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mercoledė 25 ottobre 2017 - 13:19
A cura di Massimo Barbero

Abbiamo preso tre gol in casa in poco più di un’ora senza nemmeno spendere un cartellino giallo per limitare l’evidente supremazia della Salernitana all’inizio di entrambi i tempi… Questo paradosso (tale risulta per quella che secondo le statistiche risalenti ad un paio di settimane fa era la compagine più ammonita del campionato) ci fa capire come il Novara si sia espresso, per larghi tratti della gara, al di sotto dei propri soliti standard di intensità che ci avevano fatto elogiare soprattutto l’aspetto caratteriale della squadra in questi primi due mesi di campionato. Ci sta, specialmente quando sei impegnato ogni tre-quattro giorni senza avere tanti uomini (di pari livello) da far ruotare. In questa serie B, così incerta ed imprevedibile nei risultati e nelle loro dinamiche, non è uno scandalo né un dramma giocare una partita (anche in casa) peggio dell’avversario.Però al Novara di ieri rimprovero soprattutto di aver fatto poco per cambiare l’inerzia della gara nei momenti più difficili, quand’era la Salernitana ad avere il pallino del gioco. Ribadisco quello che ho tentato di dire ieri in conferenza stampa… avrei voluto vedere in campo 11(14) Schiavi per il piglio, la sfrontatezza con cui Nico si è proposto al cospetto di avversari molto più esperti di lui e che sul 3-1 avevano ovviamente la partita in pugno. Non ha esitato a tentare la giocata, a far la guerra, a ringhiare anche di fronte a Rosina con il risultato di risvegliare una partita che sembrava ormai chiusa. Chi ha seguito da vicino la cavalcata targata Tesser nella stagione 2010-11 sa bene che non è stata sempre una passeggiata di salute per noi. Nemmeno in autunno quando eravamo in testa alla classifica. Ricordo, per esempio, quanto ci avessero fatto penare al “Piola” Empoli e Pescara subito dopo aver raggiunto l’1-1 ad inizio ripresa. Però allora riuscivamo a rimanere in piedi anche in quei frangenti di sofferenza grazie ad un mix fatto di equilibrio, giocate individuali e personalità dei singoli, mosse tattiche dalla panchina, un pizzico di fortuna. Ieri all’inizio di entrambi i tempi ci siamo consegnati alla supremazia avversaria apparentemente rassegnati, come se il gol del vantaggio fosse uno sviluppo quasi inevitabile di quella fase di gioco.Nel complesso però è davvero un azzardo criticare le decisioni iniziali di un tecnico in un impegno infrasettimanale nel quale giocoforza devono andare in campo gli uomini che hanno innanzitutto più gambe e motivazioni degli altri (e solo chi li allena ogni giorno può rendersi conto di questo). La mossa di provare a rilanciare Ronaldo era la più logica per ritrovare un’alternativa in grado di far rifiatare Orlandi che, per ovvie ragioni, non potrà giocare tutte le partite da qui al 18 maggio prossimo. Quella di inserire Macheda una scelta quasi obbligata in un attacco chiamato ad affrontare una sfida casalinga già privo di Maniero e Sansone.Da “ronaldiano convinto” devo però ora riconoscere che la squadra sembra ogni volta perdere qualcosa in termini di equilibrio quando in mezzo al campo agisce il brasiliano. Non è giusto buttargli la croce addosso perché ieri ha fatto vedere anche qualche giocata degna di nota (almeno nella seconda parte di primo tempo) ma qualcosa non funziona. E’ come se con lui in campo i compagni gli delegassero sistematicamente la costruzione del gioco con il risultato di rendere la manovra sin troppo scontata eppoi vulnerabile di fronte alle ripartenze avversaria. Con Orlandi abbiamo un pizzico in meno di fantasia ed imprevedibilità, ma molta più sostanza ed il gioco si dipana in maniera decisamente più naturale.Ieri probabilmente Bollini sapeva di avere una difesa più fragile e perforabile del solito (per l’assenza di Schiavi e Perico) ed ha provato a rimediare, con successo, aggredendoci sin dalle battute iniziali dell’incontro. I primi 17 minuti sono stati un’agonia con la Salernitana che arrivava al tiro con una facilità impressionante bypassando regolarmente il nostro