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mercoledì 16 agosto 2017 - 09:42
12° puntata: 26 ottobre 2011 Novara-Siena 1-1

Il turno infrasettimanale allontana presto il dispiacere per la netta sconfitta di Udine. Bisogna pensare al Siena, all’ennesima partita da vincere a tutti i costi di questo mese senza successi che sembra già lunghissimo.Il lunedì mattina si è ormai consolidato un piacevole appuntamento in radio con Carlotta che è talmente brava e spigliata da far sembrare simpatico pure il sottoscritto. Stavolta, eccezionalmente, c’è anche Paolo Molina a farci compagnia.

Devo impaginare il “Fedelissimo” perché Beppe Vaccarone si è concesso la consueta crociera d’inizio autunno ed io ne faccio le veci. Provo a smussare un po’ il pessimismo ormai dilagante nelle opinioni dei collaboratori mentre Paolo attacca con un “Ma siamo matti?” che è un po’ lo specchio della sua filosofia calcistica che lo porta quasi sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno. In macchina, tornando da Udine, aveva azzardato una similitudine con un episodio di Happy Days che son troppo giovane (si fa per dire…) per poter ricordare. La morale, alla fine di una serie di marachelle, sballi, punizioni guai e conseguenze… era la domanda di papà Howard a Richie: “Lo rifaresti? Dimmi lo rifaresti? Si!” (la risposta data con un sorriso celestiale dal giovane colto in castagna) che il buon Molina ripropone, pari pari, per le vicende azzurre. Tradotto, in soldoni, vuol dire che la scalata vissuta dalla C2 alla A val bene anche le sofferenze contingenti…

Insomma né è valsa comunque la pena. Un’efficace metafora che viene riproposta sulle colonne del “Fedelissimo”.Si gioca di mercoledì sera e prima di andare allo stadio incontro una compagna di scuola delle medie che sta per affrontare un delicato intervento chirurgico. Facciamo tre passi in centro con la sorella e la nipotina che ancora non immagina che la zia adorata non potrà più prenderla in braccio per qualche mese. E’ un momento dolce e malinconico che mi fa scoprire, a 39 anni appena compiuti, che certi guai di salute possono toccare anche a uomini e donne della mia età.Sta di fatto che la camminata verso il “Piola” stavolta per me è decisamente meno serena e festosa di quella che avevo compiuto per andare a gustarmi l’incredibile 3-1 all’Inter. La preoccupazione per l’amica si mischia alla constatazione di una città che è già molto diversa da come l’avevamo vista soltanto un mese prima.

Ecco l’attacco del mio Editoriale del giorno dopo “Ieri, prima della gara, ho voluto riassaporare le sensazioni di quel magico 20 settembre. Allora avevo attraversato la città a piedi, dal centro fino in Viale Kennedy, in un crescente tripudio di colori azzurri, quasi a pregustare la grande (ed inattesa) festa. L’ho rifatto, ma stavolta l’atmosfera era decisamente diversa. Soltanto 36 giorni dopo non è rimasto quasi nulla di quel clima di euforia collettiva… qualche sciarpa nascosta tra i primi giacconi invernali, una tensione palese per una gara importante e temuta. Nulla accade per caso. La città stava somatizzando le incertezze di una squadra che dall’1-0 di Ramirez del Bologna in poi… è parsa smarrita, sfiduciata, insicura… Il nostro primo tempo è stato lo specchio fedele di un momento difficile. Tanti passaggi sbagliati, poco coraggio nel proporsi. La palla scottava sempre tra i piedi degli azzurri, come mai ci era capitato in due anni e mezzo di partite casalinghe della gestione Tesser. L’1-0 di Calaiò è stata la logica conseguenza di un inizio carico di paure, sfortuna (vedi l’uscita di Ludi) errori”.

La gioia per la A ritrovata dopo 55 anni ha ormai lasciato spazio alla preoccupazione ed al pessimismo. Lo si coglie anche al “Piola” al momento dell’ingresso delle squadre in campo. Tesser alza il pugno quasi a chiedere un aiuto determinante dai 10 mila sugli spalti. Sannino fa il giro del campo apparentemente in segno di sfida. Nell’ottobre 2009 ha scatenato una polemica in sala stampa (per qualche bisbiglio di troppo mentre lui parlava) su cui ha costruito una rivalità Novara-Varese all’epoca un po’ sopita che sin qui ha fatto il suo gioco esaltandone le doti da combattente. Sono gli anni in cui spopolano gli allenatori alla Mourinho quelli che sostengono di sbranare gli avversari con le motivazioni e la cattiveria agonistica anziché con gli schemi ed il gioco. In Tribuna d’onore non c’è Mezzarona, contestato il 1 maggio dopo il generoso rigore concesso ai suoi in occasione del discusso 2-2. La rivalità Novara-Siena è tutta qui malgrado un emittente toscana abbia cercato di cavalcarla accusando noi giornalisti novaresi di averla alimentata quando la squadra allenata da Conte ha preso il largo. Ho ascoltato tutto mentre curavo i collegamenti (ovviamente ricevendo a malapena uno stiracchiato grazie) dal “Piola” nel precedente confronto in serie B. La tentazione di salutare e di andarmene era stata forte al pensiero di “ma come… io sto lavorando per loro per mera cortesia… e questi non fanno altro che attaccare i giornalisti novaresi?”.

