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domenica 07 maggio 2017 - 09:07
di Massimo Barbero

Le vie del calcio sono infinite… Il Novara più rimaneggiato di tutto il campionato ha vinto sul campo di un Cesena che andava a mille. Pareva un confronto impari perché nel solo mese di aprile i bianconeri ci avevano rimontato qualcosa come 11 punti… Ed invece al “Manuzzi”  è maturata la sorpresa più bella, il risultato che ci ha tolto di colpo l’ansia di controllare quanti punti mancassero alla nostra salvezza matematica. Montipò ha fatto la differenza, è vero… e la squadra di Camplone avrebbe meritato, come minimo, di raggiungere il pareggio. Ma ai nostri calciatori dopo la doppia delusione contro Vicenza e Brescia avevamo chiesto innanzitutto di lottare, di riscattare con una prestazione di carattere due partite particolarmente deludenti. L’hanno fatto… anche quando sono rimasti in dieci contro… dodici e per questo, al di là dei tre punti in carniere, meritano stavolta solo complimenti. Abbiamo vinto in trasferta una partita di serie B con in campo due ragazzi del 1998 ed in porta uno del 1996… non è da tutti!

La formazione di Camplone (sono parole del tecnico abruzzese) è un diesel: quasi sempre lascia l’avvio di gara agli avversari per poi crescere alla distanza. Anche ieri il Cesena ha cominciato al piccolo trotto, concedendo alla squadra di Boscaglia quel prolungato possesso palla che, per fare un esempio, il Vicenza dieci giorni prima non ci aveva mai permesso. Le scelte (quasi obbligate) del tecnico azzurro hanno consentito al Novara di prendere subito il sopravvento nella zona in cui temevamo di essere più fragili: in mezzo al campo dove l’abbiano fatta inizialmente da padrone grazie al lavoro di Sansone e Orlandi, abilissimi nel fare la spola  tra centrocampo ed attacco, senza dare punti di riferimento agli avversari.

La manovra della formazione bianconera nella mezzora iniziale appariva sin troppo prevedibile con il lancio lungo quasi scontato a cercare la testa di Cocco per l’inserimento o la sponda dell’attaccante ex Frosinone a favorire Rodriguez. Una situazione che i nostri davano la sensazione di saper fronteggiare abbastanza bene, forse memori anche del gol incassato al “Piola” nella gara d’andata contro i laziali.

L’uscita per infortunio di Cocco ha sparigliato le carte in  tavola. I romagnoli hanno cominciato a giocare palla a terra, sfruttando il grande movimento di Panico. Abbiamo patito soprattutto sulla nostra corsia di destra con Kupisz in evidente difficoltà a limitare l’incedere di Renzetti, coadiuvato dagli inserimenti di un Garritano sempre minaccioso. Per fortuna Crimi ha fallito almeno un paio di opportunità invitanti ancor prima che cominciasse lo show di Lorenzo Montipò. Nel primo vero momento di pressione da parte del Cesena gli azzurri hanno piazzato il contropiede che è valso il gol partita: un’azione propiziata dalla lunga cavalcata di Sansone che ha esaltato la capacità di Macheda di capitalizzare palle sporche in area di rigore avversaria. L’apporto di “Kiko” da gennaio in poi è stato determinante proprio in questo senso colmando una lacuna che si trascinava dai giorni della partenza di Evacuo.

Ad inizio ripresa il Cesena è ripartito all’assalto ancora più convinto. Il serrate bianconero è stato intensissimo nel primo quarto d’ora, poi di nuovo terribile quando siamo rimasti in dieci per l’espulsione di Bolzoni. I padroni di casa hanno avuto dalla loro la spinta di un Chiffi che fischiava tutto a favore della squadra romagnola e pochissimo a vantaggio degli ospiti. Il diverso metro di giudizio nell’estrarre i cartellini gialli poteva risultare determinante nell’indirizzare il risultato. Per fortuna l’abbiamo portata a casa comunque anche in dieci grazie ad un Montipò eccellente per reattività, alla giusta dose di buona sorte ed all’assenza di Ciano miglior marcatore cesenate in questo altalenante campionato. Gli inserimenti di Perticone e Ligi e l’allargamento di Garritano non sono bastati a riequilibrare il punteggio. In quel frangente ci sarebbe voluto il miglior Galabinov per permetterci anche di tenere qualche volta palla là davanti sfidando, con le qualità fisiche del bulgaro, la tenuta alla distanza dei centrali di casa. Se Boscaglia non l’ha inserito nemmeno per uno scampolo di gara evidentemente vuol dire che non era nelle condizioni per poter essere impiegato.

Siamo rientrati da Cesena collocati di nuovo al nono posto della classifica. Esattamente come un anno fa quando dopo la sconfitta del “Manuzzi” eravamo temporaneamente scivolati fuori dalla zona play off.  Stavolta sarà difficile regalarci un appendice ulteriore di emozioni oltre la trasferta di Carpi. Al di là dei punti di distacco da recuperare su Spezia e Carpi… c’è la questione “perimetro play off” (il margine dalla terza in classifica) che non autorizza più grandi speranze.

Però con l’Entella è doveroso tornare a vincere in casa dopo tanto tempo. O almeno provarci con assoluta convinzione per regalare un bel pomeriggio anche chi vede il Novara soltanto al “Piola” e non esulta dal vivo dal 28 febbraio.

