Mi ricordo quella volta che…
giovedì 01 aprile 2021 - 20:05
8 gennaio 1989: Novara-Pergocrema 3-1
Una magia particolare accompagna il girone d’andata targato Adriano Fedele. Il tecnico giunto da Pordenone ha allestito una squadra robusta, tutta muscoli. Si è portato dal Friuli quattro giocatori su cui sa di poter fare affidamento. In rigoroso ordine alfabetico ricordiamo Birtig, un motorino della fascia destra Da Ros, un marcatore destinato a categorie superiori prima di un grave incidente che ne ha troncato la carriera, Gava, un centravanti che in area sa farsi valere Marchesan un terzino-mediano non bello da vedere, ma estremamente concreto. Con loro c’è Bertolutti, un mediano dal Chievo che in categoria è sicuramente tra gli elementi emergenti.
Il duo Bacchin-Fedele ha costruito un Novara che è l’esatto contrario delle squadre allestite nelle stagioni precedenti: non è una rosa che eccelle dal punto di vista tecnico (anche se ci sono giocatori di qualità come Alberto Marchetti, Uscidda e Campioli) ma che è straripante dal punto di vista caratteriale. Le partite degli azzurri sono un crescendo: quando gli avversari calano emerge prepotente la nostra migliore condizione atletica.
Già, la condizione atletica. Proprio la straordinaria forma fisica degli azzurri è l’ago della bilancia. Quando calerà quella e gli infortuni cominceranno a fare capolino all’interno della rosa di Adriano Fedele la magia sarà destinata a dissolversi.
L’anno solare era finito con la nefasta profezia di una maga che su “La Stampa” aveva dichiarato che il Novara non ce l’avrebbe fatta ad andare in serie C1 nemmeno questa volta. Dal Bar Novara Cassina aveva composto il numero di telefono della veggente e l’aveva riempita di insulti dicendo che il Novara sarebbe stato promosso e la sua credibilità di maga sconfessata (il termine non era proprio quello ndr) pubblicamente.
La C1 sta cominciando a diventare un chiodo fisso per una tifoseria ripetutamente scottata dalle delusioni degli anni passati (in particolare quella provata nelle gare casalinghe con Ospitaletto e Derthona). Non ci si gode il momento perché si ha sempre timore della beffa dietro l’angolo.
Abbiamo passato indenni la cena del “Forza Azzurri” che troppo spesso coincideva con delusioni sul campo. Questa volta abbiamo potuto festeggiare un bel 2-0 sul Telgate nella domenica dedicata agli 80 anni del Novara Calcio. Prima di Capodanno è arrivato uno 0-0 interlocutorio nella tana del Giorgione a mantenerci in media inglese.
La lettura dei giornali la mattina di domenica 8 gennaio induce a gesti scaramantici. Marcello Sanzo su “La Stampa” ricorda che vincendo gli azzurri raggiungerebbero il proprio record di punti nell’andata (24) in campionato da quando sono scesi in C2. Bacchin esorcizza le paure chiedendo l’aiuto del pubblico.
E’ una domenica fredda ed umida. La nebbia fa capolino allo stadio di Viale Kennedy riducendo la visibilità. I presenti sono poco più di un migliaio. Fedele schiera De Giorgi, Codogno, Birtig, Bertolutti, Da Ros, Grillo, Marescalco, Testa, Gava, Marchetti ed Uscidda.
Gli ospiti sono in una bassa posizione di classifica, ma hanno tutta l’intenzione di risalire presto la china. In difesa gioca un certo Casabianca che qualche anno più tardi verrà da noi per portare a termine un inseguimento durato 15 anni. E davanti gioca un certo Hubner di cui si parla un gran bene.
Seguo la partita dai distinti dalla posizione scelta dai Fortina che si spostano a seconda di dove la squadra attacchi. L’abbonamento a 30 mila lire ha invogliato gli under 18 ad aderire. Abbiamo costituito un gruppetto di amici 15-16enni il cui numero varia a seconda delle temperature. Stavolta non siamo numerosissimi. Più che il freddo ci spaventa il fatto di dover tornare a scuola l’indomani. Io, Pdl, Enea e Andrea siamo presenti, nemmeno le interrogazioni della Mazzucco ci possono far perdere una partita con il Novara in lotta per la testa della classifica. Ci sono con noi due juventinissimi che seguono con palpitante attesa alla radio l’evolversi della gara dei bianconeri sul campo della Roma.
Sembra proprio una di quelle gare “stregate”. Il Novara che non ha ancora perso in casa e che non perde dalla sesta di campionato a Treviso va sotto poco prima del quarto d’ora. E’ Hubner a segnare il gol del vantaggio approfittando di una delle poche incertezze stagionali di Da Ros.
La squadra di Fedele accusa il colpo e stenta a riprendersi. Hubner sfiora ancora il raddoppio in contropiede mentre tra gli azzurri il primo a scuotersi dal torpore è Marescalco che impegna Bianchessi su punizione. Sugli sviluppi di un corner ancora Ciccio spara alle stelle da buona posizione.
Nella ripresa ecco il solito crescendo azzurro. Poco prima del quarto d’ora Fedele tenta il tutto per tutto inserendo Campioli al posto di Bertolutti. E la formazione azzurra cambia marcia come è abituata a fare nei secondi tempi. Il primo a scaldare le mani di Bianchessi è Marchetti su punizione. I nostri guadagnano calci d’angolo in serie senza riuscire a pareggiare i conti. Fino al 29’ quando Mangone stende in area Uscidda che si era liberato al tiro. E’ rigore che Marchetti trasforma con la consueta sicurezza. Un pareggio potrebbe non essere da buttare in una giornata del genere. Ed invece gli azzurri continuano a spingere rischiando in un paio di occasioni di prendere gol in contropiede. A nove minuti dalla fine una gigantesca mischia in area gialloblu viene risolta da un tiro di Testa salvato sulla linea, sulla ribattuta si fionda Gava che segna il gol del sorpasso. Questo gol è l’emblema di una squadra che lotta su ogni pallone. Il Novara ormai gioca sul velluto e triplica a due minuti dalla fine con una bella triangolazione Testa-Campioli-Testa che libera il Maurizio di Cameri solo davanti al portiere battuto con un elegante pallonetto.
Quando si vincono anche partite del genere vuol dire che i segnali sono tutti dalla nostra parte. Rincasiamo felici, convinti che sia davvero l’anno buono. E neanche badiamo al Carpi che ha appena interrotto la serie positiva della Juve Domo battendo la squadra di Vallongo sotto gli occhi dell’inviato Paolo Molina…
Massimo Barbero
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