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Figurine azzurre: Massimo Pellegrini
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lunedė 15 gennaio 2018 - 18:54
di Massimo Barbero

A questa squadra servirebbe proprio un regista, un giocatore con i piedi da categoria superiore che sappia far girare il pallone…”.

Con le punte che segnano con una certa frequenza… è questo il tormentone che accompagna il Novara di Colomba che, al di là di nomi ed ambizioni, onestamente gioca davvero male. Soprattutto in casa.Si insegue la chimera Amerini, si ingaggia l’oggetto misterioso Fabiani, si rimedia tesserando a febbraio lo svincolato Ferretti senza però risolvere davvero il problema.Che puntualmente si ripropone l’anno successivo quando Gozio ha finalmente allestito una formazione ben fatta, con tutti gli uomini al posto giusto, inserendo un esterno in grado di creare superiorità numerica quale l’ancora poco celebrato Gianluca Coti.

Manca comunque il regista ed in prova arriva tale Elio Signorelli, un ex del Genoa fermato da numerosi infortuni. Dopo un’amichevole ad Arona salutata con qualche applauso convinto dai presenti, si lascia stare questa pista per puntare su Massimo Pellegrini, un ventinovenne che vanta già una carriera importante, spesa soprattutto in B e C1 dopo l’illusione di un esordio all’Olimpico con la maglia dell’Inter a soli sedici anni e mezzo.

E’ reduce da un’ingloriosa retrocessione in C2 con la maglia del Modena (poi ripescato a seguito della rinuncia del Crevalcore che viene assorbito) ma con i canarini ha siglato comunque 8 gol pur in un campionato disgraziato. Insomma con la C2 Pellegrini c’entra davvero poco o nulla. Il suo nome è passato alla storia per la brutta vicenda di un “Mundialito” giovanile vinto dall’Inter schierando ad un giocatore fuori età (Pellegrini appunto) che ogni tanto viene tirata fuori ancor oggi da juventini ed affini. Una avventura spiacevole di cui un ragazzo di talento, allora nemmeno sedicenne, non può avere colpa.

Gozio ci presenta Pellegrini in occasione di un’amichevole a Borgosesia con il centrocampista di Frascati ancora a bordo campo in borghese. Tre giorni dopo però debutta in azzurro contro gli Emirati Arabi a Desenzano sbagliando uno dei rigori che dovranno decidere la squadra finalista (passerà comunque il Novara, poi sconfitto dal Brescia).

Un dettaglio perché il primo Novara di “Ciapina” Ferrario gioca davvero bene e Pellegrini sfodera doti e personalità da categoria superiore. Soprattutto in casa contro il Pavia che viene spazzato via nel doppio confronto di Coppa (l’ex del Modena salta però il ritorno al “Fortunati” interrotto sul 4-1 per noi per un guasto alle luci). 

Ma il campionato è un’altra storia e contro la Solbiatese la nostra squadra risente di antiche paure accentuate dall’infortunio di Borgobello nel finale di primo tempo, nel miglior momento degli ospiti. Nel serrate della ripresa sotto la Nord invece è Pellegrini a prendere per mano il Novara, a trascinare i compagni. A sfiorare in un paio di occasioni il gol che non arriva. Ad esempio quando a metà del secondo tempo è Sensibile a respingergli un pallone destinato in fondo al sacco, ma toccato sin troppo delicatamente con il portiere Monguzzi ormai fuori causa.Finisce 0-0 e Pellegrini esce dal campo schiumando rabbia: “vinceremo, vinceremo, non possiamo non vincere con questa squadra” ripete prendendo la via degli spogliatoi con tanta adrenalina addosso.

