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Figurine azzurre: Giorgio Carbone
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martedė 02 maggio 2017 - 21:03
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

“A Natale solo Carbone…”. Il titolo, particolarmente azzeccato, è di “Tribuna” in occasione di una sconfitta maturata prima delle festività di fine anno sul campo dell’Ospitaletto. Il capocannoniere della squadra di casa ribalta con una doppietta l’iniziale vantaggio firmato Spelta. E’ il dicembre 1993 e gli arancioni allenati da “Ciapina” Ferrario sembrano già irraggiungibili per il secondo Novara di Del Neri.

La fama del bomber campano lanciato dalla Real Aversa resiste ancora sotto la Cupola di San Gaudenzio nell’estate del 1998 quando Gozio porta finalmente in azzurro il suo “pupillo”. Eppure lontano dal piccolo centro bresciano non si è mai ripetuto sugli stessi livelli nel corso degli anni precedenti. Né a Siena, né a Massa e nemmeno nel superoffensivo Cittadella di Glerean che l’ha subito girato al San Donà di Bruno Tedino. Già, proprio sotto la guida del nuovo allenatore azzurro che ha il compito di rilanciare il centravanti appena tesserato.

Lo “scugnizzo” Carbone (1,67 per 62 chilogrammi almeno secondo gli almanacchi) ha ormai 28 anni ed ha perso un po’ dello scatto bruciante che lo rendeva irresistibile solo qualche stagione prima. Conserva però un discreto fiuto del gol e soprattutto in campo mette sempre quella generosità che i tifosi apprezzano. Va a segno con la maglia del Novara già nell’amichevole d’esordio contro l’Arona. E già quattro giorni dopo contro il Saronno dagli spalti gli intonano un coretto: “Alè Carbone, Alè Carbone… bello guaglione!!!”.

Il suo debutto al “Piola” invece non è dei più fortunati. Sbaglia il rigore che vanifica una possibile rimonta (2-3) contro il Varese che milita in serie C1. Tedino però gli dà fiducia all’esordio in campionato con il Pontedera (anche per l’assenza dello squalificato Garofalo) impiegandolo in coppia con Petrone che decide il match con un gran gol. Nelle settimane successive Giorgio fa la spola tra campo e panchina. Fino a domenica 27 settembre quando allo “Speroni” di Busto viene espulso per un presunto fallo di reazione a pochi minuti dal suo ingresso in campo. Il Novara vince (2-1) anche in dieci, ma Carbone deve guardare dalla tribuna i suoi compagni sbagliare un’incredibile “messe” di reti contro la Pro Sesto la domenica successiva.

A Biella Giorgio torna titolare in coppia con l’ultimo arrivato Cunico. Il “Lamarmora” gli regala addirittura la sua unica doppietta in maglia azzurra. Ad onor del vero le due reti sono entrambe molto particolari: la prima nasce da uno strano rimpallo con il difensore Mandelli con la palla che s’impenna e finisce in porta. “Il gol è mio - ribadisce a gran voce Carbone negli spogliatoi – perché dopo la carambola sull’avversario l’ho spinta in porta io”. Non ci sono dubbi sulla paternità del raddoppio che però è un gran regalo del portiere bianconero Mandelli che si lascia scappare la sfera.

Il fiuto del gol in fase realizzativa gli vale comunque una maglia da titolare quasi inamovibile per diversi mesi. Il Novara infila una serie interminabile di pareggi che fanno poca classifica. Per vedere il primo centro in Viale Kennedy di Giorgio bisogna attendere il 22 novembre quando l’ambizioso Prato deve a lungo inseguire: la rete del vantaggio matura grazie ad un cross di Liperoti dalla destra, Cunico prepara bene l’inserimento di Carbone che insacca con un tocco sotto a scavalcare il portiere. Poco prima dell’intervallo l’ex dell’Ospitaletto sciupa anche l’occasione per il raddoppio su invito di Bracaloni. E nel finale, dopo l’1-1 ospite, è l’estremo difensore toscano Sarti a negargli il gol della vittoria.