Allora aveva prevalso il senso di responsabilità (anche per non far fare brutte figure ad Ugo Ponzio ed alla radio) ma stavolta alla richiesta di curare le interviste “come l’altra volta” avevo risposto “No, mi spiace”. Il mio posto era stato preso da Jean Paul Bonomi che in caso di polemica non si sarebbe certo tirato indietro nel rispondere per le rime agli amici contradaioli…In campo Tesser propone un Ludi recuperato in fretta e furia accanto a Paci e Garcia sorprendentemente sulla fascia sinistra al posto di Gemiti. L’interno di centrocampo è Giorgi con Pinardi rifinitore ed il quasi inedito duo Meggiorini-Jeda di punta.Sannino presenta un 4-4-2 molto meno spregiudicato rispetto a quello di Conte con Bolzoni in mezzo al campo, Gonzalez davanti al posto di Destro e Farelli secondo portiere.

L’ex tecnico del Varese ha cambiato praticamente tutto il centrocampo rispetto alla squadra che ha appena battuto il Cesena compiendo un bel balzo in avanti in classifica. Adesso i bianconeri sono a quota 9, hanno 4 punti di vantaggio su di noi (che sembrano già tantissimi) frutto del pareggio e della vittoria conseguiti negli ultimi due incontri in concomitanza con altrettante sconfitte azzurre.La partita comincia nel peggiore dei modi perchè Ludi si deve arrendere al dolore dopo nemmeno un quarto d’ora. Al suo posto entra Centurioni, alla sua seconda presenza consecutiva. La rabberciata difesa azzurra non fa nemmeno tempo ad assestarsi che matura il vantaggio toscano. Gli ospiti sfondano sulla corsia di destra dove Angelo fa il bello ed il cattivo tempo, il brasiliano serve Gonzalez su cui va in contrasto Centurioni, Fontana allontana come può, proprio dove c’è Calaiò che insacca ormai indisturbato. Mentre l’attaccante cresciuto nel Toro fa festa, Pablo ritorna verso il centrocampo a testa bassa, senza un minimo cenno di esultanza. A guardarlo dall’alto pare persino dispiaciuto di avere inflitto una sofferenza sportiva a tanti amici.Il Novara va letteralmente nel pallone.

I nostri sbagliano una serie incredibile di passaggi tra i primi fischi del pubblico che becca soprattutto Garcia che sulla fascia sinistra pare letteralmente spaesato. In particolare è l’ex benzinaio toscano che staziona regolarmente nei distinti ad attaccare senza pietà l’argentino giunto dal Palermo.In questo frangente il Siena ha il torto di non infierire. Pablo si presenta a tu per tu con Fontana, ma calcia debolmente. E’ l’unico vero contropiede creato dalla squadra di Sannino che si limita a difendere l’1-0 senza affanni di sorta. Poco dopo la mezzora gli azzurri si rianimano con un colpo di testa di Jeda su punizione di Pinardi.All’intervallo lo sconforto collettivo supera i livelli di guardia. Si avvicina l’avvocato Conte che ha rinunciato a Napoli-Udinese in tv per vedere il Novara dal vivo. Scopro della sua amicizia con Ugo Ponzio che si mette a proporgli un “andiamo a cena durante il ponte?” mentre noi dissertiamo di calciatori e schemi.Ad inizio ripresa Tesser inserisce Gemiti al posto di Garcia e per l’ex del Rosario Central sembra una bocciatura ormai definitiva. Adesso la formazione di casa ha di nuovo in mano il pallino del gioco. Sotto la “Nord” attacchiamo incessantemente, senza la necessaria lucidità, ma ora almeno con rabbia e convinzione. Al 4’ c’è un triplo tentativo davanti alla porta bianconera, ma né Meggiorini, né Jeda né Rigoni hanno il tempo di azzeccare la conclusione vincente perché c’è sempre, ovunque, un avversario pronto a chiudere. Il Komandante si gioca l’ultimo cambio molto presto, poco prima del quarto d’ora: al posto di Pinardi entra Mazzarani, recuperato dopo l’infortunio di Bergamo che aveva fatto temere addirittura un’operazione al ginocchio. Sannino avvicenda gli esterni di centrocampo inserendo Mannini e Brienza al posto di Reginaldo ed Angelo.Il Novara bussa soltanto con tiri dal limite.

