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Figurine azzurre: Gianluca Birtig
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martedė 09 maggio 2017 - 18:16
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

Ci sono giocatori che a Novara hanno lasciato il segno pur senza vincere nulla. E’ il caso di Gianluca Birtig, classe 1967, esterno che valeva ben più della C2 e soprattutto serio professionista che si è fatto voler bene dalla gente anche in anni sportivamente non certo esaltanti.

Debutta in azzurro in una calda domenica del settembre 1988 contro il Suzzara. Gli spettatori rimangono colpiti da quel numero 10 che corre tantissimo sulla fascia di competenza “E’ un vero e proprio motorino…” dice la gente che riassapora il gusto di una vittoria in campionato dopo il lungo digiuno (16 partite finali senza successi) della stagione precedente. Gianluca invece, abituato all’ambiente del “Bottecchia” di Pordenone, dice: “Non avevo mai giocato con tanta gente sugli spalti. Ed un tifo simile…”.

Adriano Fedele lo schiera assiduamente confidando nell’affidabilità di un ragazzo poco più che ventunenne che abbina qualità atletiche importanti a doti tecniche non banali. A partire dalla sfida interna contro il “suo” Pordenone Gianluca lascia la maglia numero 10 a capitan Marchetti, appiccicandosi l’11 sulle spalle.

Gioca sempre sino alla partita casalinga con la Pro Sesto di inizio dicembre quando deve uscire dopo una ventina di minuti per una brutta botta alla tibia che lo costringe ad esami prudenziali in Ospedale dove gli vengono praticati soltanto alcuni punti di sutura. Rientra a fine anno a Castelfranco Veneto con il Novara vicino alla testa della classifica. Un sogno che dura fino a San Gaudenzio quando il Novara batte il Sassuolo schierando Birtig nuovamente con la maglia numero 10 al posto dello squalificato Marchetti.

E’ l’ultima vittoria prima di un periodo nero pieno di infortuni e partite storte. Per l’emergenza Birtig si adatta anche a fare il terzino di spinta. A Legnano il sabato di Pasqua con Carpi e Chievo ormai sicure della promozione in C1 è l’ex Balacich a “farsi beffe” in campo del friulano. Il suo errore che dà via libera a Barbui per il gol dell’1-0 dei lilla sembra incomprensibile dagli spalti. Ed invece dalle ricostruzioni del dopogara emerge che sarebbe stato determinato dall’inganno di Mirco che gli ha urlato “Lascia!” quando stava gestendo tranquillamente il pallone.

Un’ingenuità che non intacca l’ottimo campionato di Gianluca che si conferma tra gli elementi più affidabili anche nell’anonimo finale di stagione.

Birtig ovviamente è confermatissimo in vista della stagione che ci dovrebbe vedere puntare senza mezzi termini al sospirato ritorno in C1. Nel ritiro di Selvino Gianluca guida il gruppo che suda e fatica agli ordini di Fedele che imposta la solita preparazione molto dura. Il destino però gli gioca un brutto scherzo in un’amichevole in notturna a Caltignaga, sotto la pioggia, a pochi giorni dall’inizio della Coppa Italia. Si procura una distorsione al ginocchio che lo terrà fuori dai campi per diversi mesi. E proprio quando deve partire per il servizio militare.

Lo rivediamo in campionato soltanto ad inizio marzo quando il Novara supera in casa il Poggibonsi. Fedele se n’è andato da tempo ed anche le ambizioni di promozione sono un lontano ricordo di fine estate. Bisogna solo portare a termine la stagione senza rischi. Birtig torna titolare il 1 aprile quando la squadra di Domenghini sbanca il “Paschiero” di Cuneo, uno stadio che porterà sempre un po’ di fortuna a Gianluca.

La salvezza sembra in tasca ed invece gli azzurri inanellano una serie di non vittorie che ci riportano nei guai. I nostri destini precipitano domenica 13 maggio. Al “Due Strade” di Firenze si gioca uno scontro diretto con la Rondinella;  un pari sarebbe oro per noi. Ad 8 minuti dalla fine però il solito De Riggi piazza l’immancabile gol dell’ex. Sembra finita… ma il Novara spuntato di quell’anno si butta finalmente all’assalto e pareggia i conti proprio con Birtig. L’arbitro convalida, ma poi torna sulle proprie decisioni perché l’assistente ha la bandierina alzata per un fuorigioco (giurano i  presenti) inesistente. La rabbia azzurra nel dopogara non basta a battere il La Palma la domenica successiva e così scivoliamo allo spareggio con il Pontedera finito come tutti sappiamo…

Dopo il ripescaggio di luglio si riparte con Nicolini in panchina ed una squadra giovane. Birtig si fa espellere nel primo match casalingo di Coppa contro il Casale, ma si fa perdonare tre giorni dopo segnando la rete del vantaggio a Portalbera contro l’Oltrepò: “Il gol del vantaggio giunge all'improvviso al 37. – scrive Renato Ambiel su “La Stampa “ dell’indomani - Ci sono una serie di contrasti sulla fascia sinistra dell'area lombarda fino a quando la palla schizza fuori da una mischia e Birtig appostato al limite può colpire in diagonale, molto angolato una palla che s'insacca nell'angolino basso”. Finirà 2-1 per noi con raddoppio di testa di Pacioni su angolo battuto dallo stesso Birtig.