L’ex del Modena però deve abbandonare i compagni la domenica successiva a Palazzolo quando esce nel finale di primo tempo con un costola rotta. Lo rivediamo alla quinta giornata ad Ospitaletto entrare due minuti prima del vantaggio azzurro su rigore propiziato da Pedretti e trasformato da Coti.Pellegrini ritorna titolare due settimane dopo a Varese quando sotto la nostra curva sblocca il risultato insaccando dopo un’uscita a vuoto del portiere Adami. Finirà 4-2 per noi dopo i brividi di un provvisorio ribaltone biancorosso ad inizio ripresa. In casa però non si vince mai e contro la Torres (1-1 il finale con i nostri ridotti in nove) per due volte Massimo scavalca il portiere Pintauro su punizione, ma trova altrettanti difensori sardi piazzati sulla linea di porta a fermare le sue delicate palombelle.L’incantesimo si spezza contro il Pavia,  sotto la pioggia, quando ad un quarto d’ora dal termine la punizione di Pellegrini si stampa sull’incrocio dei pali. Stavolta però la sfera capita proprio dalle parti di Turato che insacca di testa il gol partita (1-0).E’ un momento difficile per il regista cresciuto nelle file dell’Inter che salta diverse partite (salvo un’apparizione a Legnano nella ripresa) senza poter dare l’apporto necessario ad una squadra che adesso arranca e scivola lontanissima dal Lumezzane.

Rientra nel corso del recupero di Alzano, con Frosio in panchina al posto di Ferrario. I padroni di casa sono in vantaggio per 1-0 sin dalle prime battute e si confermano abili a gestire il risultato senza correre rischi. Fino allo scadere del recupero quando un tiro a volo di Pellegrini costringe Guercilena all’unica vera parata del pomeriggio.E’ un Novara che ha cambiato marcia adesso. Con Pellegrini regista ispirato, Coti imprendibile sulla fascia e Borgobello finalmente decisivo là davanti. Potrebbe non bastare però perché dopo lo scontro diretto del 10 marzo (0-0 il risultato) il Lumezzane è ancora avanti 6 punti e Pellegrini sa di dover saltare la trasferta successiva, sul difficile campo della Torres, per squalifica.I compagni gli fanno il bel regalo del successo sui sardi che vale altri due punti guadagnati sulla capolista, ma Massimo si deve ancora fermare nel corso del derby con la Pro Vercelli per un problema alla schiena. Per fortuna è solo un falso allarme perché già la domenica dopo lo ritroviamo in campo a Pavia per proseguire una rincorsa coronata dall’aggancio appena dopo Pasqua contro il Cremapergo in casa. Pellegrini pennella la punizione del gol partita con stacco vincente di Guatteo in avvio di ripresa.L’allungo decisivo arriva nel memorabile 5 maggio del nostro successo di Tempio Pausania. E’ Pellegrini ad innescare Coti con il lancio millimetrico che manda in porta il nostro numero 7 per l’1-0 che difenderemo fino alla fine del sofferto recupero.Sette giorni dopo lo stadio di Viale Kennedy aspetta la partita più importante della sin lì tormentata storia di un impianto costruito per la A che invece sinora non ha ospitato nemmeno una promozione in C1.

Il pomeriggio di sabato comincia a piovere e non smette di piovere fino al fischio d’inizio di Acronzio di Teramo, alle 16.30 della domenica, quando il terreno è ormai un vero e proprio pantano. Bisogna battere l’Alzano, ma la pressione azzurra non frutta quel gol che ci permetterebbe di tenere a distanza il Lumezzane. Dopo un’ora di tentativi qualcuno teme di assistere all’ennesima beffa di un ventennio pieno solo di delusioni. E’ invece al 17’ della ripresa Coti rincorre un pallone sotto i distinti, una pozzanghera lo aiuta a tenerlo in gioco. Il nostro esterno destro prende la mira e cross in area dove Castellazzi liscia clamorosamente il pallone. Alle sue spalle arriva Pellegrini che, con tutta la calma del mondo, controlla la sfera all’altezza del dischetto del rigore e… mentre lo stadio intero trattiene il fiato… la piazza in fondo al sacco per il gol che vale la C1.