Ci provano Porcari eppoi Rigoni, ma Brkic fa buona guardia. Prima della mezzora il Siena toglie Gonzalez per inserire un difensore Terzi. Pablo viene salutato dall’ovazione del “Piola” che sa che un giorno, prima o poi “El Cartero” tornerà a vestire la maglia azzurra che ancora ama.Sannino così facendo si consegna all’assalto novarese senza nemmeno poter più sfruttare l’arma del contropiede. Qualcosa capiterà, qualcosa deve capitare… penso… mentre affianco Paolo Molina (stavolta prima voce) nella radiocronaca. Sono talmente ottimista che scrivo un sms al mio amico Nico Pulizzi incollato a guardare Milan-Parma “cambia canale che adesso pareggiamo”.Ed in effetti l’1-1 arriva perché la vecchia guardia conserva ancora un po’ della magia delle due promozioni. Mancano dieci minuti dalla fine quando Rigoni tocca sorprendentemente corto un angolo dalla sinistra per l’inserimento di Gemiti la cui conclusione con il piede mancino s’insacca nel sette alla destra di Brkic. Paolo esulta come un pazzo per il gol che potrebbe valere il suo primo punto in serie da radiocronista (il collega Barlassina ha patrocinato da tempo questa piccola sfida tra noi a suon di punti guadagnati).

Ci sarebbe anche il tempo di provare a vincere, ma le due squadre sono troppo preoccupate di non perdere per cercare altri rischi. In zona buffet Jean Paul Bonomi esclama “San Gemitiiiii!!!! Senza quel gol la partita di Lecce sarebbe risultata drammatica per entrambe…”.

Non fa tempo a finire la frase che arriva la notizia della vittoria del Bologna a Verona (Chievo) che ci ricaccia per la prima volta (ma purtroppo per sempre) in zona retrocessione. Nel suo piccolo è una constatazione che spegne subito quella punta di euforia scaturita dall’improvviso pareggio. La zona mista è piena di colleghi giunti da Varese per omaggiare l’idolo Sannino.

Noi ci gustiamo il nostro Pablo che dice: “la gente mi ha davvero commosso…. Novara resterà per sempre nel mio cuore e chissà… magari un giorno tornerò a vestire la maglia azzurra”.

Con Carlo Accornero Danny Faranna lancia l’ipotesi di ingaggiare uno svincolato per rinforzare una difesa priva di Lisuzzo e Ludi: “troppo presto fare valutazioni di questo tipo già stasera – osserva il Presidente – Vedremo…”.

Tra i giocatori parlano quelli delle vecchia guardia che il pubblico continua ad amare in maniera particolare. Oltre a Rigoni e Centurioni, ormai presenza fissa al microfono si presenta Gemiti che non aveva mai segnato in campionato con la maglia del Novara, né in serie A quando giocava nell’Udinese (eppoi nel Chievo). Una gran bella gioia per un esterno che il Modena aveva lasciato andare come perso per la causa ad appena 28 anni.

In conferenza stampa mentre parla Tesser accade un episodio surreale, al momento persin drammatico: una hostess stramazza, vittima di uno svenimento ed il buon Attilio è rapidissimo ad afferrarla prima che tocchi terra. Nulla di preoccupante, è solo un improvviso calo di zuccheri dopo una lunga serata.E’ un mercoledì sera un po’ amaro e nemmeno la classica birra al Bar Torino dai fratelli Tondina riesce a rimettermi di buon umore. Svanita l’adrenalina risale un po’ di preoccupazione per l’operazione che dovrà affrontare la mia amica (che oggi, a 6 anni di distanza, per fortuna sta bene).

E dal punto di vista squisitamente calcistico c’è la consapevolezza che anche il Siena ci sia superiore. E questa in prospettiva è davvero una gran brutta notizia, ben al di là della mancata vittoria casalinga.Una sensazione che ritroviamo anche nell’editoriale scritto per l’occasione.   “Però onestamente il campo ci ha detto che i 4 punti che attualmente dividono Siena e Novara non sono frutto del caso. La squadra di Sannino ha acquisito molto in fretta la mentalità giusta per una compagine che deve lottare per sopravvivere: difesa accorta e bloccata, chiusure, raddoppi e pochi regali a ridosso dei propri sedici metri.

Non a caso ha preso pochissimi gol. E quasi sempre quando passa in vantaggio riesce a difendere il risultato fino alla fine. Noi invece abbiamo approcciato la serie A con la stessa leggerezza d’animo con cui davamo spettacolo in B. Ci siamo riusciti, con buoni risultati ed un gioco piacevole, sino al 3-3 di Gomez del Catania. Il primo tempo chiuso in svantaggio con il Bologna dopo tante occasioni sciupate (e l’infortunio di Ujkani) ha fatto affiorare tutte le nostre inquietudini. Ne è nato un Novara che non è più quello “bello ed impossibile” delle prime partite, ma che non è nemmeno una squadra così “scafata” da riuscire a portare a casa qualche punto anche contro avversari superiori”.

Massimo Barbero

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