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Figurine azzurre: Lorenzo Pinamonte
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giovedė 13 aprile 2017 - 13:15
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

Graziani, Colussi, Guidoni… i tifosi azzurri sfogliano a lungo la margherita nell’estate del 2003, quella del “vero” ritorno in C1, prima di scoprire chi sarà l’attaccante destinato a prendere il posto di Egbedi. Alla vigilia della presentazione della squadra arriva il tanto atteso comunicato: il prescelto è tal Lorenzo Pinamonte, venticinquenne sconosciuto quasi a tutti. A spaventare, più che il passato inglese che ci evoca i fantasmi di tal Santini… sono le fresche esperienze, non proprio esaltanti, a Castel di Sangro ed Arezzo. Insomma il ragazzo veneto non pare proprio l’uomo in grado di fare la differenza in una categoria che ci induce giustificato timore (visto che al via dovrebbero esserci anche Genoa e Fiorentina!) Nemmeno Foschi, onestamente, sembra entusiasta al “Bingo” mentre il Novara 2003-04 sfila davanti alle autorità ed a pochi “giocatori” distratti. Invece “Sergione” Borgo, ancora una volta, l’ha pensata giusta: Pinamonte è proprio l’ariete che serviva per un Novara immaginato per giocare con il moderno 4-2-3-1 introdotto dal Real Madrid dei “galacticos” ed importato, tra le altre, dall’Alto Adige di Tesser che tanto ci ha fatto soffrire al “Piola” nei play off. Dietro a lui agiranno, da destra a sinistra, Brizzi, Palombo e Carlet pronti a sfruttare i movimenti della boa centrale. La voglia di riscatto del bomber dopo la retrocessione di Arezzo farà il resto.

Dal ritiro bulgaro arrivano notizie (non sempre del tutto attendibili…) di gol e prodezze dell’ultimo acquisto. Gli scettici si convincono circa le sue qualità nel corso di una bella amichevole al “Piola” con il Torino (appena retrocesso in B) che solo nel finale riesce a rimontarci (da 2-0 a 2-2). L’espulsione per proteste in un’amichevole ferragostana a Dormelletto (nei confronti di un arbitro occasionale… che indossa una giacchetta nera anni settanta) è solo un piccolo incidente di percorso.

Il nuovo centravanti va a segno anche nelle uniche due “vere” partite di Coppa (prima di un ampio turn over in coincidenza con l’avvio di campionato): a Savona firma il provvisorio 2-0 (3-0 il finale) approfittando di un retropassaggio errato di un difensore di casa; contro l’Ivrea realizza addirittura una doppietta davanti ai suoi nuovi tifosi.

In campionato il Novara comincia con pareggio a Ferrara ed un successo interno sulla Pistoiese quasi a voler subito riscattare la beffa del lontano 1997. Sette giorni dopo Pinamonte si fa notare procurando il rigore che vale la rimonta (da 0-2 a 2-2 ) contro una Reggiana che nei primi minuti di partita sembrava di un altro pianeta. A Varese Lorenzo non è a posto, ma stringe i denti per andare in campo lo stesso, vista anche la squalifica di Palombo. Dopo appena un quarto d’ora insacca sotto la curva occupata dai tifosi del Novara che omaggia con una corsa sfrenata ad esultare. Il pomeriggio finisce malissimo (i biancorossi rimontano da 0-2 a 3-2!) ma fa scattare comunque l’inizio di un grande feeling tra il “Pina” ed i supporters azzurri che lo eleggono a loro beniamino. “Nel Novara di quest’anno c’è una grossa novità…” Ed ancora il più semplice “Pina gol”. Il ragazzone veneto è scatenato e va a segno per altre due domeniche di fila, sempre sotto la nostra curva. Contro il Rimini firma il gol della tranquillità in mischia dopo un batti e ribatti. A Sassari gira in porta il pallone del provvisorio vantaggio azzurro che ci fa sperare nella prima vittoria esterna. Il pareggio di Porcu rovina un po’ la festa all’Aeroporto di Alghero eppoi nel convulso viaggio aereo verso casa.