Sembra l’inizio di un periodo d’oro per il Novara ed invece d’estate tutto si sfalda con le incredibili dimissioni del presidente Armani. Pellegrini resta dopo qualche battibecco con la società al momento di ritoccare il suo ingaggio. Salta la prima partita di Coppa a Vercelli, ma gioca il ritorno a Biella (il nostro stadio è indisponibile per lavori) quando calcia alle stelle il rigore di un platonico successo. Il Novara gli ha affidato i gradi di capitano per responsabilizzarlo in una stagione che si annuncia difficile. Massimo però ha altro per la testa. La sua grande prova all’esordio al “Braglia” si rivela in concreto un boomerang per noi perché la corte dell’ex tecnico azzurro Frosio, nel frattempo passato a guidare gli emiliani, si fa adesso ancora più insistente. Contro la Spal, all’esordio casalingo, il regista romano ci lascia il suo regalo d’addio sbloccando il risultato con un piatto destro dal limite eppoi offrendo a Danesi la palla del raddoppio dopo discesa irresistibile di Coti sulla fascia.

E’ l’ultima bella giornata piena d’azzurro prima di tante nubi. La squadra resta aggrappata all’illusione delle promesse del duo Capano-Tacconi (che indicano Zavarov ed Aleinikov quali rinforzi e pretendono il secondo anello dello stadio!) eppoi alla pista, ben più verosimile, del ritorno di Armani che purtroppo sfuma per l’ennesima ripicca tra i soci.

Quando tramonta anche questa possibilità la rosa della promozione si sfalda definitivamente con i protagonisti più acclamati che chiedono ora, a gran voce, di essere ceduti.

Fin dal primo giorno avevo deciso che me ne sarei andato. I risultati negativi non c’entrano. Con la dirigenza non c’erano più il feeling, la stima reciproca dell’anno prima” racconterà Pellegrini in un’intervista rilasciata per “Novara Calcio Magazine” qualche anno più tardi. A Carpi Massimo Pellegrini gioca la sua ultima partita nel Novara. Le “cure” di Marco Materazzi e c… gli offrono un valido appiglio per saltare le due gare successive prima della cessione al Modena ai primi di dicembre.

La seconda esperienza in gialloblu però non è all’altezza della prima. Il Novara torna alla vittoria in campionato proprio contro il Modena che in Viale Kennedy sotto il nevischio non può contare sull’apporto del centrocampista di Frascati. Dopo un anno e mezzo  Pellegrini riparte da Sassuolo (che ancora non è l’ambizioso club targato Mapei) dove conosce una seconda, o se preferite terza, giovinezza calcistica giocando altre stagioni ad alto livello.

Lo affrontiamo da avversario in un sabato di fine ottobre 2000 rimediando la prima di una serie di sconfitte che costeranno la panchina a Garavaglia. Al suo posto, al timone della squadra azzurra, arriva Civeriati: “un fratello per me” dice Pellegrini che nemmeno al ritorno può calcare l’erba malmessa del nostro stadio per un grave infortunio al ginocchio rimediato un mese prima a Montichiari.

Lo ritroviamo però da tifoso al “Piola” per Novara-Fiorenzuola, gara d’andata dei play out e spartiacque della storia azzurra a conferma di un legame ancora importante con la nostra piazza.

Massimo vuole smettere sul campo e si concede un’ultima stagione in D nella Poggese prima di dedicarsi ad una breve esperienza da allenatore nelle giovanili del Sassuolo.

Dopo una decina d’anni a fare esclusivamente il ristoratore… gli è venuta un po’ di nostalgia per l’amato pallone ed è tornato i panchina a guidare i ragazzi del Fiorano.

A Massimo dobbiamo ancora un grosso grazie per la prima vera gioia provata da una generazione di tifosi che per 26 lunghi anni non aveva mai visto il Novara vincere un campionato.

Massimo Barbero

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