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giovedì 17 dicembre 2020 - 09:15
di Massimo Barbero

21 febbraio 2010: Novara-Pro Patria 1-1

Quando tutto ti gira storto… eppure riesci a non perdere… vuol dire che è proprio il tuo anno. Questo sofferto 1-1 con la Pro Patria ha rappresentato una straordinaria dimostrazione di forza da parte della squadra degli “invincibili”.

La prima brutta notizia mi arriva di venerdì sera quando Pdl mi fa sapere che Ujkani dovrà essere operato al menisco. E’ un’assenza che si aggiunge a quelle di Porcari (squalificato per due turni dopo il rosso di Alessandria) e di Evola (toccato duro in un’amichevole dai giocatori della Crescentinese). Anche Tombesi e Ventola sono acciaccati.

La sbornia di una sosta da vivere con 7 punti di vantaggio sulla seconda lascia ora spazio alla paura di non farcela che solitamente attanaglia le squadre che non vincono da troppo tempo. La Pro Patria è tradizionalmente un osso duro da affrontare. Anche quando, come adesso, deve lottare per salvarsi. In panchina c’è Cosco (purtroppo scomparso da qualche anno) che ha preso il posto di Manari.

Tesser può schierare comunque una formazione da lustrarsi gli occhi. Davanti a “Jimmy” Fontana giocano Gheller, Lisuzzo, Ludi e Gemiti. La mediana vede Juliano agire al posto di Porcari con Shala e Rigoni interni. Motta fa il trequartista alle spalle di Bertani e Rubino.

Sugli spalti ci sono più di 4000 persone (2312 paganti, 1691 abbonati e molti omaggi). Io sono in cabina radio al fianco di Paolo Molina che racconterà la partita e che sente sempre in maniera particolare le sfide con i “tigrotti” di Busto Arsizio. La Curva Nord espone uno striscione: “11 partite 11 battaglie 11 finali”. Già al 4’ Sarno colpisce la traversa facendoci capire che non sarà un pomeriggio sereno per noi. Dieci minuti più tardi Motta smarca Bertani che trova la grande risposta di Giambruno a negarci il gol. Dopo Anania la Pro Patria sembra aver trovato un altro estremo difensore in grado di fare la differenza al “Piola”. Ma gli ospiti non stanno solo a guardare.

Al 16’ Juliano non si intende con Rigoni, palla a Serafini che vede smarcarsi in area, sulla sinistra, Sarno. Diagonale del folletto bustocco, Fontana respinge con i piedi, sulla ribattuta Ripa è appostato sulla linea e appoggia in porta; tutto inutile, perché il guardialinee Splendore di Vicenza ha la bandierina alzata a segnalare un fuorigioco.

Passano due minuti e di nuovo Giambruno si allunga a deviare sul colpo di testa indirizzato nell’angolino basso da Rubino su traversone di Gheller.

Dopo l’ennesima respinta del portiere bustocco su tiro ravvicinato di Bertani, al 40’ il sinistro a giro su punizione di Sarno indovina l’incrocio dei pali. Il fantasista campano si alza la maglietta e mostra la foto del fratello Emanuele, scomparso recentemente all’età di 15 anni per una brutta malattia. L’arbitro, come da regolamento, estrae il cartellino giallo ed io insorgo in diretta radio dicendo che talvolta il buonsenso avrebbe dovuto prevalere.

E, sulle ali dell’entusiasmo, in pieno recupero, la Pro Patria potrebbe infliggerci il colpo del k.o.: Ripa scavalca di testa Fontana in uscita e sigla il raddoppio. Ma, ancora una volta, Splendore gli sbandiera un fuorigioco contestato

Nell’intervallo scendo in tribuna d’onore per realizzare il pezzo per la rubrica “In tribuna con…” che curo dall’estate precedente per il “Corriere”. C’è l’ex presidente Pippo Resta che parla delle difficoltà societarie del Legnano “La nuova proprietà aveva ben chiara la situazione contabile quando mi ha rilevato le quote”. Poi un auspicio sulla partita. “La Pro Patria ha spesso molto nel primo tempo. Sono convinto che ora uscirà la qualità degli azzurri”.