Il Novara viaggia a corrente alternata: fa benissimo in casa, ma perde quasi sempre fuori. Il 2-0 di Pisa (doppietta di Palombo) ci regala illusioni di grandezza che sfumano la domenica successiva quando all’ultimo secondo di recupero ci facciamo riprendere in casa (ma allora è un vizio…) da una Lucchese in superiorità numerica. Pinamonte torna ad Arezzo per affrontare la sua ex squadra che adesso è addirittura la capolista del campionato ed ovviamente riceve solo fischi. Non va meglio la partita con una sconfitta quasi inevitabile.

Bisogna battere a tutti i costi una Pro Patria fanalino di coda. Senza Palombo infortunato ci pensa il “Pina” che firma il 2-0 su assist di Carlet nel momento di maggior pressione dei “tigrotti”. Chiudiamo il girone d’andata con un rocambolesco 2-2 a Prato. Rimasti in nove e sotto di un gol non ci resta che buttare la palla in avanti alla disperata… cercando la testa di Pinamonte. Sulla prima sponda Pau sbaglia incredibilmente, ma sulla seconda Omolade firma un 2-2 ormai insperato.

Il “Pina” è decisivo anche sette giorni dopo quando procura il rigore che vale il nostro ultimo successo sulla Spal. Ed ancora contro il Varese di Sannino con una preparazione che propizia lo spettacolare gol partita di Palombo.

Le reti però per un attaccante sono (quasi) tutto e quando non riusciamo a battere la Torres grazie agli orrori di Beretta di Treviglio (due gol annullati ed un clamoroso rigore su Carlet negato) tal “Matteostadiopiola” sul muro di “Forzanovara” comincia a prendersela con Pinamonte scrivendo che con un altro centravanti certe partite le vinceremmo lo stesso, arbitro o non arbitro. Lorenzo incassa e ci fa esultare la domenica successiva firmando il 2-2 (altra rimonta da 2-0) a Padova dal dischetto sotto la neve con immancabile corsa sotto il settore ospiti dell’Euganeo.

Sette giorni dopo arriva anche il primo gol su azione del 2004, dopo appena 38 secondi in casa contro lo Spezia. Poi però Cioffi si fa espellere e gli “aquilotti” dilagano per un 4-2 che vuol dire la prima sconfitta interna stagionale per noi.

Di colpo si comincia a soffrire perché a Pavia si fanno male contemporaneamente (e seriamente) Carlet e Palombo e la squadra perde gran parte del proprio potenziale offensivo. Quando il Lumezzane va in vantaggio a Novara l’undici di Foschi sembra incapace di reagire. Ed invece ad inizio ripresa Pinamonte capovolge il risultato nel giro di pochi minuti: dapprima pareggia di testa, poi firma il 2-1 con una spettacolare rovesciata su cross di Colombini. Per chi volesse rivedere il video con la telecronaca del compianto Armando Patrucchi ecco il link con tante grazie a Depa… https://www.youtube.com/watch?v=H2iLPMD3QNM

La salvezza non è ancora cosa fatta perché perdiamo in casa con il Pisa ed a Lucca e quando arriva l’Arezzo che ha bisogno di un punto per festeggiare la B matematica tutti pensano che il Novara possa accontentarsi del “pareggino”. Ed invece dopo pochi secondi Pinamonte si toglie la soddisfazione di segnare davanti ai suoi ex tifosi con un colpo di testa ad incrociare. E’ l’inizio di un pomeriggio entusiasmante con un 3-2 che ci conferma “ammazza grandi”. Il campionato si chiude con il discusso Novara-Prato che vale a Lorenzo la decima rete stagionale. L’attaccante da “doppia cifra” Borgo l’ha scovato in un giocatore in cui in pochi credevano e che invece si è fatto apprezzare per la sua generosità e per il suo contributo ancor prima che per i suoi gol (comunque non pochi).

