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lunedė 27 marzo 2017 - 10:51
di Massimo Barbero

Solidità, carattere, determinazione, mosse tattiche… Tutto vero, ma non bisogna nascondere la verità. A Bari abbiamo avuto una gran bella dose di fortuna perché la formazione di Colantuono nel primo tempo avrebbe meritato ampiamente di passare in vantaggio. Ed a quel punto sarebbe cominciata un’altra partita con il Novara costretto ad inseguire come non ci accade ormai dal 21 gennaio scorso (Trapani).

Mettiamola così, senza che gli amici pugliesi ne abbiano a  male… L’anno scorso era girata storta a noi durante la regular season. Ripenso a quell’autogol di Faraoni alla fine di una partita ormai vinta. Ed a quell’incredibile 2-1 al “Piola” di marzo quando avevamo graziato la squadra di Camplone con una “messe” incredibile di opportunità fallite nella prima ora di gioco. A volerla trasferire sul piano del bilancio delle sfide con Colantuono… c’è ancora quel gol del 2-2 (annullato) di Granoche a Bergamo che grida vendetta…

Poche storie, il Bari adesso ha l’attacco più forte e completo del campionato. D’accordo Pazzini, Dionisi, Ciofani, Floccari ed Antenucci e chi più ne ha più ne metta… ma quale altra compagine di B può contare su Galano, Floro Flores, Brienza, Parigini, Maniero tutti assieme? Ed aggiungeteci pure Raicevic che era in Nazionale e un esterno come Furlan che è rimasto in panchina… I “galletti” si esaltano proprio in casa, quando possono sfogare cotanto potenziale offensivo, senza remore di sorta, caricati dai 15-20 mila sempre presenti sugli spalti. Francesco Specchia prima della gara mi ricordava che erano già 13 (ora 14) i risultati utili consecutivi inanellati tra le mura amiche da parte di Romizi e compagni.

Se il Novara nel finale di gara ad Avellino era andato in affanno di fronte a Bidaoui, Laverone, Castaldo ed Ardemagni… con tutto il rispetto… era facile immaginare cosa potesse succedere al cospetto di una squadra che presentava esterni quali Galano e Brienza che alle qualità tecniche abbinano grande versatilità tattica che permette loro di risultare pericolosi in diverse zone di campo, variando in corsa posizione di partenza ed inserimenti. Il tutto con un terminale offensivo quale Floro Flores che non sfigurerebbe in una fetta rilevante di formazioni di serie A.

Pronti via ed il Novara si è trovato di fronte un leone ferito, sceso in campo per sbranare la propria preda. Più che la voglia di rivincita per i play off dello scorso maggio (nel frattempo sono cambiati tanti interpreti) ad animare i biancorossi era il desiderio di riscatto dopo la figuraccia di Trapani e le immancabili maldicenze che sono circolate (anche) negli ambienti sportivi dell’affascinante capoluogo pugliese, dal 2011 comprensibilmente vittima della “sindrome di Masiello”.

A complicare le cose per la truppa di Boscaglia ci si è messa presto anche la botta ricevuta da Chiosa, uno dei pochi ad aver interpretato con il piglio giusto la gara sin dalla prime battute. Senza dimenticare l’assenza di Galabinov, pesantissima per una squadra che nell’ultima gara esterna giocata senza l’attaccante bulgaro aveva subito un assedio molto simile anche a Perugia (contro un avversario certamente meno forte). Aggiungiamoci che nelle ultime 2-3 settimane Macheda non è più quello di gennaio-febbraio ed ecco (parzialmente) spiegate le sofferenze iniziali al cospetto di un avversario decisamente superiore.

E così la vena propositiva mostrata nei primissimi minuti da Kupisz, la voglia di riscatto di Sansone ed i preziosismi in fase di palleggio di Orlandi sono stati presto spazzati via dalla marea biancorossa. A Colantuono era sufficiente dare un occhiata appena prudente alle nostre due punte e nel contempo non perdere i duelli in mezzo al campo per poter forzare ripetutamente la nostra difesa allargando il gioco sulle corsie esterne ed affondando con i movimenti di Galano, Brienza e Floro Flores. Per almeno mezzora ci abbiamo capito davvero poco e solo i pali hanno salvato Da Costa in due occasioni ravvicinate.

Ad inizio ripresa l’ingresso di un Dickmann molto motivato ci ha dato subito qualcosa in più. Ma la gara stava riprendendo con il solito copione, con il Bari più volte pericoloso con tiri dal limite ed angoli in serie, finchè dalla panchina si è alzato Galabinov. Quant’acqua sotto i ponti è passata dalla gara d’andata allorchè Andrey era stato confinato in panchina per far posto all’acerbo Bajde! Ora il bulgaro è un elemento insostituibile… da mandare in campo anche quando è in condizioni poco fisiche non ottimali come successo ad Ascoli o persino quando è reduce da un giro d’Europa in aereo come quello a cui si è sottoposto ieri… E’ bastato sventolare la lavagnetta con il numero 16 per “spaventare” Bari rievocando i “fantasmi” di 10 mesi fa. Al di là delle suggestioni, l’ingresso del nostro capocannoniere ha davvero cambiato le cose per il Novara che ha cominciato a tenere palla là davanti, a costringere i difensori di casa a rimediare cartellini gialli in serie per fermare le nostre ripartenze.

