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domenica 05 marzo 2017 - 13:14
di Massimo Barbero

Il più bel complimento alla truppa di Boscaglia l’ha rivolto l’ex Giaretta definendo la nostra una formazione “di mestieranti, scorbutica ed esperta”. Il Novara che perdeva una serie incredibile di partite in trasferta, quasi tutte con un gol di scarto, giocando comunque fino alla fine in punta di piedi e rimediando pochissimi cartellini si è trasformato in una squadra vera, che dà fondo a tutte le proprie energie, che ha imparato a vincere anche soffrendo e reagendo a muso duro nei confronti degli avversari che nella nostra area provano a fare i furbi. In campo si vedono 11 giocatori che lottano all’unisono, che sono pronti a tutto pur di aiutarsi a vicenda. E forse non è un caso che anche la fortuna cominci a darci una mano, come è avvenuto con le occasioni fallite ieri dall’Ascoli negli ultimi minuti. Non so come finirà il derby di domenica prossima, ma posso dire che l’attuale Novara non avrebbe perso il derby giocato ad ottobre nella maniera in cui era accaduto allora, lasciando il tempo ad Emmanuello di pensare, studiare e realizzare il gol della vita al terzo minuto di recupero.

Non è semplice trovare la voglia di svegliarsi anche di sabato mattina alle 5.30 per sottoporsi ad un viaggio di 1200 chilometri da completare in giornata per seguire (raccontare eppoi commentare) 90 minuti di partita che potresti vedere anche comodamente seduto in salotto. Eppure nei giorni scorsi mi sentivo particolarmente motivato a farlo perché ritenevo che questo Novara meritasse “sacrifici” del genere per quello che ci aveva regalato nelle ultime due gare casalinghe ravvicinate, in cui aveva messo assieme altrettanti mattoncini verso la salvezza in maniera diametralmente opposta: sovrastando l’avversario (per almeno un’ora) contro lo Spezia, gestendo invece con attenzione la supremazia iniziale del Benevento martedì sera per poi colpirlo al momento opportuno.

Ieri ad Ascoli il rischio maggiore era che la nostra squadra risultasse un po’ troppo “leggerina” per la contemporanea presenza di Kupisz, Adorjan, Orlandi, Sansone, schierati tutti assieme dal primo minuto, anche per esigenze contingenti. Aglietti forse l’aveva preparata proprio così: per rubare palla ai nostri centrocampisti-trequartisti ed infilarci in velocità. Specialmente sull’asse di sinistra dei bianconeri dove Troest non poteva contare sulla preziosa protezione di Dickmann. Dopo qualche incertezza iniziale (costata un paio di cartellini gialli) il Novara è entrato presto in partita grazie alla giusta interpretazione da parte dei centrocampisti di maggiore qualità che non hanno esitato a sacrificarsi. Il prolungato palleggio degli ospiti evidenziava la supremazia tecnica della compagine di Boscaglia in mezzo al campo. Quando abbiamo affondato siamo riusciti a creare pericoli in serie alla retroguardia marchigiana: Troest ha sfiorato un gol simile a quello segnato al Benevento, poi Galabinov ha fallito due opportunità a tu per tu con Lanni. Il vantaggio firmato da Lancini (ancora su calcio d’angolo!) era stato preceduto da almeno due-tre opportunità ravvicinate per i nostri. Sul più bello abbiamo incassato il pari di Cacia: determinante l’errore di Troest su Bentivegna.

