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Figurine azzurre: Federico Bigatti
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martedì 14 novembre 2017 - 21:48
di Massimo Barbero

E’ domenica 12 agosto 2001 ed i 527 novaresi paganti che hanno preferito il “Piola” alle vacanze o alla piscina si illudono di aver trovato un nuovo Fabio Scienza.

Si chiama Federico Bigatti ed è reduce da un campionato di D nelle file del Seregno: “è un ragazzo ventenne interessante perchè sempre in movimento e che vede molto la porta” scriverà l’indomani su “La Stampa” Renato Ambiel.

Sul campo s’impone l’Alzano, squadra di categoria superiore, agevolata anche dalle nefandezze dell’arbitro Vicinanza (arriveranno oltre 2 milioni di multa per intemperanze del pubblico), ma il popolo azzurro applaude comunque quel Novara che ha dato tutto, fino alla fine.

Bigattino è un attaccante esterno imprendibile nel primo scatto e micidiale nelle ripartenze. La sua struttura fisica gli permette di essere decisamente più in forma dei compagni in una fase della stagione in cui quasi tutti sono imballati. La storia si ripete la domenica successiva a Lecco quando Bigatti fa girare la testa a Giaretta e soci. Un eccesso che finirà col costargli caro perché a metà ripresa il nostro giocatore viene spedito negli spogliatoi con una caviglia malconcia.Sembra un infortunio di poco conto ed invece è un guaio fisico che segnerà la carriera del nostro Federico che forse mai rivedremo sugli stessi, esaltanti, livelli delle prime due apparizioni ufficiali. Viene affrettato il suo recupero per la prima di campionato nella tana con la Rondinella, ma quello che gioca un tempo scarso al “Due Strade” è davvero un altro giocatore: timido, impacciato sofferente, si arrende al dolore dopo nemmeno un tempo.

Bigatti si deve operare e lo rivediamo in campo solo ad inizio dicembre a Biella a dar manforte ad una squadra nei bassifondi della classifica e decimata dalle assenze. Il primo gol in campionato arriva all’antivigilia di San Gaudenzio contro la Valenzana. Il terreno del “Piola” è semplicemente impresentabile. Per compattarlo è stata gettata un po’ di terra che fa sì che ad ogni contrasto si alzi una nuvola di polvere. Difficile vedere e praticare calcio in quella situazione. Il punteggio è sull’1-1 con un rigore per parte… quando si verifica l’ennesima mischia in area rossoblu… nel caos più totale la zampata vincente è proprio di Federico che festeggia impazzito di gioia.

Il tridente di Civeriati viene abbandonato da Di Chiara per passare ad un classico 4-4-2 che presenta Brizzi e Dal Moro titolari sugli esterni. Il tecnico romano però tiene in grande considerazione Baldini e Bigatti e li utilizza per cambiare marcia con il loro innesto a gara in corso. Come contro la Biellese quando l’espulsione di Brizzi ristabilisce la parità numerica (nel primo tempo era stato cacciato Pedrocchi) sul punteggio di 2-0 per noi. Bigattino chiude i conti firmando la terza rete su errato rinvio del portiere Mordenti. Poi offre a Guida il pallone del poker. Anche contro il Pavia di Torresani l’ingresso dell’esterno bresciano ci consente di allentare un po’ la pressione degli avversari a cui non basta lo 0-0 che al fischio finale ci garantisce i play off. In tutto sono 21 presenze e 2 gol, non male per un debuttante che ha perso tra l’altro qualche mese per infortunio!

I problemi arrivano quando nella semifinale con la Pro Patria manca Rubino ed il suo posto (maglia numero 9 compresa) viene preso in extremis da Bigatti che ha ben altre caratteristiche. Il Novara gioca come se ci fosse sempre la testa di Raffaele da servire… e viene messo di sotto di brutto dai “tigrotti” che ci inchiodano in area fino al momento della rocambolesca rete del vantaggio. I sogni di C1 finiscono così in una torrida domenica di maggio con i bustocchi che fanno festa nel nostro stadio.Si riparte a fatica, dopo l’estate del ritiro di Haskovo, il litigio Borgo-Di Chiara ed i reiterati propositi di abbandono della famiglia Mastagni. Bigatti però sembra trovarsi a meraviglia nel 4-4-2 di Foschi che spesso è un vero e proprio 4-2-4. Non a caso segna il primo gol del campionato azzurro a Meda: invenzione di Palombo, appoggio aereo di Egbedi e facile battuta di Bigattino che ci regala finalmente una gioia dopo l’amaro 0-0 d’esordio contro l’inguaiata Alessandria. Federico viaggia forte per tutto il girone d’andata quando il mister lo alterna a Dal Moro (con Brizzi che fa la spola tra fascia destra e sinistra) a seconda del tipo di partita da affrontare.