Il Novara in effetti cresce, ma trova sulla sua strada un immenso Giambruno che sventa tutto. Anche una conclusione dal limite dell’area piccola di Rubino ben imbeccato da Motta. Sull’altro fronte è Fontana a respingere coi piedi un tentativo di Ripa ed a tener in vita le speranze di una rimonta. Entra Gonzalez al posto di Juliano ed adesso giochiamo con un 4-2-3-1 che vede Rigoni in cabina di regia. Ci prova anche Pablo il cui diagonale finisce a lato.

La grande occasione arriva alla mezzora quando il neoentrato Orlando Urbano stende in piena area il neoentrato Alessio Tombesi. Dal dischetto si presenta lo specialista Motta che fin qui non ha fallito un solo calcio di rigore. Di solito Simone aspetta il movimento del portiere per poi piazzare la palla, ma stavolta Giambruno è stato bravo a rimanere in piedi fino all’ultimo ed è riuscito a bloccargli la conclusione.

Sembra proprio finita ed anche Lello Matrone da studio urla tutta la propria delusione al microfono. Ed invece questa squadra ha sette vite. Entra Ledesma al posto di Gheller e Pablo si mette a fare il terzino. E da laterale destro di grande spinta sradica la palla dai piedi di un avversario e lancia Ledesma che stoppa ed in corsa crossa per Rubino che incorna la sfera in tuffo. Il “Piola” può esplodere in urlo liberatorio di gioia. Per il Capitano è la rete numero 100 tra i professionisti, quella numero 67 con la maglia del Novara (ha eguagliato Rizzotti nella classifica storica dei marcatori azzurri) e quelli dello Zoo sventolano un due aste “Un Rubino da 100 carati”. In pieno recupero anche Rigoni sfiora il gol su assist dello scatenato Ledesma. Da qualche minuto è come se stessimo giocando in 10 perché Ludi è in campo con una spalla malmessa e per come è andata la partita l’1-1 può bastare. Anche perché la Cremonese non è andata oltre il pari con il Lumezzane e così il vantaggio sulla seconda è rimasto invariato (+ 7).

Lo zio bustocco di Paolo Molina rosica: “Puoi dire quello che vuoi Paolo… ma noi avevamo segnato 3 gol validi”. Io raccolgo i commenti del presidente Accornero che tesse le lodi di Rubino “Sono andato a complimentarmi per il gol e lui mi ha risposto subito “se avessi segnato prima Presidente… avremmo vinto noi”. Mds ammette di non aver guardato l’esecuzione del calcio di rigore, ma sottolinea: “Abbiamo giocato un secondo tempo di grande intensità, il pari è meritato”.

Negli spogliatoi è il momento di Emmanuel Ledesma: “Io non mollo mai, l’ho detto all’allenatore ed al direttore. Voglio guadagnarmi il mio spazio in questo gruppo fantastico”.

Le parole di Cosco sintetizzano lo stato d’animo della Pro Patria: “Alla vigilia avrei firmato per un pareggio, ma prenderlo così è davvero una mazzata”.

Corro a casa per finire il prima possibile gli articoli per il “Corriere”.  Ho anche la classifica cannonieri da aggiornare prima di dedicarmi alle Olimpiadi di Vancouver. Ci sarebbe dovuto essere il gigante con Blardone protagonista che è invece è stato rinviato di due giorni. La Combinata maschile non regala uno spettacolo memorabile, ma permette di far conoscere al grande pubblico le qualità di Dominik Paris che si mette in luce nella discesa.

Tra le due manches scrivo l’editoriale che si chiude con un monito: “Dopo la vittoria di Alessandria ci sentivamo tutti quanti in paradiso. Invece queste due settimane ci hanno insegnato che non bisogna mai abbassare la guardia. Gli infortuni in serie e le difficoltà impreviste di questo confronto casalingo ci hanno ricordato, ancora una volta, come sia lastricata di difficoltà, per chiunque, la via del successo. Questa partita deve rimanere un monito per affrontare le prossime gare interne con il piglio giusto, sin dall’inizio. Non possiamo permetterci di lasciare per strada altri punti pesanti al “Piola”, almeno contro avversari sensibilmente staccati da noi in classifica”.

Mi addormento un po’ stanco, ma soddisfatto. Dal Vangelo di Giovanni X… anche oggi è un giorno in meno al momento del nostro ritorno in B…

Massimo Barbero

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