La stagione delle conferme si rivela invece molto sofferta. Borgo ha in mente una coppia Pinamonte-Bertani (con Dosi ed un convalescente Palombo alternative) che abbinerebbe attaccanti dalle caratteristiche complementari. Invece ne esce fuori un tandem Pinamonte-Rubino che mette assieme due prime punte. Lorenzo si toglie la soddisfazione di segnare un gran gol all’Inter in un triangolare Bpn (con Mancini che scappa a Marassi dopo mezzora per vedere i suoi titolari impegnati in amichevole) ma in campionato i due fanno fatica. A Sassari così Venturini lancia Dosi che fa pure benino. Per sbloccare la successiva partita interna con il Prato invece occorre l’ingresso del “Pina”. Lamma perde la testa e gli rifila un colpo proibito in piena area: espulsione e rigore trasformato dallo stesso attaccane veneto. Sette giorni dopo è addirittura doppietta ad Andria con gran sinistro su sponda di Rubino e penalty trasformato (il celebre “Pinamonte contro Marinacci… Pinamonte contro Marinacci”) in uno stadio che fischia minacciando l’invasione. Contro lo Spezia (pirotecnico 3-3) Lorenzo provoca l’autogol di Fabiano il cui nome rimane impresso sul tabellino. Quattro giorni prima in Coppa aveva segnato ad Ivrea un gol che ha prolungato la doppia sfida fino ai rigori (poi hanno prevalso gli eporediesi).

A gennaio Rubino viene ceduto alla Salernitana ed il peso dell’attacco ricade quasi esclusivamente sulle spalle di Pinamonte che ritrova il compagno Palombo, ora però convalescente. Un altro rigore  trasformato da Lorenzo vale il prezioso 1-0 alla Pistoiese. Quando anche il “Pina” si infortuna alla vigilia di un Novara-Pavia… per gli azzurri sembra notte fonda. Dopo qualche settimana con il solo Damiano là davanti… Jaconi ha l’umiltà di far esordire finalmente il “carneade” Martinetti che si rivela un elemento determinante. Pinamonte rientra nel finale di partita ad Acireale, ma incappa in una ricaduta nella “maledetta” domenica dello stop per la morte di Papa Wojtyla. In una partitella con la “Berretti” si fanno male Brizzi (gravemente), Martinetti ed appunto Pinamonte. Jaconi non si fida della coppia Martinetti-Pinamonte. O gioca uno o gioca l’altro. Per fortuna ai play out Gattuso la pensa diversamente ed i due in tandem realizzano la rete (realizzata da Daniele) che indirizza i play out con il Como. La seconda stagione di Lorenzo in azzurro è stata decisamente meno brillante della precedente, ma alla fine il suo dovere (ergo il contributo per una salvezza comunque soffertissima) l’ha fatto.

Nell’estate 2005 con il ritorno di Rubino, l’acquisto di Elia e la conferma di Martinetti e di un Palombo convalescente si capisce sin da subito che ci sarà poco spazio per Pinamonte che ci saluta con la rete su rigore nel 2-0 alla Sanremese all’esordio in Coppa.

Alla vigilia della gara interna con il Cittadella l’attaccante veneto parte per Benevento dove diventerà uno degli idolo dell’esigente piazza campana (12 gol in campionato). L’anno successivo si avvicina a casa per giocare nel Lumezzane che riporta in C1 togliendosi anche la soddisfazione di segnare su rigore al “suo” Hellas in Coppa (ovviamente senza esultare). Dopo l’avventura di Brindisi Lorenzo torna definitivamente dalle sue parti per incominciare seriamente, a poco più di 30 anni, la sua attività di albergatore senza smettere di giocare e divertirsi sui campi dilettantistici.

E’ tornato a vedere il “suo” Novara al “Turina” di Salò. In quella sera di freddo e brividi ha ritrovato un po’ del cuore della sua squadra che lottava ogni domenica in serie C aspettando che arrivasse la grande occasione…

Massimo Barbero

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