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L'intervista a Massimo Paci
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giovedì 25 aprile 2019 - 17:27
di Massimo Barbero

Non molto tempo fa… Novara e Siena hanno vissuto il loro ultimo campionato di serie A con Massimo Paci al centro della difesa.

Oggi l’ex centrale marchigiano è un allenatore emergente che ha cominciato la nuova carriera con 2 campionati di Eccellenza vinti. Ovunque ha lasciato dei buoni ricordi. Per la sua correttezza esemplare, dentro e fuori dal campo: “A Novara avevamo cominciato il campionato molto bene. Poi qualcosa si è inceppato ed abbiamo perso una serie di scontri diretti che diventano quasi sempre determinanti quando lotti per la salvezza. Nel complesso penso ci sia mancato un pizzico d’esperienza nel gestire alcune partite, il salto per un club che arrivava dalla C si è rivelato troppo grande. Non a caso nel ritorno abbiamo viaggiato ad una media salvezza”.

Nel luglio 2012 Paci figurava tra i convocati per il quarto raduno dell’era Tesser, ma la sua seconda avventura in azzurro è durata pochi giorni. Un pomeriggio durante un allenamento a Novarello il ds Giaretta l’ha avvertito in presa diretta che era arrivata l’offerta del Siena, strappandolo per sempre dall’afa del Villaggio Azzurro: “Vi dico la verità, volevo rimanere. Non mi piaceva l’idea di lasciare un’opera incompiuta dopo la retrocessione. Però ad un certo punto è arrivata una chiamata importante, di un club di serie A come il Siena ed assieme alla società abbiamo valutato che era la cosa migliore da fare anche perché l’intenzione era quella di puntare maggiormente sui giovani. Ho un bellissimo ricordo del presidente Massimo De Salvo. Di persone come lui nel calcio ne ho trovate davvero poche”.

A Siena è maturata un’altra retrocessione, se possibile ancor più amara: “Sì perché con i punti conquistati sul campo ci saremmo salvati. La differenza l’ha fatta la penalizzazione. E quel Siena un anno dopo sarebbe stato addirittura cancellato”.

Paci ha vissuto la fetta più importante della propria carriera nel Parma, una piazza che ha sempre saputo rialzarsi con una velocità impressionante dai crack dirigenziali più terribili. Per Novara e Siena invece è più difficile trovare delle alternative societarie all’altezza del recente passato: “L’unica differenza la fanno i risultati conseguiti negli ultimi anni. Il Parma negli anni di Tanzi se la giocava quasi alla pari con la Juventus, ha vinto svariate coppe. Ha accumulato un potenziale in termini di seguito di passione popolare che Novara e Siena non possono avere”.

Nei suoi ultimi giorni in azzurro Massimo Paci già si immaginava, in un giorno non lontano, ancora nel calcio come allenatore. E’ stato di parola e dopo due campionati vinti si sta togliendo altre soddisfazioni alla guida del Montegiorgio in D: “Ci siamo salvati con 4-5 giornate d’anticipo e senza il problema fisico che ha messo fuori gioco il nostro attaccante avremmo potuto puntare anche ai play off. Ho scelto appositamente di partire dal basso perché la gavetta è importante. Quello dell’allenatore è un mestiere molto difficile. Ho viaggiato tanto per aggiornarmi, in Inghilterra, Germania, Usa. E nonappena finirà questo campionato lo farò ancora”.

A proposito di allenatori, all’Empoli ed alla Sampdoria si è rilanciato Giampaolo che Paci ha sempre indicato tra i suoi maestri e con cui ha condiviso l’avventura di Brescia, quando il tecnico si era dimesso improvvisamente a fine settembre: “Tra lui e la società non c’era comunanza di intenti. Da lì la scelta di andarsene che allora poteva sembrare avventata e che invece gli ha permesso di riproporsi ad alti livelli appena pochi anni dopo. Lo considero sempre uno dei migliori tecnici italiani”.

Anche la carriera da calciatore di Paci è stata in salita dopo lo sfortunatissimo approdo alla Juventus dove non aveva nemmeno potuto giocarsi le proprie chances per alcuni guai fisici. Ah, se ci fosse stata allora la possibilità di una squadra B… forse le cose sarebbero cambiate! “Io sono favorevole alle seconde squadre perché offrono ai giovani, che hanno ancora bisogno di maturare un po’, un’opportunità importante, senza perdere di vista la cultura che si trova in club di alto livello. Il rischio più grande per quelli che lasciano la Juve, il Milan o l’Inter è proprio quello di perdersi per strada… Invece noi allenatori dovremmo dare più spazio ai ragazzi”.

Veniamo al Novara che si appresta ad affrontare i play off in una posizione non certo all’altezza delle aspettative di fine estate: “Di sicuro i tifosi si aspettavano molto di più. Ma devono dimenticare quello che è successo una decina di anni fa perché il doppio salto dalla C alla A è un’impresa straordinaria, che è riuscita pochissime volte nella storia. Adesso la risalita passa anche attraverso la sofferenza, come è toccato a tante piazze importanti. E fondamentale calarsi in questa mentalità anche se la C, nonostante una struttura ed un centro sportivo degno di ben altri palcoscenici. Detto questo, se la squadra ritrova l’equilibrio, ai play off nessun risultato le è precluso in partenza…”.

Parole cariche di sano realismo da parte di un uomo che a maggio 2012 aveva salutato il pubblico di Novara con grande ammirazione: “Lo confermo. Ho trovato un pubblico fantastico, caldo, civile, educato. E comunque fedele alla squadra. Questo è un aspetto che alla lunga può fare davvero la differenza”.

Salutiamo Massimo Paci sperando di rivederlo presto al “Piola” su qualche panchina possibilmente prestigiosa. Anche da avversario (ma non si sa mai…) gli spetterà l’applauso che tocca a tutti coloro che hanno dato il massimo con la nostra maglia.

Massimo Barbero

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