Una parentesi doverosa. Dei 5 giocatori convocati in Nazionale il Bari ha potuto impiegare il solo Capradossi che sin da giovedì sera aveva terminato le proprie fatiche con la nazionale under 20. Per il resto il club di Giancaspro ha bussato invano per disporre di Basha dopo l’ottantina di minuti giocati contro l’Italia. Il Novara per contro è riuscito a riavere a tempo di record (ed utilizzare) Galabinov ed Adorjan che 24 ore prima erano impegnati con le rispettive nazionali in Bulgaria e Portogallo. Una bella dimostrazione di efficienza, organizzazione e credibilità (anche a livello internazionale) acquisita da parte del club di Massimo De Salvo!

Tornando alla partita di ieri sera, poco dopo l’inserimento di Galabinov abbiamo corso l’ultimo vero brivido con quell’assolo di Floro Flores concluso a fil di palo. Dal quarto d’ora in poi invece il Novara ha dato la sensazione di avere la situazione abbastanza in pugno. Il gol vittoria dei locali sarebbe potuto arrivare solo da un episodio (un po’ come poteva esserlo il tiro di Casarini all’ultimo secondo di recupero) e non più dalla netta supremazia dei padroni di casa. L’innesto di Maniero non ha aggiunto nulla alla pericolosità offensiva dei locali. Anzi, ha offerto finalmente un punto di riferimento quasi fisso ai nostri centrali, fin lì spiazzati dallo svariare del tridente barese. Al posto di Colantuono avrei tentato la carta Furlan per ritrovare un po’ di linfa sulle corsie esterne dove Galano e Brienza avevano ormai dato il loro meglio… Non a caso gli ultimi fuochi dei baresi sono nati grazie alla spinta di Sabelli sulla destra.

Penso e ripenso alla prestazione di Da Costa e sono convinto che con un portiere “normale” il Novara non sarebbe mai riuscito a tenere la porta inviolata a Bari. Mi spiego meglio. Due settimane fa abbiamo “rimproverato” David per quell’uscita precipitosa in piena area su Palazzi che sarebbe potuta costarci un’altra sconfitta nel derby. Ed anche ieri qualche iniziativa dell’estremo difensore svizzero, dal punto di vista tecnico, non è stata esattamente impeccabile. Per contro, però, sono certo che schierando un portiere che si fosse limitato a fare il proprio “compitino” il gol del Bari prima o poi sarebbe arrivato. Invece l’ex dello Zurigo ha fatto delle proprie uscite a ripetizione (talvolta anche coraggiose) una precisa strategia di gara. Ha lanciato in questa maniera il proprio guanto di sfida agli attaccanti di casa che con il passare dei minuti si sono resi conto di avere di fronte un muro quasi invalicabile. Ha suonato la carica ai compagni che hanno superato paure ed imbarazzi della prima mezzora convincendosi così che l’impresa di uscire indenni dallo stadio teatro della finale di Coppa dei Campioni del 1991 non era certo impossibile.

Ecco, a rileggerla in questa maniera… non può essere solo fortuna. Se il Novara d’autunno in trasferta prendeva gol al primo tiro in porta degli avversari (che non dovevano nemmeno dannarsi più tanto) ed  ora è diventato una squadra capace di opporre alla supremazia altrui una resistenza quasi “eroica” come quella che si è vista in Puglia… vuol dire che qualcosa è davvero cambiato in questi mesi. Innanzitutto da metà novembre in poi (recupero di Mantovani, passaggio alla difesa a tre e riscoperta del “vero” Galabinov) eppoi, soprattutto, a partire dalla fine del mercato di gennaio che ha cancellato gli ultimi equivoci retaggio delle glorie della stagione passata.

Bari ci ha anche detto però che (in un ipotetico tabellone play off) non siamo ancora al livello delle primissime come la classifica parziale del solo girone di ritorno potrebbe farci credere. Teniamoci stretto il punto preso, godiamoci i 46 punti che nessuno avrebbe immaginato di avere a 10 giornate dalla fine… ma restiamo con i piedi per terra. Consci che ci vorrà decisamente qualcosa di più per tornare a casa da Ferrara e Frosinone (ed in eventuali e graditissime partite aggiuntive da disputare a fine regular season) con altri risultati positivi.

Calma… una cosa alla volta… Ora pensiamo a quella Ternana che non battiamo dai tempi di Chiappara e Brizzi (gli autori dei gol dell’ultima vittoria datata settembre 2007). Un mese fa, sulla carta, non ci sarebbe stata partita tra una squadra in grandi condizioni (la nostra) ed un’altra in caduta libera (le “fere” con Gautieri in panchina). Oggi le cose stanno in maniera ben diversa… con l’ex del Perugia Liverani… gli umbri al “Liberati” hanno battuto di misura il Trapani e travolto l’Avellino… Non sarà una passeggiata, tutt’altro… ma di regali in questo biennio ai rossoverdi ne abbiamo già fatti abbastanza… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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