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lunedė 29 maggio 2017 - 12:06
2° puntata: 5 giugno 2011 Novara-Reggina 2-2

Nemmeno il tempo di rientrare da Reggio Calabria, di posare le mie cose… controllare le mail arrivate… che precipito immediatamente nell’ansia prepartita in vista della sfida di ritorno. Sono appena le 17 di venerdì pomeriggio quando incrocio il marito della parrucchiera con negozio dietro al mio studio che mi dice, bello convinto: “Hai visto…??? Rubino ha avuto ordine dal Presidente di non segnare quel gol”. L’assurdo del “non vogliono salire” ha già rapito tutti coloro che saranno pronti a balzare sul carro dei vincitori tra soli dieci giorni.

Comincia così un week end interminabile e convulso. Il mio stato d’animo è pari alle nubi che vanno e vengono, alternando tuoni, scariche d’acqua ad illusori raggi di sole, brevi ed effimeri, esattamente quanto i miei pochi momenti di serenità. Ho ricordi confusi di quello che ho fatto in quei due giorni: un’oretta in carcere come favore ad una collega, un articolo da scrivere per “Tuttosport” raccontando dell’immancabile gemellaggio con i calabresi della zona ovviamente patrocinato da Rocco Zoccali, le due serate consecutive al “Public House” della leggendaria Rosi con tanto di brindisi per il compleanno di Pdl…

Ad accrescere la tensione c’è la convinzione di molti (completamente fuorviante) di una probabile retrocessione dell’Atalanta che renderebbe praticamente certa la promozione (quantomeno a tavolino) delle due finaliste play off. A maggior ragione del Novara, già terzo nella regular season. 

In una delle tante telefonate con l’avvocato Antoniazzi arriva da parte sua la domanda diretta: “Perché è così preoccupato di non farcela? Qualcuno forse le ha detto che non vogliono salire?” Come ho scritto la scorsa volta, invece, da parte mia c’è solo la consapevolezza che una semifinale di ritorno da giocare in casa dopo aver pareggiato in trasferta non è mai cosa semplice. L’avversario non ha più nulla da perdere e può liberare gli ormeggi. In una situazione simile siamo già stati “scottati” da Saronno e Pro Patria ed abbiamo rischiato tantissimo la beffa anche con la Pro Sesto di Maiolo.

Arriva il fatidico 5 giugno, il giorno per eccellenza. Subito dopo pranzo mando un sms a Danny Faranna con scritto qualcosa del genere: “Dobbiamo farcela, dobbiamo farcela per Tuo zio…”. Il papà di Matteo Francesco Faranna era morto improvvisamente a novembre, poche ore dopo aver esultato per l’ultima volta al “Piola” in un bellissimo Novara-Reggina. Oggi tiferà per noi da lassù.

Per allentare un po’ la tensione sfido l’ennesimo temporale incamminandomi nella strada asfaltata (ma sempre deserta) che porta da Olengo all’incrocio per Trecate-Sozzago. Arriva una telefonata da Gianluca Scaduto di “Tuttosport”: “Oggi sono particolarmente teso e preoccupato. Non vedo l’ora di essere già a fumarmi la solita sigaretta che mi concedo dopo l’invio degli ultimi articoli…”. Genovese e genoano, si è affezionato davvero al Novara in appena un anno e mezzo da inviato.

A casa, dopo una salutare doccia, arriva la seconda telefonata da annotare, quella ancora più vicina al cuore. E’ Ezio Giacoletti da Pella che parla senza interruzioni: “Quest’anno ho visto tutte le partite in tv, ma stasera non so se riuscirò a farcela. Ho tanta paura. All’andata quando Rubino si è mangiato quel gol sono scoppiato a piangere…”. Mi commuovo anch’io di fronte a cotanto amore per i colori azzurri da parte sua, esattamente identico a quando lottavamo per evitare i play out di C2. Il destino gli sta per regalare la meritatissima gioia di rivedere per l’ultima volta il suo Novara in serie A…

Sfoglio uno dei tanti libri “sportivi” che popolano la mia scrivania e cerco, non a caso, l’articolo che ha scritto Giorgio Tosatti dopo Italia-Brasile al “Sarrià” nel 1982. Ricordo l’attacco: “Cuore, fermati cuore, non impazzire…”.

