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giovedì 11 marzo 2021 - 20:33
1 novembre 2014: Renate-Novara 1-3

Questa trasferta passerà alla storia per l’inusitato numero di presenze femminili al seguito: in rigoroso ordine alfabetico Monica (detta “Piera”), Nataliya e Silvia. Facciamo due macchine: io porto Danny e Nataliya, Paolo ha con sé le “Zoo Girls”. Marco arriva direttamente da Pettenasco mentre Filippo Massara viaggia con Guido Ferraro. Tante auto a Meda non sono un problema, c’è un ampio parcheggio davanti allo stadio che dà spazio a tutti.

Parcheggiamo e subito veniamo travolti dalla curiosità di Guidone che non crede ai propri occhi nel vedere cotanta presenza femminile accanto a noi.

Entriamo con largo anticipo e perfezioniamo il collegamento. I tifosi del Novara sono piazzati alla nostra destra e fanno un gran casotto. E’ la stagione della doppia diretta. Io e Danny trasmettiamo in streaming, Marco e Paolo nella tradizionale FM. La concorrenza tra le due radio cittadine ha portato a questo compromesso che non è proprio male perché la vicinanza aumenta la competitività tra noi.

Al via il Novara conferma l’undici iniziale che ha piegato di misura il Sudtirol. Tra i pali c’è Tozzo. La difesa a tre è composta da Martinelli, Freddi e Vicari. A centrocampo Dickmann e Garufo sono gli esterni con Bianchi, Pesce e Schiavi nel pacchetto centrale. Davanti di punta giocano Corazza ed Evacuo. Si rivela azzeccata, in particolare, la scelta di dare ancora fiducia a Corazza, malgrado gli errori sottoporta delle ultime due gare casalinghe con Bassano e Sudtirol. Dopo qualche fiammata delle “pantere” è infatti l’attaccante scuola Sampdoria a sbloccare il risultato al 10’ con una devastante accelerazione su assist di Evacuo dalla sinistra. Il confronto tra gli attaccanti azzurri e la difesa di casa appare impietoso. Già al quarto d’ora il Novara potrebbe chiudere i conti. L’azione, molto bella, è confezionata per intero dai giovani del vivaio: Bianchi ruba palla e serve Dickmann che dalla destra pennella un cross per l’accorrente Schiavi che calcia al volo dal limite, Cincilla riesce a salvarsi in corner.

Un clamoroso liscio di Freddi su Spampatti rianima di colpo il Renate. Ne nasce, poco dopo, un’azione confusa ed insistita dei nerazzurri con Garufo che non riesce a liberare in piena area sul centravanti di casa. Accorre anche Schiavi, ma la conclusione di Spampatti, leggermente deviata, inganna Tozzo che, nel tentativo di bloccare la sfera, se la fa rotolare goffamente in rete.

Gli azzurri hanno un’altra bella fiammata al 21’ quando Schiavi, su assist di Corazza, “cicca” la deviazione al volo sul secondo palo. Poi la gara diventa equilibrata con i padroni di casa sempre insidiosi quando riescono a servire con palloni rasoterra i tre d’attacco. Evacuo si fa applaudire per un controllo al limite con conclusione poco distante dall’incrocio dei pali.

L’episodio che cambia volto alla partita arriva nel finale di tempo. Dapprima l’arbitro sanziona Freddi e Gavazzi, per reciproche scorrettezze, a gioco fermo, in area di rigore nerazzurra. Subito dopo il centrale brianzolo ha la pessima di idea di esibirsi in un pericoloso intervento a metàcampo su Evacuo che gli costa il secondo giallo e la doccia anticipata.

Nell’intervallo il ds Abbate è furente per un’espulsione che a termini di regolamento invece ci sta tutta.

In superiorità numerica il Novara fatica a creare pericoli nel primo quarto d’ora della ripresa. Anzi, la provvidenziale chiusura di Martinelli evita alla compagine di Boldini di colpire ancora al termine di un micidiale contropiede. L’innesto di Garofalo e Gonzalez (con il ritorno al 3-4-3) dà nuova vivacità agli ospiti che al 20’ sprecano una colossale occasione: Evacuo si fa spazio al limite dell’area, ma, anziché tirare, sceglie di appoggiare sulla sinistra verso Corazza che cerca in mezzo all’area Gonzalez la cui conclusione a colpo sicuro viene respinta in maniera affannosa da Di Gennaro. E’ il preludio al gol che arriva tre minuti più tardi: Pesce prova un sinistro da fuori area, angolato e potente, che sorprende Cincilla. Urlo come un pazzo attirando l’attenzione di Guido Ferraro che si volta a guardarmi un po’ perplesso per cotanta gioia.

