“Da 0 a 10” di Vicenza-Novara
mercoledì 26 aprile 2017 - 15:48
di Marco Nissotti
Voto 10 – alla mancanza di fame. Corsa, tanta corsa, e una buona prestazione contro il Perugia. Ma anche nervi, tanti nervi, per un risultato ingiusto condito da decisioni ingiuste. Sabato scorso, noi tifosi, pensavamo alla prossima partita o a quella appena conclusa provando a smaltire la rabbia? Credo non sia successo solo a noi tifosi, ma anche ai giocatori.Senza trovare alibi, forse se la partita contro il Vicenza non fosse stata così ravvicinata, avremmo visto un Novara meno scarico. Senza, ripeto, trovare alibi, ma provando a dare delle spiegazioni.
Voto 9 – alle parole di Boscaglia e Cinelli. Boscaglia: “L’aspetto mentale e agonistico ha fatto la differenza. Gli avversari oggi ci hanno superato e hanno voluto la vittoria. Questa sera abbiamo giocato male. Nel primo tempo ci hanno concesso molto spazio ma non siamo riusciti a fargli male”. Cinelli: “Oggi è mancato un pò tutto, non abbiamo tenuto un vantaggio che neanche meritavamo. Brutta sconfitta, meritata. La delusione di venerdì? Questa era un’altra gara ma abbiamo fatto una gara davvero negativa. Loro sono scesi in campo più cattivi e determinati, abbiamo regalato qualche palla di troppo e abbiamo regalato molto”. La cosa che piu’ mi fa preoccupare è quando leggo dichiarazioni dei protagonisti diverse non dalla mia opinione, ma dall’opinione della stragrande maggioranza dei tifosi azzurri. Un’analisi lucida della partita puo’ sembrare una magra consolazione, ma è un punto di partenza per cercare di risolvere i problemi.
Voto 8 – ai meriti del Vicenza. Quando una squadra vince quasi tutti i duelli individuali, non puo’ essere solo demerito del Novara, ma anche tanto merito del Vicenza.
Voto 7 – A un’illusione. La supremazia territoriale fino al 20’ minuto del primo tempo è stata vicentina, ma anche in altre trasferte è stato così. Si vedeva pero’ meno cattiveria, meno fame, meno tutto da parte dei nostri. Quando Macheda ha segnato tutti abbiamo sperato iniziasse un’altra partita. Purtroppo, è ripresa a poco a poco la stessa partita.
Voto 6 - a Macheda. In una serata in cui di lucidita’ nei nostri se n’è vista poca, lui, specialmente nell’azione del gol, l’ha avuta. Questa premio. L’errore sul loro gol non mi è parso dato da un eccesso di sufficienza.
Voto 5 – Voto di mezzo: spartiacque. Chiediamo ai professionisti di crederci sino alla fine, di non mollare mai fino al triplice fischio che sancisce la fine dell’ultima speranza. Cerchiamo di essere tifosi “professionisti”: abbiamo anche nel passato recente creduto a miracoli sportivi ancor piu’ grandi. Realizzati o meno, non importa. Resettiamo tutti insieme Vicenza. Quattro partite a tutta, da parte di tutti, in modo da guardarsi indietro, noi e loro, con la consapevolezza di non aver lasciato nulla di intentato. Anche perché dietro non dormono.
Voto 4 – Secondo tempo da non sembrare vero. Ripresa giocata con la paura di perdere piu’ che con la voglia di provare a vincere.
Voto 3 – 3 gol presi. E potevano essere di piu’. Partita sbagliata. Ma stavolta, rispetto al recente passato, anche dietro sono mancati i piu’ elementari automatismi e la dovuta concentrazione.
Voto 2 – a Da Costa. La sensazione è che l’avremmo persa comunque. Il fatto è che l’abbiamo persa con due gol di scarto. I fatti sono che sul secondo gol ha commesso un errore gravissimo. Sul terzo un errore non gravissimo, forse nemmeno grave, ma un errore. Il tiro di Orlando era preciso, ma è partito da lontano e indirizzato sul palo su cui David non dovrebbe prendere gol.
Voto 1 – Reazione nulla. Dopo il 2-1 il Sig. Di Paolo avrebbe potuto fischiare la fine.
Voto 0 – “Non vogliono fare i play off”. L’ha ricordato Massimo Barbero nell’editoriale post Novara-Perugia, definendola “litania”, la frase citata e che torna spesso di moda. Mi permetto di aggiungere e di chiedere: a che pro? Se proprio proprio a voler pensare male la domanda sarebbe un’altra facilmente intuibile, ma andare ai play-off non significa firmare un contratto in cui ci si impegna a giocare in serie A. Ci si impegna a scendere in campo e soprattutto, a incassare soldi.
Marco Nissotti
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