La squadra di Tedino precipita in una serie nera di tre sconfitte consecutive, vistosissime (entrambe per 3-0) quelle maturate in casa con il Viareggio eppoi a Mantova. Il derby con la Pro Vercelli si consuma in una situazione quasi irreale. Fa un freddo boia e la pioggia mista a nevischio scoraggia il pubblico a gremire gli spalti che sono più deserti del solito. Carbone scalda i cuori azzurri nel finale di primo tempo insaccando di testa sotto la curva ospite su angolo di Garofalo dalla destra. La Pro agguanta il pari a cinque minuti dalla fine in un’incredibile mischia che si consuma in un’area di rigore di sole pozzanghere quando ormai allo stadio non si vede più nulla per l’oscurità (all’epoca non c’erano i riflettori!)

Il tempo non è maggiormente clemente ad inizio gennaio a Pontedera (che viaggio da incubo quel giorno!) quando l’attaccante napoletano segna il suo quinto ed ultimo gol in maglia azzurra. E’ una rete che arriva quasi a tempo scaduto, del tutto ininfluente nell’economia della gara vinta nettamente (3-1) dai granata di casa.

Per Carbone e per il Novara comincia un periodo sfortunato e tremendamente privo di vittorie. A Sesto le occasioni migliori per rimediare all’ennesima sconfitta capitano proprio sul suo piede. Quando viene atterrato in area l’arbitro invece lo ammonisce per simulazione. Otto giorni dopo contro la Biellese Carbone fa esplodere lo stadio di Viale Kennedy spingendo il porta il pallone di un’incredibile 3-2 per noi (incredibile perché fino a cinque minuti prima eravamo sotto per 2-0). La gioia però è di breve durata perché il Raspollini di turno ha la bandierina alzata per segnalare un offside, senza essersi accorto che vi era un difensore bianconero inchiodato sulla linea di porta a tenere in gioco tutti.

E’ l’ultimo punto della gestione Tedino la cui panchina comincia a vacillare sempre di più. L’atto fatale si consuma a marzo contro l’Albinoleffe che passa con una doppietta dell’ex Maffioletti. Nel disperato assalto finale Carbone ha per due volte la palla del pareggio che forse potrebbe salvare la panchina al suo allenatore, ma Renato Redaelli (l’attuale allenatore dei portieri del vivaio azzurro) si oppone al pareggio azzurro con altrettanti interventi strepitosi.

Con Alberto Marchetti in panchina Carbone gioca pochissimo. Soltanto 6 minuti a Borgosesia, alla prima gara della nuova gestione, eppoi 17 a Prato la domenica successiva, a risultato ormai compromesso. Lo rivediamo in campo a Crema nell’ultima di campionato quando procura un rigore che Garofalo (negli ingrati panni dell’ex che potrebbe condannare la sua squadra alla retrocessione) puntualmente sbaglia.

Il Novara si salva nei play out con il Voghera grazie ai due gol di Petrone. Carbone siede in panchina, ma al fischio finale, sotto il diluvio, è tra i più attivi ad andare a festeggiare lo scampato pericolo con i compagni.

Nel mercato estivo figura sin dai primissimi giorni come uno degli attaccanti in uscita. Poco dopo il ritiro di Pontremoli il nuovo presidente Achilli lo piazza al Trento in D.

Ce lo ritroviamo però di fronte già nel campionato successivo quando milita nell’Alto Adige-Sud Tirol allenato da Sannino. In coppia con un certo Simone Motta… Carbone torna a segnare ed a divertirsi. Al “Druso” propizia una delle tre reti che stendono il Novara in una mezzora iniziale da incubo. Al ritorno al “Piola” nel pomeriggio di un triste 1 aprile realizza un gran gol in rovesciata senza esultare per rispetto dei propri ex tifosi (nell’occasione davvero pochi sugli spalti).

Un riguardo nei nostri confronti che gli vale ora un meritato spazio in questa rubrica di “figurine azzurre”.   

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone

Massimo Barbero

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