Adesso il Novara gioca sul velluto e non rischia praticamente mai di essere raggiunto da un Renate che trova nuova linfa solo dall’innesto del vivace Curcio. Pesce completa l’opera a pochi secondi dal novantesimo quando ruba e difende elegantemente palla per servire a Gonzalez l’assist del 3-1. In pieno recupero Evacuo e soprattutto Pablo sprecano in contropiede l’opportunità del poker, ma obiettivamente sarebbe stato un castigo sin troppo pesante per un Renate che fino a metà ripresa aveva tenuto il passo degli avversari.

Anche le interviste sono particolarmente stimolanti perché facciamo una domanda a testa alternandoci tra “Azzurra” ed “Abc”. Non c’è mister Toscano, squalificato, il suo posto è preso da Michele Napoli, grande amico del nostro Antonio Guido. Facciamo notare a Napoli che quando c’è lui in panchina il Novara vince sempre “Non diciamolo troppo forte – ribatte con un sorriso Napoli– anche perché mi potrebbe capitare ancora di dover sostituire il mister nel corso di questa stagione…”.

Viene a parlare Pablo che dedica il gol alla moglie in dolce attesa. L’argentino ha sofferto molto per la retrocessione ed ogni volta che a segno è come se si togliesse un po’ di peso dal cuore.

L’eroe della giornata è Simone Pesce: “Tiro imparabile? Non direi proprio, però questa volta è andata dentro… Quando calci spesso chiudi gli occhi e speri che vada bene. Stavolta ho cercato solo di dare più forza e precisione possibile alla mia conclusione e mi fa piacere che siano arrivati tre punti al termine di una gara difficile”.

Il programma post partita è di quelli paradisiaci: cena dal “Presidente” al “Triathlon” eppoi hockey per la prima partita casalinga della storia dell’Azzurra. Noi arriviamo rapidi: alle 19 siamo già al  ristorante con le gambe sotto il tavolo. Paolo invece sbaglia strada a ripetizione ed arriva a casa più di un’ora dopo. E’ una serata molto malinconica perché è dedicata al ricordo di Fabio Montani, il giovanissimo hockeista ucciso da una crudele malattia. L’espressione di Mario Ferrari che entra in pista a capo chino accompagnato da tanti amici (compagni) di Fabio racchiude tutto il dolore possibile. Finisco la serata con un giretto al luna park, tanto per non andare a dormire troppo presto. Al risveglio mi attendono i pezzi da scrivere tra cui spicca ovviamente un Editoriale dedicato all’afflusso azzurro a Meda:

“Ha ragione chi scrive che mai come ieri ci siamo resi davvero conto di essere ripiombati in serie C. Al momento di imboccare la superstrada per Meda mi è tornato di colpo in mente quel periodo (gennaio-maggio 2012) quando per noi andare a San Siro era diventata una piacevole abitudine. Ricordo, più di vent’anni fa, la contestazione di uno storico capo tifoso dell’hockey che, catapultato ad Ospitaletto, urlava: “Due settimane fa abbiamo perso a Fiorenzuola dove hanno solo la tribunetta e qualche gradino di fronte. Qui è un po’ più grande, ma abbiamo perso lo stesso…”. In realtà in campo si va 11 contro 11 e le strutture contano poco se non si affronta con la giusta umiltà una squadra che è figlia di una società seria ed organizzata quale è il Renate. Per questo una bella fetta di questo successo è dei supporters azzurri che sono calati a Meda senza presunzioni di sorta ed hanno fatto un tifo infernale, anche nei momenti meno brillanti della gara. Abbiamo giocato in casa… ed il gesto mimato da Spampatti dopo il gol “non vi sento…” è figlio dell’invidia di un attaccante che sa di non poter avere, per ora, la spinta di un pubblico del genere. Verrebbe da chiedersi se abbia senso investire in squadre come il Renate (o il Sassuolo e per adesso il Giana Erminio…) che non hanno nemmeno uno stadio “di casa”, ma questo discorso ci porterebbe davvero troppo lontano".

Massimo Barbero

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