Comincia la diretta Sky con gli opinionisti in studio che espongono una teoria molto originale: “In questi casi è forse meglio giocare in casa con una sconfitta da rimontare che con un pareggio da difendere…”. Sarà, ma io mi tengo stretto il mio 0-0 sudato al “Granillo”…

Lo stomaco è in subbuglio ed il riso bianco è proprio quello che ci voleva. Mi alzo da tavola e vedo che il Varese è già avanti per 2-0. La truppa di Sannino si candida come sicura finalista. Nel tragitto verso lo stadio mi fermo al “Tre Gazzelle” per l’ultimo caffè e mi imbatto nell’immancabile complottista che dice all’amico: “Prima andavo a vedere il Novara… ma adesso c’è Sky… Eppoi stasera mi sa che piove ancora… Sai, credo che questa storia del calcioscommesse li abbia spiazzati… c’è il rischio che vengano ripescati in A… così, vedrai, già stasera lasceranno vincere la Reggina…”. Per fortuna mi ritempra l’incontro “portafortuna” con il mio amico Marco Balosso che sta andando allo stadio con il padre.

Arrivati sugli spalti ci rassereniamo con la notizia del 3-3 di “Masnago” che elimina il Varese. Perdere la serie A contro la squadra di Sannino che è arrivata a questo punto con un cammino molto simile al nostro (ma sempre standoci dietro in classifica) sarebbe stata una beffa insopportabile. In tribuna sale il governatore Scopelliti che fa un cenno di saluto a me ed a Molina ancor prima di omaggiare Cota. Il microcosmo del calcio ti apre a volte delle strade impensabili…

Si comincia! Tesser recupera a tempo di record Gemiti che si era fratturato il malleolo il 13 maggio, ma deve rinunciare a Ujkani convocato in Nazionale. Atzori lascia in panchina Nicolas Viola.

Si parte sotto una leggera pioggerella che non diventerà mai vero e proprio acquazzone. La squadra azzurra si getta all’attacco ed io commetto il primo “errore” della serata. Di regola do la linea alla regia per gli spot pubblicitari quando la sfera finisce nella disponibilità della formazione che in quel momento dovrebbe rallentare il gioco. Così accade anche quella sera. C’è una rimessa dal fondo per gli ospiti e mi fermo per la prima pausa commerciale. Solo che Puggioni svirgola il rinvio, Marianini ruba palla al diretto avversario e crossa per Bertani il cui colpo di testa viene deviato accidentalmente da Adejo spiazzando Puggioni. Tutto questo quando su “Azzurra” siamo ancora in pubblicità. “Bertaniiiiii…. Bertaniiii ha portato in vantaggio il Novara” sfogo tutta la tensione accumulata nonappena riprende la diretta.

Per qualche istante io e Paolo ci rilassiamo in cabina. Onestamente pensiamo che a punto sia quasi fatta visto che il Novara avrà tantissimo spazio da sfruttare in contropiede. Paolo vorrebbe anticipare il “mantra” che poi pronuncerà solo alla fine (“Abbiamo cominciato a Padova ed a Padova finiamo”) ma per fortuna la prudenza (leggi scaramanzia) lo frena.

Mi porta in cabina Foschi da intervistare ed io tremo pensando che il buon Lucianone ha appena assistito ad Alessandria-Salernitana con i grigi allenati da Sarri per primi in vantaggio (dopo il pari dell’andata) ma alla fine eliminati con tante recriminazioni.

Non abbiamo fatto i conti con la supremazia della Reggina sui palloni aerei nella nostra area di rigore. Una situazione che avevamo sofferto tantissimo anche in campionato. Il primo campanello d’allarme lo suona Acerbi. Poi, subito dopo la mezzora, su cross di Rizzato dalla sinistra Bonazzoli sovrasta Ludi e firma l’1-1 per il tripudio dei calabresi in Curva Sud.

