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giovedì 26 settembre 2019 - 10:30
di Massimo Barbero

E’ stata una gran bella serata.

Innanzitutto per il risultato ovviamente. Ma anche per l’atmosfera serena e festosa che abbiamo potuto apprezzare in uno stadio piccolo, ma “vero”, con cori, colori e gente autenticamente appassionata.

Così distante da quello che avevamo vissuto a marzo nell’irreale scenario del “Piola” vercellese.

I novaresi si stanno innamorando del Novara di Banchieri. Di una squadra semplice come l’atteggiamento del suo allenatore, ma altrettanto determinata nell’andare a caccia sempre del massimo risultato, contro chiunque.
In campo si vede ogni volta una perfetta fusione tra giovani e giocatori più esperti. Chi entra dà sempre tutto, anche se gioca solo per dieci minuti o anche se non era mai partito titolare.

Certo, non siamo una corazzata, ci sono dei limiti e dei difetti, ma da fuori la sensazione gratificante è che si cerchi sempre e comunque di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Anche il Gozzano di Sassarini è molto diverso dal Gozzano di Soda che aveva come unico obiettivo quello di spezzare il gioco avversario per poi ripartire con l’imprendibile Messias. Adesso i rossoblu vogliono fare la partita, esaltare le qualità offensive di una rosa che ha diversi elementi interessanti là davanti.

Nell’era dei tre punti a vittoria si può andare a caccia della salvezza anche così. Perché col gioco i successi, prima o poi, arrivano.

E’ stata una bella partita. E probabilmente sarebbe risultata tale anche se il Novara non l’avesse sbloccata subito, dopo nemmeno 10’. Perché la squadra di casa era partita forte, nel tentativo di sorprendere subito gli azzurri, caricata da quello che, a Gozzano e dintorni, veniva comprensibilmente vissuto come un evento.I cusiani però così facendo, complice anche l’immediata uscita di Barreto, hanno lasciato campo libero alle devastanti ripartenze novaresi con Peralta e Piscitella letteralmente imprendibili nel primo quarto d’ora.

Ricordo un gol, una traversa, una conclusione fuori di un soffio, almeno un’ altra azione sfumata al momento del passaggio decisivo.Poi è riemerso il Gozzano. Con la forza nelle palle inattive che sono giocoforza un’arma importante in un campo del genere. Con la qualità di Tomaselli che ha messo in qualche imbarazzo Cassandro, non adeguatamente protetto da chi gli stava davanti (almeno fin quando Banchieri si è messo ad urlare sul serio).Arrivare all’intervallo in vantaggio è stato di fondamentale importanza per il Novara che è rientrato dagli spogliatoi più “pronto” dell’avversario, determinato a chiudere subito i conti.

Dopo una conclusione di Bortolussi di un soffio a lato è giunto il 2-0 di Nico Schiavi, su puntuale imbeccata di Peralta, a farci dormire sonni relativamente tranquilli.Solo relativamente tranquilli però… perché due gol di vantaggio non sono mai un bottino sufficiente per ritenere chiusa la partita. Tantomeno in trasferta dove bastano una mischia, un errore, un episodio per riaccendere di colpo squadra e pubblico di casa. Poteva riaprirla Marchegiani (per il resto bravissimo) con un’uscita disgraziata. L’ha riaperta alla fine il direttore di gara concedendo un rigore molto generoso ai locali. Per nostra fortuna l’arbitro ha compensato il piccolo regalo (evidentemente l’ha ingannato la caduta innaturale dell’attaccante rossoblu) con un recupero molto breve.L’uscita di Bortolussi ci ha tolto qualcosa perché il nostro attaccante centrale è elemento insostituibile nel tener su la squadra, nel lottare su ogni pallone, garantendo le sponde ai compagni. Banchieri ha operato i cambi giusti inserendo Collodel e Nardi quando ha visto che Peralta e Schiavi avevano ormai speso parecchio. Eppoi inserendo Pablo nel momento in cui avevamo smesso di ripartire con la frequenza di prima.

Non abbiamo mai sofferto una vera e propria supremazia dei padroni di casa (e nemmeno rischiato su occasioni nitide), ma ad un certo punto della ripresa avevamo cominciato ad abbassarci un po’ troppo. Se non fosse finita bene il grande rammarico sarebbe rimasto quello di non aver chiuso i conti nelle numerosissime situazioni nelle quali abbiamo calciato dal limite dell’area avversaria nel secondo tempo.3 vittorie in 6 giornate sono davvero un bel bottino per il Novara, anche considerata la continuità di rendimento sfoggiata nelle altre giornate.

Ovviamente il cammino è appena agli inizi e per mantenere un rendimento simile dovremo sempre conservare la stessa fame, la stessa umiltà e le stesse gambe.E’ giusto vivere ed alimentare gli entusiasmi, ma se conosco un po’ la serie C so che domenica con l’Albinoleffe la strada sarà sicuramente meno in discesa. Ho visto sul tablet la partita che la squadra di Zaffaroni ha giocato a Vercelli qualche settimana fa ed onestamente mi sono annoiato parecchio perché i seriani sono maestri nel non far giocare l’avversario per poi colpire al momento opportuno. I numeri non mentono.

Finora Genevier e compagni, non a caso, hanno vinto solo in trasferta dove evidentemente possono lasciare che a fare la partita sia la squadra che gioca davanti al pubblico amico. La Pro ce l’aveva fatta grazie ad un pizzico di fortuna. E soprattutto alle qualità dei propri esterni (soprattutto Varas).

Anche noi abbiamo armi importanti per sbloccare la gara da un momento all’altro. Serviranno però attenzione e pazienza ed un po’ di incosciente euforia. E soprattutto la spinta del pubblico che nelle ultime due partite ha dato davvero una grossa mano agli azzurri in campo.

Voglio salutare questa vittoria con una dedica al mio amico Ezio di Pella. Il “suo” Novara non aveva mai giocato una partita ufficiale così vicino alla “sua” casa alla “sua” fabbrica e per questo ieri abbiamo sentito in maniera particolare la “sua” mancanza. Non ce ne siamo accorti, eppure era ancora con noi.

Qualche minuto su una nuvola, qualche altro mischiato tra la gente dietro la porta dove ha segnato Peralta… ovviamente a tifare per gli Azzurri…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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