprattutto) amarezza. 
Comunque un anno dopo il 12 giugno non tutto è da buttare. Innanzitutto stiamo decisamente più larghi… i supporters occasionali, quelli del “abbiamo vinto, hanno perso” hanno rimosso ogni vessillo azzurro dalle loro finestre e sono tornati a guardarci con distaccato sarcasmo. Come nella vita… nel momento delle difficoltà rimangono solo gli amici veri i tifosi autentici, quelli che saranno sempre al fianco dei magici colori azzurri, qualunque cosa accada (ho apprezzato molto il comunicato del “Coordinamento”). Insomma adesso siamo di meno, ma siamo più determinati, pronti a tutto pur di difendere la nostra passione. Poi rimane una considerazione innegabile. Noi ce l’abbiamo fatta… 
Il sogno della serie A l’abbiamo realizzato, vincendo sul campo. E’ durato (per ora) per un anno soltanto, ma è stato comunque entusiasmante da vivere. Mantova e Varese si sono arenate ad un passo dal traguardo, con lo champagne già pronto da stappare… le altre “rivali” non hanno mai vissuto certe emozioni in tempi recenti… Ora ci portiamo dentro la “consapevolezza che può accadere” (frase tratta dal lessico del grande Sergio Borgo ndr). Quello che è successo una volta può benissimo ripetersi ancora… Ed in quel caso ci faremmo trovare pronti, più di un anno fa. Perché sulla nostra pelle abbiamo capito che la serie A non è un campionato di marziani, ma un palcoscenico in cui si trovano avversari tanto forti quanto battibili (vero Inter, Udinese e Lazio?). 
Chiudo dunque con un auspicio. Non ho mai preteso da tifoso che il Novara raggiungesse la serie A. Fino a qualche tempo fa era lontana anni luce dai miei pensieri… Ma anche quando eravamo in testa in B o in affanno nella massima serie… consideravo questa categoria come un sogno ed un regalo… più che come un obiettivo reale da raggiungere o difendere a tutti i costi. L’amarezza per la vicenda Bertani etc mi fa ora ragionare in maniera diversa. Dico che la serietà con cui lavorano ogni giorno Massimo De Salvo e tutti i suoi collaboratori meritano la conquista di un’altra serie A. Magari meno passeggera, ma soprattutto non intaccata da vicende come quelle che i media ci propongono ogni giorno. Non importa se ciò accadrà tra uno, cinque o dieci anni. Noi comunque ci saremo… 
Quello che conta è farcela di nuovo. E’ un traguardo che spetta di diritto a Massimo De Salvo e a tutti gli altri dirigenti. Ed a tutti i tifosi che hanno acclamato la squadra anche dopo la retrocessione… Non smetteremo di crederci… Forza Novara sempre! 

Massimo Barbero

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