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domenica 03 dicembre 2017 - 11:26
di Massimo Barbero

Un pareggio in casa con l’Empoli, dopo 3 sconfitte interne consecutive, non è roba da buttare via a priori, anzi. Le note positive del pomeriggio di ieri però si fermano qui. Si limitano al risultato finale che rappresenta il premio per la nostra capacità di rendere (quasi) innocuo il miglior attacco del campionato. Per il resto ho visto ben poco, da una parte e persino dall’altra. In zona mista Vivarini si è rallegrato di aver ritrovato anche un po’ di sana ignoranza calcistica da parte dei suoi. Contento lui…

Io mi aspettavo decisamente di più da un Empoli giunto al “Piola” con la credenziali di squadra capace di segnare 8 gol nelle ultime 2 gare casalinghe. Ed ovviamente anche da un Novara che ha fatto un passo indietro rispetto alle ultime due incoraggianti prestazioni. Insomma, strada facendo, l’ignoranza calcistica ha prevalso sulle giocate, sulla qualità, sulla tecnica. Non è stato un male nello specifico per noi se pensiamo a quello che avevano saputo fare gli ospiti nel finale di primo tempo con combinazioni palla a terra. In prospettiva, però, giocando così è difficile pensare di poter fare bottino pieno in casa, se non a seguito di qualche episodio fortuito.

Eppure il nostro inizio di partita era stato incoraggiante. Quando ho visto Dickmann affondare dalla sinistra e crossare in area per due-tre colpitori di testa liberi in area empolese ho pensato che quello sarebbe stato lo sbocco naturale della nostra manovra con “Lollo” e “Dima” sulle fasce e finalmente un Maniero in mezzo a raccogliere i cross, creando nel contempo spazio per gli inserimenti altrui. Invece quella situazione si è ripetuta per non più di due-tre volte nel primo tempo e quasi esclusivamente con azioni dalla corsia mancina. Dall’altra parte Vivarini ha piazzato un difensore puro quale Luperto per bloccare sul nascere le sortite di Di Mariano rendendo la nostra manovra monocorde. Per il resto non ho visto i nostri interni di centrocampo dialogare in maniera efficace con le due punte e creare così i presupposti per quelle triangolazioni palla a terra che hanno permesso invece all’Empoli di rendersi pericoloso nel finale di primo tempo allorchè i toscani sono usciti dal guscio prendendo il comando delle operazioni.
In un nonnulla ci siamo trovati Caputo libero di sparare al tiro nella nostra area piccola e Donnarumma pronto ad azzardare un lob da posizione defilata che si è stampato sulla traversa. Più di un campanello d’allarme in vista del secondo tempo ripensando anche al fatto che nelle ultime 3 gare casalinghe eravamo sempre andati sotto appena dopo l’intervallo.Invece per fortuna stavolta il “gollonzo” è stato di marca novarese, a firma di Troest che nell’occasione è stato probabilmente risarcito (in parte) dei gol ingiustamente annullati da Ros a Crotone e da Manganiello a Chiavari.

In 8 partite casalinghe soltanto contro il Frosinone ci eravamo trovati a gestire un vantaggio al “Piola” (Di Mariano col Cittadella aveva segnato a tempo ampiamente scaduto) ed in quella circostanza il Novara aveva poi sfoggiato il meglio del proprio repertorio.Anche ieri la formazione di Corini ha arginato bene un Empoli a cui ha concesso non più di un paio di tiri dal limite. Per contro però non siamo mai riusciti a proporci in avanti in maniera pericolosa ed a creare così i presupposti per il raddoppio. Rimanendo aggrappati ad un golletto di vantaggio, c’era il rischio di venire raggiunti in qualsiasi momento, come è puntualmente accaduto. Purtroppo il pari è arrivato poco oltre la mezzora con un tiro di Zajc che mi ha ricordato la conclusione di Buzzegoli che ci aveva regalato la Supercoppa, a gara ormai finita, proprio contro il Teramo di Vivarini. Onestamente giusto così…

La vivacità portata dai 3 giocatori entrati dalla panchina quando il punteggio era già sull’1-1 mi lascia però qualche rimpianto per non aver effettuato prima almeno un paio degli stessi cambi. In particolare l’apporto di Sciaudone sarebbe potuto essere determinante nel chiudere gli spazi ai centrocampisti ospiti, aiutando la propria squadra a non schiacciarsi troppo nella propria area di rigore. Lo stesso Chajia nell’identica situazione (sull’1-0 per noi) contro il Frosinone aveva giocato la propria miglior partita casalinga portando a spasso nella loro metàcampo i difensori avversari vanamente protesi in avanti nel tentativo di rimonta.La speranza è che questo punticino, più che a far classifica, ci sia servito a ritrovare un po’ di fiducia anche nelle prestazioni casalinghe e che a partire dall’anticipo con la Cremonese si possa vedere un Novara diverso, almeno nell’interpretazione del proprio 3-5-2 e nella personalità dei propri uomini di spicco.

Prima di addormentarmi ho guardato con un po’ di invidia la torcida grigiorossa salutare festante il Komandante Tesser dopo un esaltante successo nel finale frutto di una prodezza-capolavoro di Paulinho e di un paio di sviste arbitrali successive ai danni dello Spezia. Che nostalgia per i tempi, per nulla lontani, in cui il “Piola” era un catino che trascinava i propri giocatori condizionando, almeno un po’, anche arbitro ed avversari. Non serve tornare ai fasti della A e nemmeno a quelli della “remuntada”

Ricordo un Novara-Giana Erminio in Lega Pro giocato in un ambiente fantastico che ci faceva sentire “a casa”, pur al termine di una settimana tribolatissima. Ieri, dopo tanto tempo, ho avuto la sventura di seguire una partita casalinga senza le cuffie della radio… ed ho avuto la spiacevole sensazione di ritrovarmi, come in un incubo, riproiettato negli anni più grigi, quelli dell’era Diodicibus in C2, quando il pubblico infreddolito non batteva nemmeno le mani per la paura di togliersi i guanti. Con la sola differenza in più dei cori della Curva che invece ha cercato, quasi sempre invano, per tutta i 90 minuti con l’Empoli di svegliare anche gli altri settori.
Abbiamo bisogno di emozioni forti.

Ed, al di là del piacere di ritrovare Attilio Tesser e Simone Pesce, può e deve darceli l’arrivo al “Piola” di una Cremonese (grande rivale negli anni della C) con al proprio seguito un numero importante di tifosi. Non pretendo tanto… Chiedo solo di ritrovare quello spirito, quella rabbia agonistica, quell’unità d’intenti tra squadra e tifosi… che in una sera di nebbia terribile di una decina di anni fa… dopo tanta sfortuna… diede un contributo determinante nell’aiutare Mavillo Gheller a spingere la palla nella porta grigiorossa proprio allo scadere….
Si gioca all’ora di pranzo… Chissà che la fame accumulata… non possa rappresentare lo stimolo giusto per i signori della Tribuna (che di solito si sentono solo quando è il momento di sottolineare l’uscita dal campo di un Macheda o un Ronaldo…) per battere le mani qualche volta in più… e per gridare nuovamente convinti…

Forza Novara sempre!!!


Massimo Barbero

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