Adesso il Novara sbanda, rischia la seconda capitolazione ravvicinata su tiro dello stesso Rizzato. Fontana capisce il momento e ripete ai suoi “calma-calma” prima di rilanciare il pallone. 

A cavallo dei due tempi però è Bertani ad avere in almeno tre occasioni l’opportunità per indirizzare il match decisamente a nostro favore. Una volta è bravo Puggioni, un’altra è strepitoso Costa ad anticiparlo mentre sta per ribattere a rete a colpo sicuro. La terza Cristian se la mangia davvero, liberissimo sul secondo palo ad inizio ripresa sotto la Nord che si dispera.

Nell’intervallo la tensione è a mille. Tutti avvertono che la qualificazione è appesa ad un filo. Per fortuna non devo scrivere nulla per il “Corriere” perché probabilmente non sarei nelle condizioni emotive per farlo. Versace addetto stampa della Reggina va ad abbracciare i colleghi della radio locale che commentano a pochi metri da noi per condividere con loro un momento tanto importante.

A metà ripresa Ludi deve lasciare il campo. Entra Centurioni, ma la paura comincia ad affiorare. In campo e sugli spalti. Atzori gioca la carta Sarno, l’ex gioiellino che l’anno prima al “Piola” con la maglia della Pro Patria ha segnato un gol con toccante dedica al fratellino, appena sconfitto dalla leucemia. Tesser vorrebbe cautelarsi con l’ingresso di Coubronne, ma non ne ha il tempo. E’ la mezzora della ripresa quando Sarno dà il là all’azione che porta al 2-1: un fortuito contrasto di Porcari fa finire la sfera proprio sui piedi di Bonazzoli che spara una fucilata imprendibile.  Reggini in festa per la finale ad un passo e per noi linea alla regia per smaltire velocemente il colpo basso.

Quando vedo Tommasi sventolare il rosso a Bertani avverto la stessa sensazione di liberatorio scoramento che si provava all’università quando il professore ti restituiva il libretto dopo un esame andato male. Penso sia davvero finita e di colpo la tensione svanisce. Mi rianimo scorgendo Colombo (già ammonito) fare la sciocchezza di buttare a terra Motta che gli costa il secondo giallo. Si riparte in dieci contro dieci. Ma siamo 2-1 per loro e manca meno di un quarto d’ora.

Per fortuna Tesser ha ancora due cambi a disposizione e può buttare dentro Rubino e Pinardi per tentare qualcosa. Atzori risponde con Cosenza, ex alla lontana. In assenza di Bertani invoco una prodezza di Gonzalez che sta per lasciarci destinazione Palermo, ma Pablo di solito non è uomo per queste situazioni disperate. La Reggina manca per due volte il colpo del kappao con Adejo e Sarno (la parata di Fontana è tanto goffa quanto efficace).

Si arriva al fatidico ultimo minuto di gioco senza che il Novara abbia creato veri pericoli. La mia voce è ormai piagnucolenta nel commentare il giropalla azzurro sulla tre quarti. Poi succede qualcosa. Ho bene impressi quei secondi del prima… come se avessi avvertito che stava per accadere l’incredibile…. Chissà perchè mi rianimo semplicemente nel vedere Gemiti relativamente libero sulla fascia “Tesser si sbraccia, vuole il cross…” Guardo Paolo che ha la testa tra le mani come a dirgli… “Dai che ce la facciamo…” “Rubino… anticipato (e la mia voce si abbassa di nuovo) poi Rigoni… primo palo (chissà perché lo dico, ma lo dico)…”

Eppoi… che succede? Vedo la palla in fondo al sacco… ma sento attorno a me solo un irreale silenzio… è come se per un interminabile frazione di secondo avessero tolto il sonoro proveniente dallo stadio… La rete si muove… E’ gol o non è gol? E se fosse solo un’illusione ottica? Sì, sì è tutto vero: “Gooooooooooooollll Rigoniiiiiiiii!” urlo come un invasato. Mi giro e vedo Paolo già in piedi sulla balaustra in piedi ad esultare e mi chiedo come abbia fatto ad a scavalcarmi in quella frazione di secondo senza che me ne accorgessi e partorisco il celebre: “Paolo Molina completamente impazzitoooooo!” In realtà i pazzi in cabina sono due. Carlotta Ponzio che aveva appena acceso la radio per sapere cosa stesse facendo il Novara prende paura e mi scrive: “Massimo calmati… qui ti viene l’infarto”. Scorgo il sorriso in tribuna del neosindaco Ballarè che si volta come a dire: “visto che ho portato bene?”.