Dieci giorni dopo al “Fortunati” di Pavia sempre Gianluca provoca il rigore che Max Allegri si fa parare da un ottimo Bettini che salva un prezioso 0-0.

Il campionato però comincia con Birtig ai box, proprio come nella stagione precedente. Il ragazzo friulano ritorna in campo a Montevarchi l’11 novembre con la squadra azzurra sorprendente capolista in C2. Il sogno è di breve durata perché la rosa ai minimi termini non consente di tenere la vetta a lungo. Dopo l’esaltante big match con il Viareggio (con la nostra curva strapiena) il Novara si ridimensiona verso un campionato onorevole, chiuso al sesto posto senza mai reali rischi di retrocessione. Birtig è uno dei tre esterni di centrocampo per due maglie (assieme a Testa e Rinaldo Piraccini) e con il passare delle settimane si ritaglia uno spazio sempre maggiore. Nicolini lo testa come esterno basso, in previsione di  una possibile partenza di Elli.

L’idea prende corpo nell’estate del 1991, quella dell’arrivo di Beppe Folli. Birtig viene confermato come laterale di difesa. Giovani a parte, è l’unico ad essere rimasto per quattro stagioni consecutive in anni di delusioni e cambiamenti continui. E’ una stagione certamente inferiore alle attese, sia per Gianluca che per tutta la squadra azzurra che sembra aver perso un po’ dell’umile concretezza dell’annata precedente. In trasferta si perde molto spesso. In casa si vince (o almeno non si perde) fino alla fine del girone d’andata, poi arrivano le sconfitte in serie anche in Viale Kennedy.

Birtig si fa male al ginocchio proprio prima di Natale a Tempio e deve essere operato in artroscopia. Quando torna ai primi di marzo trova una squadra ormai irrimediabilmente distante dalla zona promozione e senza grandi stimoli.

E’ un finale di campionato soffertissimo che scivola lentamente via tra il disinteresse generale e con una classifica che ad un certo punto comincia persino a farsi preoccupante. Il 17 maggio Gianluca si toglie finalmente la soddisfazione di segnare il suo primo (ed unico) gol in C2 in maglia azzurra rimontando il Cuneo al “Paschiero” (2-2) con un gran tiro al volo al quarto d’ora della ripresa. L’annata finisce con la vittoria firmata Farsoni in quel di Crema.

Il giorno dopo ritorna torna al timone del Novara Santino Tarantola che rifonda la squadra. Birtig è il pezzo pregiato del mercato. Fedele lo vorrebbe portare addirittura all’Udinese, ma l’affare non si concretizza e Gianluca passa al Siracusa in serie C1.

E’ una stagione “calvario” perché i siciliani retrocedono ancora una volta sul campo tra le pesanti contestazioni dei propri tifosi. Birtig sogna il ritorno nella tranquilla Novara che si concretizza soltanto nel novembre successivo, a mercato di riparazione ormai chiuso.

Del Neri ha gli uomini contati e lo manda subito in campo contro la Solbiatese. Le “minestre riscaldate” però piacciono poco e la seconda avventura di Birtig in maglia azzurra non è all’altezza della prima. Gioca titolare (da centrocampista centrale o da esterno) fino all’ultima di andata quando in Viale Kennedy passa l’Olbia di Colomba. Poi gode di uno spazio sempre minore fino a concludere ai margini della rosa. Il suo ultimo scampolo di partita è a marzo al “Fortunati” di Pavia. In tutto sono 93 presenze in C2 con la maglia del Novara (soltanto 11 nella seconda parentesi) ed 1 gol segnato (quello di Cuneo appunto).

Rivediamo Birtig con la casacca della Triestina a fine settembre 1997 quando gli alabardati espugnano Novara nell’ultimo quarto d’ora. In C1 quell’anno però ci vanno Varese e Cittadella e Gianluca scende tra i dilettanti con il Gorizia. La sua parabola calcistica sembra onestamente al capolinea ed invece il bello deve ancora arrivare… Il dg Fioretti lo richiama alla Triestina per un progetto ancora più ambizioso. Nasce una squadra capace di centrare il doppio salto dalla C2 alla B conquistata nell’incredibile finale play off (otto contro nove) di Lucca.

A metà settembre 2002 Birtig corona il sogno di una vita: a 35 anni debutta in B contro il Venezia indossando la maglia della Triestina. E’ solo una presenza, ma vale una carriera caratterizzata da buone qualità tecniche, ma soprattutto da un impegno e da una professionalità davvero impeccabili.

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone

Massimo Barbero

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