Per il resto faccio fatica a fare valutazioni più ad ampio raggio. Per tutta l’annata questo Novara, nel bene o nel male, ha avuto di frequente la spietata capacità di farci rimangiare ciò che avevamo scritto soltanto una settimana prima. Basti pensare che di questi tempi, verso la fine del girone d’andata, per restare a galla ci aggrappavamo ad un rendimento interno da formazione d’alta classifica. Lontano dal “Piola” (Verona a parte) invece erano quasi sempre delusioni o quantomeno grandi sofferenze.

Nel ritorno la musica è decisamente cambiata: in casa abbiamo vinto sinora soltanto 2 volte, in trasferta ben 4. Proprio i punti conquistati nella seconda parte del campionato fuori dal “Piola” (15 su 25 finora) hanno rappresentato la base su cui siamo riusciti a costruire questa salvezza anticipata.

Dunque per il momento sospendo ogni valutazione complessiva (anche in prospettiva futura) perché oggi correrei il rischio di farmi traviare dal risultato di ieri, dal sollievo per avere evitato ansie di bassa classifica anche negli ultimi 180 minuti di campionato (peraltro comunque scongiurate dai risultati sugli altri campi). Ricordo bene quanto fosse stato lungo il viaggio di ritorno da Cesena nel maggio 2004 in C1… dopo aver visto dimezzati di colpo i nostri punti di vantaggio dalla zona play out (da 6 a 3) scervellandomi circa possibili combinazioni legate alle sfide incrociate dell’ultima giornata.

A Boscaglia però va riconosciuta una cosa, senza se o senza ma. Di aver sempre avuto in pugno la situazione nel corso dell’intero campionato anche quando dall’esterno sembrava non l’avesse più. Penso alle settimane in cui eravamo all’ultimo posto (ad inizio ottobre), ai giorni terribili dopo il derby perso… ed a quelli di paura prima della trasferta sul campo dell’ allora imbattibile Verona. Ed ancora a questa vigilia romagnola dopo la brutta sconfitta con il Brescia. I 6 gol presi nelle ultime 2 partite uniti alle defezioni in serie in vista della trasferta di Cesena onestamente avevano fatto balenare qualche cattivo pensiero in testa pure al sottoscritto. Invece al “Manuzzi” ho visto anche infortunati e squalificati soffrire da fuori con i compagni. Ed in campo una squadra che ha lottato fino all’ultimo, senza risparmiarsi. Come avevo scritto dopo Frosinone… questo Novara, quando me te l’aspetti, una zampata la piazza sempre. Ci è mancata indubbiamente un po’ di continuità, ma non certo l’orgoglio nel sapere reagire alle difficoltà.

Ringrazio di cuore Lorenzo Montipò per aver “atteso” così tanto queste maglie azzurre da titolare. Era stato l’ultimo ad arrendersi nella tristissima notte di Varese con quella parata a negarci l’ennesima sconfitta (seppur ininfluente) di un anno sportivamente terribile. Forse per ciò che aveva dimostrato in quegli scampoli di serie B avrebbe meritato una chance importante già allora (poi è arrivato Tozzo che ha fatto indubbiamente benissimo) ma non era semplice per il Novara affidarsi ad un ragazzo di soli 18 anni per provare a rivincere subito il campionato di Lega Pro. Ora il tempo è decisamente dalla sua parte perché ha la rapidità di un ventenne e la testa di un portiere già maturo. Non gli resta che lavorare per crescere ancora, giorno dopo giorno.

Rivolgo infine un appello ai tifosi novaresi a venire allo stadio numerosi e colorati d’azzurro sabato prossimo. Di sicuro non tutti saranno completamente soddisfatti per i risultati ottenuti nella stagione che sta per chiudersi… e le ultime prestazioni casalinghe non favoriscono certo un afflusso memorabile per una sfida senza particolari stimoli di classifica. Però un traguardo sportivo da festeggiare c’è e non è poi nemmeno così banale se rapportato agli ultimi 40 anni della nostra storia: il Novara finalmente (salvo miracoli nei play off da conquistare in extremis) giocherà per tre campionati di fila in serie B. Non accadeva dai tempi del leggendario Santino Tarantola… Eppoi l’ultima di campionato (certamente non tutti potranno andare a Carpi di giovedì sera) è un po’ come l’ultimo giorno di scuola… l’occasione per salutare tanti amici… da cui ci staccheremo per un po’ di tempo. Alla fine di ogni anno scolastico (pardon… stagione sportiva) esce il cartellone dei promossi e dei bocciati… Ma comunque sia andata… dopo pochi mesi si ricomincia… ancor più carichi e motivati di prima… E, credetemi, un “Piola” un po’ più azzurro e festoso sin da sabato pomeriggio sarebbe un gran bel modo per prepararsi a ripartire… Un chiaro messaggio per far capire anche a chi non viene… quanto sia bello trovarsi in gruppo a gridare… Forza Novara sempre!!!

Ps: Tanti complimenti al grande Attilio Tesser (ed a cascata a tutti gli ex azzurri della sua rosa) per una promozione che ancora a fine marzo sembrava impossibile. In quella corsa del Komandante “fradicio” a festeggiare dopo il fischio finale ho rivisto la generosità ed il cuore del Novara che ci ha regalato le più grandi soddisfazioni di sempre.

Massimo Barbero

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