Dopo Natale però sembra aver finito la benzina, non riesce più ad essere determinante. Qualcuno parla anche di un problema di concentrazione per un ragazzo ancora molto giovane. Sta di fatto che il Novara perde la verve dell’esterno di maggiore fantasia proprio quando i gol cominciano a latitare.In primavera Bigatti si riprende e potrebbe passare alla storia come l’uomo del gol della promozione in C1, la prima gioia nello stadio nuovo. Nei supplementari con l’Alto Adige entra in campo per sostituire l’infortunato Bresciani e gli capita una colossale palla gol: verso la fine del primo tempo supplementare, sotto la Nord, Carlet s’infila dalla sinistra e calcia a tu per tu con Servili che respinge come può; la sfera capita proprio dalle parti di Bigatti che potrebbe insaccarla a porta sguarnita. Avrebbe il tempo di stopparla, controllarla, accarezzarla. Ed invece la calcia al volo, mancando incredibilmente il bersaglio.

“Veniva giù che era una bellezza… non potevo non colpirla…” dirà a mente fredda, dopo l’errore di Bachlechner ed il sofferto trionfo azzurro.La stagione della C1 comincia nel migliore dei modi per Bigatti che va a segno nelle prime due partite ufficiali di Coppa: a Savona eppoi in casa contro l’Ivrea. Si pensa che potrà andare a nozze negli spazi più ampi che ci lasceranno in contropiede le squadre di categoria superiore. Ed invece ciò avviene solo all’esordio a Ferrara quando il suo ingresso in avvio di ripresa al posto di Dal Moro rivitalizza un Novara sin troppo timido sino a quel momento. Nelle prime giornate Foschi lo impiega con continuità, qualche volta da titolare, in più occasioni come alternativa a gara in corso, ma il suo apporto quasi mai si eleva da una stiracchiata sufficienza. A fine anno deve fermarsi per un problema alla spalla. Lo ritroviamo in campo con una certa frequenza in primavera mentre gli infortuni limitano le scelte di Foschi. Gioca titolare il memorabile Novara-Arezzo 3-2 allorchè esce dopo il gol partita di Omolade per lasciare spazio al difensore Cusaro. In tutto sono 14 gettoni di presenza, senza reti.La sua avventura in azzurro sembra però al capolinea ed in effetti viene prestato al Carpenedolo eppoi, a gennaio, al Legnano per giocare un po’ di più, seppur in categoria inferiore.Rientra nella caotica estate 2005 quando Cabrini di trova per le mani una rosa vastissima di calciatori. Vatta vorrebbe cederlo, ma l’ex terzino Campione del Mondo lo impiega all’esordio a San Benedetto (nel finale al posto di Cristiano) convincendo l’esterno bresciano a rimanere per giocarsi le proprie chances. Nel complesso colleziona 12 presenze.

La sua ultima maglia azzurra ed il suo ultimo scatto risalgono ad un Novara-San Marino di fine campionato. Sul 3-3 per noi gli ospiti sono tutti proiettati in avanti alla ricerca del gol che varrebbe per loro la possibilità di giocare in casa il ritorno play out. Recuperata palla Bigatti scatta in contropiede, affetta la metà campo avversaria, veloce come nei giorni del suo esordio in azzurro. Potrebbe essere la ciliegina sulla torta di un’esaltante 4-3 in rimonta ed invece la palla si stampa sul palo assieme agli ultimi brividi di un campionato comunque soddisfacente.

Rodengo Saiano, Biellese, Siracusa, Pro Belvedere, Gaeta, Todi, Sant’Angelo Lodigiano, Novese, Cliverghe Mazzano e Grumellese sono le tappe di una carriera ancora molto lunga che però non ha regalato a Federico le soddisfazioni che era lecito attendersi il giorno dell’esordio in azzurro, in quella domenica ferragostana contro l’Alzano…

Massimo Barbero

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