centrocampo e portando i propri tre uomini d’attacco ad un sanguinoso uno contro uno con i nostri centrali.Dopo il gol di Gatto però il Novara ha avuto una bella reazione. Gli inserimenti di Sciaudone hanno creato uno sbocco sempre più pericoloso per la nostra manovra e siamo andati al tiro (o vicini alla conclusione) in diverse occasioni meritando ampiamente il pareggio.Come ho scritto due settimane fa in occasione della partita con il Frosinone, in gare così equilibrate è quasi sempre fondamentale l’atteggiamento con cui si rientra dall’intervallo. Allora avevamo ricominciato benissimo e così era stato, seppur in maniera meno marcata, anche nelle successive trasferte di Brescia e Palermo. Stavolta invece ci siamo fatti sorprendere sin dalla prima azione che è valsa agli ospiti la possibilità di “condizionare” il metro dell’incerto Ghersini. Sono sincero, se fossi un tifoso della Salernitana mi sarei arrabbiato per la mancata concessione del rigore per i granata in quel frangente. Le proteste di Bollini e della sua panchina nei confronti di quarto uomo e primo assistente sono state però molto più marcate di quelle azzurre in occasione del fallo su Chiosa che ha portato al gol del 2-1 dei campani… Quando si dice “fattore campo” che non riusciamo a sfruttare… Sta di fatto che da quel momento Ghersini ha cominciato ad arbitrare in maniera irritante. Con il conforto del “guardalinee” sotto la tribuna che appariva terrorizzato dall’idea di segnalare qualcosa contro la Lotito’s band.La nostra colpa è stata quella di avere fatto pochissimo per limitare i danni. Al posto di Corini non avrei atteso neanche dieci minuti per fare un cambio nel tentativo di spezzare una fase della partita in cui la Salernitana risultava padrona assoluta del gioco. Un’idea valida poteva essere quella di inserire Casarini per riequilibrare i rapporti di forza in mezzo al campo. Invece siamo rimasti inermi, fino al micidiale uno-due ospite che ha indirizzato la gara in maniera molto chiara.A quel punto, sull’1-3, al posto di Corini non avrei nemmeno sostituito Macheda e Ronaldo perché il cambio era un’occasione troppo ghiotta per esporre i due rientranti ai fischi di chi era già venuto allo stadio prevenuto. C’era il rischio di farli passare agli occhi dell’opinione pubblica come i principali responsabili di una sconfitta che è stata soprattutto collettiva. Su questo però devo riconoscere, alla luce dei fatti, che il mister ha avuto ragione perché con l’ingresso dei giovani siamo arrivati ad un passo dal riaprirla davvero. Se fosse entrato quel tiro di Calderoni… avremmo fatto prendere strizza autentica alla Salernitana che pareva in grado di difendersi efficacemente solo attaccando, ma ovviamente non poteva avere le energie per farlo per l’intera gara.Nelle ultime 3 trasferte (Parma, Avellino e Novara) la squadra di Bollini ha sempre incassato 2 gol per volta senza mai perdere, nemmeno una volta. Dunque la Salernitana è stata all’altezza dei numeri della Salernitana attuale. E per fare risultato ci sarebbe voluto il miglior Novara, quello famelico, concentrato e rabbioso del posticipo con il Frosinone per intenderci. Non si può essere sempre al top per 42 partite ovviamente, ma bisogna mettere in conto che appena si cala anche un po’ di rendimento la brutta sorpresa è dietro l’angolo, contro chiunque.E’ un campionato stranissimo, senza un vero e proprio fanalino di coda “stabile” quali erano state Grosseto, Juve Stabia, Como e Trapani nel girone d’andata delle nostre precedenti stagioni in B. In poche ore il borsino di Cesena e Novara è risultato stravolto rispetto alle sensazioni che avevamo solo ieri pomeriggio… Ora, paradossalmente, sono i romagnoli (che sabato pomeriggio sul 3-1 per il Foggia a 10’ dalla fine erano sotto un treno) ad avere il morale più alto. E’ di fondamentale importanza fare punti al “Manuzzi” per non disperdere la fiducia positiva data dalle tre vittorie consecutive… Mannaggia, non c’è un attimo di respiro perché tutto è sempre in discussione… Forza Novara sempre!!!


Massimo Barbero

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