Non è finita. Atzori si gira a chiedere: “quanto manca?” ed anch’io guardo nervosamente il cronometro. La botta però è davvero troppo forte per una Reggina che si sentiva già in finale ed i cinque minuti di “extratime” si trascinano via senza rischi in uno stadio davvero in delirio. “Non c’è ragione perché Tommasi possa decidere di prolungare il recupero… Tommasi guarda il cronometro e fischiaaaaaaaaa…. E’ finitaaaaaaaaaa”. Provo a fare un analisi ragionata, ma mi blocco sul più bello: “Paolo non ce la faccio più a parlare, vai avanti tu…” Il mio collega di mille battaglie può finalmente liberare il mantra “Abbiamo cominciato a Padova ed a Padova finiamo” che aveva in caldo da un’ora e mezza, ma anche lui adesso ha un groppo in gola. Ci salva la pubblicità.

Entrano in cabina Danny Faranna, Pdl e Massimo Delzoppo ad abbracciarmi, ma io sono preoccupato per una fitta al petto per fortuna passeggera. “Cuore, fermati cuore, non impazzire…”.

Provo a consolare i colleghi della Reggina dicendo che era una partita che poteva finire in mille maniere, ma non è proprio il momento. Il radiocronista ospite sbotta: “Ma non lo capisci che finchè si è giocato a calcio vi abbiamo fatto un culo così?”. Noi recriminiamo per l’espulsione di Bertani suffragati dalle impressioni a caldo di Tallia della Rai mentre Jean Paul Bonomi smadonna perché ha dovuto cambiare di fretta l’articolo già pronto almeno un paio di volte.

La tensione si trascina anche negli spogliatoi con la “voce” (radiofonica) degli amaranto che pretenderebbe di far dire a Tesser che la loro vittoria è immeritata. Attilio è una persona dal cuore d’oro, ma guai a toccargli il suo lavoro ed i suoi ragazzi. Eppoi chiedergli obiettività in un frangente del genere sarebbe davvero troppo. Così il Komandante sbotta. Contro di lui eppoi verso Jean Paul Bonomi che non aveva perso occasione per punzecchiarlo. Il nostro abbraccio di “in bocca al lupo” con Gianpiero Versace addetto stampa della Reggina invece è sincero, sotto gli occhi compiaciuti di Atzori che è sempre un gran signore. A Rigoni dico in diretta: “Soltanto i fuoriclasse sono capaci di pensare e realizzare un gol così in un frangente del genere di una partita tanto importante”. Lui sorride compiaciuto.

Ha smesso di piovere e fuori ci sono ancora un po’ di tifosi in festa (tra cui ricordo mio padre e mio zio) anche se la mezzanotte è passata da un pezzo. Chi mai potrà dormire dopo una serata del genere? Non può bastare nemmeno la birra media che tracanno con gli amici del “Corriere” che invece devono ancora cenare. Al Padova penseremo a partire da domani.

Per ora mi congedo con la chiusura di quell’editoriale post semifinale di ritorno: “A proposito, affronteremo la squadra più in forma del campionato. Ma mentre noi siamo reduci da una sola finale (quella con la Reggina appunto…) la squadra di Dal Canto ha sulle spalle… una serie incredibile di partite senza appello. E’ dal 7 maggio (3-1 all’Ascoli) che gioca senza mai potersi permettere di sbagliare… E’ una piccola speranza… in una mattina in cui il mio cuore non ha ancora ripreso battiti regolari…. A circa nove ore da quell’urlo incredibile… Grazie ragazzi… Forza Novara sempre !!!”

Massimo Barbero

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