A Terni ed a Trapani in una situazione del genere (immediatamente raggiunti in trasferta dopo essere passati in vantaggio) ci eravamo sciolti come neve al sole. Stavolta non è accaduto, anzi. Come contro lo Spezia, Galabinov ha siglato di testa il nostro secondo vantaggio a rafforzare le convinzioni azzurre di poter portare a casa almeno il settimo risultato utile consecutivo. Aglietti ha inserito presto un altro attaccante (Perez) per sfruttare i palloni gettati nell’area di rigore azzurra dagli esterni. Boscaglia ha risposto immettendo Cinelli e soprattutto Di Mariano, prezioso nell’alleggerire la pressione con qualche sgroppata pericolosa sulla corsia sinistra. La mezzora finale è stata convulsa, con occasioni da una parte e dall’altra. Le più nitide le ha avute certamente l’Ascoli con il solito Gatto decisamente più motivato di un Orsolini che mi ricorda un po’ il nostro Bruno Fernandes dell’aprile-maggio 2013 per le cautele che metteva in campo il talento portoghese una volta già certo di essere già stato ceduto all’Udinese. Anche noi però abbiamo colpito una traversa clamorosa con Di Mariano e sprecato almeno un ghiotto contropiede con Sansone.
Il resto ce l’ha messo il mediocre Mainardi, un arbitro che si trincera dietro i cartellini per mascherare la sua carenza di personalità (guardate come permette ad Addae di rivolgersi a lui dopo il fallo fischiato al limite dell’area!). La prima occasione di Perez è nata su un azione viziata da un fallo abbastanza clamoroso ai danni di Galabinov. Eppoi il doppio “rosso” ad Augustyn e Troest (intervenuto a difendere Da Costa) appare davvero esagerato. Sono situazioni che capitano quasi regolarmente in area di rigore nei minuti finali quando stanchezza e tensione annebbiano le idee di tutti. Ci poteva stare un doppio giallo e nulla più. Il “nostro eroe” ha prolungato il recupero sino al 51’30’’ della ripresa fidando in una rimonta avversaria come quella avvenuta nel maledetto pomeriggio con il Pisa, ma stavolta per fortuna è andata diversamente… D’accordo, c’era stata un’interruzione rilevante dopo il durissimo tackle subito da Casarini, ma nel complesso non dobbiamo dimenticare che 2 sostituzioni erano state fatte nell’intervallo ed altre 2 (Cinelli e Perez) in contemporanea.

In autunno avevo criticato Boscaglia partendo dal rilievo che tutti i giocatori a sua disposizione stessero rendendo un po’ meno rispetto alla stagione precedente. Facevano eccezione solo Adorjan (utilizzato pochissimo in passato) nonché Dickmann e Faragò che si erano riattestati presto sui livelli dell’annata della loro esplosione in B. Oggi le cose sono cambiate. Guardate come sta giocando Casarini… che da fine gennaio in poi è l’autentico uomo in più del nostro centrocampo. Chiunque gli si metta a fianco fa bella figura perché l’ex del Bologna c’è sempre, ovunque. Eppoi in una maniera o nell’altra il condottiero di Gela è riuscito a tirar fuori da Galabinov qualità che nel passato si erano intraviste solo nell’Avellino di Rastelli. I gol sono ora la conseguenza di un atteggiamento molto diverso rispetto a quello che si vedeva in autunno (o anche per larghi tratti della stagione passata) Ad Ascoli Andrey è andato in campo senza remore di sorta, lasciando a casa qualsiasi pericoloso proposito di gestirsi. Ha lottato su ogni pallone fino all’ultima goccia di energia, a dispetto delle “cure” degli avversari. Da quando è a Novara in pratica ha “saltato” tutti e i tre derby giocati contro la Pro Vercelli: l’anno scorso uno per scelta tecnica ed uno per un cartellino rosso rimediato contro la Ternana; ad ottobre era in distinta, ma sul terreno dell’ex “Robbiano” era risultato davvero impalpabile. Ora è il momento di issare la bandiera bulgara anche oltre Sesia!
Basta così… non bisogna sprecare troppe energie nervose in una settimana che potrebbe sembrarci lunghissima… Guai a pensare ancora a quello che è successo all’andata o a quello che è accaduto nelle ultime partite degli azzurri… Dobbiamo solo tornare in campo umili, incazzati e consapevoli… come abbiamo sempre fatto dalla sfortunata gara con il Pisa in poi! Al resto ci penserà la gente sugli spalti…

A proposito… alle porte della primavera… ci attende un derby da giocare in casa di domenica pomeriggio alle 15 dopo una striscia di 4 vittorie consecutive… cosa aspettate ancora per tornare allo stadio?

Forza Novara sempre!!!



Massimo Barbero

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