L'editoriale Azzurro
venerdì 19 marzo 2021 - 09:34
di Massimo Barbero
Ieri non dovendo lavorare mi sono messo scientemente tra le due cabine a seguire la partita in piedi. Quello era stato il posto da cui vi avevo raccontato quel Novara-Padova che valeva la serie A ed oggi erano identici i colori delle maglie delle due squadre. Guarda caso è stato identico anche il risultato ed abbiamo segnato su calcio piazzato nella stessa porta, come allora, dopo l’espulsione di un giocatore avversario.
D’accordo… stavolta non c’era in palio la serie A, ma una bella fetta di campionato sì. Finora negli scontri diretti con le squadre in corsa con noi per evitare il quintultimo posto avevamo raccolto pochino: un pari con l’Olbia, un pari ed una sconfitta con la Pro Sesto, due pesanti battute d’arresto esterne contro Pergolettese e Pistoiese. Finalmente siamo riusciti a prevalere nei confronti di un diretto avversario e questo può essere molto importante nell’ottica dello sprint finale.
Con Scazzola, dopo il derby deciso da una punizione di Viola, ultimamente avevano incassato soltanto delusioni: un pareggio ed una sconfitta quando allenava il Cuneo; due sconfitte consecutive tra Coppa e campionato quand’era alla guida dell’Alessandria.
Pensate a cosa sarebbe successo se avessimo esonerato nuovamente Banchieri (in quelle ore era circolata la voce) dopo il derby perso con la Pro Vercelli. Sarebbe arrivato un nuovo allenatore a pretendere chissà quali rinforzi. Invece il mister azzurro è ripartito dagli uomini della rosa aggiungendovi solo la concretezza di Malotti e Rossetti. Ha finalmente valorizzato Collodel in un centrocampo a due che esalta le caratteristiche del ragazzo di Lumellogno, ha responsabilizzato Schiavi che ora è a tutti gli effetti un leader della mediana. Ha creduto in Zunno che non è più l’ultimo cambio da inserire a gara compromessa. Ha giurato sin dal giorno del suo ritorno sulle capacità di Lanini di rivelarsi un bomber da doppia cifra (e l’attaccante che piaceva al Palermo è in media per raggiungere quest’obiettivo). Dopo l’infortunio di Cagnano ed alla luce delle non brillanti condizioni fisiche di Lanni ha rispolverato Colombini e Desjardins che si stanno rivelando uomini assolutamente all’altezza della fiducia loro accordata.
Quella con il Piacenza non è stata una gara bellissima, ma il ritmo è sempre stato più elevato rispetto a quello visto nella trasferta di Meda con il Renate. Dopo una parata in apertura di Stucchi gli avversari sembravano aver preso le misure agli azzurri e si proponevano in maniera pericolosa soprattutto sulla fascia sinistra sull’asse Visconti-Galazzi. La nostra difesa però ha retto l’urto consentendo a Desjardins (bravo nelle uscite) di prendere confidenza con i pali della propria porta senza eccessive pressioni. La retroguardia del Piacenza alla lunga è andata in affanno di fronte alle accelerazioni di Lanini che ha preso il tempo a Corbari ed ha messo in mezzo per Rossetti un pallone che chiedeva di essere soltanto spinto in fondo al sacco. Sull’1-0 non ci siamo abbassati come era accaduto altre volte. Abbiamo continuato a giocare fidando di poter colpire ancora i biancorossi negli spazi concessi da un avversario destinato a scoprirsi.
Ad inizio ripresa Desjardins ha dovuto compiere la parata più difficile dell’intero incontro. Poi Pogliano ha colpito una traversa di testa a conferma della pericolosità azzurra. Il doppio giallo a Suljic ed il 2-0 di Lanini su punizione hanno chiuso virtualmente i conti quando mancava poco meno di mezzora alla fine. Abbiamo rischiato soltanto su un’uscita un po' avventata di Bove che ha finito con il regalar palla al diretto avversario, mentre in contropiede abbiamo sciupato più volte l’opportunità di andare a segnare un altro 3-0.
Ora il nostro campionato è all’ultimo bivio. Se dovessimo fare risultato pieno sul campo sin qui stregato di Gorgonzola potremmo cominciare a fare un pensierino al decimo posto che vale l’approdo ai play off. Con qualsiasi altro punteggio (anche con un pareggio che sarebbe tutt’altro che da disprezzare) dovremo continuare a guardarci alle spalle perché di solito i risultati di fine stagione regalano sorprese e chi sta sotto riesce a trovare le energie, gli stimoli e quant’altro per tirarsi fuori dai guai.
Una nota di biasimo va invece a chi ha disegnato un calendario tanto compresso con troppi turni infrasettimanali. Che bisogno c’era di correre tanto per finire la regular season il 25 aprile? Ora il rischio è quello di non avere abbastanza mercoledì liberi per giocare tutti i recuperi che restano ancora da disputare da qui alla fine della stagione.
Pazienza, questa serie C sarà piena di difetti, ma per il momento vogliamo tenercela stretta, almeno in attesa di tempi migliori… Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero
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